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Vicini ma lontani!

Queste tre parole caratterizzano il ricordo che ho di mio nonno, Mauro.
Potreste pensare che vivessimo a centinaia di chilometri, invece vivevamo nella stessa provincia, io con i miei genitori a Como, lui da solo a 5 km di distanza in un paesello dell’Insubria (ho perso mia nonna quando avevo 7 anni, e lui quando ne avevo 14).
In quel “Vicini ma lontani”, ripetuto più volte nel tempo, nonno intendeva un mucchio di cose: era abbastanza lontano nel senso di discreto, distante, per permettere alla mia famiglia una piena autonomia e libertà decisionale; non è mai stato pesante, pressante o possessivo, piuttosto autonomo e che spronava gli altri all’autonomia. Uomo abituato ai traslochi (è stato in grado a 67 anni di farne ancora uno senza troppo pensarci su) era sempre pronto e aperto al cambiamento tanto da accettare Cristo e battezzarsi all’alba dei 70.
Allo stesso tempo era vicino. Vicinissimo. Ricordo il suo fare dolce, calmo amichevole, sicuro di sé… sempre pronto a farmi scoprire una delle sue mille passioni, sempre interessante, sempre giocherellone ma mai esagerato, sempre equilibrato. Sapeva benissimo quali fossero i limiti e non li valicava mai, per il bene di tutti. C’era sempre aria di libertà intorno a lui. E lui era nonno, e io la nipote, suo sangue.

Perché vi sto raccontando questi dettagli?
Oggi ho sentito una cara amica che è risultata positiva al covid. Ci conosciamo da quando siamo piccole. Non ci sentiamo spessissimo, ma sappiamo di esserci l’una per l’altra. C’è un amore che va al di là della frequentazione, io lo chiamerei “legame di sangue” e ovviamente mi riferisco al fatto che anche lei è una cristiana e il nostro legame di sangue esiste grazie al sangue di Cristo sparso per noi.

Mi ha scritto che per lei era confortante saperci vicini.
E io le ho risposto “Siamo sempre vicini, siamo membri di un unico corpo. Come potremmo mai stare lontani?”

E mi è venuto in mente il brano in cui Dio chiede a Caino dove si trovasse suo fratello Abele (vedi Genesi 4:9) Caino risponde seccamente “Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?”.
La risposta di Dio mi fa ogni volta tremare le ginocchia: “CHE HAI FATTO?”.
Solo su queste tre parole ci sarebbero da scrivere decine di righe.
Forse la frase che sto per dire è un po’ forte, ma ci sta.

DIO VUOLE CHE SIAMO GUARDIANI DELLA VITA DEI NOSTRI FRATELLI. Nel bene e nel male abbiamo una responsabilità nei confronti delle persone che Dio ci mette accanto. E prima ci rendiamo conto di quanto è importante questa cosa, meglio è.

Colossesi 3:5-17 ci dà un’idea molto chiara di come Caino avrebbe dovuto comportarsi nei confronti di suo fratello e nei confronti di Dio (andatelo a leggere con attenzione). E questo non è l’unico elenco di questo genere. In un sacco di altri punti del Nuovo Testamento si parla di correggersi, di esortarsi, di recuperarsi reciprocamente.
E questo non si fa solo con una preghierina “placa coscienza” rivolta a Dio per i nostri fratelli. Questa è pura religiosità.

Noi siamo chiamati a costruire RELAZIONI.
RECIRPOCHE.
Di AMORE in CRISTO.
NON SOFFOCANTE.

Pensateci bene.
La correzione fatta nella pressione e nella coercizione diventa tortura.
L’esortazione fatta nella pressione e nella coercizione diventa imposizione.
Il recupero fatto nella pressione e nella coercizione diventa una falsità di breve durata.

Ricordiamoci che siamo un corpo. Un’organo del corpo non può fare male ad un’altra parte del corpo stesso. Se questo avviene si inizia a parlare di cancro o di malattie autoimmuni.

Ma la crescita, la cura reciproca nell’amore per mezzo della rivelazione di Cristo che abbiamo tramite il suo Spirito Santo produrranno sempre vita. Ognuno deve fare esattamente quello che Cristo – il capo – lo ha chiamato a fare proprio come il membro del corpo esegue gli ordini che arrivano dal cervello. Ma l’interconnessione che c’è fra organi è innegabile, fosse soltanto anche per il flusso di sangue che vi scorre (… toh, quello che poco sopra ho soprannominato legame di sangue).

Siamo vicini, fratelli. Più di quanto immaginiamo.
Ma ricordiamo che dove c’è Cristo c’è libertà.
Lontani… ma vicini.

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