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Chiamati a seminare

Chiamati a seminare
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Abbiamo visto nelle scorse settimane che Gesù ci paragona a degli alberi, fatti per portare frutto. La tua vita non è inutile, ma è per uno scopo: portare frutto!

Se porti frutto ti senti utile, perché fai ciò per cui esisti. Se non porti frutto, ma sei distratto dalle cose della vita e non ti focalizzi su Dio e adempi la tua chiamata specifica, perdi tempo, perdi valore, perdi il significato della vita.

Abbiamo visto che 2.000 anni fa non esistevano le scuole bibliche dove imparare delle informazioni mentali, e che dopo essere uscito con un diploma ti senti arrivato. Esisteva la scuola del discepolato, dove giorno dopo giorno, seguendo il Maestro, affrontavi aspetti pratici. Imparavi le nozioni teoriche mettendole subito in pratica. Gesù ha detto di essere il pane della vita, subito dopo aver moltiplicato il pane per 5.000 uomini (Giovanni 6). Ha detto di essere la Risurrezione e la vita, e poco dopo ha risuscitato Lazzaro (Giovanni 11).

Ha detto di essere la Luce del mondo, e poco dopo ha ridato la vista a un cieco nato (Giovanni 8-9).

Gesù fondava il Suo ministero terreno su “Teoria messa in pratica” e richiede da noi la stessa cosa: “Teoria messa in pratica”!

Magari sei stanco o stanca, allora potresti illuderti che il riposo faccia per te. Invece Colui che ti ha creato, reindirizza il tuo modo di pensare, invece Gesù ti spiega che la strada è un’altra:

MATTEO 11:28-30 28 Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. 29 Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; 30 poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero».

– Dio ti darà riposo durante le tue varie attività quotidiane se imparerai a fare ogni cosa con e per Lui (Joyce Meyer), se prenderai il Suo gioco e non il tuo, o quello di questo mondo. Non devi stare senza di Lui, perché quando stai senza di Lui, ti affatichi e vieni oppresso. Qualsiasi situazione attraversi, Dio può darti forza. Quando le cose invece ti vanno alla grande, avvicinati ancora di più a Dio, così non dovrai fare doppia fatica nei momenti di difficoltà! Lui vuole darti riposo!

– Questo brano inoltre evidenzia un aspetto che viene spesso saltato: c’è un giogo! Tanti credono che il riposo sia non fare niente, prendersi una bella vacanza, non avere impegni, essere cristiani all’acqua di rose che scaldano una sedia, o addirittura neanche andare in chiesa. Non è così! Se sei fatto e fatta per portare un giogo, vuol dire che non troverai mai pace senza quel giogo. Ma non un giogo qualsiasi, un giogo casuale, un giogo inevitabile, qui parla del giogo “di Gesù”, che tu devi prendere volontariamente! Tanti credono che la malattia che hanno possa essere un giogo, oppure dei figli difficili, o i problemi con il coniuge, ma queste non sono cose che puoi prendere volontariamente, ce l’hai e basta. Attenzione il giogo di Gesù non è la situazione in cui ti trovi, ma il legame specifico fatto da Gesù per te, che devi prendere volontariamente, altrimenti non lo hai!

Vorrei chiarire che il giogo di Gesù è “dolce” e il Suo “carico è leggero”! Non una situazione insormontabile, non una trappola. In pratica io e te siamo paragonati a un bue, che ara un terreno. I buoi frequentemente lavorano in gruppi di 2 o 4, e sono legati insieme dal giogo, che è un dispositivo che serve per frazionare il peso tra i diversi animali, per consentire loro di lavorare al meglio per muovere l’aratro per il dissodamento del terreno. In pratica Gesù sta dicendo che ci libera dall’oppressione se ci mettiamo a lavorare per Lui e con Lui!

Il punto qui non è cosa Dio può fare per te, ma per quale scopo sei stato creato! La tua vita acquisisce senso, quando compi le opere che Dio ha preparato affinché tu le compissi.

Tanti pensano che ci sia solo la predicazione, la musica e l’evangelizzazione.

Tanti sono stonati come campane, e si sentono a disagio ad impegnarsi per spiegare il Vangelo ai loro amici e si vergognano. Rimane la predicazione, quindi le campane e i vergognosi mirano al pulpito ma quando vedono che non c’è spazio o che non riescono neanche lì, vanno in depressione e si intiepidiscono. In realtà c’è molto altro, basta ascoltare la voce dello Spirito!

ISAIA 30:21 Quando andrete a destra o quando andrete a sinistra,
le tue orecchie udranno dietro a te una voce che dirà:
«Questa è la via; camminate per essa!»

– Contrariamente a quello che potete pensare, io sono uno che si scoraggia facilmente, e sono instabile. Tendo a iniziare le cose e a non finirle. Sì, sono un inconcludente, e tu?

Ma grazie a Dio nella mia vita spirituale e con la chiesa mi trovo continue conferme da parte di Dio su ciò su cui devo predicare, su cosa devo fare. Sento continuamente la voce che dice “Questa è la via…”. Spesso sarei tentato a dire che non vedo risultato in quello che faccio, non vedo frutto. Spesso dico al Signore che forse sto sbagliando strada e che vorrei sentire la Sua voce e la Sua guida per capire che strada intraprendere, o su quale messaggio predicare, e puntualmente sento la Sua voce che mi conferma la strada. Quanti dubbi ci sono nella vita. Quante indecisioni! Io e Sara siamo forse tra le persone più indecise della terra! Ma grazie a Dio per le milioni di conferme che mi da continuamente. Voglio spronarti a chiederGli costantemente cosa fare, come procedere, e di aspettarti la Sua risposta!

Entriamo nel dettaglio pratico:

Il tuo datore di lavoro non è la chiesa locale, ma Gesù Cristo. Non devi rimanere senza fare niente, spiritualmente parlando, solo perché il pastore o la chiesa non ti hanno ancora dato un compito. Gesù aveva detto “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura!” Quindi vai!

1 CORINZI 12:4-6 Ora vi è diversità di doni, ma vi è un medesimo Spirito. 5 Vi è diversità di ministeri, ma non v’è che un medesimo Signore. 6 Vi è varietà di operazioni, ma non vi è che un medesimo Dio, il quale opera tutte le cose in tutti.

– In questo brano si trattano i doni, i ministeri e le operazioni. Ci vogliono ore per fare un’analisi completa e quindi continueremo in futuro, però intanto vorrei ribadire cosa è scritto nel testo originale. Come ho detto più volte, “doni” nell’originale è “Chàrisma” che deriva da Chàris cioè grazia, favore, gentilezza, e quindi si traduce con dono di grazia, capacità non meritata.

In essenza il dono che viene da Dio, il dono spirituale, o la capacità di svolgere opere spirituali o materiali nella chiesa, sono tutte cose che non meritiamo. Capacità “non nostre”. Favori dall’alto di cui non dobbiamo prenderci il merito visto che non li abbiamo “meritati”!

– “ministeri” nel testo originale è diakonìa da cui deriva diakonèo, cioè attendente alle tavole, servitore che attende gli ospiti, che serve in termini generali.

Si intende il servire gli altri per mezzo del nostro dono.

Il dono spirituale di grazia, cioè il favore non meritato che abbiamo ricevuto, lo abbiamo ricevuto per gestirlo per il benessere, l’accoglienza e la crescita dell’altro. Non è nè a nostro beneficio, nè a nostra gloria, allo stesso modo come un servitore di 2mila anni fa attendeva gli ospiti (di prestigio o gente comune) per assisterli per il loro benessere, per fornire cibo e accoglienza. O come lo steward e la hostess su un aereo, che amministrano e gestiscono gli ospiti/clienti/passeggeri, per la loro comodità, tutti i doni spirituali e i ministeri sono indirizzati verso l’altro, alla gloria di Dio.

– “operazioni” nel testo originale è enèrgema, cioè operazioni, lavori.

– In pratica il testo dice che Dio ci ha chiamati a lavorare per Lui, ma solo se facciamo operare Lui e se facciamo le Sue opere. Non dobbiamo lavorare in base alle nostre capacità, ma per mezzo dello Spirito Santo. E’ Lui che opera le cose in tutti. Le opere nostre non funzionano!

CONCLUSIONE. Sei chiamato a seminare in questo mondo. A lavorare portando il giogo di Gesù. Se non lo facciamo saremo inutili e non adempiremo lo scopo della nostra vita! Per essere efficaci dobbiamo udire la voce dello Spirito che ci guida!

Siamo chiamati a vivere nella grazia di Dio, e a farla fluire attraverso di noi, perché solo così consentiremo a Dio di operare attraverso di noi. Ci sono diversi “ciambellani”, diversi “servitori di minestra”, ma tutti quanti possiamo operare solo facendo fluire lo Spirito tramite noi. L’obiettivo finale però, non è farci belli agli occhi degli altri, ma servire gli altri.

Continuerò nelle prossime settimane ad affrontare alcuni compiti pratici del cristiano.

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Come portare frutto

Come portare frutto
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La scorsa volta abbiamo visto che siamo stati creati per uno scopo speciale, cercare il Regno di Dio, viverlo e diffonderlo. Non siamo stati creati con lo scopo di andare allo stadio, di fare shopping, di arricchirci, di guardare la tv o di stare su Facebook o Instagram, ma per vivere e diffondere il Regno di Dio. Non apparteniamo a noi stessi, ma a Dio nostro Creatore.

Abbiamo visto che il Regno di Dio si cerca, si vive e si diffonde.

Puoi avere tutto ma senza il Regno di Dio non hai niente. Puoi non avere niente ma con il Regno di Dio hai tutto.

Inoltre, come parte del Regno di Dio, siamo stati creati per portare del frutto:

LUCA 13:6-9 Disse anche questa parabola: «Un tale aveva un fico piantato nella sua vigna; andò a cercarvi del frutto e non ne trovò. 7 Disse dunque al vignaiuolo: “Ecco, sono ormai tre anni che vengo a cercare frutto da questo fico, e non ne trovo; taglialo; perché sta lì a sfruttare il terreno?” 8 Ma l’altro gli rispose: “Signore, lascialo ancora quest’anno; gli zapperò intorno e gli metterò del concime. 9 Forse darà frutto in avvenire; se no, lo taglierai”».

– In Matteo 3:10 avevamo visto che è posta una scure alla radice degli alberi, cioè noi, e siamo chiamati a portare frutto, altrimenti veniamo tagliati. Qui in Luca 13:6-9 veniamo paragonati a un fico che deve portare frutto per non essere tagliato. Dio ha pazienza, ma fino a un certo punto. Dopo “3 anni” simbolici, pazienta ancora “un anno” sennò lo taglia. Nel terreno, cioè sulla terra e nella Chiesa, siamo messi per portare frutto per il Regno di Dio (che è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo).

Ma come si fa a portare frutto? Devo fare delle buone opere? Buone azioni?

GIOVANNI 15:4-6 Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dare frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me. 5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete fare nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano.

– Dobbiamo “dimorare”, cioè vivere nella “vite” che è Gesù. Non devi tanto avere Gesù nel tuo cuore, più che altro devi vivere in Gesù. Non deve vedersi Carlo, Sara, etc…. Ma deve vedersi Cristo Gesù. Non saranno le opere mie o tue, ma di Gesù. Non prendiamo vita facendo buone azioni, ma prendiamo vita essendo parte delle “buone azioni” di Gesù. Non le nostre!

Questo vuol dire “dimorare” cioè vivere in Gesù. Non vivere la nostra vita, ma anzi rinnegarla per vivere la Sua vita. Siamo stati comprati a caro prezzo, cioè con il sangue sulla croce, per vivere in Gesù e non in noi stessi!

GIOVANNI 15:8 In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto, così sarete miei discepoli.

– Dio è amore. Ho predicato su questo e vi invito ad andare ad ascoltare il messaggio su messaggeridellagrazia.it oppure su Youtube. Questo è lo “scopo” e la verità della Sua vita, ma anche lo scopo della nostra vita come essere umani!

Invece come “discepoli”, lo scopo è di glorificare il Padre portando molto frutto, e ciò può avvenire solo rimanendo collegati alla linfa vitale vivendo in Gesù Cristo!

Sviluppiamo ora cosa voglia dire essere discepoli.

Discepolo deriva dal latino “discipulus” che significa “allievo che impara”. Rimango sempre sbalordito dal vedere credenti che dopo anni di “fede” non sono cambiati per niente. Ancora peggio quando vedo che sono cambiati sì, ma in peggio. Seguire Gesù ed essere salvati ha a che vedere con lo “studiare”. Ma non come nelle nostre scuole moderne. Invece come 2.000 anni fa facevano i discepoli con Gesù, vivendo con Lui quotidianamente, seguirLo, fare le cose che fa Lui. I discepoli e gli allievi, seguono il loro Maestro. Vivono con il loro Maestro. Imparano cose nuove ogni giorno 7 giorni su 7.

Non esistevano le scuole bibliche dove andavi una volta a settimana o addirittura una volta al mese a studiare per imparare delle informazioni mentali. Esisteva la scuola della vita, ma soprattutto la scuola della fede, dove imparavi a cacciare i demoni e pregare per la guarigione degli ammalati. Dove imparavi a vivere nel risveglio e a morire a te stesso per vivere in Gesù. Organizzavi incontri di preghiera o di studio biblico al mare, al lago, al fiume, nel bosco, a casa. Imparavi ad amare gli altri, a esortarli nella fede giorno dopo giorno e non solo la domenica.

Peccato che nella nostra Bibbia italiana troviamo questi termini latini italianizzati come “discepolo”, perché in questo modo non capiamo cosa voglia dire.

Vuol dire che devi studiarti quotidianamente di vivere in Gesù. Uscire dalla tua zona della comodità e della carnalità e vivere quotidianamente nello Spirito.

Noi siamo stati creati per la gloria di Dio, non per la nostra! E siamo stati creati per diffondere il Regno attraverso il frutto che potremo fare solo vivendo in Lui! E per svolgere questi compiti, bisogna imparare le vie dello Spirito. Bisogna studiare e soprattutto fare nostri gli insegnamenti di Gesù.

GIOVANNI 15:16 Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.

– Qui Gesù sta parlando ai Suoi discepoli di 2.000 anni fa, ma anche di oggi, anche a te e me! Sta dicendo che ci ha scelti e costituiti PER portare frutto. Non è un opzione: scegliere di fare o di pensare agli affari nostri. E’ lo scopo della tua vita e della tua chiamata a essere discepolo!

Collegato con il portare frutto, c’è l’esaudimento delle nostre richieste (se viviamo nello Spirito Santo porteremo frutto e il Padre esaudirà le nostre richieste nell’autorità dataci da Gesù).

RIPETO: cercare il Regno – Vivere nello Spirito – Portare frutto – Esaudimento delle preghiere in nome di Gesù

Se siamo disubbidienti e viviamo per noi stessi, ci vergognamo di nostro Signore e siamo egoisti, allora il Padre non esaudirà le nostre preghiere. Puoi anche pregare in ebraico, ma il Padre non ti esaudirà perché Lui non divide la propria gloria con nessuno.

Attenzione che non è questione di meriti. Dio non esaudisce i bravi, ma i discepoli-studenti che sono coloro che vivono in Cristo Gesù, cercano il Regno di Dio e portano il frutto voluto da Dio! Spesso pensiamo egoisticamente a far esaudire le nostre richieste, invece è desiderio di Gesù che le nostre richieste vengano esaudite.

L’esaudimento delle preghiere non è un premio per la nostra bravura, ma il frutto del nostro frutto. Se non fai frutto alla gloria di Dio, non riceverai frutto di benedizione sulla tua vita!

CONCLUSIONE. Vorrei concludere con un esortazione a ricercare il Regno di Dio (cioè che Dio regni sulla tua vita), a vivere nello Spirito e a portare il frutto nello Spirito che Dio vuole che tu porti!

Nel prossimo messaggio condividerò alcuni pensieri pratici che spero possano essere uno spunto per farti essere fruttifero alla gloria di Dio!

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Creato con uno scopo

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La scorsa settimana abbiamo visto che non abbiamo valore intrinseco per i materiali di cui siamo composti, perché ciò di cui siamo fatti, se fosse venduto al mercato, verrebbe pagato quanto qualche chilo di patate.

Abbiamo un valore non calcolabile in quanto esseri con una testa (che spesso non usiamo) e con delle capacità (anche se spesso ci limitiamo, e smettiamo di imparare appena sono finite le scuole, o smettiamo di lavorare appena andiamo in pensione). Invece non finisce tutto lì. Per esempio il nonno di Sara era una di quelle persone che forse lavorò di più quando andò in pensione, perché faceva lavori di bricolage, collezione francobolli, trenini, costruzione plastici, e mille altre cose.

Dio ci ha creati per qualche cosa di glorioso. Per sperimentare la Sua presenza. Per manifestare la Sua gloria in questo mondo. Comunque ci ha creati per far fruttificare qualcosa che sia duraturo.

Mi viene da pensare a Davide, che prima di diventare re, veniva continuamente perseguitato da re Saul con continui tentativi di farlo fuori, perché lo vedeva come un pericolo per il proprio trono e la propria autorità. Davide ebbe l’occasione di liberarsi umanamente dei propri problemi facendo fuori Saul, ma aveva uno scopo che andava perseguito secondo le vie di Dio e non dell’uomo. Leggiamo:

1 SAMUELE 26:23 Il SIGNORE retribuirà ciascuno secondo la sua giustizia e la sua fedeltà; poiché il SIGNORE ti aveva dato oggi nelle mie mani e io non ho voluto mettere le mani addosso all’unto del SIGNORE.

– Re Saul era stato rigettato dal Signore per la sua cattiveria e carnalità, ma giustamente Davide si guardò dal cogliere le occasioni che ebbe per liberarsi di lui. Lo considerava “l’unto del Signore” perché in origine era stato scelto da Dio, e Davide continuava ad avere rispetto per Saul.

Umanamente aveva tutto il diritto di vendicarsi, di proteggere la propria vita da chi lo perseguitava ingiustamente. Eppure lui era un uomo secondo il cuore di Dio, e cercava di rispettare tutti, anche chi lo voleva uccidere. Davide perseguiva una giustizia, che non era la sua, ma di Dio, ed era fedele a Dio.

Aveva una chiamata da parte di Dio, aveva un ministero, ma aspettava i tempi di Dio e la giustizia di Dio, consapevole che se Dio chiama qualcuno a servirLo, mette anche le condizioni per l’adempimento. Bisogna impegnarsi e rispettare la volontà di Dio e vivere per questo, ma nei tempi di Dio e con la giustizia di Dio!

APOCALISSE 2:10 Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita.

– Dio ti ha messo un obiettivo davanti, un ministero (diakonia = servizio). Non sei qui per fare gli affari tuoi, per seguire i tuoi interessi, ma Dio ti ha creato per uno scopo, per un servizio, un ministero! Sei chiamato/chiamata ad essere fedele a quel servizio, fino alla morte e fedele a Dio fino alla morte! Solo così otterrai la corona della vita (corona Stephanos). Non temere quello che dovrai soffrire. Soffrirai, ma sii forte! Il diavolo potrebbe metterti in prigione per un tempo limitato, ma non temere, confida in Dio, e ricevi la libertà che Dio ti vuol dare! Rimani attaccato al compito che Lui ti ha dato, costi quel che costi!

MATTEO 3:10 Ormai la scure è posta alla radice degli alberi; ogni albero dunque che non fa buon frutto, viene tagliato e gettato nel fuoco.

– Che brutto brano: l’albero che non porta frutto viene tagliato e gettato nel fuoco!!! In realtà non è brutto, ma esemplifica cosa siamo e che ci stiamo a fare: siamo un albero e dobbiamo portare frutto! Non vivere nella bambagia, non vivere nell’ignavia, hai uno scopo solo, portare frutto, che si può concretizzare in diversi modi specifici a seconda della persona.

La tua vita diventa abbondante se porti il frutto per cui Dio ti ha creato, diventa sterile se non porti il frutto per cui Dio ti ha creato!

Analizziamo il popolo di Israele. Dio lo aveva designato per un compito specifico:

ESODO 19:5-6 Dunque, se ubbidite davvero alla mia voce e osservate il mio patto, sarete fra tutti i popoli il mio tesoro particolare; poiché tutta la terra è mia; e mi sarete un regno di sacerdoti, una nazione santa”.

– In questo brano abbiamo visto Dio che assegna al Suo popolo Israele, un compito molto importante, essere sacerdote su questa terra. Ma bisogna ubbidire alla Sua voce ed essere fedeli al patto. Il popolo di Israele ha preferito svolgere il ruolo di sacerdote trascurando l’ascolto della voce di Dio e si è perso Dio stesso. Non puoi prendere solo una parte dell’accordo e trascurare l’altra parte!

Israele ha preso seriamente il compito di essere sacerdote e una nazione consacrata, ma purtroppo consacrati alla propria religiosità, e ai propri dogmi umani, alle aggiunte che hanno fatto alla Bibbia (vedi Talmud). Non ci devono essere aggiunte davanti a Dio, ma solo santità (cioè consacrazione) e sacerdozio (cioé svolgere il compito di avvicinare le persone a Dio tramite l’ascolto della Sua voce)!

Più o meno 2.000 anni fa, Israele ha preso una via traversa, che lo ha portato ad allontanarsi dal compito che Dio gli aveva assegnato (un allontanamento che sarà comunque limitato nel tempo), ma Dio non è stato preso alla sprovvista, aveva già da millenni un piano! Israele doveva essere un regno di sacerdoti, ma è sfuggito al compito, e Gesù ha girato momentaneamente questo scopo ai gentili: essere un regno di sacerdoti!

MATTEO 6:33-34 Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più. Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno.

-Abbiamo letto la scorsa settimana in Romani 14:17, che il regno di Dio è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo. Non perché si è credenti, o perché si prega, ma perché si vive nello Spirito Santo quotidianamente.

Gesù ci invita a impegnarci di più per vivere nello Spirito Santo, che per mangiare. Gesù ci pone l’obiettivo di cercare il Regno di Dio, cioè la Sua gloria e la Sua presenza, più che di sistemare le cose che abbiamo da fare e che ci stressano. Anzi, l’ansia e lo stress sono proprio da abbandonare a sé stessi, alla solitudine! L’ansia e lo stress sono tuoi nemici, mentre il Regno di Dio è tuo amico. La nostra preoccupazione principale deve essere il vivere nello Spirito!

MATTEO 11:12 Dai giorni di Giovanni il battista fino a ora, il regno dei cieli è preso a forza e i violenti se ne impadroniscono.

– Addirittura il regno di Dio viene preso con la forza e solo chi è violento se ne impadronisce. Non è per le femminucce che si lasciano vincere dalla carnalità, dallo stato naturale delle cose, ma per quelli che combattono “nello Spirito Santo”! Gesù ti consiglia di cercarlo per il tuo bene, ma non in modo semplice e pacato, ma con grinta e determinazione.

LUCA 9:1-2 Gesù, convocati i dodici, diede loro l’autorità su tutti i demòni e il potere di guarire le malattie. Li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire i malati.

– Se Gesù da autorità sui demoni, allora puoi cacciare demoni. Se da autorità sulle malattie, allora puoi guarire le persone. I 12 a quel tempo erano “apostoli”, ma se leggete il capitolo 10 vedrete che la stessa autorità l’ebbero anche i 70 discepoli, per cui siamo esortati a diventare veri discepoli per poter resistere alle battaglie spirituali che ci si presentano ogni giorno.

Ma c’è un comune denominatore, sempre valido: il progredire nei diversi passi del percorso cristiano.

CERCARE IL REGNO DI DIO (più di ogni altra cosa terrena)

RICEVERE LA PIENEZZA DELLO SPIRITO SANTO

VIVERE GIORNALMENTE NELLO SPIRITO SANTO (manifestando giustizia, pace e gioia nello Spirito)

Poi in Luca 9 abbiamo visto il compito di ANNUNCIARE IL REGNO DI DIO (=espandere il Regno)

CONCLUSIONE. Tu sei un albero da frutto: sei stato creato per portare del frutto e se non lo porti starai male e non adempirai lo scopo per cui Dio ti ha creato!

Adempiendo lo scopo di Dio per la tua vita, potrai creare quel circolo virtuoso che ti permetterà di sperimentare sempre più benedizioni. Il Signore è con te e vuole portarti al prossimo livello, cresci in Lui.

Ti esorto a cercare il Regno di Dio sopra ogni altra cosa, a ricevere la pienezza dello Spirito Santo, a vivere giornalmente nello Spirito Santo mentre sei in famiglia, al lavoro o con gli amici, e ad annunciare quello che lo Spirito Santo ti dona.

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Tu sei una perla

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Sai quanto vali? Poco o tanto? Qual’è l’unità di misura del tuo valore? Oggi trattiamo questo.

MATTEO 13:44-46 «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo, che un uomo, dopo averlo trovato, nasconde; e, per la gioia che ne ha, va e vende tutto quello che ha, e compra quel campo.
«Il regno dei cieli è anche simile a un mercante che va in cerca di belle perle; e, trovata una perla di gran valore, se n’è andato, ha venduto tutto quello che aveva, e l’ha comperata.

– Gesù, il più grande saggio di tutti i tempi, anzi come dico sempre, la Saggezza in persona, l’unico nella storia a non avere bisogno di consigli, ha predicato moltissimo riguardo il Regno dei cieli (o Regno di Dio). Lui ha continuamente reindirizzato le nostre vite lontano dalle nostre ambizioni, e verso il Regno di Dio.

Puntava a farci scendere dal “trono”, e far scendere dal trono ogni tesoro umano, e mettere Dio. Il Regno di Dio è così importante, che la “Saggezza perfetta” ci ha detto che non c’è nulla al mondo che sia comparabile! Ci consiglia di vendere tutto e dare via tutto, perché solo così possiamo trovare lo scopo della nostra vita. Ricordo sempre cos’è il Regno di Dio:

ROMANI 14:17 perché il regno di Dio non consiste in vivanda né in bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo.

– Vuoi giustizia nella tua vita? Non la potrai ottenere con le tue forze o con le tue capacità, ma solo ricevendo lo Spirito Santo.

Vuoi pace nella tua vita? Non la potrai ottenere con le tue forze o con le tue capacità, ma solo ricevendo lo Spirito Santo.

Vuoi gioia nella tua vita? Non la potrai ottenere con le tue forze o con le tue capacità, ma solo ricevendo lo Spirito Santo.

Perché Colui che ha creato la giustizia, la pace e la gioia, ha detto che si possono avere solo “nello Spirito Santo”, non ci sono altre strade!

Non si tratta di pregare Dio il Padre, o lo Spirito Santo, che ti diano la giustizia, la pace e la gioia. Si tratta invece di ricevere lo Spirito Santo vivente e operante in te, quotidianamente!

Se non hai lo Spirito Santo, non puoi avere la pace la gioia e la giustizia nello Spirito Santo, che può dare solo il Regno di Dio che viene nella tua vita solo tramite lo Spirito Santo!

Se non hai giustizia, pace e gioia, vuol dire che non hai lo Spirito Santo!!! Che non hai il regno di Dio.

Ma Gesù te l’ha promesso, che aspetti??? Ha sofferto proprio per darti vita, speranza, giustizia, pace e gioia NELLO SPIRITO SANTO!

La giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo, sono il tesoro nascosto che supera ogni altro tesoro! Non sono le ricchezze, il successo, i vizi, neanche le cose buone come la famiglia, i figli, i genitori, il coniuge, il lavoro e la salute!

La giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo, sono la perla di gran valore!

Vendi tutto quello che hai per questa meraviglia! Dai via tutti i tuoi interessi per ricevere VERAMENTE lo Spirito Santo!

Tanti hanno paura di lasciarsi andare allo Spirito Santo. Pensano sia come la meditazione trascendentale, e come rituali mistici e spiritistici. Assolutamente no. Lo Spirito Santo è una persona, la persona più importante e più potente sulla terra, è Dio in terra, che opera qui allo stesso modo di come Gesù operava 2.000 anni fa, ma all’ennesima potenza, non essendo più vincolato dal corpo terreno di Gesù.

Ci sono due valori aggiunti nel ricevere lo Spirito Santo VERAMENTE:

1-Ricevere lo Spirito Santo è prezioso, in quanto è la perla di gran valore. Lui arricchisce la tua vita! Magari non ti cambia il conto in banca, ma quello che hai acquisisce molto più valore. Vivrai la giustizia di Dio, sperimenterai la Sua pace e la Sua gioia nella tua vita in modo soprannaturale.

2-Ricevere lo Spirito Santo è potenza, in quanto Lui opera meraviglie, oggi, ogni giorno, anche senza di te. Ma è molto più bello vederLo operare anche in te e attraverso di te!

Quindi lo Spirito Santo è prezioso, ed è potenza.

Ma non solo lo Spirito Santo è prezioso. Tu stesso ricevendolo e sperimentandolo, diventi prezioso!

2 CORINZI 4:7-11 Ma noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra, affinché questa grande potenza sia attribuita a Dio e non a noi. Noi siamo tribolati in ogni maniera, ma non ridotti all’estremo; perplessi, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; atterrati ma non uccisi; portiamo sempre nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo; infatti, noi che viviamo siamo sempre esposti alla morte per amor di Gesù, affinché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale.

– “Noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra”, cioè nel nostro corpo c’è un tesoro! (se abbiamo ricevuto il Vangelo di Gesù Cristo, se lo facciamo nostro, se lo viviamo, se indossiamo l’armatura del cristiano, se abbiamo veramente ricevuto lo Spirito Santo e sperimentiamo la gloria di Dio).

Io non sono un tesoro di mio, e tu non sei un tesoro di tuo.

Ricordo che qualcuno aveva fatto un stima in base ai materiali di cui il nostro corpo è composto, e al mercato non avremmo molto valore, magari quanto qualche chilo di patate. Però le patate non parlano, non pensano e non fanno (c’è da dire che c’è anche tanta gente che non parla, non pensa e non fa, proprio come le patate). Ma in noi c’è un tesoro! Se diventiamo un tutt’uno con lo Spirito Santo quando lo riceviamo diventiamo dei tesori, per via dello Spirito in noi, e della Parola di Dio in noi.

La “grande potenza” deve essere “attribuita a Dio”! C’è una grande potenza da sperimentare! Molte chiese preferiscono praticare una religione fredda e sterile. Molti cristiani preferiscono scaldare una sedia la domenica. Ma Dio vuole operare con “grande potenza” nella tua vita e nella vita degli altri! Non affrontare i tuoi problemi con le tue forze. Non sperare che con le tue capacità riuscirai a far sistemare i tuoi figli. Non illuderti che per il fatto che sei credente tutto andrà bene. Tutto andrà per il meglio se ti lasci trasformare dallo Spirito Santo, perché Lui trarrà gloria da ogni cosa! Solo se attribuisci la potenza a Dio e non a te stesso!

Solo così sarai tribolato ma non ridotto allo stremo, perplesso ma non disperato, perseguitato ma non abbandonato, atterrato ma non ucciso, avrai la morte di Gesù ma anche la vita di Gesù!

Ora farei un attimo uno schema di cosa può capitare a uno che si affida allo Spirito Santo e a uno che non si affida allo Spirito Santo ma a sé stesso o a qualcun altro:

“nello Spirito”: tribolato, perplesso, perseguitato, atterrato, con la morte di Gesù ma anche la vita della potenza della risurrezione!

“nella carne”: ridotto allo stremo, disperato, abbandonato, ucciso (senza vita)!

Mi è capitato nella vita di essere scoraggiato, abbattuto, di essere anche depresso e senza speranza, perché avevo lo Spirito Santo ma non era operante in me! Non avevo il tesoro in “vasi di terra”! Non dovevo vivere senza speranza, ma dovevo ricevere la morte di Gesù e la vita e speranza nello Spirito Santo!

Dopo avere lo Spirito Santo, bisogna vivere come un contenitore di tesoro, e cullare tesoro (Spirito Santo)! Tanti si cullano lo scoraggiamento, la depressione, “Perché dov’è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore.” (MATTEO 6:21).

Depressione produce altra depressione, scoraggiamento produce altro scoraggiamento, la vita dello Spirito produce altra vita dello Spirito. Vivi nello Spirito!

EFESINI 5:14 «Risvègliati, o tu che dormi,
e risorgi dai morti,
e Cristo ti inonderà di luce
».

– Se vuoi bene alla tua vita e alla vita dei tuoi cari, risvegliati! Lascia morire il corpo e i suoi desideri e pensieri umani con Gesù, e vivi con Lui, risorgi con Lui, risvegliati spiritualmente con Lui, Lui vuole darti vita e benedizione! Vuole inondarti di luce! Sta a te di risvegliarti spiritualmente!

CONCLUSIONE. La prossima settimana cominceremo a vedere cosa fare con il tesoro. Ma per questa settimana risvegliati e prendi vita.

Vai a Dio e ricevi lo Spirito Santo, e diventa il tesoro che Dio vuole tu sia. Riconosci il tuo valore nello Spirito Santo. Prendi la “giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo”!

Se non lo hai fatto, prega lo Spirito Santo insieme a me e chiediGli di prenderti, trasformarti, rinnovarti e darti vita.

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L’identità che diventa autorità

L’identità che diventa autorità
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Abbiamo visto le scorse settimane che siamo figli di Re. Abbiamo un identità. Siamo eredi di Dio, e coeredi di Cristo. Che un giorno regneremo (se siamo nati di nuovo nello Spirito). Abbiamo anche visto che dobbiamo comportarci in modo regale, tenere un certo contegno, sia come comportamento, che come parlare, che come pensieri, per via del nostro ruolo.

Un re non si da troppo pensiero dei problemi comuni, ma in caso smuove l’esercito! Ma un re che non fa uso del proprio potere, e della propria autorità, è come se non fosse re.

Adesso farò alcuni esempi di persone che ignoravano la propria identità, la propria autorità, o addirittura l’autorità di Dio stesso. Vediamo Anania un “normale” discepolo, che viene avvisato dal Signore riguardo il compito che ha di andare dal neo-convertito Paolo:

ATTI 9:13-14 Ma Anania rispose: «Signore, ho sentito dire da molti di quest’uomo quanto male abbia fatto ai tuoi santi in Gerusalemme. E qui ha ricevuto autorità dai capi dei sacerdoti per incatenare tutti coloro che invocano il tuo nome».

– Il Signore aveva detto ad Anania di andare da Paolo…leggo male, oppure veramente Anania sta spiegando al Signore chi era Paolo??? Veramente pensava che il Signore non lo sapesse????

Anania in pratica ha detto al Signore: “Signore, forse non hai letto il giornale…si dice che questo Paolo abbia fatto tanto male! Forse non sai, al telegiornale dicono che Paolo è uno pericoloso!”

Fai attenzione a quale “telegiornale” guardi! Fai attenzione ai giornali e ai libri che leggi. Fai attenzione ai messaggi che ti arrivano tramite Facebook e gli altri Social network. Dio non è una spanna sopra, è milioni di spanne sopra! Non è Lui che deve essere informato da noi sul perché sarebbe buono che facesse questo miracolo, o sul perché dovrebbe toccare la tal persona o situazione. Siamo noi che dobbiamo ricevere le Sue informazioni, i Suoi giornali e telegiornali, cibandoci di ogni cosa che viene da Lui, anche le briciole! Le Sue briciole ti possono sfamare e dissetare!

Se non capisci quale è il potere di Dio, stai limitando Dio nella tua vita. Se non credi che Dio possa liberarti, ti stai intrappolando con le tue mani!

Se preferisci parlare a Dio e non ascoltare, non conoscerai le soluzioni.

Se non vuoi ubbidire a Dio, non vedrai il potere dell’Onnipotente all’opera.

Questi sono diversi errori che possiamo commettere non avendo fiducia in Dio, e che possono limitare la Sua azione:

E’ successo a Mosè, in Numeri 20 il Signore gli aveva detto di parlare alla roccia e sarebbe scaturita acqua, ma Mosè invece percosse la roccia, l’acqua uscì lo stesso ma Mosè non potè entrare nella terra promessa.

Noi non possiamo limitare il piano di Dio nella storia e la Sua opera per l’umanità, ma possiamo limitare Dio e la Sua benedizione nella nostra vita.

LUCA 1:18 E Zaccaria disse all’angelo: «Da che cosa conoscerò questo? Perché io sono vecchio e mia moglie è in età avanzata».

– Non si ricordava di Abraamo e Sarah, o di Anna la mamma del profeta Samuele? Veramente Zaccaria pensava che l’Angelo del Signore non sapesse che Zaccaria era vecchio???

Tante volte noi diamo consigli a Dio o facciamo decreti, che sono degli autogol. Tante volte non vogliamo ubbidire a Dio. Ma il vero problema dietro, è che non vogliamo capire di smettere di appoggiarci sul nostro intendimento, e che dobbiamo riconoscere la Potenza di Dio, e prendere l’autorità che viene da Lui. Zaccaria poi fu muto per un anno.

Notate come questi uomini erano credenti (un discepolo e un sacerdote), stavano parlando con Dio o con l’angelo del Signore in maniera consapevole, però non erano consapevoli che Dio è Onnipotente. Che se Dio dice una cosa, Lui la fa. Inoltre che Dio sa ogni cosa e non ha bisogno delle nostre spiegazioni o dei nostri suggerimenti.

Lui è amore non noi. Per cui Lui sa qual’è il bene delle persone e fa le cose veramente nell’interesse di quelle persone e noi no.

Lui non è sapiente, Lui è la Sapienza/Saggezza, quindi è inutile consigliarlo, ci ha provato Giobbe, che era veramente molto saggio, ma ha solo fatto una brutta figura, e quindi noi cosa vogliamo consigliare???

Anche l’apostolo Pietro fu spaesato e spaventato perché non aveva riconosciuto il piano di Dio sopra il proprio. Non aveva accettato la volontà di Dio sopra la propria, così si è trovato in un cortile a rinnegare Gesù 3 volte, leggiamo solo l’ultima:

MARCO 14:71-72 Ma egli prese a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo di cui parlate». E subito, per la seconda volta, il gallo cantò. Allora Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detta: «Prima che il gallo abbia cantato due volte, tu mi rinnegherai tre volte». E si abbandonò al pianto.

– Se non conosci Dio, il Suo potere e la Sua autorità, non conosci nemmeno la tua identità, la tua potenza (delegata), la tua autorità (delegata), e cadrai come un fuscello al minimo problema!

Pietro ha fatto scrivere questi dettagli nella Bibbia per prepararti, per imparare dai suoi errori! Notate invece Gesù che conosceva la potenza di Dio, la Sua autorità, e la propria autorità!

GIOVANNI 18:3-6 Giuda dunque, presa la coorte e le guardie mandate dai capi dei sacerdoti e dai farisei, andò là con lanterne, torce e armi.
Ma Gesù, ben sapendo tutto quello che stava per accadergli, uscì e chiese loro: «Chi cercate?» Gli risposero: «Gesù il Nazareno!» Gesù disse loro: «Io sono». Giuda, che lo tradiva, era anch’egli là con loro. Appena Gesù ebbe detto loro: «Io sono», indietreggiarono e caddero in terra.

– Notate la differenza tra Gesù che dice “Io sono” e atterra i soldati, e Pietro che ribadisce più volte “Non lo sono”. Pietro in quel momento era sullo stesso piano delle guardie che dovevano arrestare Gesù: poteva cadere con un semplice soffio dello Spirito. Non solo, poteva cadere con una semplice dichiarazione di una serva “Anche tu eri uno di quelli….”

EFESINI 2:4-8 Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati), e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo Gesù, per mostrare nei tempi futuri l’immensa ricchezza della sua grazia, mediante la bontà che egli ha avuta per noi in Cristo Gesù.

– Cristo è venuto per darci vita e liberazione. Non rimanere intrappolato, ma lasciaGli le tue catene! Se ricevi la vita da Gesù e risusciti con Lui, hai un posto non su un trono terreno, ma in cielo con Gesù! Ma devi avere la mente di Gesù, devi vivere con Lui!

LUCA 10:17-20 Or i settanta tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni ci sono sottoposti nel tuo nome». Ed egli disse loro: «Io vedevo Satana cadere dal cielo come folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e su tutta la potenza del nemico; nulla potrà farvi del male. Tuttavia, non vi rallegrate perché gli spiriti vi sono sottoposti, ma rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

– Avete visto che autorità avevano i 12 apostoli??? No, aspetta un attimo, non erano i 12 apostoli, ma l’avevano i 70 discepoli. Tu ed io se siamo veramente Suoi discepoli, possiamo avere la stessa autorità! Sappiamo che in MARCO 16:17-18 sta scritto: Questi sono i segni che accompagneranno coloro che avranno creduto: nel nome mio scacceranno i demòni; parleranno in lingue nuove; prenderanno in mano dei serpenti; anche se berranno qualche veleno, non ne avranno alcun male; imporranno le mani agli ammalati ed essi guariranno

– Non dobbiamo capire chi siamo noi e quale sia la nostra propria identità, ma dobbiamo capire chi siamo in Cristo e quale sia la nostra identità in Lui! Qualunque sia la tua identità terrena, è sbagliata, prendi e vivi la tua identità in Cristo! Nasci di nuovo! Se tu non conosci e non vivi la potenza di Cristo nella tua vita, basta un soffio e crolli. Se Cristo è in te è speranza di gloria, allora puoi essere irremovibile nelle tempeste. Se vivi in Cristo, la Sua autorità e la Sua potenza è sulla tua vita! L’apostolo Paolo diceva “Io posso ogni cosa in Cristo che mi fortifica”, cioè: Io posso resistere ad ogni evento avverso, ad ogni tempesta, non per le mie forze o la mia intelligenza, ma in Cristo che opera in me tramite lo Spirito Santo.

CONCLUSIONE. Base della nostra vita cristiana è capire quale sia l’autorità di Dio, quale sia la nostra e comportarsi di conseguenza. Negli ultimi messaggi abbiamo visto che Dio è saggezza, che è amore ed è disposto a guidarci, ma che noi dobbiamo desiderarlo altrimenti non viviamo nei Suoi pensieri di benedizione, ma nei nostri di maledizione. Non consigliare Dio, ma fatti consigliare da Lui, e agisci in base a quel consiglio. SottomettiGli i tuoi atteggiamenti e pensieri e ubbidisciGli nelle azioni quotidiane.
Lui conosce gli “ingranaggi” di come sei fatto, meglio di chiunque altro, fatti indirizzare da Lui. Inoltre sappi qual’è la tua autorità, il tuo potere, e così quando verranno per ucciderti o spaventarti, rimarrai in piedi e farai scappare il nemico!

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Allarga i confini

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DEUTERONOMIO 30 1 «Quando tutte queste cose che io ho messe davanti a te, la benedizione e la maledizione, si saranno realizzate per te e tu le ricorderai nel tuo cuore dovunque il SIGNORE, il tuo Dio, ti avrà sospinto in mezzo alle nazioni 2 e ti convertirai al SIGNORE tuo Dio, e ubbidirai alla sua voce, tu e i tuoi figli, con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua, secondo tutto ciò che oggi io ti comando…

6 Il SIGNORE, il tuo Dio, circonciderà il tuo cuore e il cuore dei tuoi discendenti affinché tu ami il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua, e così tu viva. 7 Il SIGNORE, il tuo Dio, farà cadere tutte queste maledizioni sui tuoi nemici e su tutti quelli che ti avranno odiato e perseguitato. 8 Tu ritornerai e ubbidirai alla voce del SIGNORE; metterai in pratica tutti questi comandamenti che oggi ti do. 9 Il SIGNORE, il tuo Dio, ti colmerà di beni; moltiplicherà tutta l’opera delle tue mani, il frutto del tuo seno, il frutto del tuo bestiame e il frutto della tua terra; poiché il SIGNORE si compiacerà di nuovo nel farti del bene, come si compiacque nel farlo ai tuoi padri, 10 perché ubbidirai alla voce del SIGNORE tuo Dio, osservando i suoi comandamenti e i suoi precetti scritti in questo libro della legge, perché ritornerai al SIGNORE tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua.

11 Questo comandamento che oggi ti do, non è troppo difficile per te, né troppo lontano da te… 14 Invece, questa parola è molto vicina a te; è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica.

15 Vedi, io metto oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; 16 poiché io ti comando oggi di amare il SIGNORE, il tuo Dio, di camminare nelle sue vie, di osservare i suoi comandamenti, le sue leggi e le sue prescrizioni, affinché tu viva e ti moltiplichi, e il SIGNORE, il tuo Dio, ti benedica nel paese dove stai per entrare per prenderne possesso. 17 Ma se il tuo cuore si volta indietro, e se tu non ubbidisci ma ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dèi e a servirli, 18 io vi dichiaro oggi che certamente perirete, e non prolungherete i vostri giorni nel paese del quale state per entrare in possesso passando il Giordano. 19 Io prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra, che io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, affinché tu viva, tu e la tua discendenza, 20 amando il SIGNORE, il tuo Dio, ubbidendo alla sua voce e tenendoti stretto a lui, poiché egli è la tua vita e colui che prolunga i tuoi giorni. Così tu potrai abitare sul suolo che il SIGNORE giurò di dare ai tuoi padri Abraamo, Isacco e Giacobbe».

– Questo brano ci insegna che il Signore ha messo la benedizione e la maledizione davanti a noi. Non dobbiamo aspettare o sperare, non dobbiamo pregare o supplicare per ottenere la benedizione. E’ Dio stesso il primo a volerci benedire. Lui vuole benedire coloro che sono convertiti (v.2) e cioè sono indirizzati a seguirLo. Coloro che Gli ubbidiscono (v.2) cioè ascoltano la Sua voce e si comportano di conseguenza. Un’ubbidienza che è anche sottomissione perché include l’ubbidirGli con il cuore (pensieri) e con l’anima.

Tutto questo con lo scopo di amarLo e avere una relazione con Lui (v.6)!

Il Signore vuole colmarci di beni, e moltiplicarci (v.9), se ubbidiamo alla Sua voce e torniamo a Lui (v.10)!

Ubbidire alla parola di questo comandamento (insegnamento) del Signore non è difficile, né lontano (v.11), ma è molto vicino, nella bocca e nel cuore (v.14) ed è da mettere in pratica!

Siamo noi a dover scegliere tra la vita e la morte, tra il bene e il male: Lui ci comanda di amarLo e pensare solo a Lui, di camminare dietro a Lui (v.15-16) e facendolo avremo vita abbondante e benedizione!

Se invece cerchiamo di seguire i nostri pensieri e le nostre voglie, otteniamo la maledizione, perché questi ci possono solo condurre verso il male.

Se la tua bocca e il tuo cuore sono focalizzati sul male, sulla malattia, sulla disoccupazione, sui pericoli, tutto andrà storto. Se ti focalizzi sulla vita in Dio, sull’amarLo, sul vivere per Lui, sulle Sue promesse e metti in pratica ciò che ti comanda, allora potrai solo sperimentare la benedizione di Dio sulla tua vita! Rileggiamo DEUTERONOMIO 30, dal 17 al 20

GENESI 32:24-31 24 Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino all’apparire dell’alba; 25 quando quest’uomo vide che non poteva vincerlo, gli toccò la giuntura dell’anca, e la giuntura dell’anca di Giacobbe fu slogata, mentre quello lottava con lui. 26 E l’uomo disse: «Lasciami andare, perché spunta l’alba». E Giacobbe: «Non ti lascerò andare prima che tu mi abbia benedetto!» 27 L’altro gli disse: «Qual è il tuo nome?» Ed egli rispose: «Giacobbe». 28 Quello disse: «Il tuo nome non sarà più Giacobbe, ma Israele, perché tu hai lottato con Dio e con gli uomini e hai vinto». 29 Giacobbe gli chiese: «Ti prego, svelami il tuo nome». Quello rispose: «Perché chiedi il mio nome?» 30 E lo benedisse lì. Giacobbe chiamò quel luogo Peniel, perché disse: «Ho visto Dio faccia a faccia e la mia vita è stata risparmiata». 31 Il sole si levò quando egli ebbe passato Peniel; e Giacobbe zoppicava dall’anca.

– Nel brano precedente abbiamo visto l’importanza dell’ubbidienza a Dio, dell’avere un cuore puro, e dello scegliere il bene e la benedizione invece del male, e della maledizione! Dipende da noi scegliere! Benedire deriva dal latino “benedicere” che vuol dire “dire bene”, cioè non parlare del male o delle difficoltà o delle diversità di vedute e delle incomprensioni, ma parlare invece di ciò che unisce, che aiuta al bene ed enfatizza gli aspetti positivi delle cose. Ovviamente maledire, significa essere fissati sulle questioni negative, sulle cose che vanno male, sulle difficoltà, le incomprensioni e sui problemi!

Nel brano su Giacobbe invece vediamo la benedizione di Dio, e vediamo cosa bisogna essere disposti a fare per ottenerla. Essere disposti addirittura a lottare con Dio stesso! Non con una “preghierina” sterile e insipida, ma quasi fisicamente e con tutto noi stessi! Come abbiamo letto prima, Dio è il primo a volerci benedire, ma questo brano mostra quanto dobbiamo volere la benedizione, affinché la otteniamo!

Non basta essere credenti per ottenere la benedizione, bisogna lottare! I nostri pensieri ci portano fuori strada e ci fanno focalizzare sul male. Dobbiamo lottare per riportarli sulla speranza di Dio, e sulla ricerca della Sua benedizione! Non dobbiamo convincere Dio a benedirci, dobbiamo convincere e lottare con la nostra mente per focalizzarla su Dio!

1 CRONACHE 4:9-10 Iabes fu più onorato dei suoi fratelli; sua madre lo aveva chiamato Iabes, perché diceva: «L’ho partorito con dolore». 10 Iabes invocò il Dio d’Israele, dicendo: «Benedicimi, ti prego; allarga i miei confini; sia la tua mano con me e preservami dal male in modo che io non debba soffrire!» E Dio gli concesse quanto aveva chiesto.

– Il versetto 9 letteralmente è “Iabez era più onorevole dei suoi fratelli…”. Purtroppo la nostra Bibbia traduce come se l’onore fosse una percezione degli altri, ma le versioni inglesi traducono come dice il testo originale: era il suo atteggiamento ed erano la sue azioni a renderlo più onorevole. Dipendeva da lui e non dagli altri. Lui agiva e viveva in modo onorevole. Agiva e viveva in modo da suscitare rispetto.

Non era un pezzente. Non era un perdente. Non si autocommiserava di essere associato al dolore, alla sofferenza, ai problemi, alle difficoltà. Voleva riscattarsi dai problemi e dalle preoccupazioni.

– Nessuno è un perdente per volontà di Dio (non è questo il nostro scopo), anche se tutti nasciamo perdenti a causa del peccato di Adamo (questo è lo stato carnale), nasciamo nel dolore, con le difficoltà.

Sta a te e a me scegliere se vogliamo rimanere nello stato carnale di maledizione, oppure ricevere la volontà e lo scopo di Dio nella nostra vita attraverso la benedizione!

– La situazione che vivi non deve identificarti. Il problema non deve definire la tua identità. Neppure il nome o la storia, deve bloccarci o limitarci. Il nostro passato non deve schiavizzarci!

Iabes capì come fare e con chi interfacciarsi. COME, CHI.

Qual’è il tuo COME? Forse c’è da cambiare atteggiamento, mentalità, modo di parlare e cominciare a vivere con onore. Se tu non credi in te, e soprattutto in CHI è in te, gli altri non crederanno in te. Rialzati! Prendi i pensieri, il nome e il carattere di Chi può benedire la tua vita!

E Chi è il tuo CHI? Non guardarti in giro, non guardarti nemmeno allo specchio, non ascoltare i tuoi stessi consigli, ma vai al Dio di Iabez!

Iabez aveva rinunciato al suo nome (onore, carattere, autorità) perché preferiva l’onore del Creatore. Rifiutò le proprie capacità, i propri pensieri, ma volle andare da Colui che conta veramente in questo mondo. Lui non fu più onorato dagli altri, rispetto ai suoi fratelli. Lui era più onorevole dei suoi fratelli. La Bibbia lo definisce più onorevole. Lo Spirito Santo lo definisce più onorevole…perché?
Perchè rifiutò la carnalità, rifiutò l’eredità familiare, rifiutò i problemi e la vergogna. Lui andò da Colui che poteva benedirlo! Pregare Dio e mettere i tuoi pesi su di Lui, ti rende onorevole. ChiederGli di essere benedetto, ti espone alla benedizione. Tenere la maledizione, ti porta altra maledizione.

Dio può allargare i tuoi confini. Solo Lui e non tu!

Dio può toglierti la sofferenza, se la cedi a Lui. Solo Lui può farlo e non tu!

Perché continuare a vivere nella maledizione? Se Glielo chiedi, Lui può togliere la tua maledizione e darti la benedizione!

Non sei costretto a vivere nella vergogna! Dio vuole togliertela! Devi lasciarla a Lui e vivere con onore!

Il verbo “era più onorevole” in ebraico è Nichbad, una forma di Kavad che vuol dire “essere pesante”, “essere glorioso”, “essere onorevole”. Da questo verbo deriva il sostantivo Kavod, su cui ho predicato le scorse settimane, che è il sostantivo che esprime la gloria di Dio ed era presente nel tabernacolo, “pesante”, presente, tangibile. Qui esprime il concetto che Iabez ha scelto di vivere nella gloria, nell’onore, vivere una vita di “peso” cioè di valore e di azione. Quello che fai influenza la tua vita. Quello che dici con la bocca, influenza la tua vita. Puoi partire da una sistuazione di svantaggio, ma uscirne, se credi in te e in Colui che è in te! Puoi vivere una vita onorevole, se ricerchi la gloria di Dio! Puoi ricevere onore invece di vergogna, se vivi in comunione con Dio!

Birkat Kohanim (traslitterazione con caratteri latini)
Yevhārēkh-khā YHWH veyishmerēkhā
Yāʾēr YHWH pānāw ēlekhā viḥunnékkā
Yissā YHWH pānāw ēlekhā veyāsēm lekhā shālōm

Birkat Kohanim (Benedizione sacerdotale) in italiano da Numeri 6:24-26
‘Il SIGNORE ti benedica e ti protegga!
Il SIGNORE faccia risplendere il suo volto su di te e ti sia propizio!
Il SIGNORE rivolga verso di te il suo volto e ti dia la pace!

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Figli di Re

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Abbiamo letto le scorse settimane di Pietro che era stato definito da Gesù un satana, cioè un avversario, e abbiamo detto che come lui, possiamo essere avversari di Gesù anche noi non ubbidendo a ciò che dice Gesù ma seguendo i nostri ragionamenti umani, il nostro intuito fallace, le nostre idee.

1 SAMUELE 15:22 Gradisce forse l’Eterno gli olocausti e i sacrifici come l’ubbidire alla voce dell’Eterno? Ecco, l’ubbidienza è migliore del sacrificio, e ascoltare attentamente è meglio del grasso dei montoni.

– A Dio importa più se Gli siamo ubbidienti e lo ascoltiamo attentamente, che se facciamo dei sacrifici per Lui. Non importa quello che fai per Lui, ma importa quello che farai con Lui in ubbidienza a Lui. Però l’ubbidienza non è tutto, e da sola non basta. Leggiamo in:

GIACOMO 4:7 Sottomettetevi dunque a Dio, resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi.

– Dipende da te: se non ti sottometti a Dio e non resisti al diavolo, egli non fuggirà da te!

Quando dici “non ce la faccio”, stai sicuro che non ce la farai! Se il Signore dice che ce la fai e tu Gli credi, allora ce la farai! E’ questione di ubbidienza e sottomissione a Dio!

Ubbidire e sottomettersi sono due aspetti diversi dello stesso concetto, ma devono essere applicati tutti e due, per renderci completi.

John Bevere insegna che l’ubbidienza ha a che fare con l’azione e la sottomissione con l’atteggiamento. Puoi essere infinitamente ubbidiente e fare tutto ciò che Dio vuole, ma se non sottometti i tuoi atteggiamenti e i tuoi pensieri a Lui, sarai sconfitto dal diavolo.

Ripeto: l’ubbidienza ha a che fare con l’azione e la sottomissione con l’atteggiamento. La pienezza ce l’hai con tutte e due, questo è quello che Dio cerca.

Il Grande Orologiaio ci ha fatti così, conosce i nostri ingranaggi, li ha fatti Lui, quindi abbiamo bisogno di sottometterGli i nostri atteggiamenti e pensieri, e di agire in ubbidienza a ciò che dice Lui per vivere una vita piena!

Come sta scritto in Efesini 4, brano che abbiamo letto la scorsa settimana: se non sei rinnovato nello Spirito della mente, e non ti rivesti dell’uomo nuovo che è a immagine di Dio, rimani la creatura caduta dal giardino dell’Eden, stai facendo posto al diavolo, e non sarà lui a fuggire davanti a te, ma sarai tu a dover scappare dai suoi attacchi! Quindi, per il nostro bene, è meglio che impariamo ad abbandonare i nostri pensieri a Dio e a comportarci come dice Lui! Sottomissione ha a che vedere con i nostri pensieri, mentre l’ubbidienza ha a che vedere con le nostre azioni.

– Pietro poi sul monte della Trasfigurazione ha fallito nel capire la necessità dello stare alla presenza di Dio (non aveva capito l’importanza della presenza di Dio nella preghiera e nella lode, nella vita, in ogni momento, sia che le cose vanno bene, che se le cose vanno male).

E poi ha fallito nel capire che come nel Getsemani, nella vita ci sono realtà spirituali che combattono contro di noi, e ci fanno venire sonnolenza, spossatezza, pensieri negativi e qualsiasi cosa che possa allontanarci dalla preghiera e dalla pace di Dio.

Ma sia che affrontiamo realtà spirituali ostili, sia che si tratti di realtà naturali ostili, in Filippesi leggiamo:

FILIPPESI 4:6-8 Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.
Quindi, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri.

– Puoi cullare la tua ansia, le tue preoccupazioni, le tue paure, idolatrarle e tenerle strette a te. Tenendo le tue ansie stai creando spazio per il diavolo e stai instaurando dei legami spirituali sulla tua vita e forse su quella di qualcun’altro. Con questo atteggiamento stai annaffiando la zizzania del diavolo che cresce in te e intorno a te.

Oppure puoi scegliere di ascoltare Dio, passare tempo alla Sua presenza, lasciarGli le tue preoccupazioni e paure, senza riprenderle!

Poi serve rinunciare al credere ai tuoi pensieri, ai tuoi legami, le tue limitazioni, le tue difficoltà, innalzando e idolatrando Dio! Chi vuoi idolatrare?

Analizziamo questo brano nel dettaglio: prima di pregare, dobbiamo smettere di essere ansiosi, il verbo è all’imperativo! Praticamente sta dicendo che puoi pregare 24 ore su 24, ma se prima non lasci l’ansia e le preoccupazioni, pregare diventa inutile, non porta risultato. “Non angustiatevi di nulla” non è un consiglio, ma un comandamento. Se ti angusti, blocchi le benedizioni di Dio sulla tua vita. Se ti angusti le cose possono solo andare male!

Poi far conoscere a Dio le nostre richieste in preghiere e suppliche con ringraziamenti, così la pace che supera ogni intelligenza può custodire i nostri cuori. Che bello, una pace che non può essere capita. A che ti serve l’ansia, se puoi avere una pace incomprensibile e soprannaturale???

Quindi quale deve essere l’oggetto dei miei e dei tuoi pensieri? L’ansia, la preoccupazione, il ragionamento su come posso risolvere i problemi, su come posso cambiare quella persona o quella situazione? Idolatria è anche credere che con la tua e la mia intelligenza possiamo raggiungere la pace o risolvere i problemi. Credere che possiamo farcela da soli.

Questi versetti ci insegnano che la pace di Dio è più intelligente della mia e della tua intelligenza! La pace è intelligente, veramente intelligente, o perlomeno è “più intelligente”, supera ogni intelligenza!

Cosa ci devo fare con la mia testa? Con i miei pensieri?

Pensare alle cose vere, onorevoli, giuste, pure, amabili, di buona fama, in cui è qualche virtù e qualche lode. Solo a queste e non ad altre!

Ma perché devo credere che Dio farà le cose per il meglio e mi darà pace? Perché devo tranquillizzarmi e fidarmi che Dio opera? Chi è Lui?

1 TIMOTEO 1:17 Al Re eterno, immortale, invisibile, all’unico Dio, siano onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.

– Perché Dio è il Re Eterno, immortale, unico Dio. Colui che ha fatto la promessa di non lasciarti e non abbandonarti, è Re dell’universo. Può ogni cosa se io e te ci fidiamo di Lui, ci lasciamo lavorare da Lui! Lui è degno di gloria per sempre, e a Lui appartiene l’onore per sempre!

Paolo dice che questo Re Altissimo tiene tantissimo a me e te! Vuole che siamo salvati (nella mente, nell’anima e nel corpo, cioè da depressione, scoraggiamento, solitudine, paure, malattie), ma vuole anche che viviamo e che regniamo con Lui!

2 TIMOTEO 2:10-12 Ecco perché sopporto ogni cosa per amor degli eletti, affinché anch’essi conseguano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna. Certa è quest’affermazione: se siamo morti con lui, con lui anche vivremo; se abbiamo costanza, con lui anche regneremo.

– Se siamo costanti, se siamo Figli ubbidienti e sottomessi (cioè agiamo costantemente in ubbidienza a quello che Lui dice, e viviamo con un atteggiamento di sottomissione a Dio) Lui ci farà regnare con Lui!

Dobbiamo morire con Cristo e essere costanti, ubbidienti e sottomessi e ci aspetterà un futuro glorioso!

MATTEO 10:16 Gesù disse: «Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.

– A nessuno piace essere associato ad una pecora, in quanto viene considerato un animale stupido, ingannabile, eppure Dio vuole fare il nostro Buon Pastore. Le pecore hanno diversi pregi, ascoltano, ubbidiscono, sono pulite, raramente si perdono perché seguono il pastore, vivono tranquille perché tutti i pensieri e i problemi li scaricano sul pastore. Anche noi possiamo ascoltare la voce del Buon Pastore e scaricare su di Lui i nostri problemi!

Ma sai, non sei solo pecora, sei anche principe e principessa perché il Re ha decretato che io e te regneremo con Lui: se sei Figlio ubbidiente di Dio, e sottomesso, sarai Suo erede e coerede con Cristo, quindi un principe o una principessa.

ROMANI 8:17 Se siamo figli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se veramente soffriamo con lui, per essere anche glorificati con lui.

– Non ti far vincere dai problemi di questo mondo, né dai pensieri o dalla depressione o dallo scoraggiamento. Sei un principe, abbi un certo contegno! Affronta i problemi con autorità regale!

Vorrei quindi lasciarvi con il pensiero, focalizzando la nostra attenzione sul nostro sangue reale! Sul nostro essere delle autorità, dei figli di Re!

Siamo chiamati ad essere ubbidienti e sottomessi con costanza a Dio. Abbandonare l’uomo vecchio con i suoi pensieri, e prendere la mente spirituale dell’uomo nuovo in Cristo. Ad essere figli di Re! Del Re dei Re!

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Le chiavi per superare i propri limiti

Le chiavi per superare i propri limiti
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Non basta dire di essere cristiani o dire di credere in Gesù. Per essere veri discepoli di Gesù abbiamo bisogno di vivere e camminare nello Spirito e prendere l’autorità che viene da Dio. Se non facciamo così, rischiamo di non godere della benedizione di Dio che Lui ha promesso. Rischiamo di non vivere la presenza di Dio e di non avere le chiavi per superare i nostri limiti.

La scorsa settimana abbiamo affrontato alcuni errori dell’apostolo Pietro, non per deriderlo o sentirci migliori, ma per imparare ad essere veri discepoli di Gesù. Infatti quegli errori che abbiamo letto e che sono nel Vangelo di Marco, secondo alcuni padri della Chiesa, Marco era lo scrivano e Pietro colui che dettava. Per questo a maggior ragione quegli errori sono stati scritti a posta per non farci idolatrare Pietro in quanto era un uomo come noi con i suoi pregi e i suoi difetti, ma soprattutto per farci capire come essere veri seguaci di Cristo imparando dai suoi sbagli.

Abbiamo visto che al monte della trasfigurazione Pietro e gli altri erano spaventati, mentre noi dovremmo gioire alla presenza di Dio, ricercarla continuamente. Le ferite vengono fasciate, i corpi vengono sanati e succedono cose meravigliose alla presenza di Dio, sia essa nella preghiera personale nella nostra cameretta (Gesù si ritirava continuamente solo sul monte), sia nella lode e adorazione comunitaria (c’è benedizione dove due o tre sono radunati nel Suo nome) o in qualsiasi momento della giornata! GIOIRE E CERCARE LA SUA PRESENZA

Sempre al monte della trasfigurazione abbiamo capito che dobbiamo ascoltare Gesù, tramite la Sua Parola, o tramite la preghiera, dobbiamo ascoltare quello che Lui ha da dire (“Questo è il mio diletto Figlio, ascoltatelo”), perché non è quello che dico io che cambia le circostanze, ma è quello che dice Lui.

La volta scorsa abbiamo anche letto il brano in cui Pietro riprende Gesù, e tante volte noi pensiamo di sapere quali siano le cose giuste, o ce la prendiamo con Dio, o non lo ascoltiamo e facciamo di testa nostra. Gesù gli ha detto “satana” cioè avversario. Quando noi non ascoltiamo Dio, non gli ubbidiamo e facciamo di testa nostra, diventiamo dei piccoli satana, cioè avversari di Dio (che è quello che vuole la nostra vita in maniera abbondante), e diventiamo anche amici del diavolo (quello che vuole toglierci la pace, derubarci e che vuole la nostra morte). Dobbiamo avere il senso delle cose di Dio, e non il senso delle cose degli uomini, o addirittura di satana. Se ragioni con la tua testa avrai il senso delle cose degli uomini, e non otterrai molto. Se ragioni con la mente di Cristo, ascoltando lo Spirito Santo, otterrai molto risultato!

Poi al getsemani abbiamo visto un Pietro (ma anche Giacomo e Giovanni) che quando Gesù gli chiede di pregare, si addormenta. Gesù gli chiede di vegliare, cioè essere risvegliati, in atteggiamento infuocato per la venuta dello Spirito, ma loro si addormentano. Non c’è alternativa al risveglio spirituale personale. Non puoi fare il cristiano freddo o tiepido, devi essere infuocato per il Signore, altrimenti il nemico ti distrugge! Altrimenti le cose intorno a te vanno in rovina e tu come Pietro non sai neanche il perché!

Te lo dico io il perché, perché Pietro non aveva capito che aveva un’autorità spirituale da prendere e tenere sveglia, per intercedere, per vegliare, per lottare nello Spirito e non nella carne! C’è un mondo spirituale intorno a noi che agisce sia che siamo svegli e sia che dormiamo, ma se dormiamo, le forze delle tenebre ci colpiscono da tutti i lati senza che lo capiamo, se vegliamo, noi contribuiamo all’avanzamento della Chiesa e alla gloria di Dio in questo mondo, e vediamo Dio operare!

Quindi abbiamo detto che dobbiamo ASCOLTARE DIO, ed ESSERE DALLA SUA PARTE. Queste sono azioni potenti di benedizione! Ma cosa vuol dire essere dalla Sua parte? Vuol dire essere in accordo con Lui.

Come dico sempre, la preghiera in disaccordo con Dio e la Sua volontà non ottiene molta risposta. Dio stesso, da sé, non ci tiene ad adempiere neanche la Sua volontà in disaccordo con noi, infatti vuole coinvolgerci nel richiedere la Sua volontà, come Gesù ha insegnato nel “Padre nostro”:

MATTEO 6:9-10 Voi dunque pregate così: “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo, anche in terra.

– Dobbiamo pregare “sia fatta la Tua volontà”, perché la Sua volontà altrimenti non viene fatta!!! Quello che ti accade non è la volontà di Dio, a meno che non glielo chiedi!

Inoltre mi viene in mente il brano in cui Gesù ci dice che basta fede quanto un granel di senape per dire a un monte (quindi ai problemi, alle difficoltà) di spostarsi, ma se non glielo dici, il monte non si sposta da solo!

Noi chiediamo sempre a Dio, ma, a volte è giusto così, altre volte sta a noi a parlare al monte, altre volte sta a noi agire umanamente per rompere dei circoli viziosi e delle catene di pensiero o di azione. Gesù ha detto “Tutto è compiuto”, di conseguenza Lui ha fatto, ora sta a noi prendere l’opera di Gesù e applicarla sulla nostra vita! Ci sono cose che dobbiamo fare o dire, altrimenti rimaniamo intrappolato dentro i nostri limiti umani, o addirittura dentro dei limiti spirituali o dei legami spirituali!

EFESINI 4:17-32 17 Questo dunque io dico e attesto nel Signore: non comportatevi più come si comportano i pagani nella vanità dei loro pensieri, 18 con l’intelligenza ottenebrata, estranei alla vita di Dio, a motivo dell’ignoranza che è in loro, a motivo dell’indurimento del loro cuore. 19 Essi, avendo perduto ogni sentimento, si sono abbandonati alla dissolutezza fino a commettere ogni specie di impurità con avidità insaziabile. 20 Ma voi non è così che avete imparato a conoscere Cristo. 21 Se pure gli avete dato ascolto e in lui siete stati istruiti secondo la verità che è in Gesù, 22 avete imparato per quanto concerne la vostra condotta di prima a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici; 23 a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente 24 e a rivestire l’uomo nuovo che è creato a immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità.
25 Perciò, bandita la menzogna, ognuno dica la verità al suo prossimo perché siamo membra gli uni degli altri. 26 Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sopra la vostra ira 27 e non fate posto al diavolo. 28 Chi rubava non rubi più, ma si affatichi piuttosto a lavorare onestamente con le proprie mani, affinché abbia qualcosa da dare a colui che è nel bisogno. 29 Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a chi l’ascolta. 30 Non rattristate lo Spirito Santo di Dio con il quale siete stati suggellati per il giorno della redenzione.
31 Via da voi ogni amarezza, ogni cruccio e ira e clamore e parola offensiva con ogni sorta di cattiveria! 32 Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo.

– Questo brano ci parla di cambiare pensieri, e di cambiare il nostro “vecchio uomo” con uno nuovo. Siamo esortati a conoscere Cristo, a pregare (ascoltarLo, non parlare solo noi), e a leggere la Sua Parola (essere istruiti, la lettura deve essere sistematica, continua e produrre ammaestramento in noi). Dobbiamo anche avere un rinnovamento nella nostra mente! Siamo a immagine di Dio solo quando ci rivestiamo dell’uomo nuovo. Se teniamo le nostre preoccupazioni, le nostre ansie, i nostri problemi e i nostri pensieri, ci stiamo tenendo l’uomo vecchio che va in rovina. Stiamo continuando a spingerci verso il burrone. Notate che siamo esortati a non fare posto, lasciare spazio, al diavolo. Dipende da te e da me, se le nostre vite vengono gestite dal diavolo, non da Dio. Dio ci ha liberati, e ci ha preparato un “uomo nuovo” di cui dobbiamo rivestirci, che è libero, salvo, in pace e gioia. Sta a noi se preferiamo tenerci l’uomo vecchio che si disfa. Sta a noi scegliere la sconfitta. Sta a noi scegliere di cedere il posto al diavolo nella nostra vita. Gesù aveva detto che non lo avremmo più visto finché non avremmo detto “Benedetto Colui che viene nel nome del Signore”, finché non gli avremmo dato il benvenuto. Molti che si dicono credenti, preferiscono dare il benvenuto al diavolo e a tutti i problemi che lui vuole darci! Via da voi ogni amarezza, cruccio, ira….etc…Dio non può liberarti da queste cose, perché Lui ti ha già liberato offrendoti l’uomo nuovo, la nuova mente, non può liberarti di nuovo, sta a te cedergli l’uomo vecchio, i vecchi ragionamenti, i vecchi tarli mentali che rodono le cervella! Abbandona il male e prendi la benedizione che il Signore ti vuole dare!

CONCLUSIONE. Dopo aver visto l’importanza del vivere la presenza di Dio e la potenza di Dio nella nostra vita frequentemente, abbiamo parlato anche dell’ascoltare Dio e non i nostri pensieri o ragionamenti umani. Inoltre abbiamo visto l’importanza dello stare in accordo con Dio e del ricercare la Sua volontà che è la cosa migliore per la nostra vita!

Inoltre i limiti che abbiamo ed affrontiamo, molto spesso sono dovuti al fatto che lasciamo spazio al diavolo. Non deve essere così, anzi dobbiamo ricevere i pensieri e i desideri che vengono dal nostro Padre Celeste, che sono il meglio per la nostra vita. Ricevere l’uomo nuovo e essere rinnovati nello Spirito della nostra mente. Abbandona i tuoi ragionamenti umani, e ricevi la pace e la gioia di Cristo, e lascialo operare senza riprendere in mano le tue preoccupazioni! Lui è più bravo di te. Lui sa ciò che è meglio per te, meglio di te! Prendi il Principe della Pace. Se non hai pace, vuol dire che non hai il Principe della pace che è Gesù. Ricevi Gesù nella tua vita e riceverai pace!

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Acquisire dimestichezza con il mondo spirituale

Acquisire dimestichezza con il mondo spirituale
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Povero apostolo Pietro: oggi predicherò su alcuni errori di Pietro, perché penso possano aiutarci a conoscerci meglio e capire chi siamo in Dio, ma non perché io lo voglia criticare e ergermi sopra lui, ci mancherebbe, Pietro è stato un grande uomo di Dio.

Nelle Scritture però vengono principalmente raccontati i primi anni di fede di Pietro, dove è più facile commettere errori.

Nella Bibbia sono forse più le volte che Pietro fa brutte figure, che quelle in cui fa bella figura. Siccome potreste non ricordarveli, allora li prendiamo:

MARCO 9:2-8 Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo, Giovanni e li condusse soli, in disparte, sopra un alto monte. E fu trasfigurato in loro presenza; le sue vesti divennero sfolgoranti, candidissime, di un tal candore che nessun lavandaio sulla terra può dare. E apparve loro Elia con Mosè, i quali stavano conversando con Gesù. Pietro, rivoltosi a Gesù, disse: «Rabbì, è bello stare qua; facciamo tre tende: una per te, una per Mosè e una per Elia». Infatti non sapeva che cosa dire, perché erano stati presi da spavento. Poi venne una nuvola che li coprì con la sua ombra; e dalla nuvola una voce: «Questo è il mio diletto Figlio; ascoltatelo». E a un tratto, guardatisi attorno, non videro più nessuno con loro, se non Gesù solo.

– Sul monte della trasfigurazione Pietro fu preso da spavento, e se ne esce con qualcosa per rompere il ghiaccio, ma che causa maggior imbarazzo perché “non sapeva che dire”. Ti suona familiare?

Questo brano ci parla dell’importanza della PRESENZA DI DIO, della gloria di Dio!

Il termine ebraico per indicare la gloria di Dio è Kavod. Questo termine noi lo traduciamo con gloria, ma in realtà letteralmente vuol dire peso, quindi quando nell’Antico Testamento leggiamo in italiano “la gloria di Dio”, il più delle volte c’è scritto letteralmente “il peso di Dio”. La gloria di Dio nel tabernacolo, nel tempio e ovunque, si è sempre manifestata attraverso il “peso”. Se non hai mai sperimentato il “peso di Dio” non hai mai vissuto!

Purtroppo molti di noi sono bravi a cantare dei cantici, ma non gioiscono alla presenza di Dio! Spesso siamo così incentrati su noi stessi, da non capire che Dio ci ha creati per la Sua gloria. Scopo della nostra vita è rendere gloria a Dio, sarebbe triste arrivare alla presenza di Dio e bofonchiare:” E’ bene che siamo qui così facciamo 3 tende!” ed essere spaventati! Se hai paura della morte, se hai paura di dove andrai dopo la morte, ti consiglio di sbrigarti a capire lo scopo della tua vita prima che sia troppo tardi.

Un altro punto di questo brano è il parlarci del non contare sulle nostre parole o sui nostri ragionamenti, e dell’ASCOLTARE GESU’ (così ha detto il Padre dal cielo)! Se non riesci a stare in silenzio davanti a Dio, è un problema, perché farai fatica a sentirLo, e quindi sbaglierai strada. Gesù dice seguimi, ma se non lo ascolti e ubbidisci, allora vai a sbattere contro il muro!

MARCO 8:31-33 Poi cominciò a insegnare loro che era necessario che il Figlio dell’uomo soffrisse molte cose, fosse respinto dagli anziani, dai capi dei sacerdoti, dagli scribi, e fosse ucciso e dopo tre giorni risuscitasse. Diceva queste cose apertamente. Pietro lo prese da parte e cominciò a rimproverarlo. Ma Gesù si voltò e, guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro dicendo: «Vattene via da me, Satana! Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini».

– Quando Gesù stava spiegando di essere l’Agnello sacrificale che toglie i peccati del mondo, come profetizzato da secoli, Pietro comincia a rimproverarlo, al che Gesù lo definisce “satana”=avversario, accusatore e gli dice che non ha il senso delle cose di Dio. Hai mai litigato con Dio? Hai mai ripreso Dio perché qualcosa non ti quadrava? Era meglio che facesse come dicevi tu? Sei sicuro? Non è che sei stato avversario di Dio? Non è che stai ascoltando voci sbagliate?

– Siamo esortati ad avere il senso delle cose di Dio. Come si fa? Sicuramente ascoltando Dio. Sicuramente leggendo la Sua parola. Non la capisci, prega! Non ce la fai a leggere la Bibbia, prega di farcela! Non trovi il tempo per leggerla? Prega che il Signore ti dia tempo!

Costi quel che costi, dobbiamo avere i Suoi pensieri e non i nostri, dobbiamo seguire le Sue vie invece che le nostre!

Finora abbiamo parlato della GLORIA DI DIO E SUA PRESENZA – ASCOLTO DI DIO – LEGGERE LA SUA PAROLA – ESSERE DALLA PARTE DI DIO. Questi sono i primi punti dove un Pietro giovane nella fede è inciampato! E questi punti, capendoli, possono aiutarci per comprendere la nostra autorità in Cristo!

MARCO 14:32-40 Poi giunsero in un podere detto Getsemani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedete qui finché io abbia pregato». Gesù prese con sé Pietro, Giacomo, Giovanni e cominciò a essere spaventato e angosciato. E disse loro: «L’anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate». Andato un po’ più avanti, si gettò a terra; e pregava che, se fosse possibile, quell’ora passasse oltre da lui. Diceva: «Abbà, Padre! Ogni cosa ti è possibile; allontana da me questo calice! Però, non quello che io voglio, ma quello che tu vuoi». Poi venne, li trovò che dormivano e disse a Pietro: «Simone! Dormi? Non sei stato capace di vegliare un’ora sola? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Di nuovo andò e pregò, dicendo le medesime parole. E, tornato di nuovo, li trovò che dormivano perché gli occhi loro erano appesantiti; e non sapevano che rispondergli.

– E arriviamo nel Getsemani, Gesù gli chiede di pregare e intercedere, e per ben 3 volte si addormenta! Questa è una delle peggiori riunioni di preghiera della storia!!!! (no, purtroppo no, ce ne sono di peggio)!

Pregare è parlare con Dio…ciò significa che se io parlo A Dio, non è preghiera ma una trasmissione radiofonica, dove uno speaker parla e poi ci sono 3 ascoltatori (Padre, Figlio e Spirito Santo). Questa roba non serve a niente!

Pregare invece è parlare con, cioè insieme a Dio, quindi parlo io e Dio ascolta, poi parla Dio e io ascolto! Se al termine di una preghiera non hai sentito la voce di Dio, non è un problema, può capitare, il problema si pone se al termine di OGNI preghiera non hai mai sentito Dio, non hai mai aspettato la Sua risposta….mi domando a cosa serva pregare in questo modo!

– Volevo anche osservare un’altra cosa sulla preghiera: ti sei mai addormentato in preghiera? A me è capitato. Da piccolo continuamente. La sera nel letto ero spesso insonne, allora un bel giorno ho cominciato a pregare che il Signore mi facesse dormire bene e pregavo a mani conserte, e da quel giorno, per anni, la mattina mi svegliavo a mani conserte, per anni non ho finito una preghiera serale.

Hai mai saltato di pregare quando Gesù te lo chiedeva? Sai che spesso affrontiamo le cose da un punto di vista naturale, ma dietro potrebbe esserci un problema spirituale? Sai che se affronti un problema spirituale in modo naturale, non ne cavi un ragno dal buco?

Hai mai avuto torpore spirituale, e non sapevi perché, come mai, o come fare per risvegliarti?

La verità è che spesso siamo come Pietro: non abbiamo il senso delle cose di Dio, ci addormentiamo invece di vegliare e intercedere in preghiera, e a volte addirittura osteggiamo e siamo avversari di Gesù (spesso senza accorgercene) perché facciamo ciò che sembra giusto a noi, ma non ciò che vuole Lui!

Il problema di Pietro era che conosceva l’identità di Gesù ma non l’autorità, e di conseguenza non conosceva la propria autorità in Cristo.

Spesso anche noi facciamo questi errori: non sappiamo chi siamo, e non prendiamo la vera autorità spirituale nella nostra vita. Se non prendi la tua autorità, sei come un non credente, ma con la salvezza. Se non prendi la tua autorità, combatti contro i mulini a vento!

Molto meglio non essere spaventati dalla presenza tangibile di Dio. Molto meglio essere guidati dal vento dello Spirito Santo. Molto meglio ascoltare le direttive di Gesù.

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La bussola della lode – Serie Fuori dalla tempesta 3a parte

La bussola della lode – Serie Fuori dalla tempesta 3a parte
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Nelle scorse settimane abbiamo affrontato 6 atteggiamenti che vengono dalla Parola di Dio, e vanno applicati dal cristiano per non essere travolto da questa vita. Ti senti come se il mondo ti crollasse addosso e ti manca il respiro? Vuol dire che non stai applicando questi atteggiamenti. Hai pace e gioia anche nelle difficoltà? Allora li stai applicando forse pure senza saperlo.

Per chiarire che non è Dio a volerci fare del male, ma che siamo sottoposti alle situazioni di questo mondo causate dalla ribellione dell’uomo a Dio, e che nonostante questo possiamo avere speranza, fede, gioia, pace, leggiamo un paio di versetti:

ROMANI 15:13 Or il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e di ogni pace nella fede, affinché abbondiate nella speranza, per la potenza dello Spirito Santo.

GEREMIA 29:11 Infatti io so i pensieri che medito per voi”, dice il SIGNORE: “pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza.

-In questi due versetti abbiamo letto di un Dio che si presenta come Dio della speranza, e Dio che pensa continuamente a come dare pace, avvenire e speranza ai Suoi figli, invece di male e scoraggiamento. Dio è per te e non è contro di te, se tu sei Suo figlio.

Serve la potenza dello Spirito Santo, come letto in Romani 15:13. Non si può fare con la tua o con la mia potenza, serve lo Spirito. Quindi, hai un problema? Chiama lo Spirito Santo! Ti manca l’aria? Prega lo Spirito Santo! Non sai dove sbattere la testa e che decisioni prendere? Chiedi allo Spirito Santo, chiamato anche “consolatore” e “avvocato”!

ROMANI 8:31-39 …Se Dio è per noi chi sarà contro di noi?… non ha risparmiato il proprio Figlio…ci donerà…giustifica…è morto…è risuscitato…intercede per noi….Chi ci separerà dall’amore di Cristo?…«Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno;…siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati…niente potrà separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.

-Le cose potrebbero andarti benissimo, di lusso, ma se non vivi consapevolmente e volontariamente questi atteggiamenti insegnati da Gesù e dagli apostoli di cui sto parlando, allora comunque non avrai pace e gioia. Se non capisci che Dio è per te, non avrai pace.

Al contrario: le cose potrebbero andarti male, potresti avere dei lutti come Gesù che ha perso il Suo padre putativo o il Suo caro amico Lazzaro. O essere picchiato e perseguitato come Gesù, ma anche Paolo, Pietro, Giovanni, eppure avere pace, perché la pace e la gioia non dipendono dalle circostanze, o dagli eventi, ma dipendono da una vita coperta dalle ali di Dio. Sai che Dio ha le ali?

SALMO 37:7 Poiché tu sei stato il mio aiuto, io esulto all’ombra delle tue ali.

-Non stare lontano da Dio. Sì, oggi non hai avuto tempo per pregare, allora fallo ora. Non hai avuto tempo per cantare a Dio, fallo ora! Abbiamo bisogno di essere protetti dalle ali di Dio. Il salmista esultava quando era coperto dalle ali di Dio. Dipende da te se oggi ti nascondi sotto le ali di Dio oppure no!

E veniamo al 7° atteggiamento: lodare! Lodare Dio rimette le cose nel giusto ordine! Lodare ci permette di focalizzare la nostra attenzione sull’eternità davanti a noi, e ci dona speranza.

Cos’è la lode? Lodare significa “Riconoscere e dichiarare meritevole di approvazione, elogiare, esaltare Dio per i Suoi atti, l’operato o il comportamento. Più genericamente, parlar bene di Dio.”

ATTI 16:25-34

Paolo e Sila dopo essere stati picchiati ingiustamente. Scherniti, minacciati e rinchiusi in galera, invece di autocommiserarsi o preoccuparsi, pregarono e lodarono! La lode a Dio spezza le catene. Non c’è cosa migliore che passare tempo alla presenza di Dio, lodandolo e adorandolo (porterò un messaggio a parte sull’adorazione). Lodando insieme e pregando insieme si manifesta la presenza di Dio.

Hillel significa “encomiare” e noi lo usiamo per il concetto di “lodare”, ma è la traduzione astratta, che non si accorda con il modo molto pratico ebraico. Deriva da Hallal che significa “risplendere”. Loro guardando la stella polare risplendere e stabile punto di riferimento rispetto alle altre stelle, la usavano come guida per il viaggio. Nel concetto ebraico lodiamo Dio guardando Lui come la nostra “stella polare”, Colui che ci guida, che risplende per mostrarci la direzione.

La lode è fondamentale per il cristiano, in quanto ci fa focalizzare su Dio come nostra Stella polare e non ci fa perdere tra le magagne della vita. Lodare Dio ci fa stare in piedi nella tempesta. Lodare Dio ci permette di essere stabili e irremovibili nelle difficoltà della vita.

Un cristiano che non loda, è un cristiano in balìa dei venti nel mare in tempesta, e non sa dove andare neanche quando il mare è calmo.

Un cristiano che loda ha i punti di riferimento quando si trova in una tempesta. Può attraversare difficoltà, ma sa dove deve “andare”.

CONCLUSIONE. Nelle questioni quotidiane della vita, puoi cercare di andare avanti con le tue forze, ma senza ottenere grande risultato. Dio Onnipotente è anche un Dio vivente. Lodare Dio, cioè encomiarLo per le Sue grandi capacità e la Sua potenza, ci consente di mettere le cose nella giusta prospettiva. Ci permette di evidenziare la piccolezza dei problemi che affrontiamo rispetto alla Sua grandezza. Però la vera lode nasce quando Dio è il nostro “Hallal” cioè risplende su di noi ed è la nostra Stella polare che ci illumina il cammino, quando noi seguiamo le Sue coordinate e direttive per la nostra rotta in questa vita. Solo in questo modo non saremo sballottati qua e là, dispersi. Dio parla, attraverso la Sua Parola e attraverso il Suo Spirito, solo riconoscendo la Sua grandezza, lodandolo e ascoltandolo quotidianamente potremo uscire dal carcere come hanno fatto Sila e Paolo.

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Incrollabili nelle tribolazioni – Serie Fuori dalla tempesta 2a parte

Incrollabili nelle tribolazioni – Serie Fuori dalla tempesta 2a parte
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– La scorsa settimana abbiamo parlato di alcuni atteggiamenti che producono la pace e la gioia di Dio nelle tempeste della vita:
TENACIA
COSTANZA NEL FARE COSE CONSISTENTI
FEDELTA’ NEI BENI DI DIO
AMORE

Vedremo tra poco altri atteggiamenti che ci edificano, ma vorrei puntualizzare alcune cose che ha detto Gesù:

GIOVANNI 16:25-33 Vi ho detto queste cose in similitudini; l’ora viene che non vi parlerò più in similitudini, ma apertamente vi farò conoscere il Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome; e non vi dico che io pregherò il Padre per voi; poiché il Padre stesso vi ama, perché mi avete amato e avete creduto che sono proceduto da Dio. Sono proceduto dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio il mondo, e vado al Padre».
I suoi discepoli gli dissero: «Ecco, adesso tu parli apertamente, e non usi similitudini. Ora sappiamo che sai ogni cosa e non hai bisogno che nessuno ti interroghi; perciò crediamo che sei proceduto da Dio». Gesù rispose loro: «Adesso credete? L’ora viene, anzi è venuta, che sarete dispersi, ciascuno per conto suo, e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me. Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo».

– In questo brano Gesù introduce il ruolo sacerdotale del credente=poter entrare in comunione con Dio senza intermediari. Questo include l’avere un rapporto personale, comunicare e poter chiedere le cose, a Dio senza problemi, rallentamenti o ostacoli.

Focalizzandosi sul versetto 33, pensavo che secondo i canoni moderni un leader deve ispirare e incoraggiare, non mostrare le difficoltà. Ma Gesù non un leader, è Dio. Non si basa sull’incoraggiamento umano, o sul pensiero positivo, o sulle capacità o sull’intelligenza o sulla motivazione, ma si basa solo sulla propria potenza, la potenza di Dio. Si basa solo sulla Sua vittoria sulla croce. Non ci sono altri canali, sostegni o appigli!

Stai tranquillo, avrai tribolazione! Non parla solo della grande tribolazione. Conosco cristiani sempre impegnati all’individuazione dell’anticristo, e quindi Biden sostituisce Trump, allora è Biden. Cambia il presidente dell’Unione Europea e allora è lui. Cambia il Papa, e allora è lui. Chi vuole scappare dall’anticristo pensando di ingannarlo ed essere più furbo, crede che l’Anticristo sarà un tonto da cui poter fuggire senza problemi (confondendo le profezie riguardo la distruzione del tempio avvenuta nel 70 d.C. con quelle riguardanti la grande tribolazione).

Gesù dice, stai tranquillo che nel mondo avrai tribolazione, è inutile che scappi! E’ inutile che metti la testa sotto al cuscino. Alcuni anni fa Sara mi faceva una testa tanta che dovevamo trovare una nazione dove andare, avere un terreno per essere indipendenti, ma Gesù dice che avremo tribolazione, COMUNQUE! Ma dice anche di farci coraggio! Non per le mie forze, non per le tue forze, ma per le Sue forze, Lui ha vinto il mondo!

GIOVANNI 10:10 Il ladro non viene se non per rubare, ammazzare e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.

– Gesù ha vinto il mondo, e ci vuole dare vita abbondante! Se lo dicesse un uomo, dovresti barcollare e crollare. Se lo dice Dio ci puoi credere!

Lo stesso Dio che ha garantito che avremmo avuto tribolazione, ha garantito che abbiamo motivo di avere coraggio per mezzo della Sua vittoria sul mondo, e che Lui ci da vita abbondante! Quindi se vivi nella tribolazione, vuol dire che la vita abbondante è alle porte! Se hai dei problemi, comincia a festeggiare, perché la vittoria è dietro l’angolo!

– Ricordo quando avevo 10 anni, che abitavamo in una casa in affitto, e per 2 anni lo sfratto esecutivo non è bastato per farci finire in mezzo a una strada. Diverse volte eravamo pronti a essere buttati fuori casa, e arrivava l’ufficiale giudiziario, ma arrivava per comunicarci il blocco degli sfratti per “3 mesi”, poi altri “3 mesi”. Dopo 2 anni di questa storia, ci è stata assegnata una casa dal comune, in tempo in tempo. Ma non abbiamo mai perso la pace e la gioia, perché il Signore era la nostra forza e la nostra speranza!

– Nello scorso messaggio abbiamo parlato di Paolo e Sila che sono stati tenaci nel predicare il Vangelo, costanti in attività consistenti, fedeli nei beni di Dio e sviluppando amore per gli altri, anche se questo è costato loro botte, umiliazioni e il carcere. Ma quando sei tenace nelle vie di Dio, nulla può abbatterti. Noi desideriamo la nostra libertà, il nostro egoismo, e momentaneamente le cose possono apparentemente andarci bene, ma siamo solo un soffio e non abbiamo visto niente finora (almeno niente rispetto a quello che hanno patito Gesù e gli apostoli), le tribolazioni arrivano e dobbiamo aggrapparci a Gesù per rimanere in piedi.

Dobbiamo vivere in Dio ed essere tenaci (cioè irremovibili e perseveranti nei propositi e nell’azione), quindi stringerci fortemente a Lui e fare la Sua volontà, costi quello che costi, come James Bond al servizio di sua maestà! Tu sei un James Bond al servizio di una Maestà molto più alta!

COLOSSESI 1:24-29 Ora sono lieto di soffrire per voi; e quel che manca alle afflizioni di Cristo lo compio nella mia carne a favore del suo corpo che è la chiesa. Di questa io sono diventato servitore, secondo l’incarico che Dio mi ha dato per voi di annunciare nella sua totalità la parola di Dio, cioè, il mistero che è stato nascosto per tutti i secoli e per tutte le generazioni, ma che ora è stato manifestato ai suoi santi. Dio ha voluto far loro conoscere quale sia la ricchezza della gloria di questo mistero fra gli stranieri, cioè Cristo in voi, la speranza della gloria, che noi proclamiamo esortando ciascun uomo e ciascun uomo istruendo in ogni sapienza, affinché presentiamo ogni uomo perfetto in Cristo. A questo fine mi affatico, combattendo con la sua forza, che agisce in me con potenza.

– Cos’è la speranza? La speranza è credere che qualcosa di bello e di grandioso accadrà nella tua vita, e sai una cosa? Se non ti fai rubare la speranza dal diavolo, lui non potrà sconfiggerti! Speranza è credere che Dio opererà nella tua vita! Speranza è credere che Dio darà un senso alla tua vita. Il diavolo scappa quando tu speri in Dio!

Speranza è credere che vedremo la gloria di Dio nella nostra vita! Cristo in te è speranza di gloria: ricevi Cristo, così ricevi speranza e gloria!

EBREI 11:1 Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono.

– Fede non è associarsi con una religione. Non è credere ciò che hanno creduto i nostri genitori. Fede è certezza, anzi il termine originale greco è Hupòstasis, e si può tradurre con “assicurazione, quietanza”. La fede è la garanzia di ottenere la gloria promessa dalla speranza. La fede è la certezza riguardo la concretizzazione di cosa si spera. La fede viene da Dio e a Lui va chiesta!

Se quando ti accade qualcosa crolli, vuol dire che non hai l’assicurazione di Dio, oppure che hai fondato le tue certezze su cose sbagliate e instabili. L’eternità della vita, della salute, del lavoro. No, non possono essere eterne queste cose. Invece quando hai un rapporto personale con Dio, hai certezze! Hai le garanzie di andare meglio.

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I parametri della vittoria – Serie Fuori dalla tempesta 1a parte

I parametri della vittoria – Serie Fuori dalla tempesta 1a parte
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Questa settimana stavo pensando al fatto che molti sono in cerca della propria occasione per mostrare il proprio valore, o per essere considerati, o per capire lo scopo della propria vita, ma poi fanno fatica persino con le cose semplici e normali della vita, con i problemi quotidiani, e spesso vengono sopraffatti da questi problemi.

Ci sono delle “sorelle”, cioè degli atteggiamenti o azioni, che possono aiutarci nella tempesta, nei momenti difficili. Addirittura sono pensati da Dio per il nostro bene e la nostra crescita, per darci pace e gioia.

Nella Bibbia si parla di un uomo di nome Sila. Lui era un anziano della chiesa di Gerusalemme, molto rispettato e molto spirituale, ma era praticamente uno sconosciuto fino al libro di Atti al capitolo 16. Era uno molto stimato, molto capace e aveva già fatto sicuramente cose valide, ma che non famose. Aveva grandissime capacità per mezzo dello Spirito di Dio, ma rimaste nascoste, o comunque non erano azioni degne di nota. Il classico “è bravo ma non si applica”! La storia della mia vita, me lo dicevano sempre gli insegnanti da quando avevo 10 anni, poi a 15, poi a 20….sono arrivato a 40 anni che ancora non avevo capito cosa significasse, e convinto che avessero torto gli insegnanti, anche perché non spiegavano come io avrei potuto cambiare quell’atteggiamento, quell’impressione!

Torniamo a Sila, a un certo punto si crea la grande occasione: partire per un viaggio missionario con il grande Apostolo Paolo! Le cose forse iniziano a girare e insieme raggiungono le prime chiese condividendo la Parola di Dio e vedendo le prime conversioni. Poi ci sono delle prime opposizioni, addirittura da parte dello Spirito Santo, infatti sta scritto “volevano andare di là, ma lo Spirito Santo lo vietò loro”….”volevano fare questo, ma lo Spirito del Signore glielo impedì…” e infine arriviamo al versetto 16:

ATTI 16:16-24

-Sila era un uomo autorevole, profeta, anziano di chiesa, ma che non aveva fatto nulla per cui trovarsi scritto il nome nella Bibbia se non il consegnare una lettera. Spesso anche noi ci troviamo per anni, senza poter appuntare medaglie sulla nostra giacca. Senza poter narrare cose di rilevanza. Anzi, a volte ci sentiamo in carcere.

A Napoli si parla di “jella”. Ovviamente non esiste, però quando le cose ci vanno storte, a volte crediamo più alla jella che a Dio. No, le cose non andranno sempre bene, ma non c’entra la jella. Sì, a volte le cose non funzionano, ma farai bene a non fidarti della tua capacità per uscirne. Ci sono altri strumenti che invece funzionano, ma vanno applicati insieme!!!

Sila e Paolo sono stati tenaci. Hanno affrontato le difficoltà e sono finiti in prigione per il Vangelo, per il loro Signore! Per seguire il Signore potresti essere picchiato, perseguitato e finire in galera o anche ucciso (è così in molte parti del mondo). Nonostante questo il Signore può darci una pace e una gioia che altrimenti non avremmo. Il primo passo è la tenacia che è definita come: “Fermezza e perseveranza nei propositi e nell’azione.” Ovviamente abbiamo bisogno di tenacia nelle giuste cose. Il Signore ti chiama a vivere con fermezza e perseveranza nelle Sue vie, a cercare il Suo cuore, il Suo Spirito, ad aggrapparti alla Sua Parola.

GALATI 6:9 Non ci scoraggiamo di fare il bene; perché, se non ci stanchiamo, mieteremo a suo tempo.

-In questo versetto vediamo la costanza nel fare cose consistenti (non cretinate o perdite di tempo, ma cose di valore). Quello che fai non identifica chi sei. Quello che fai non ti rende giusto davanti a Dio. Quello che fai da un obiettivo alla tua vita, infatti non siamo qui solo per vivere e morire, ma siamo come alberi fatti per portare frutto. Un melo non fa mele per ottenere un “bravo”, non lo fa per ricevere un premio, lo fa perché è la sua natura. Ognuno di noi deve tornare a Dio e chiederGli perché ci ha fatti, quale “albero” siamo, e quale deve essere il nostro “frutto”.

Attenzione che Dio non basa il tuo valore su quello che fai, o sulla qualità di quello che fai. Ma sul fatto che sei Suo figlio, sul fatto che ha soffiato vita in te e che ti ha fatto a Sua immagine. Quindi non è per le tue azioni, ma per il Suo Spirito che opera in te.

A volte pensiamo “dovrei fare questo”, o “dovrei essere così”, ma non serve a niente il nostro sforzo, serve abbandonarsi tra le braccia del Dio di amore, il ricercare la guida dello Spirito Santo, e vivere con tenacia e costanza nelle vie che il Signore ci rivela.

LUCA 16:12 E, se non siete stati fedeli nei beni altrui, chi vi darà i vostri?

-Qui Gesù sta dicendo che la nostra vita è un dono di Dio. Viviamo grazie a Lui e per Lui. Ci ha creati per amministrare i Suoi beni sulla terra, non solo la natura, ma la Sua Parola, la speranza, la gioia, la pace, l’amore, etc…

Notate che Dio non cerca persone capaci che non Gli sono fedeli, ma cerca persone fedeli da rendere capaci!

Se sei fedele Lui può operare! La nostra infedeltà è un danno a noi stessi perché ci impedisce di vedere le capacità di Dio operare!

1 GIOVANNI 4:8 Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.

-Come ho detto domenica, conoscere Dio, non vuol dire sapere che esiste, ma conoscere in senso di “rapporto personale di amore”. Noi abbiamo bisogno di amore nella nostra vita, quindi abbiamo bisogno di Dio. Nelle tempeste della vita e in ogni istante, serve Dio nella nostra vita! Amare Dio vuol dire considerarLo come il proprio fidanzato, avere passione per Lui. Come i fiori prendono vita quando ricevono la luce del sole, così noi quando siamo alla presenza di Dio. Un buon modo per mettere in pratica questo amore è avendo una vita di preghiera: che non vuol dire ripetere delle preghiere a memoria, ma parlare come con il proprio fidanzato e comunicare i propri pensieri e bisogni più profondi, e ascoltare i Suoi pensieri e bisogni più profondi. Vi lascio con questi 4 parametri, e la prossima settimana approfondiremo altri 3 parametri per avere pace e vincere nella tempesta.

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Dio: voce del verbo amare

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Sapete che Dio è amore? Sapete che se dite di aver bisogno di amore, state dicendo di avere bisogno di Dio? Oggi spiegheremo perché il Padre Celeste non prova amore (almeno non solo), ma è amore! E’ anche “giusto” e anche “santo”, e ci sono anche altri attributi molto importanti riguardo Dio, ma per definizione vedremo che Dio è amore.

1 GIOVANNI 4:8 Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.

-Quindi Dio non solo prova amore, ma è amore! E’ la Sua essenza, è la Sua caratteristica.

-A nostra volta, se non “conosciamo” Dio, cioè non abbiamo un rapporto personale come “coppia” con Dio, come se fossimo sposati con Lui, non potremo amare come Lui, non potremo offrire l’amore che viene da Lui, e non adempiremo lo scopo della nostra vita.

Provare amore per qualcuno, non vuol dire solo desiderare di stare con quel qualcuno, ma vuol dire anche volere il bene di quel qualcuno, sia emotivo, che mentale, che fisico e spirituale. Non possiamo amare qualcuno solo sotto uno di questi aspetti. Dio non ci ama solo da un punto di vista spirituale e non ci ama da un punto di vista mentale ed emotivo, etc…

-In passato abbiamo già letto che Dio il Figlio è associato alla grazia, mentre Dio lo Spirito Santo alla comunione. Infatti sta scritto in 2 CORINZI 13:13 La grazia del Signore Gesù Cristo e l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.

-Il Padre, che di solito viene dipinto come un vecchio rimbambito, crudele e tiranno, invece è associato all’amore. Ovviamente tutte e 3 le persone della Trinità sono amore, ma è probabilmente una caratteristica principalmente “paterna” e “materna”. Il Padre non è “maschio/uomo”, ma volendo vedere meglio il Padre è genitore senza attributi sessuali, quindi può essere Padre e Madre, senza essere maschio o femmina.

1 GIOVANNI 3:1 Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio! E tali siamo. Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.

-Il Padre Celeste aveva già un Figlio, stupendo e perfetto, ma voleva avere molti altri figli da amare. Così ha mandato Suo Figlio alla tua ricerca per adottarti e darti un regno e un eredità. La caratteristica è “conoscere” Dio (cioè avere un rapporto di amore con Dio), infatti “il mondo” cioè quelli di fuori non lo conoscono (cioè non hanno un rapporto di amore e personale con il Padre, di conseguenza non possono avere un rapporto di empatia né con noi e né con il Padre Celeste)!

GEREMIA 31:3 Da tempi lontani il SIGNORE mi è apparso. «Sì, io ti amo di un amore eterno; perciò ti prolungo la mia bontà.

-L’amore di Dio è eterno, non ha né una data di produzione, né una data di scadenza! Non ha un inizio e non ha una fine! In questo brano, l’amore è rivolto al popolo di Israele, non per i meriti del popolo, ma perché l’amore è insito in Dio, da sempre, e per sempre.

1 GIOVANNI 4:10 In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati.

-Questo versetto spiega che Dio non ti ama perché lo ami, ma Dio ti amava prima che tu lo amassi. Dio ama e basta, e non c’è niente che potrai fare per farlo smettere di amarti, perché non può smettere di essere sé stesso. Il Suo amore è che Lui ha amato noi quando noi non amavamo Lui o non potevamo mostrarGli amore. Allo stesso modo noi siamo chiamati ad amare Lui anche quando non sembra che Lui ci ami. Forse senti Dio lontano, o forse non lo senti, sappi che Dio è vicino anche quando non Lo senti, e ti chiama ad amarLo e adorarLo anche in questi momenti.

GIOVANNI 3:16 Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.

-Dio è amore e Dio ama. Lui ama il mondo, anche se il mondo non lo ama. Ha amato noi, anche quando eravamo nemici (Romani 5:10).

-A questo punto facciamo un analisi dall’ebraico. Il Tetragramma sacro è il nome proprio di Dio, di cui conosciamo le consonanti, ma di cui non conosciamo le vocali, perché il popolo di Israele, in un eccesso di zelo per non far nominare in vano il Suo nome, ha scelto di nascondere le vocali. Le lettere del Tetragramma sono le seguenti in ordine da destra a sinistra: Yod, He, Vav, He. All’interno del tetragramma abbiamo quindi uno Yod, una Vav e due He. Yod significa “mano e braccio” e ricorda la mano e il braccio dell’Onnipotente (GIOVANNI 12:38, etc…) riferito quindi allo Spirito Santo. Vav significa “chiodo della tenda-picchetto” e ricorda i chiodi utilizzati per crocifiggere Gesù in croce. He richiama lo sfiatatoio, pensate per esempio a quello della balena, come a dire che Dio è il nostro respiro, la nostra vita, ma anche l’amore quando ti manca il respiro, che si ansima.

Un’altra parola con doppia He è ahavah cioè appunto “amore”, Dio (il Padre) infatti ha tanto amato il mondo da mandare Suo Figlio (GIOVANNI 3:16), e abbiamo letto 1 GV 4:8 “Dio è amore”.

La rima nella poesia ebraica, non si fa per vocali come in italiano, ma per numero di sillabe, quindi il Tetragramma sacro e la parola amore fanno rima! (secondo il Delitsch hanno la stessa vocalizzazione e pronuncia).

Ben 2 consonanti su 4 sono in comune, forse la vocalizzazione, in più Giovanni, Paolo e altri evangelisti e profeti ci hanno trasmesso il messaggio centrale dell’amore di Dio. Possiamo quindi concludere dicendo che Dio non ha amore, ma Dio è amore, è il nostro respiro, è Colui che ci ha dato la vita ed è la nostra vita. Non siamo chiamati a conoscere Dio in un senso cerebrale, ma siamo chiamati a “conoscere” Dio come due persone che si amano in modo completo. Vi invito a pensare questa settimana a Dio come al vostro fidanzato e innamorato! A farci mancare il respiro per il nostro Dio d’amore! Mettere da parte dottrine, ragionamenti e emotività umana, per seguire il Padre d’amore!

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Arruolati sotto il generale Agnello

Arruolati sotto il generale Agnello
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Nella prima parte abbiamo affrontato il perché dell’istituzione del sacrificio degli agnelli. Che non era sufficiente ma in realtà serviva come simbolo fino all’adempimento del suo significato, cioè la venuta di Cristo: il vero Agnello!

-Abbiamo visto un valore passato e molti si fermano a quello: darci la salvezza se crediamo nel Suo sacrificio. Poi in realtà ci sono ben 2 valori futuri dell’essersi sacrificato come Agnello senza macchia: uno dei 2 è scampare il giudizio se lo onoriamo come Dio tanto quanto onoriamo il Padre.

GIOVANNI 5:22-23 Inoltre, il Padre non giudica nessuno, ma ha affidato tutto il giudizio al Figlio, affinché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio non onora il Padre che lo ha mandato.

Tanti vedono un Dio cattivo, e un Gesù vittima. Invece Gesù venne di Sua spontanea volontà a sacrificarsi e mostrare “grazia” verso di noi. E se non riceviamo questa grazia, e non ringraziamo per la grazia, passiamo sotto la Sua condanna. Sì, Gesù giudice che condanna chi non lo ringrazia con la propria vita!

APOCALISSE 5:1-14 Vidi nella destra di colui che sedeva sul trono un libro scritto di dentro e di fuori, sigillato con sette sigilli. E vidi un angelo potente che gridava a gran voce: «Chi è degno di aprire il libro e di sciogliere i sigilli?» Ma nessuno, né in cielo, né sulla terra, né sotto la terra, poteva aprire il libro, né guardarlo. Io piangevo molto perché non si era trovato nessuno che fosse degno di aprire il libro, e di guardarlo. Ma uno degli anziani mi disse: «Non piangere; ecco, il leone della tribù di Giuda, il discendente di Davide, ha vinto per aprire il libro e i suoi sette sigilli».
Poi vidi, in mezzo al trono e alle quattro creature viventi e in mezzo agli anziani, un Agnello in piedi, che sembrava essere stato immolato, e aveva sette corna e sette occhi che sono i sette spiriti di Dio, mandati per tutta la terra. Egli venne e prese il libro dalla destra di colui che sedeva sul trono.
Quand’ebbe preso il libro, le quattro creature viventi e i ventiquattro anziani si prostrarono davanti all’Agnello, ciascuno con una cetra e delle coppe d’oro piene di profumi, che sono le preghiere dei santi. Essi cantavano un cantico nuovo, dicendo: «Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai acquistato a Dio, con il tuo sangue, gente di ogni tribù, lingua, popolo e nazione, e ne hai fatto per il nostro Dio un regno e dei sacerdoti; e regneranno sulla terra».
E vidi, e udii voci di molti angeli intorno al trono, alle creature viventi e agli anziani; e il loro numero era di miriadi di miriadi, e migliaia di migliaia. Essi dicevano a gran voce: «Degno è l’Agnello, che è stato immolato, di ricevere la potenza, le ricchezze, la sapienza, la forza, l’onore, la gloria e la lode».
E tutte le creature che sono nel cielo, sulla terra, sotto la terra e nel mare, e tutte le cose che sono in essi, udii che dicevano: «A colui che siede sul trono, e all’Agnello, siano la lode, l’onore, la gloria e la potenza, nei secoli dei secoli».
Le quattro creature viventi dicevano: «Amen!»
E gli anziani si prostrarono e adorarono.

-Si creerà una situazione di stallo in cielo, in quanto nessuno sarà degno di aprire il giudizio sui ribelli. Eccetto l’Agnello immolato, Cristo, Lui è l’unico degno di aprire il giudizio dei 7 sigilli.

Quindi il 2° motivo per cui Gesù è diventato Agnello, è per essere degno di aprire la grande Tribolazione contro gli abitanti della terra che lo hanno rigettato e hanno preferito vivere per sé stessi! Coloro che hanno rifiutato i Suoi insegnamenti! Cosa vuol dire credere agli insegnamenti di Gesù? Vuol dire essenzialmente viverli e praticarli, “con” Gesù, quotidianamente. Si parla di relazione personale!

Per affrontare il terzo motivo per cui Cristo è diventato agnello, leggiamo un altro versetto di Apocalisse. Parlando della bestia, in APOCALISSE 13:8 sta scritto: “L’adoreranno tutti gli abitanti della terra i cui nomi non sono scritti fin dalla creazione del mondo nel libro della vita dell’Agnello che è stato immolato.”

Leggendo questo versetto con attenzione e meditandolo, mi si è aperto un mondo. Spesso si predica sull’importanza che i nostri nomi siano scritti nel libro della vita. E’ importante che si faccia. Ma non ho mai sentito alcuno puntualizzare a chi appartenga questo libro, e come si possa far inserire i nostri nomi all’interno. Si dice di credere in Dio, ma non è quello che dice questo versetto.

Rileggiamolo…

…sì, il libro della vita “dell’Agnello che è stato immolato”. Questo libro parla di Gesù e appartiene a Gesù. Questo vuol dire che è la Sua opera, il Suo “ministero”, non il nostro.

I nostri nomi non devono essere scritti “nel libro della vita” come se questo libro fosse una lista di chi è salvato e chi no.

I nostri nomi devono essere scritti nel “libro della vita dell’Agnello immolato” (Ap 13:8): il libro è la biografia di Gesù, parla di quello che Lui ha fatto in questi millenni sulla terra, e di chi ha lavorato CON Lui. Se tu hai avuto a che fare con Gesù, in modo determinante, fattivo, attivo, proattivo, in modo sufficiente da “meritare” di essere citato grazie a questa collaborazione, allora il tuo nome potrà essere scritto in questo libro della vita dell’Agnello-Gesù Cristo. Non si parla di nostre opere umane, ma di collaborare nel Suo ministero!

Non devo arrabattarmi a fare quello che penso sia giusto, o penso sia la mia chiamata, ma devo chiedere a Cristo il Capo, dove vuole impiegarmi, e ascoltare attentamente la Sua risposta!

Se non hai mai collaborato con Lui, non hai mai agito sotto la Sua diretta supervisione, non hai mai preso comandi direttamente da Lui, allora potrebbe non essere scritto il tuo nome anche se sei credente: infatti il libro non è la “lista dei credenti”, ma il “libro della vita dell’Agnello”. Non è questione di fare buone opere o di credere in Gesù, ma è questione di essere stati arruolati agli ordini dell’Agnello immolato e avere servito sotto di Lui, con Lui come generale!

Ti esorto e mi esorto, a collaborare con l’Agnello. Ad ambire di vedere il tuo nome scritto non “nel libro della vita”, ma “nel libro della vita dell’Agnello immolato”. Essere conosciuti in terra e in cielo, non tanto come salvati, ma come collaboratori di Gesù, che ascoltano e ubbidiscono ai comandi del loro Generale!

CONCLUSIONE. Quindi l’Agnello è morto per:

1-salvarci se applichiamo il Suo sangue sulla nostra vita.

2-essere degno di giudicare i ribelli che non gli ubbidiscono.

3-avere un Suo ministero sulla terra e arruolarci nel Suo esercito, e inserire il nostro nome nel Suo libro della vita, se ubbidiamo ai Suoi comandi.

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La Pasqua e lo scambio degli agnelli

La Pasqua e lo scambio degli agnelli
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Nella cultura cristiana si crede che il messaggio di Pasqua sia legato alla risurrezione, mentre in realtà è più collegato al sacrificio, alla salvezza e liberazione, a determinate condizioni (mentre invece la festa degli azzimi e la festa delle primizie sono più collegate alla risurrezione).

Quando parlo di sacrificio, non intendo che siamo chiamati a compiere chissà quali opere, ma a comprendere dei punti importanti, e cambiare vita. Facciamo un viaggio nel tempo e andiamo nell’Egitto di circa 3.500 anni fa. Dio parlava ma nessuno voleva ascoltare, anzi preferivano ignorare l’unico vero Dio, per prostrarsi di fronte a delle statue. Dio non sopporta essere sminuito e svalutato in confronto a delle sculture di pietra. Un uomo particolarmente testardo e pronto a tutto, di nome Mosè, incontra Dio e può cominciare il piano di salvezza di un popolo dalla schiavitù, e potenzialmente dell’umanità.

Attraverso 9 piaghe la situazione non cambia, ma con la 10a (la morte dei primogeniti, che non avevano il sangue dell’agnello sugli stipiti e sull’architrave della propria porta) cambia tutto. Ovviamente era tutto indirizzato per la salvezza del popolo eletto, ma chiunque avesse compreso il messaggio della piaga e agito di conseguenza, sarebbe scampato alla strage, ebreo o gentile che fosse. Ma prima dell’attuazione della 10a piaga, parte la spiegazione della Pasqua.

Ora leggiamo ESODO 12:3-13

-Il 10° giorno veniva preso un agnello. Stava con la famiglia 4 giorni, i bambini sicuramente gli avrebbero dato un nome e avrebbero giocato con lui. Il 14° giorno del mese, quindi dopo 4 giorni, l’agnello sarebbe stato ucciso, immaginatevi la reazione dei bambini. Immaginatevi il messaggio che arriva riguardo la serietà con Dio e la gravità dell’essere lontani da Lui per pensare ai propri interessi.

-L’agnello doveva essere sufficiente per far mangiare tutti, senza che ne avanzasse. Quindi richiama a una rapporto personale, una porzione per ognuno della casa nessuno escluso.

-Il sangue di quell’agnello conosciuto, veniva visto dai bambini ogni giorno, in quanto bastava guardare la porta di casa macchiata da quel sangue forse per sempre.

-Pasqua deriva dal verbo ebraico pasach, che significa passare oltre, nel senso di risparmiare, proteggere, salvare. Tutto il popolo viveva capendo la necessità di un sacrificio di sangue, che servisse affinché il giudizio passasse oltre loro e fossero risparmiati.

ISAIA 53:3-7 Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza, pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna. Tuttavia erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato; ma noi lo ritenevamo colpito, percosso da Dio e umiliato!
Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo smarriti come pecore, ognuno di noi seguiva la propria via; ma il SIGNORE ha fatto ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la bocca. Come l’agnello condotto al mattatoio, come la pecora muta davanti a chi la tosa, egli non aprì la bocca.

-In questo brano vediamo l’adempimento di Esodo 12 che era stato scritto 1400 anni prima di Cristo. Mentre Isaia è stato scritto “solo” 700 anni prima di Cristo. Il piano di Dio per la salvezza dell’uomo in Cristo, spiegato secoli prima della Sua venuta! Noi eravamo pecore che seguivano la propria via, e Lui Dio. Così Lui si è fatto pecora, agnello sacrificale, affinché noi potessimo essere salvati e liberati! Questo è lo scambio di agnelli. Otteniamo pace perché l’Agnello perfetto si è sostituito a degli agnelli imperfetti. Grazie a Gesù non serve più sacrificare gli agnellini!

GIOVANNI 1:29-30 Il giorno seguente, Giovanni vide Gesù che veniva verso di lui e disse: «Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo! Questi è colui del quale dicevo: “Dopo di me viene un uomo che mi ha preceduto, perché egli era prima di me”.

-In Esodo 12 abbiamo visto un rapporto diretto e personale con l’agnello sacrificale che stava 4 giorni con la famiglia e simboleggia Cristo Gesù. Con Lui dobbiamo avere un rapporto da “coinquilini” (dopo essere sacrificato doveva essere sufficiente per tutti i membri della famiglia nessuno escluso, e non doveva avanzare niente, per cui vediamo l’applicazione personale per ognuno di noi). Non puoi appoggiarti su opere o su meriti, ma solo sul sacrificio dell’Agnello puro, perfetto e senza macchia, applicando il Suo sangue sulla tua vita personalmente.

-Ricevendo la Pasqua di Gesù, cioè il Suo sangue come protezione sulla nostra vita, noi siamo risparmiati, protetti e salvati.

-Non devi per forza essere ebreo, ma devi per forza mettere il sangue dell’Agnello perfetto a protezione della tua casa. Il Signore non chiedeva l’etnia e poi se ebrei lasciava vivere, se egiziani uccideva i primogeniti. Cercava il sangue sulla porta, se c’era risparmiava gli abitanti della casa, se non c’era allora non risparmiava. Non ci sono scuse per non andare a Gesù, “mio padre è credente…mia madre…mia zia…sono una brava persona”, bisogna ricevere il sangue di Gesù sulla propria vita.

I figli e tutta la famiglia, non erano più bravi di chi stava fuori, ma erano più ubbidienti rimanendo in casa tutta la notte, al di qua della porta bagnata dal sangue dell’agnello. Un versetto dice “ubbidire è meglio del sacrificio”, vuol dire che il sacrificio dell’agnello non serviva a niente, ma l’ubbidienza collegata all’atto era necessaria. Siamo chiamati ad ascoltare la voce di Dio e ubbidirGli!

-Il bagnare la porta col sangue crea la forma della croce di Gesù.

L’angelo passando, vedeva la croce bagnata dal sangue e considerava già effettuato il sacrificio di Cristo su quella famiglia con secoli di anticipo. Sta scritto che il sangue degli agnelli non può salvare, ma quello era un anticipo di ciò che sarebbe accaduto in seguito, e per il Signore non esiste passato e futuro ma Lui vive sempre al presente, quindi un atto che per noi è passato o futuro, per Lui ha valore attuale. Se tu ti convertirai tra 50 anni, per Lui sei già Suo figlio in quanto Lui conosce la fine sin dall’inizio! Già prima della fondazione del mondo Lui sapeva chi l’avrebbe ricevuto e chi no, di conseguenza chi avrebbe adottato come figlio e chi no, chi scrivere nel libro della vita dell’Agnello, e chi no! Dio ama tutti indiscriminatamente, ma ha un amore più alto verso i Suoi figli, che vede attraverso il sangue del Figlio perché abbiamo sulla nostra “porta” il Suo sangue! Sta scritto “Se uno è in Cristo, egli è una nuova creatura”. La prossima settimana affronteremo due implicazioni dell’Agnello immolato!

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Essere uno in Cristo

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Si parla molto di ecumenismo e di unità dei credenti. Ma per capire la volontà di Dio per la Chiesa e per i Suoi figli, bisogna capire che genere di unità desidera il Padre celeste, e di quale unità parlava il Figlio quando era in terra.

Sicuramente Dio è contro le divisioni, contro le guerre e contro la maldicenza, ma bisogna capire anche cosa Lui intende per divisioni, altrimenti potremmo giudicare negativamente delle cose che apparentemente a noi sembrano divisioni, mentre invece agli occhi di Dio possono essere delle moltiplicazioni, o delle potature per togliere il marcio e permettere alla parte sana di continuare a crescere.

Per noi vedere dei membri che escono da una chiesa e ne aprono un’altra potrebbe sembrare un atto di discordia, invece potrebbe essere un fondare una realtà nuova che può testimoniare il Vangelo di Cristo a persone che non lo avrebbero ricevuto in altro modo. E delle persone che escono da una chiesa per andare in un’altra, potrebbe essere un desiderio dello Spirito Santo di far mettere a lavorare degli altri operai nella vigna del Signore.

Potremmo invece giudicare positivamente delle persone che per tanti anni rimangono in una chiesa a scaldare una sedia, senza mai mettersi veramente al servizio di Dio. Cosa è importante per il Signore?

GIOVANNI 17:20-23 Non prego soltanto per questi, ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola: che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch’essi siano in noi: affinché il mondo creda che tu mi hai mandato. Io ho dato loro la gloria che tu hai data a me, affinché siano uno come noi siamo uno; io in loro e tu in me; affinché siano perfetti nell’unità, e affinché il mondo conosca che tu mi hai mandato, e che li ami come hai amato me.

L’unità dei credenti è qualcosa di prezioso agli occhi di Dio, ma bisogna capire chi per Lui sono credenti (quali qualifiche e attributi servono per esserlo), chi per Lui è Chiesa, cosa intende Lui per unità, e unità in chi.

Non che dobbiamo fare i detective, in quanto è buono analizzare sé stessi, ma comunque faremmo bene a capire le vie di Dio. Inoltre bisogna anche distinguere tra l’unità che viene dall’uomo nella carne, e l’unità che viene da Dio nello Spirito. Dopo riprenderemo questo brano, ma prima approfondiamo alcuni concetti:

Icumène deriva da ikèo “abitare” e indica il pianeta terra cioè “la casa che tutti abitiamo” (opposto di èremos). Non riguarda Dio, ma riguarda un percorso di avvicinamento degli uomini tra loro, volendo anche escludendo Dio. Cercare di vivere in amore e in accordo, senza offese o far prevalere dottrine sugli altri: non è cristianesimo, è umanesimo. Non è questo che Gesù ha insegnato, anzi!

Alcune divisioni sono buone e vi porto alcuni esempi.

MATTEO 23:13 Ma guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché serrate il regno dei cieli davanti alla gente; poiché non vi entrate voi, né lasciate entrare quelli che cercano di entrare.

GALATI 2:11-14 Ma quando Cefa venne ad Antiochia, gli resistei in faccia perché era da condannare. Infatti, prima che fossero venuti alcuni da parte di Giacomo, egli mangiava con persone non giudaiche; ma quando quelli furono arrivati, cominciò a ritirarsi e a separarsi per timore dei circoncisi. E anche gli altri Giudei si misero a simulare con lui; a tal punto che perfino Barnaba fu trascinato dalla loro ipocrisia. Ma quando vidi che non camminavano rettamente secondo la verità del vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti: «Se tu, che sei giudeo, vivi alla maniera degli stranieri e non dei Giudei, come mai costringi gli stranieri a vivere come i Giudei?»

ATTI 15:36-41 Dopo diversi giorni, Paolo disse a Barnaba: «Ritorniamo ora a visitare i fratelli di tutte le città in cui abbiamo annunciato la Parola del Signore, per vedere come stanno». Barnaba voleva prendere con loro anche Giovanni detto Marco. Ma Paolo riteneva che non dovessero prendere uno che si era separato da loro già in Panfilia, e non li aveva accompagnati nella loro opera. Nacque un aspro dissenso, al punto che si separarono; Barnaba prese con sé Marco e s’imbarcò per Cipro;
Paolo, invece, scelse Sila e partì, raccomandato dai fratelli alla grazia del Signore.
E percorse la Siria e la Cilicia, rafforzando le chiese.

Poi vediamo che Paolo cambierà idea, grazie a Barnaba e alla maturazione di Marco stesso: “Prendi Marco e conducilo con te; poiché mi è molto utile per il ministero.” (2 TIMOTEO 4:11)

Tutti sbagliano (e tutti sbagliamo), ma non dobbiamo cadere nell’errore del tollerare tutto a danno del Vangelo. Soprattutto, dobbiamo essere mossi dagli insegnamenti-comandamenti di Cristo, e nessuno di questi deve annullare gli altri: AMARE DIO – AMARE IL PROSSIMO – FARE DISCEPOLI. Essere uno rientra all’interno dell’amare il prossimo (essere uno non è un comandamento, ma una preghiera). Essere uno non deve impedire il fare discepoli, o l’amare Dio, e non deve neanche impedirci di amare il prossimo. Se io frequentando una chiesa, sono impedito dall’amare alcune persone (perché la chiesa mi vieta di frequentarle, o perché le evangelizzo e la chiesa le fa scandalizzare) allora non ci siamo. Personalmente ho vissuto più volte questo!

L’unità fra i credenti è molto importante, ma il testo evidenzia che questi credenti devono essere uniti in Dio. Dire quello che dice lo Spirito Santo, e fare quello che fa il Padre. Rileggiamo GIOVANNI 17:20-23

Non c’è unità senza Cristo, vivente e operante. Non c’è unità senza lo Spirito che guida la nostra vita. Troppe chiese sono cristiane di nome e non di fatto!

GIOVANNI 17:8 poiché le parole che tu mi hai date le ho date a loro; ed essi le hanno ricevute e hanno veramente conosciuto che io sono proceduto da te, e hanno creduto che tu mi hai mandato.

GIOVANNI 14:12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre;

Ci sono tanti che perdono tempo nel fare incontri, riunioni, preghiere per l’unità. Invece dovrebbero fare opere maggiori di quelle di Gesù. Parlano dell’ecumenismo, o usano il “potere dell’abuso spirituale” dichiarandosi tuoi “padri spirituali” e che non devi “trascurare la comune adunanza” invece dovrebbero ripetere le parole del Padre come faceva Gesù quando era sulla terra. Non abbiamo bisogno di una super religione o super denominazione cristiana, quella arriverà e servirà all’anticristo. A noi serve di essere uno in Cristo con Cristo in noi tramite lo Spirito Santo. Serve di ascoltare il Padre e guardare il Padre cosa fa e cosa vuole compiere, per seguirLo e agire per la Sua gloria e l’espansione del Suo Regno. Il buonismo carnale non serve a niente a noi, come ho detto servirà all’anticristo, a noi serve invece essere discepoli temerari del nostro unico grande Maestro Gesù Cristo! Uniti nello Spirito, nell’ascolto di Dio.

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7 obiettivi dello Spirito Santo

7 obiettivi dello Spirito Santo
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Come dico spesso, l’essere umano è stato creato per avere rapporti sociali perché Dio stesso, il Creatore, è una persona che desidera rapporti sociali con l’uomo. Noi siamo stati creati anche per avere rapporti sociali con Dio stesso.

Tanti dicono di credere in Dio, ma non hanno alcun rapporto con Lui. Tanti altri sanno che Dio desidera un rapporto con loro, e almeno in passato lo hanno avuto, ma non sanno niente di Dio, o molto poco, o non parlano più con Lui o non lo ascoltano più, o tutte queste cose insieme.

Oggi vorrei approfondire la persona dello Spirito Santo, capire chi è e cosa fa. Cosa vuole, e come distinguere quando è Lui e quando non è Lui. Lo Spirito ha 7 scopi e azioni (almeno 7 sono quelli che ho trovato in Giovanni). Non sto parlando di doni, ministeri, o del frutto, ma proprio di 7 scopi dello Spirito per conoscerLo e distinguerLo.

GIOVANNI 14:22-26 Giuda (non l’Iscariota) gli domandò: «Signore, come mai ti manifesterai a noi e non al mondo?» Gesù gli rispose: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi udite non è mia, ma è del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose, stando ancora con voi; ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto.

Questo brano segue quanto abbiamo letto la scorsa settimana. Prosegue il discorso sul fatto che chi ama Gesù, osserva e si attiene alla Sua Parola e ai Suoi comandamenti-insegnamenti. Così facendo verremo amati dal Padre, in un modo speciale, e instaureremo con Lui un rapporto speciale e profondo. Un ruolo speciale, da collegamento, lo svolge lo Spirito Santo. Ma non è un ruolo passivo, bensì un ruolo attivo attraverso 7 (e più) azioni e scopi!

  1. consolarci

Se sei scoraggiato, demoralizzato, depresso, puoi vincere la tua negatività, ma il punto è ricevere lo Spirito Santo, i Suoi pensieri, la Sua presenza e lasciarlo operare liberamente. Lui non vuole lasciarci in trappola nell’angoscia, ma liberarci e darci la gioia della Sua presenza. Vorrei chiarire che né tu e né io siamo al centro, ma è Gesù al centro, però il Padre ci ama e ci manda il Consolatore anche se non siamo noi al centro!

Parakletos: avvocato, intercessore, consolatore, conforto, aiutante.

  1. insegnarci ogni cosa

Lo Spirito Santo vuole insegnarci. Potremmo pensare di essere “strutti” di nostro, cioè già pronti per criticare quello che fa questo, e quell’altro che fa quest’altro. Potremmo essere convinti di saper affrontare la vita e ogni situazione, ma abbiamo bisogno dell’insegnamento quotidiano da parte dello Spirito Santo! La nostra saggezza umana è utile in piccolissima parte, ma per il grosso è infallibile solo la saggezza dello Spirito!

  1. ricordarci le cose dette da Gesù

Per me la Bibbia è la cosa più preziosa al mondo, puoi conoscerla a memoria, ma senza lo Spirito Santo, non ti servirà a molto. E’ uno dei ruoli dello Spirito Santo, il ricordarci cosa ha detto Gesù e farlo fruttificare nella nostra vita. Gli insegnamenti di Gesù sono stati sentiti da migliaia di persone mentre era in vita, e da miliardi di persone nel corso della storia, ma solo le persone che si sono prostrate ai piedi della croce e con cuore sincero chiedevano di ricevere la rivelazione dello Spirito, hanno potuto vedere la loro vita cambiare e la mano di Dio all’opera!

GIOVANNI 15:22-27 Se non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero colpa; ma ora non hanno scusa per il loro peccato. Chi odia me, odia anche il Padre mio. Se non avessi fatto tra di loro le opere che nessun altro ha mai fatte, non avrebbero colpa; ma ora le hanno viste, e hanno odiato me e il Padre mio. Ma questo è avvenuto affinché sia adempiuta la parola scritta nella loro legge: “Mi hanno odiato senza motivo“.
Ma quando sarà venuto il Consolatore che io vi manderò da parte del Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli testimonierà di me; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio.

  1. testimoniare di Gesù

In un mondo in trappola, Gesù è venuto a portare luce e libertà. Una speranza. Il mondo non vuole ascoltare la Sua voce, ma si compiace delle tenebre, eppure ci saranno ancora altri milioni di persone che si convertiranno e che preferiranno la luce alle tenebre. Questo accadrà grazie allo Spirito che testimonierà di Lui, e a noi se siamo Suoi strumenti. Lo Spirito non testimonia la bravura dell’uomo, ma la bravura di Cristo. Non testimonia della bontà dell’uomo ma della bontà di Cristo. Mi spaventano sempre le profezie che non sono incentrate su Cristo, perché lo Spirito testimonia di Cristo, quindi una profezia che non testimonia di Cristo, probabilmente non viene dallo Spirito Santo. Non mi interessa una roba del genere!

Anche i miracoli e le guarigioni, sono possibili, anzi avvengono ancora oggi, più di 2.000 anni fa con Gesù, ma quello che opera lo Spirito, testimonia di Gesù non dell’uomo!

GIOVANNI 16:12-15 Ho ancora molte cose da dirvi; ma non sono per ora alla vostra portata; quando però sarà venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi annuncerà le cose a venire. Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà. Tutte le cose che ha il Padre, sono mie; per questo ho detto che prenderà del mio e ve lo annuncerà.

  1. guidarci nella verità

Non cadere mai nell’errore di decidere della tua vita. Sì sei intelligente e hai la testa sulle spalle, ma i nostri passi vanno nella giusta direzione, quando seguiamo Gesù, quando siamo guidati dallo Spirito Santo. Potremmo inizialmente sentirci frustrati come dei bambini che non possono giocare con i giocattoli che vorrebbero loro, ma lo Spirito solo è in grado di non farci cadere nella menzogna. Se pensi di essere arguto, attento che già questa è una menzogna. Solo lo Spirito ci può guidare nella verità, e se non lo riesci a sentire, chiuditi nella cameretta e aspetta. Se hai bisogno di prendere una decisione urgente, fai aspettare la decisione! Decide lo Spirito e deve guidare lo Spirito!

  1. annunciare le cose a venire

Ovviamente il fulcro di questo scopo è l’escatologia, cioè lo studio degli ultimi tempi. Ma in realtà lo Spirito può annunciare anche altre cose a venire, quando serve per farci maturare in Cristo, e salire a livelli di fede maggiori.

Abbiamo già raccontato di come il Signore ci ha parlato negli ultimi anni. Che Sara sentiva da parte del Signore la parola “quarantena” nel dicembre 2019, e non si sarebbe parlato di fare una quarantena in Italia e nemmeno in Cina, se non un mese dopo. A dicembre ancora nessun giornale aveva scritto niente riguardo il Covid. C’era solo quel medico cinese, non ascoltato dai suoi capi, figurarsi dai giornali. Addirittura il Signore aveva cominciato a dire a me oltre un anno prima “scorte per 3 mesi”, e io facevo una testa tanta a Sara dicendole di fare scorte per 3 mesi. La mia testa aveva ipotizzato uno shock energetico, e quindi sarebbe servito cibo che si potesse mangiare anche senza scaldarlo e senza conservarlo in frigo, ma quella era una mia reinterpretazione di quello che mi aveva detto lo Spirito “scorte per 3 mesi”. Lo Spirito preannuncia gli “ultimi tempi” ma anche i “prossimi tempi”. Ti mette al sicuro da calamità, scoraggiamenti, difficoltà. Non vuol dire evitare i problemi, ma se ascolti lo Spirito hai una corsia preferenziale in mezzo al “traffico” di questo mondo.

  1. glorificare Gesù

Abbiamo parlato dell’importanza del testimoniare di Gesù. Siamo qui per questo. Ma c’è uno scopo più alto (se possibile), glorificare Gesù. Dio è degno di gloria, e non condivide la Sua gloria con nessuno, anche perché nessuno è degno di ricevere parte della Sua gloria. Non c’è luogo migliore dello stare nel “Kavod” del Signore, e sentire il peso della Sua gloria. Ovviamente qui sulla terra possiamo sperimentarlo in parte, ma considerate che le vite vengono cambiate alla presenza del Signore. Cuori vengono sanati, malattie vengono guarite e persone legate vengono liberate.

E’ buono anche prepararsi perché è questo che faremo in cielo. Non staremo a truccarci tutto il giorno. Non giocheremo a pallone da mattina a sera. Non so come saranno le attività, ma di sicuro glorificheremo Dio!

CONCLUSIONE Lo Spirito Santo ci riporta la voce di Dio, e per distinguerLo dalle “false voci” che vengono dal nemico o dalle distrazioni, è bene capire quali sono i Suoi scopi. Ogni altro scopo o risultato (ansia, inganno, falsità, stress, gloria dell’uomo, confusione, dottrine strane, idoli che sostituiscono Gesù) è da rigettare!

Invece la Parola ci invita tutti a riconoscere le azioni dello Spirito nella nostra vita, che sono: consolarci, insegnarci ogni cosa, ricordarci le cose dette da Gesù, testimoniare di Gesù, guidarci nella verità, annunciare le cose a venire, glorificare Gesù.

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Il cuore di Dio nei Suoi comandamenti

Il cuore di Dio nei Suoi comandamenti
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Le parole legge e comandamento fanno scappare le persone, ma il concetto che ci vuole trasmettere Dio è ben diverso da quello che capiamo noi con i nostri paraocchi moderni e occidentali, abbiamo bisogno di fare un’analisi culturale e etimologica per comprendere cosa sono veramente i comandamenti.

Ci sono diversi termini per indicare legge e comandamento, ma il più famoso e generale è Torah. E’ il termine che gli ebrei utilizzano per indicare quello che noi chiamiamo Pentateuco, cioè i primi 5 libri della Bibbia scritti da Mosè, oltre che i 10 comandamenti.

Interpretare la parola ebraica torah con legge, è come interpretare la parola padre con “inflessibile disciplinatore”. Mentre un padre svolge il compito anche di disciplinare i propri figli, lui è molto di più, e allo stesso modo torah è molto più di “legge”. La parola Torah deriva dalla radice del verbo yarah, che significa lanciare, tirare. Potrebbe trattarsi del tirare una pietra, tirare una freccia con l’arco, o puntare il dito per mostrare una direzione.

Un’altra parola che deriva da questa radice è la parola moreh, che può significare arciere (uno che tira con l’arco), o un insegnante (uno che indica la strada).

Di conseguenza la parola Torah letteralmente indica l’insegnamento dell’insegnante o del genitore, che è così apprezzato dalla cultura ebraica, che hanno una festa per la torah con balli, danze, salti, fanno il trenino in gruppo davanti le sinagoghe, anche dentro, dove si passano i rotoli della torah (Simchat Torah).

Potremmo raffigurare il concetto di Torah, come quando un genitore assegna al figlio una nuova mansione o un nuovo incarico o un compito, e il figlio dimostra volontà di imparare e riuscire ma fallisce completamente, a quel punto il genitore non lo punisce, ma lo incoraggia a tentare nuovamente. In contrasto, la legge secondo il nostro sbagliato pensiero occidentale è un insieme di regole che se non osservate causano punizione e non c’è spazio per l’insegnamento. La Torah di Dio contiene i Suoi insegnamenti di amore per il bene e la crescita dei Suoi figli, insegnamenti che sono dati in amore per incoraggiare, rafforzare, far evitare il male, la distruzione e i circoli viziosi dannosi.

Per riassumere, la torah di Dio (non Legge, ma Istruzioni e Insegnamento) è conoscenza che segna la direzione da seguire nella vita. Una conoscenza passata da chi è esperto e preparato, a chi è novizio studente o figlio.

GIOVANNI 14:15-21 «Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi. Non vi lascerò orfani; tornerò da voi. Ancora un po’, e il mondo non mi vedrà più; ma voi mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno conoscerete che io sono nel Padre mio, e voi in me e io in voi. Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò e mi manifesterò a lui».

Osservare i comandamenti di Gesù è dimostrazione di amore nei Suoi confronti. Se lo ami osservi i Suoi comandamenti, se non lo ami allora criticherai e sfuggirai ai Suoi comandamenti. Ma Gesù lo mette come test, dice: “Se osservi i Miei comandamenti mi ami veramente, se non osservi i Miei comandamenti e dici di amarmi, di essere credente, allora sei un bugiardo perché non è vero che Mi ami”. MOLTO DURO, MA MOLTO VERO!

Un altro aspetto che passa da questo brano, è che osservando i comandamenti di Gesù e dimostrando di amarLo, verremo amati dal Padre, e ci manderà il consolatore, lo Spirito della Verità, e tutti e 3 si manifesteranno a noi, altrimenti no. Alzi la mano chi vuole essere consolato e incontrare il Padre e il Figlio!

I principali comandamenti che abbiamo da adempiere sono 3:

1 – Amare Dio

MATTEO 22:37-38 Gesù gli disse: «”Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente“. Questo è il grande e il primo comandamento.

DEUTERONOMIO 6:4-9 Ascolta, Israele: Il SIGNORE, il nostro Dio, è l’unico SIGNORE. Tu amerai dunque il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze. Questi comandamenti, che oggi ti do, ti staranno nel cuore; li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, te li metterai sulla fronte in mezzo agli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle porte della tua città.

1 CORINZI 16:22 Se qualcuno non ama il Signore,sia anatema. Maranatha.

Se qualcuno non ama il Signore sia “votato allo sterminio”.

2 – Amare il prossimo

MATTEO 22:39 Il secondo, simile a questo, è: “Ama il tuo prossimo come te stesso“.

MATTEO 22:40 Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti».

Se hai questo equilibrio dell’amare Dio più di te stesso, e dell’amare i tuoi vicini, i colleghi e i tuoi figli, come te stesso, allora hai l’equilibrio giusto.

LEVITICO 19:18 Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il prossimo tuo come te stesso. Io sono il SIGNORE.

ROMANI 13:8-9 Non abbiate altro debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri; perché chi ama il prossimo ha adempiuto la legge. Infatti il «non commettere adulterio», «non uccidere», «non rubare», «non concupire» e qualsiasi altro comandamento si riassumono in questa parola: «Ama il tuo prossimo come te stesso».

GALATI 5:14 poiché tutta la legge è adempiuta in quest’unica parola: «Ama il tuo prossimo come te stesso».

GIACOMO 2:8 Certo, se adempite la legge regale, come dice la Scrittura: «Ama il tuo prossimo come te stesso», fate bene;

3 – Fare discepoli

MATTEO 28:18-20 E Gesù, avvicinatosi, parlò loro, dicendo: «Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente».

AMARE DIO – AMARE IL PROSSIMO – FARE DISCEPOLI

Sono contemporaneamente un obbligo che abbiamo, un modo per dimostrare amore nei confronti di Gesù riconoscendo il profondo messaggio di amore che Lui e il Padre hanno mostrato nei nostri confronti, e lo scopo della nostra vita, per dare il senso che le spetta: siamo fatti per questo, cioè amare Dio, il prossimo e fare discepoli.

Come dico sempre, Dio non ti chiede mai di fare qualcosa senza averla fatta Lui per primo. E’ venuto in terra senza averne l’obbligo, e ha dato la Sua vita per amore nostro. Ha amato sé stesso e noi, e ci ha discepolati con tutte le nostre ribellioni e confusioni. Ci ama, ci tocca, ci incoraggia e consola, affinché anche noi possiamo amare, toccare le persone, incoraggiare e consolare!

Inoltre Dio non ti chiede mai di fare qualcosa che non puoi fare. Lui ti conosce perfettamente, in quanto ti ha assemblato pezzo per pezzo. Se dice che puoi fare una cosa, allora puoi riuscirci!

Quindi, per concludere, qual è il cuore di Dio nei Suoi “comandamenti”-istruzioni: istruirci ad amare Lui, ad amare noi stessi, ad amare gli altri allo stesso modo e allo stesso livello, e discepolare i nostri amici, parenti, vicini, i popoli e le nazioni.

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La completa armatura di Dio 2

La completa armatura di Dio 2
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Nella prima parte di questa serie su EFESINI 6:10-18, abbiamo affrontato l’importanza dell’indossare la “completa” armatura, non una o solo alcune parti. In questo indossare, non siamo incoraggiati, o consigliati, ma tutti i verbi di questo brano sono all’imperativo.

Il Signore ci comanda di indossare l’armatura per “resistere nel giorno malvagio”. Dio non ne ha benefici o malefici se noi indossiamo o no la Sua armatura, siamo noi che ne abbiamo i benefici se la indossiamo o i malefici se non la indossiamo. Infatti potremmo avere tutto l’amore e l’altruismo del mondo ed essere a posto con Dio e con il mondo, ma non essere difesi dagli attacchi del nemico perché i “dardi infuocati” ci colpiscono se stiamo senza armatura, o anche solo senza una singola parte dell’armatura. Nella volta scorsa abbiamo affrontato la verità, la giustizia, la pace e la fede.

SALVEZZA

In battaglia la testa era il bersaglio principale, bastava poco per uccidere il soldato avversario colpendolo alla testa, per questo si indossavano degli elmi. Paolo sta scrivendo a credenti, per cui la salvezza è sicura, ma possono e potremmo non esserne sicuri nella difficoltà. Dio è con noi, e niente potrà farci perdere la salvezza, tranne la nostra rinuncia, tranne il nostro smettere di credere che abbiamo Dio al nostro fianco. Credere che siamo soli. A questo punto possiamo crollare sotto il peso, se non lo posiamo ai piedi della croce! Invece la nostra mente deve riposare in Cristo e nella certezza della salvezza. Qualsiasi cosa succederà mai, noi abbiamo fiducia che avrà una fine, e poi Dio ci accoglierà in cielo.

Non confidare nella vita terrena: se va bene, bene, ma se va male, che ce ne importa, ci importa di andare con Gesù!

1 CRONACHE 16:23 Cantate al SIGNORE, abitanti di tutta la terra,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza!

SALMO 12:5 Per l’oppressione dei miseri,
per il grido d’angoscia dei bisognosi,
ora mi ergerò», dice il SIGNORE,
«e darò la salvezza a chi la brama».

ISAIA 30:15 Poiché così aveva detto il Signore, DIO, il Santo d’Israele:
«Nel tornare a me e nello stare sereni sarà la vostra salvezza;
nella calma e nella fiducia sarà la vostra forza».
Ma voi non avete voluto!

PAROLA PRONUNCIATA DA DIO (MEDITAZIONE)

La spada era effettivamente l’unica parte dell’armatura, deputata alla parte offensiva. Andare in battaglia ben protetti, ma senza armi, non è molto furbo. Non hai speranze di resistere e sopravvivere. Così un cristiano che non legge la Bibbia (nel senso che non ascolta ciò che Dio gli vuole dire), non la conosce e non la medita costantemente, che non passa tempo all’ascolto di Dio, è già finito!

GIOSUE’ 1:8 Questo libro della legge non si allontani mai dalla tua bocca, ma meditalo, giorno e notte; abbi cura di mettere in pratica tutto ciò che vi è scritto; poiché allora riuscirai in tutte le tue imprese, allora prospererai.

SALMO 1:1-2 1 Beato l’uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi,
che non si ferma nella via dei peccatori;
né si siede in compagnia degli schernitori;
2 ma il cui diletto è nella legge del SIGNORE,
e su quella legge medita giorno e notte.

PREGHIERA

Anche se le prossime 3 parti, non hanno parti equivalenti di armature da battaglia, la Scrittura ci fa capire che sono comunque parte dell’armatura di Dio che il cristiano deve indossare.

Sono anche strettamente collegate e nella stessa frase del versetto precedente, quindi sono strettamente collegate con l’ascolto di ciò che dice Dio! Infatti nel testo greco il versetto 18 inizia con la preposizione “dia” che significa “attraverso”.

Preghiera non è la parte delle richieste, “prosèchome” è il termine generico che indica la comunicazione con Dio, che può avvenire attraverso il ringraziamento, l’adorazione, la supplica, l’ascolto, etc… Nella preghiera modello del Padre nostro, non troviamo richieste specifiche, ma comunicazione tra un figlio e suo padre. Infatti per definizione, pregare è “parlare con Dio” in un modo diretto, personale e intimo. Tutti siamo spinti con forza a parlare con Dio ogni giorno, e ad ascoltarLo!

1 TESSALONICESI 5:17 non cessate mai di pregare

1 TIMOTEO 2:8 Io voglio dunque che gli uomini preghino in ogni luogo, alzando mani pure, senza ira e senza dispute.

L’esortazione nel versetto 18 è di pregare in ogni tempo, per mezzo dello Spirito e per tutti i santi: quindi sempre, nello Spirito e per tutti!

Tutti capiamo cosa vuol dire sempre e per tutti, ed è facile capirne il perchè siano importanti. Ciò che sfugge di solito è “per mezzo dello Spirito”.

John Bevere insegna che Paolo si stia riferendo al parlare in lingue. Secondo me è una forzatura, anche perchè dice in ogni tempo, quindi intende H24 e non posso parlare in lingue H24. Invece posso essere in sintonia con lo Spirito Santo H24, nello Spirito in ogni momento!

SUPPLICA

Il termine greco “deèsis” esprime il concetto di avere una mancanza, un bisogno, indigenza, una ricerca, una supplica.

LUCA 18:1 Propose loro ancora questa parabola per mostrare che dovevano pregare sempre e non stancarsi:

GIACOMO 5:17 Elia era un uomo sottoposto alle nostre stesse passioni, e pregò intensamente che non piovesse e non piovve sulla terra per tre anni e sei mesi.

FILIPPESI 4:6 Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti.

VEGLIA

Non è lo stesso termine di risveglio, ma l’argomento è lo stesso, lo stare attenti e svegli spiritualmente. “Agrupnèo” è il termine che esprime l’essere svegli, attenti, fare attenzione: non dormire spiritualmente.

APOCALISSE 16:15 Ecco, io vengo come un ladro; beato chi veglia e custodisce le sue vesti perché non cammini nudo e non si veda la sua vergogna.

CONCLUSIONE. Abbiamo visto che dobbiamo essere a posto con il Signore. Ciò avviene mostrando amore e adorazione verso di Lui e a vivere per Lui e non per noi stessi o i nostri interessi umani. Siamo chiamati anche ad amare il prossimo e ad essere una buona testimonianza e una luce per questo mondo di tenebre. Facendo queste cose, otterremo la salvezza, ma non sarà sufficiente per non essere colpito dagli attacchi del nemico, e per resistere nel giorno malvagio. Il Signore ci chiama e ci ordina di indossare la Sua armatura. Non è il Suo interesse, è il nostro! Solo in questo modo potremo restare in piedi quando le forze delle tenebre ci attaccano. Ma non dobbiamo fare come Achille, che era invincibile e protetto dappertutto, tranne in un punto: l’armatura va indossata tutta, la “completa armatura di Dio” (v.11,13). Ricordiamoci di farlo, ogni giorno!

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La completa armatura di Dio

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Sei a posto con Dio? Sei a posto con il tuo prossimo? Sei a posto con il nemico? Si, il nemico. Ci sono cose che puoi fare per agevolare il lavoro del nemico, a danno della tua vita. In pratica puoi alimentare la tua “Kriptonite”. Infatti i credenti con lo Spirito Santo sono come Superman, ma se dimenticano alcune cose, possono depotenziarsi e diventare dei rammolliti e cadere sotto dei “dardi infuocati”.

Infatti leggiamo in Efesini 6:10-18 che come credenti dobbiamo fare alcune cose che si riassumono nell’indossare “l’armatura di Dio”. Ci sono circa 12 verbi all’imperativo in questi 9 versetti, per cui potremmo dire che questo brano racchiude una lista di comandamenti per il cristiano. Dobbiamo “rivestirci” (v.11) e “prendere” (v.13) l’armatura. Tante volte chiediamo a Dio di equipaggiarci, però in questo brano leggiamo che Dio ci esorta a prendere l’equipaggiamento. Scopo di questa armatura è il farci “stare saldi contro le insidie del diavolo” (v.11), “resistere nel giorno malvagio” e “restare in piedi” (v.13). In pratica con l’armatura possiamo rimanere in piedi anche durante le difficoltà della vita e durante gli attacchi spirituali. Il versetto 12 ci spiega che siamo in battaglia e c’è un combattimento, ma non contro esseri umani (“carne e sangue”). L’armatura di Dio è composta da: verità, giustizia, pace, fede, salvezza, meditazione della Parola pronunciata da Dio, preghiera, supplica, veglia.
L’amore è fondamentale per il cristiano, ben 2 comandamenti dati da Gesù riguardano questo. Fondamentale per stare davanti a Dio, ma al nemico non lo impressiona l’amore. La santificazione, l’altruismo e la beneficienza sono cose molto positive e distintive di un vero figlio di Dio, ma anche queste cose non impressionano il diavolo. Se ti basi solo su queste cose, potresti comunque essere colpito dai dardi infuocati del nemico. L’amore ti serve davanti a Dio e davanti al mondo, ma l’armatura ti serve davanti al diavolo! L’altruismo mostra una buona testimonianza davanti al mondo, ma solo l’armatura ti fa durare nel giorno malvagio! Dio “sopravvive” se tu sei senza armatura, sei tu che non sopravvivi davanti al malvagio senza armatura. E’ importante per te!
Nella registrazione audio approfondiamo alcuni dettagli dell’armatura romana che aiutano a comprendere le diverse parti e i diversi collegamenti pensati dall’apostolo Paolo e ispirati dallo Spirito Santo.
Procediamo poi con l’approfondire le singole parti, cominciando dalla verità, con la lettura di Giovanni 16:13, e 18:37. La giustizia con il Salmo 23:3 e Romani 10:10. La pace con Romani 8:31-32. La fede con Abacuc 2:4 e Romani 10:17.
Completeremo l’armatura nella seconda parte.

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Le attitudini che danno vita

Le attitudini che danno vita
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Nessuno tranne noi controlla il nostro atteggiamento e le nostre attitudini. Le cose dipendono per il 10% da come capitano e per il 90% da come le riceviamo.
Io vado sempre contro il “pensiero positivo” umano, ma è sbagliato anche il “pensiero negativo”! Figuriamoci cosa avrebbe dovuto dire di negativo Gesù con tutto quello che ha passato, ma al contrario Lui ha trasmesso pace e consapevolezza, nei momenti più difficili.

Anche noi siamo ammaestrati dalla Parola di Dio a mantenere delle giuste attitudini quotidiane affinché possiamo ricevere la benedizione di Dio e con il messaggio di oggi approfondiremo una ventina di attitudini, che dipendono quasi principalmente da noi, e che aprono la benedizione di Dio e la Sua guida sulla nostra vita.
Dal Salmo 118:24 vediamo le prime due attitudini, puntare alla gioia e alla festa, riconoscendo che qualsiasi giorno (positivo o negativo) è comunque un dono del Signore.
In Giovanni 10:10 vediamo che Gesù vuole darci vita ed abbondanza, e quindi gli attacchi, e la sofferenza vengono da un’altra parte.
Efesini 6:12 ci mostra che ci sono delle potenze delle tenebre che lavorano contro di noi per impedire le nostre preghiere, e questo è anche uno dei motivi per cui tante volte le nostre preghiere “si fermano al soffitto”.
Eppure secondo Giovanni 14:17 lo Spirito Santo dimora in noi che crediamo, quindi non serve far arrivare la voce della nostra preghiera fino al cielo, dato che lo Spirito Santo e qui a fianco a noi e in noi, forse dobbiamo zittire il frastuono intorno a noi per sentire la Sua dolce voce.
Efesini 6:13 ci spiega che ci sono due requisiti per poter resistere ai dardi infuocati del nemico. Uno è indossare l’armatura di Dio che ci introduce altre 8 attitudini che danno vita: verità, giustizia, pace, fede, salvezza, liberazione, meditazione della Bibbia e preghiera. Inoltre dobbiamo compiere il nostro dovere (argomento che necessita di uno studio a parte). Questi requisiti sono gli unici fondamentali per resistere agli attacchi del nemico, ma sono solo una parte delle attitudini del cristiano che danno vita.
Infatti vediamo con Ebrei 12:11, Salmo 39:4-5 e Galati 6:9, che ci sono altre attitudini in cui impegnarsi, come la dedizione all’allenamento nella prova, costanza nella crescita quotidiana, stabilire obiettivi e l’applicazione alla ricerca di momenti speciali di edificazione e di benedizione.
Impegnandoci in queste attitudini e attività, vedremo la benedizione di Dio sulla nostra vita, in quanto Dio non ci forza, ma amorevolmente ci guida, sta a noi capire il bisogno della Sua guida e della Sua presenza nella nostra vita, quotidianamente.

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Sperimentare la pace di Dio in tempi di ansia

Sperimentare la pace di Dio in tempi di ansia
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Si può ricevere pace nella malattia o nella difficoltà? Chi può ricevere pace? Come si può ricevere pace?
Isaia 53:4-5 è una profezia riguardo lo scopo della venuta di Gesù e delle Sue sofferenze con 500 anni di anticipo.

In questo brano leggiamo che Gesù ha pagato un prezzo carissimo, con le umiliazioni e con la propria vita, per darci pace. E’ stato coronato di spine affinché noi fossimo coronati di pace. Il versetto 1 del capitolo ci fa capire chi può sperimentare la pace e la potenza di Dio, cioè chi crede al messaggio di Dio!
La grazia offre, la fede riceve!
Vedremo poi che abbiamo bisogno di capire che la pace e la volontà di Dio per noi, proprio perché il prezzo è già pagato.
La pace possiede una sua potenza che è divisa in 3 parti: custodisce e protegge come una sentinella, guida e dona. In Filippesi 4:6-7 leggiamo che dobbiamo abbandonare l’ansia, questo è il primo passo, poi dobbiamo presentare a Dio le nostre richieste, passare tempo nella lode, nell’adorazione e nel ringraziamento, e solo così la pace potrà “custodire” i nostri cuori. E’ soprannaturale, ma è preceduto da alcune nostre azioni naturali.
In Colossesi 3:15 leggiamo anche che la pace deve regnare sui nostri pensieri e sulle nostre volontà. Il termine originale di regnare è agire da arbitro. Cristo vuole guidare le nostre menti, vuole che la Sua pace regni sulle nostre, e questo è nel nostro interesse. Non puoi avere pace se non ricevi Cristo, non puoi nemmeno ricevere Cristo senza ricevere la Sua pace, perché lei deve regnare sulla nostra vita.
Inoltre Gesù, e la Sua pace, dona salute, riposo e lunga vita, come leggiamo in Proverbi 14:30, Salmo 4:8 e Matteo 11:28.
Ma come si ottiene praticamente la pace nelle difficoltà? Nel Salmo 34:14 leggiamo che la pace va cercata. E così leggiamo anche in Romani 14:19, in 2 Timoteo 2, Ebrei 12 e 1 Pietro 3.
Allora la domanda è: come si ricerca la pace? Ci sono due azioni che dobbiamo svolgere. La prima è cibarci costantemente delle Sacre Scritture, “Grande pace hanno quelli” che amano le Scritture (Salmo 119:165, leggere anche Proverbi 3:1-2, 2 Pietro 1:2, Romani 15:13 e Ebrei 4:3). Abbiamo bisogno di meditare le Scritture, senza fretta, senza distrazioni, e la pace e la gioia saranno moltiplicate. Questo perché Gesù vuole darci vita. Infine ritornando a Filippesi 4:6 vediamo quanto è importante passare del tempo in comunione diretta con Dio, in preghiera. Potremmo riassumerlo con: non siate ansiosi di nulla, pregate per tutto!
Per concludere, la pace è la volontà di Dio per la tua vita, c’è una parte che spetta a noi, e una parte che spetta a Dio.

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Camminare secondo lo Spirito

Camminare secondo lo Spirito
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Dio non ha bisogno di consigli, né di aiuto, ma è alla ricerca di collaboratori, infatti ci chiama ad andare in tutto il mondo a predicare la Buona notizia del Regno di Dio. Dall’episodio della risurrezione di Lazzaro (Giovanni 11:1-46) possiamo imparare molte cose.

– Per esempio vediamo come Gesù sapesse benissimo come sarebbe andata a finire la storia, ancor prima del doverlo risuscitare, ed ancora prima che morisse, senza sapere quanto grave fosse la sua malattia (v.4, 11, 13, 14). La tua vita non deve essere in balìa degli eventi terreni, ma al sicuro fra le mani di Dio e in mezzo agli eventi spirituali.
Non ci vuole coraggio per dire a un morto di venire da te, neanche il pensiero positivo, o una forte speranza, ma ci vuole la certezza della rivelazione che viene da Dio, altrimenti non succede niente.
– Inoltre troviamo la profonda umanità e carnalità degli esseri umani che non aprono le orecchie alla rivelazione dello Spirito (i giudei, Marta e Maria, ma anche gli stessi discepoli). Questa umanità e carnalità, non permette di vedere l’opera di Dio davanti i propri occhi, e vediamo che Gesù piange e freme per questo. Dio soffre quando le persone non lo ascoltano. Gesù piange quando la gente, soprattutto quelli che si definiscono cristiani, non ode la voce dello Spirito (v.33-38). Ci vuole più discernimento spirituale!
Leggendo Galati 5:16 e Giacomo 4:8, vedremo come sia fondamentale per i cristiani camminare secondo lo Spirito. Che Gesù non faceva miracoli e guarigioni per via del coraggio, ma perché era vicino a Dio il Padre e perché camminava nello Spirito Santo, ascoltando attentamente la rivelazione dello Spirito e i tempi dello Spirito.
Leggendo Apocalisse 3:20 vedremo come sia importante passare tempo in preghiera, ma non solo a parlare o a fare richieste, ma per avere comunione con Gesù, trascorrere del tempo con Lui. Lui vuole svelarci i Suoi piani quando siamo in intimità con Lui. Lui vuole darci pace e gioia quando siamo con Lui.
Concluderemo con Amos 3:7, facendo un’analisi dettagliata in lingua ebraica, e vedremo come il Signore non faccia nulla senza rivelare i Suoi piani a coloro che sono desiderosi di avere comunione con Lui. Infatti questo versetto si potrebbe anche tradurre “Dio agisce solo dopo aver chiarificato i Suoi piani segreti, a coloro che hanno un rapporto intimo e personale con Lui, e sono Suoi portavoci in questo mondo”. Invece si rattrista quando nessuno cerca il Suo cuore e la Sua volontà.
– Infine vediamo che a noi spetta il naturale (slegare il “Lazzaro” risuscitato o rotolare la pietra dal sepolcro) mentre il soprannaturale lo fa Dio (il miracolo della risurrezione).
Dobbiamo però imparare 4 punti: essere possibilisti riguardo l’opera di Dio, sapere che abbiamo un Dio grande, imparare ad ascoltare la Sua voce e, in base a quello che ci dice, agire. Imparare ad abbandonare la nostra carnalità e vivere nello spirituale!
I farisei conoscevano la Bibbia, ma non bastava. Marta, Maria e i discepoli, conoscevano la Bibbia e avevano un rapporto personale con Gesù, ma neanche questo bastava. Dobbiamo conoscere la Bibbia, avere un rapporto personale con Gesù, e in più ascoltare attentamente la voce di Dio, mentre camminiamo nello Spirito. Solo in questo modo gli eventi terreni non solo non ci sorprenderanno, ma saremo noi a sorprendere loro!

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La debolezza che precede la gloria di Dio

La debolezza che precede la gloria di Dio
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Spesso ci sentiamo di non riuscire ad ottenere risultati con i nostri sforzi. A volte è veramente così e possono esserci effettivamente delle opposizioni spirituali (anche se non sempre). Dio ha parlato di benedirci e guidarci, ma spesso non vediamo dei risultati nonostante la fatica, l’impegno e le capacità umane.
Leggiamo in Giacomo 4:13-17 che a volte il nostro modo di fare è arrogante nei confronti del Signore. L’atteggiamento qui descritto, viene criticato aspramente dalla Parola di Dio. A prima lettura potrebbe essere esagerato, ma in realtà qui sta parlando della differenza tra l’essere dei veri e dei falsi discepoli. Delle persone che ascoltano la voce di Dio e danno priorità ai Suoi piani, oppure ai nostri. Qui viene definito peccato, cioè fallire il bersaglio, rifiutarsi di seguire la volontà di Dio o di sottomettersi a Dio (v.7).
Collegando questo brano con Geremia 17:9, Proverbi 19:21 e 3:5, vedremo che non dobbiamo seguire i nostri cuori (secondo la cultura ebraica il cuore è la sede dei ragionamenti, pensieri e volontà), perchè sono malvagi, che i piani e le strategie fatti dalla nostra intelligenza non resistono, mentre invece quelli di Dio sì, e non possiamo appoggiarci sulle nostre capacità, intuizioni o intelligenza, ma dobbiamo appoggiarci e fidarci del Signore e del Suo discernimento. Cristo è la roccia su cui dobbiamo “costruire”.
In 1 Corinzi 1:17-31 vediamo che tutto ruota attorno a Cristo, e che Dio ha scelto le cose pazze, le cose ignobili e cose che non sono, per svergognare la falsa intelligenza umana. Anche se l’apostolo Paolo aveva molto di cui vantarsi come intelligenza, preparazione, spiritualità e capacità, lui reputò queste cose come spazzatura e come debolezza, ricevendo dal Signore la dichiarazione che Lui mostra la Sua potenza solo tramite la debolezza umana (2 Corinzi 12:9-10). Quando noi non contiamo su noi stessi, sulle nostre capacità, i nostri successi o la nostra intelligenza, allora possiamo riuscire perchè a Dio piace mostrarsi senza dividere la propria gloria con l’essere umano.
L’umiltà è molto importante davanti a Dio, e precede la gloria in quanto lascia spazio al Dio Onnipotente di operare in modo indiscusso.
Possiamo proprio dire che il riconoscimento della nostra debolezza, è la scintilla che accende la potenza di Dio!

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I violenti che piacciono a Dio

I violenti che piacciono a Dio
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Tra le caratteristiche di ogni regno, c’è quella del possedere un esercito. Anche nel Regno di Dio c’è un esercito (anzi più di uno) e coloro che credono in Dio ne fanno parte. Come vedremo in Isaia 9:5-6 Gesù è venuto per governare, diventare Re e dare un incremento all’impero. In questo brano ci sono delle qualifiche meravigliose di Gesù che ci permettono di conoscerlo meglio, come Consigliere (o consigliante), miracoloso, meraviglioso, Dio potente, Padre eterno, governatore e legislatore sulla pace e sulla pienezza della rivelazione di Dio. L’Eterno degli eserciti ci ha arruolati per essere parte di questa espansione del Regno di Dio. Passando a 1 Pietro 2:9 vedremo le qualifiche della Chiesa di Cristo: persone scelte, sacerdoti di alto rango, santi e consacrati a Dio e al Suo Regno, acquistati con il prezioso sangue di Cristo per vivere per Lui e proclamare i pregi e le virtù di Dio. Aggiungendo anche Matteo 11:12 vedremo che a Dio non piace la violenza fisica, ma c’è una forza e una violenza spirituale che è necessaria per contrastare il regno delle tenebre e vincere contro questi attacchi. Infatti proprio essendo parte dell’esercito di Dio, abbiamo delle missioni da svolgere per la Sua gloria come compito dovuto dai nostri ruoli in Dio.

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John Bevere condivide un messaggio per la chiesa italiana

John Bevere condivide un messaggio per la chiesa italiana
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In questo incontro pubblico, il pastore americano John Bevere condivide con noi un messaggio che sente forte da parte del Signore per la chiesa italiana e di tutto il mondo. Con la sua chiesa e il suo ministero hanno iniziato un progetto per l’evangelizzazione e il discepolato nel mondo e nel corso di questo incontro spiega i dettagli.

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Lo scopo della Sua venuta

Lo scopo della Sua venuta
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Luca 4:38-44 ci mostra chiaramente la consapevolezza di Gesù riguardo la propria chiamata. Molti pensano fosse il fare miracoli, guarire, salvare o liberare, ma Gesù spiega che la Sua chiamata era annunciare la buona notizia del Regno di Dio. Ognuno di noi ha una chiamata specifica, in più ha una chiamata generale come cristiano. Questa chiamata generale è collegata con la stessa chiamata del nostro “Capo”, annunciare la buona notizia del Regno di Dio.
Leggendo Luca 19:37-40, specialmente analizzando il testo in ebraico, vedremo cosa disse veramente la folla, cosa credesse riguardo a Gesù e che giorno magnifico fu quello per il cielo!
Mentre con Luca 13:22-35 capiremo la differenza tra il dare il benvenuto a Gesù, oppure il benservito. Capiremo cosa vuol dire fare il bene per Gesù o con Gesù.

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La forza centrifuga dello Spirito

La forza centrifuga dello Spirito
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La parola regno ricorre 500 volte nella Bibbia. Dio ha creato l’universo, è buono e giusto, ed è più che in grado di governare equamente. Ma in Genesi 1:26-28 leggiamo che Lui ha voluto cedere all’uomo il dominio sulla terra. Da quel momento sulla terra ciò che accade è causato dall’uomo. In realtà con la caduta, grazie a Genesi 3:14-19, capiamo che l’uomo è in continua lotta con il nemico e che spesso rinuncia alla lotta consegnando la propria autorità al diavolo. La fame, le guerre e tutto quanto di brutto avviene sulla terra non è volontà di Dio.
In Matteo 6:9-10, leggendo la famosa preghiera del Padre nostro, vedremo che Gesù ci ha insegnato a pregare affinché sulla terra venga fatta la volontà di Dio tramite il Regno di Dio, altrimenti se non preghiamo, la volontà di Dio non viene fatta. Tramite Romani 14:17 capiremo che il Regno di Dio è “giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo”, per cui una vita piena può essere vissuta compiendo 3 passi: ricevere lo Spirito Santo, vivere nello Spirito, e far fluire da noi lo Spirito. In pratica è questo essere guidati dallo Spirito, non solo un esperienza unica fatta una volta nel passato, ma un vivere costante e traboccante. Ciò può avvenire quando l’azione nella nostra vita parte dal centro della nostra vita, dallo Spirito umano vivificato dallo Spirito Santo, per andare a operare verso l’esterno sull’anima e sul corpo (questa è la forza centrifuga dello Spirito). Invece l’uomo carnale, lascia che la propria carnalità o umanità, guidi la propria anima, e poi intrappoli il proprio Spirito umano impedendo allo Spirito Santo di operare (questa è la forza centripeta della carnalità).
Possiamo vivere nella gioia, nella pace e nella giustizia soprannaturale di Dio solo se lasciamo libera la forza centrifuga dello Spirito di operare in noi e attraverso di noi, dal nostro Spirito verso l’esterno.

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Segui la stella

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03/01/21 – Gesù viene spesso visto come un bambino indifeso, invece il messaggio che Lui stesso ci vuole trasmettere riguardo al Suo ruolo, è che Lui è il Re atteso da prima della fondazione del mondo. Attraverso la lettura di Matteo 2:1-12, vedremo che opinione i magi d’Oriente, Erode e i sacerdoti, avevano di Gesù. Analizzeremo quanto veniva ritenuto importante, cosa diceva la stella ai magi e cosa dice a noi ancora oggi. Il biblico profeta Daniele, era stato capo dei magi 500 anni prima e aveva fatto delle profezie molto importanti riguardo alla prima venuta di Gesù, riguardo la Sua seconda venuta e gli ultimi tempi. Analizzeremo anche il Salmo 2:1-12 e vedremo come lo stesso Dio il Padre abbia stabilito Dio il Figlio come Re di Gerusalemme e di tutte le nazioni che il Figlio richiede. I veri credenti, come sposa di Cristo, sono chiamati ad un rapporto intimo con Cristo. Ad un ascolto costante per capire i tempi e i momenti del Padre. A far prevalere la volontà del Padre sulla propria, ma soprattutto a conoscere la volontà del Padre, in quanto le Sue vie sono giuste, le nostre ci portano fuori strada.

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La strada del Padre

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27/12/20 – Oggi, leggendo Isaia 55:8-9 vedremo che le vie di Dio sono più alte delle nostre, e i Suoi pensieri più alti dei nostri pensieri. Per capire la volontà di Dio dobbiamo abbandonare la nostra mentalità umana, non solo peccaminosa ma anche “terrena”, e prendere la mentalità dello Spirito. Dobbiamo essere sensibili e sentire quello che il Padre dice e vedere ciò che il Padre fa. Gesù conferma questo in Giovanni 7:6 e 8:25-26. Non faceva o diceva ciò che è giusto, non condivideva il messaggio del Padre, ma diceva “le cose che ho udito” e faceva solo ciò che vedeva fare al Padre. Leggendo 2 Re 6:8-23 vedremo come Dio possa rivelare cose segrete e profonde, con un valore eterno, oltre che specifico per la nostra salvezza. In Ebrei 11:1 vedremo che fede non è credere solo che Dio esista, ma una trasformazione e un cambiamento interiore profondo, che può essere compreso meglio analizzando il versetto nel testo originale.