audio, culti

Incrollabili nelle tribolazioni – Serie Fuori dalla tempesta 2a parte

Incrollabili nelle tribolazioni – Serie Fuori dalla tempesta 2a parte
Culti

 
Play/Pause Episode
00:00 /
Rewind 30 Seconds
1X

– La scorsa settimana abbiamo parlato di alcuni atteggiamenti che producono la pace e la gioia di Dio nelle tempeste della vita:
TENACIA
COSTANZA NEL FARE COSE CONSISTENTI
FEDELTA’ NEI BENI DI DIO
AMORE

Vedremo tra poco altri atteggiamenti che ci edificano, ma vorrei puntualizzare alcune cose che ha detto Gesù:

GIOVANNI 16:25-33 Vi ho detto queste cose in similitudini; l’ora viene che non vi parlerò più in similitudini, ma apertamente vi farò conoscere il Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome; e non vi dico che io pregherò il Padre per voi; poiché il Padre stesso vi ama, perché mi avete amato e avete creduto che sono proceduto da Dio. Sono proceduto dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio il mondo, e vado al Padre».
I suoi discepoli gli dissero: «Ecco, adesso tu parli apertamente, e non usi similitudini. Ora sappiamo che sai ogni cosa e non hai bisogno che nessuno ti interroghi; perciò crediamo che sei proceduto da Dio». Gesù rispose loro: «Adesso credete? L’ora viene, anzi è venuta, che sarete dispersi, ciascuno per conto suo, e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me. Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo».

– In questo brano Gesù introduce il ruolo sacerdotale del credente=poter entrare in comunione con Dio senza intermediari. Questo include l’avere un rapporto personale, comunicare e poter chiedere le cose, a Dio senza problemi, rallentamenti o ostacoli.

Focalizzandosi sul versetto 33, pensavo che secondo i canoni moderni un leader deve ispirare e incoraggiare, non mostrare le difficoltà. Ma Gesù non un leader, è Dio. Non si basa sull’incoraggiamento umano, o sul pensiero positivo, o sulle capacità o sull’intelligenza o sulla motivazione, ma si basa solo sulla propria potenza, la potenza di Dio. Si basa solo sulla Sua vittoria sulla croce. Non ci sono altri canali, sostegni o appigli!

Stai tranquillo, avrai tribolazione! Non parla solo della grande tribolazione. Conosco cristiani sempre impegnati all’individuazione dell’anticristo, e quindi Biden sostituisce Trump, allora è Biden. Cambia il presidente dell’Unione Europea e allora è lui. Cambia il Papa, e allora è lui. Chi vuole scappare dall’anticristo pensando di ingannarlo ed essere più furbo, crede che l’Anticristo sarà un tonto da cui poter fuggire senza problemi (confondendo le profezie riguardo la distruzione del tempio avvenuta nel 70 d.C. con quelle riguardanti la grande tribolazione).

Gesù dice, stai tranquillo che nel mondo avrai tribolazione, è inutile che scappi! E’ inutile che metti la testa sotto al cuscino. Alcuni anni fa Sara mi faceva una testa tanta che dovevamo trovare una nazione dove andare, avere un terreno per essere indipendenti, ma Gesù dice che avremo tribolazione, COMUNQUE! Ma dice anche di farci coraggio! Non per le mie forze, non per le tue forze, ma per le Sue forze, Lui ha vinto il mondo!

GIOVANNI 10:10 Il ladro non viene se non per rubare, ammazzare e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.

– Gesù ha vinto il mondo, e ci vuole dare vita abbondante! Se lo dicesse un uomo, dovresti barcollare e crollare. Se lo dice Dio ci puoi credere!

Lo stesso Dio che ha garantito che avremmo avuto tribolazione, ha garantito che abbiamo motivo di avere coraggio per mezzo della Sua vittoria sul mondo, e che Lui ci da vita abbondante! Quindi se vivi nella tribolazione, vuol dire che la vita abbondante è alle porte! Se hai dei problemi, comincia a festeggiare, perché la vittoria è dietro l’angolo!

– Ricordo quando avevo 10 anni, che abitavamo in una casa in affitto, e per 2 anni lo sfratto esecutivo non è bastato per farci finire in mezzo a una strada. Diverse volte eravamo pronti a essere buttati fuori casa, e arrivava l’ufficiale giudiziario, ma arrivava per comunicarci il blocco degli sfratti per “3 mesi”, poi altri “3 mesi”. Dopo 2 anni di questa storia, ci è stata assegnata una casa dal comune, in tempo in tempo. Ma non abbiamo mai perso la pace e la gioia, perché il Signore era la nostra forza e la nostra speranza!

– Nello scorso messaggio abbiamo parlato di Paolo e Sila che sono stati tenaci nel predicare il Vangelo, costanti in attività consistenti, fedeli nei beni di Dio e sviluppando amore per gli altri, anche se questo è costato loro botte, umiliazioni e il carcere. Ma quando sei tenace nelle vie di Dio, nulla può abbatterti. Noi desideriamo la nostra libertà, il nostro egoismo, e momentaneamente le cose possono apparentemente andarci bene, ma siamo solo un soffio e non abbiamo visto niente finora (almeno niente rispetto a quello che hanno patito Gesù e gli apostoli), le tribolazioni arrivano e dobbiamo aggrapparci a Gesù per rimanere in piedi.

Dobbiamo vivere in Dio ed essere tenaci (cioè irremovibili e perseveranti nei propositi e nell’azione), quindi stringerci fortemente a Lui e fare la Sua volontà, costi quello che costi, come James Bond al servizio di sua maestà! Tu sei un James Bond al servizio di una Maestà molto più alta!

COLOSSESI 1:24-29 Ora sono lieto di soffrire per voi; e quel che manca alle afflizioni di Cristo lo compio nella mia carne a favore del suo corpo che è la chiesa. Di questa io sono diventato servitore, secondo l’incarico che Dio mi ha dato per voi di annunciare nella sua totalità la parola di Dio, cioè, il mistero che è stato nascosto per tutti i secoli e per tutte le generazioni, ma che ora è stato manifestato ai suoi santi. Dio ha voluto far loro conoscere quale sia la ricchezza della gloria di questo mistero fra gli stranieri, cioè Cristo in voi, la speranza della gloria, che noi proclamiamo esortando ciascun uomo e ciascun uomo istruendo in ogni sapienza, affinché presentiamo ogni uomo perfetto in Cristo. A questo fine mi affatico, combattendo con la sua forza, che agisce in me con potenza.

– Cos’è la speranza? La speranza è credere che qualcosa di bello e di grandioso accadrà nella tua vita, e sai una cosa? Se non ti fai rubare la speranza dal diavolo, lui non potrà sconfiggerti! Speranza è credere che Dio opererà nella tua vita! Speranza è credere che Dio darà un senso alla tua vita. Il diavolo scappa quando tu speri in Dio!

Speranza è credere che vedremo la gloria di Dio nella nostra vita! Cristo in te è speranza di gloria: ricevi Cristo, così ricevi speranza e gloria!

EBREI 11:1 Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono.

– Fede non è associarsi con una religione. Non è credere ciò che hanno creduto i nostri genitori. Fede è certezza, anzi il termine originale greco è Hupòstasis, e si può tradurre con “assicurazione, quietanza”. La fede è la garanzia di ottenere la gloria promessa dalla speranza. La fede è la certezza riguardo la concretizzazione di cosa si spera. La fede viene da Dio e a Lui va chiesta!

Se quando ti accade qualcosa crolli, vuol dire che non hai l’assicurazione di Dio, oppure che hai fondato le tue certezze su cose sbagliate e instabili. L’eternità della vita, della salute, del lavoro. No, non possono essere eterne queste cose. Invece quando hai un rapporto personale con Dio, hai certezze! Hai le garanzie di andare meglio.

audio, culti

I parametri della vittoria – Serie Fuori dalla tempesta 1a parte

I parametri della vittoria – Serie Fuori dalla tempesta 1a parte
Culti

 
Play/Pause Episode
00:00 /
Rewind 30 Seconds
1X

Questa settimana stavo pensando al fatto che molti sono in cerca della propria occasione per mostrare il proprio valore, o per essere considerati, o per capire lo scopo della propria vita, ma poi fanno fatica persino con le cose semplici e normali della vita, con i problemi quotidiani, e spesso vengono sopraffatti da questi problemi.

Ci sono delle “sorelle”, cioè degli atteggiamenti o azioni, che possono aiutarci nella tempesta, nei momenti difficili. Addirittura sono pensati da Dio per il nostro bene e la nostra crescita, per darci pace e gioia.

Nella Bibbia si parla di un uomo di nome Sila. Lui era un anziano della chiesa di Gerusalemme, molto rispettato e molto spirituale, ma era praticamente uno sconosciuto fino al libro di Atti al capitolo 16. Era uno molto stimato, molto capace e aveva già fatto sicuramente cose valide, ma che non famose. Aveva grandissime capacità per mezzo dello Spirito di Dio, ma rimaste nascoste, o comunque non erano azioni degne di nota. Il classico “è bravo ma non si applica”! La storia della mia vita, me lo dicevano sempre gli insegnanti da quando avevo 10 anni, poi a 15, poi a 20….sono arrivato a 40 anni che ancora non avevo capito cosa significasse, e convinto che avessero torto gli insegnanti, anche perché non spiegavano come io avrei potuto cambiare quell’atteggiamento, quell’impressione!

Torniamo a Sila, a un certo punto si crea la grande occasione: partire per un viaggio missionario con il grande Apostolo Paolo! Le cose forse iniziano a girare e insieme raggiungono le prime chiese condividendo la Parola di Dio e vedendo le prime conversioni. Poi ci sono delle prime opposizioni, addirittura da parte dello Spirito Santo, infatti sta scritto “volevano andare di là, ma lo Spirito Santo lo vietò loro”….”volevano fare questo, ma lo Spirito del Signore glielo impedì…” e infine arriviamo al versetto 16:

ATTI 16:16-24

-Sila era un uomo autorevole, profeta, anziano di chiesa, ma che non aveva fatto nulla per cui trovarsi scritto il nome nella Bibbia se non il consegnare una lettera. Spesso anche noi ci troviamo per anni, senza poter appuntare medaglie sulla nostra giacca. Senza poter narrare cose di rilevanza. Anzi, a volte ci sentiamo in carcere.

A Napoli si parla di “jella”. Ovviamente non esiste, però quando le cose ci vanno storte, a volte crediamo più alla jella che a Dio. No, le cose non andranno sempre bene, ma non c’entra la jella. Sì, a volte le cose non funzionano, ma farai bene a non fidarti della tua capacità per uscirne. Ci sono altri strumenti che invece funzionano, ma vanno applicati insieme!!!

Sila e Paolo sono stati tenaci. Hanno affrontato le difficoltà e sono finiti in prigione per il Vangelo, per il loro Signore! Per seguire il Signore potresti essere picchiato, perseguitato e finire in galera o anche ucciso (è così in molte parti del mondo). Nonostante questo il Signore può darci una pace e una gioia che altrimenti non avremmo. Il primo passo è la tenacia che è definita come: “Fermezza e perseveranza nei propositi e nell’azione.” Ovviamente abbiamo bisogno di tenacia nelle giuste cose. Il Signore ti chiama a vivere con fermezza e perseveranza nelle Sue vie, a cercare il Suo cuore, il Suo Spirito, ad aggrapparti alla Sua Parola.

GALATI 6:9 Non ci scoraggiamo di fare il bene; perché, se non ci stanchiamo, mieteremo a suo tempo.

-In questo versetto vediamo la costanza nel fare cose consistenti (non cretinate o perdite di tempo, ma cose di valore). Quello che fai non identifica chi sei. Quello che fai non ti rende giusto davanti a Dio. Quello che fai da un obiettivo alla tua vita, infatti non siamo qui solo per vivere e morire, ma siamo come alberi fatti per portare frutto. Un melo non fa mele per ottenere un “bravo”, non lo fa per ricevere un premio, lo fa perché è la sua natura. Ognuno di noi deve tornare a Dio e chiederGli perché ci ha fatti, quale “albero” siamo, e quale deve essere il nostro “frutto”.

Attenzione che Dio non basa il tuo valore su quello che fai, o sulla qualità di quello che fai. Ma sul fatto che sei Suo figlio, sul fatto che ha soffiato vita in te e che ti ha fatto a Sua immagine. Quindi non è per le tue azioni, ma per il Suo Spirito che opera in te.

A volte pensiamo “dovrei fare questo”, o “dovrei essere così”, ma non serve a niente il nostro sforzo, serve abbandonarsi tra le braccia del Dio di amore, il ricercare la guida dello Spirito Santo, e vivere con tenacia e costanza nelle vie che il Signore ci rivela.

LUCA 16:12 E, se non siete stati fedeli nei beni altrui, chi vi darà i vostri?

-Qui Gesù sta dicendo che la nostra vita è un dono di Dio. Viviamo grazie a Lui e per Lui. Ci ha creati per amministrare i Suoi beni sulla terra, non solo la natura, ma la Sua Parola, la speranza, la gioia, la pace, l’amore, etc…

Notate che Dio non cerca persone capaci che non Gli sono fedeli, ma cerca persone fedeli da rendere capaci!

Se sei fedele Lui può operare! La nostra infedeltà è un danno a noi stessi perché ci impedisce di vedere le capacità di Dio operare!

1 GIOVANNI 4:8 Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.

-Come ho detto domenica, conoscere Dio, non vuol dire sapere che esiste, ma conoscere in senso di “rapporto personale di amore”. Noi abbiamo bisogno di amore nella nostra vita, quindi abbiamo bisogno di Dio. Nelle tempeste della vita e in ogni istante, serve Dio nella nostra vita! Amare Dio vuol dire considerarLo come il proprio fidanzato, avere passione per Lui. Come i fiori prendono vita quando ricevono la luce del sole, così noi quando siamo alla presenza di Dio. Un buon modo per mettere in pratica questo amore è avendo una vita di preghiera: che non vuol dire ripetere delle preghiere a memoria, ma parlare come con il proprio fidanzato e comunicare i propri pensieri e bisogni più profondi, e ascoltare i Suoi pensieri e bisogni più profondi. Vi lascio con questi 4 parametri, e la prossima settimana approfondiremo altri 3 parametri per avere pace e vincere nella tempesta.

audio, studi biblici

Didachè – Vangelo di Giovanni, cap. 5:31-6:15

Didachè – Vangelo di Giovanni, cap. 5:31-6:15
Studi Biblici

 
Play/Pause Episode
00:00 /
Rewind 30 Seconds
1X

Serie Didachè (insegnamento biblico tramite la lettura condivisa della Bibbia, dove insieme possiamo meditare, commentare e testimoniare i benefici della Parola di Dio). Oggi approfondiamo insieme il Vangelo di Giovanni, capitoli 5:31-6:15.

audio, culti

Dio: voce del verbo amare

Dio: voce del verbo amare
Culti

 
Play/Pause Episode
00:00 /
Rewind 30 Seconds
1X

Sapete che Dio è amore? Sapete che se dite di aver bisogno di amore, state dicendo di avere bisogno di Dio? Oggi spiegheremo perché il Padre Celeste non prova amore (almeno non solo), ma è amore! E’ anche “giusto” e anche “santo”, e ci sono anche altri attributi molto importanti riguardo Dio, ma per definizione vedremo che Dio è amore.

1 GIOVANNI 4:8 Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.

-Quindi Dio non solo prova amore, ma è amore! E’ la Sua essenza, è la Sua caratteristica.

-A nostra volta, se non “conosciamo” Dio, cioè non abbiamo un rapporto personale come “coppia” con Dio, come se fossimo sposati con Lui, non potremo amare come Lui, non potremo offrire l’amore che viene da Lui, e non adempiremo lo scopo della nostra vita.

Provare amore per qualcuno, non vuol dire solo desiderare di stare con quel qualcuno, ma vuol dire anche volere il bene di quel qualcuno, sia emotivo, che mentale, che fisico e spirituale. Non possiamo amare qualcuno solo sotto uno di questi aspetti. Dio non ci ama solo da un punto di vista spirituale e non ci ama da un punto di vista mentale ed emotivo, etc…

-In passato abbiamo già letto che Dio il Figlio è associato alla grazia, mentre Dio lo Spirito Santo alla comunione. Infatti sta scritto in 2 CORINZI 13:13 La grazia del Signore Gesù Cristo e l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.

-Il Padre, che di solito viene dipinto come un vecchio rimbambito, crudele e tiranno, invece è associato all’amore. Ovviamente tutte e 3 le persone della Trinità sono amore, ma è probabilmente una caratteristica principalmente “paterna” e “materna”. Il Padre non è “maschio/uomo”, ma volendo vedere meglio il Padre è genitore senza attributi sessuali, quindi può essere Padre e Madre, senza essere maschio o femmina.

1 GIOVANNI 3:1 Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio! E tali siamo. Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.

-Il Padre Celeste aveva già un Figlio, stupendo e perfetto, ma voleva avere molti altri figli da amare. Così ha mandato Suo Figlio alla tua ricerca per adottarti e darti un regno e un eredità. La caratteristica è “conoscere” Dio (cioè avere un rapporto di amore con Dio), infatti “il mondo” cioè quelli di fuori non lo conoscono (cioè non hanno un rapporto di amore e personale con il Padre, di conseguenza non possono avere un rapporto di empatia né con noi e né con il Padre Celeste)!

GEREMIA 31:3 Da tempi lontani il SIGNORE mi è apparso. «Sì, io ti amo di un amore eterno; perciò ti prolungo la mia bontà.

-L’amore di Dio è eterno, non ha né una data di produzione, né una data di scadenza! Non ha un inizio e non ha una fine! In questo brano, l’amore è rivolto al popolo di Israele, non per i meriti del popolo, ma perché l’amore è insito in Dio, da sempre, e per sempre.

1 GIOVANNI 4:10 In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati.

-Questo versetto spiega che Dio non ti ama perché lo ami, ma Dio ti amava prima che tu lo amassi. Dio ama e basta, e non c’è niente che potrai fare per farlo smettere di amarti, perché non può smettere di essere sé stesso. Il Suo amore è che Lui ha amato noi quando noi non amavamo Lui o non potevamo mostrarGli amore. Allo stesso modo noi siamo chiamati ad amare Lui anche quando non sembra che Lui ci ami. Forse senti Dio lontano, o forse non lo senti, sappi che Dio è vicino anche quando non Lo senti, e ti chiama ad amarLo e adorarLo anche in questi momenti.

GIOVANNI 3:16 Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.

-Dio è amore e Dio ama. Lui ama il mondo, anche se il mondo non lo ama. Ha amato noi, anche quando eravamo nemici (Romani 5:10).

-A questo punto facciamo un analisi dall’ebraico. Il Tetragramma sacro è il nome proprio di Dio, di cui conosciamo le consonanti, ma di cui non conosciamo le vocali, perché il popolo di Israele, in un eccesso di zelo per non far nominare in vano il Suo nome, ha scelto di nascondere le vocali. Le lettere del Tetragramma sono le seguenti in ordine da destra a sinistra: Yod, He, Vav, He. All’interno del tetragramma abbiamo quindi uno Yod, una Vav e due He. Yod significa “mano e braccio” e ricorda la mano e il braccio dell’Onnipotente (GIOVANNI 12:38, etc…) riferito quindi allo Spirito Santo. Vav significa “chiodo della tenda-picchetto” e ricorda i chiodi utilizzati per crocifiggere Gesù in croce. He richiama lo sfiatatoio, pensate per esempio a quello della balena, come a dire che Dio è il nostro respiro, la nostra vita, ma anche l’amore quando ti manca il respiro, che si ansima.

Un’altra parola con doppia He è ahavah cioè appunto “amore”, Dio (il Padre) infatti ha tanto amato il mondo da mandare Suo Figlio (GIOVANNI 3:16), e abbiamo letto 1 GV 4:8 “Dio è amore”.

La rima nella poesia ebraica, non si fa per vocali come in italiano, ma per numero di sillabe, quindi il Tetragramma sacro e la parola amore fanno rima! (secondo il Delitsch hanno la stessa vocalizzazione e pronuncia).

Ben 2 consonanti su 4 sono in comune, forse la vocalizzazione, in più Giovanni, Paolo e altri evangelisti e profeti ci hanno trasmesso il messaggio centrale dell’amore di Dio. Possiamo quindi concludere dicendo che Dio non ha amore, ma Dio è amore, è il nostro respiro, è Colui che ci ha dato la vita ed è la nostra vita. Non siamo chiamati a conoscere Dio in un senso cerebrale, ma siamo chiamati a “conoscere” Dio come due persone che si amano in modo completo. Vi invito a pensare questa settimana a Dio come al vostro fidanzato e innamorato! A farci mancare il respiro per il nostro Dio d’amore! Mettere da parte dottrine, ragionamenti e emotività umana, per seguire il Padre d’amore!

audio, culti

Arruolati sotto il generale Agnello

Arruolati sotto il generale Agnello
Culti

 
Play/Pause Episode
00:00 /
Rewind 30 Seconds
1X
clicca qui per riascoltare

Nella prima parte abbiamo affrontato il perché dell’istituzione del sacrificio degli agnelli. Che non era sufficiente ma in realtà serviva come simbolo fino all’adempimento del suo significato, cioè la venuta di Cristo: il vero Agnello!

-Abbiamo visto un valore passato e molti si fermano a quello: darci la salvezza se crediamo nel Suo sacrificio. Poi in realtà ci sono ben 2 valori futuri dell’essersi sacrificato come Agnello senza macchia: uno dei 2 è scampare il giudizio se lo onoriamo come Dio tanto quanto onoriamo il Padre.

GIOVANNI 5:22-23 Inoltre, il Padre non giudica nessuno, ma ha affidato tutto il giudizio al Figlio, affinché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio non onora il Padre che lo ha mandato.

Tanti vedono un Dio cattivo, e un Gesù vittima. Invece Gesù venne di Sua spontanea volontà a sacrificarsi e mostrare “grazia” verso di noi. E se non riceviamo questa grazia, e non ringraziamo per la grazia, passiamo sotto la Sua condanna. Sì, Gesù giudice che condanna chi non lo ringrazia con la propria vita!

APOCALISSE 5:1-14 Vidi nella destra di colui che sedeva sul trono un libro scritto di dentro e di fuori, sigillato con sette sigilli. E vidi un angelo potente che gridava a gran voce: «Chi è degno di aprire il libro e di sciogliere i sigilli?» Ma nessuno, né in cielo, né sulla terra, né sotto la terra, poteva aprire il libro, né guardarlo. Io piangevo molto perché non si era trovato nessuno che fosse degno di aprire il libro, e di guardarlo. Ma uno degli anziani mi disse: «Non piangere; ecco, il leone della tribù di Giuda, il discendente di Davide, ha vinto per aprire il libro e i suoi sette sigilli».
Poi vidi, in mezzo al trono e alle quattro creature viventi e in mezzo agli anziani, un Agnello in piedi, che sembrava essere stato immolato, e aveva sette corna e sette occhi che sono i sette spiriti di Dio, mandati per tutta la terra. Egli venne e prese il libro dalla destra di colui che sedeva sul trono.
Quand’ebbe preso il libro, le quattro creature viventi e i ventiquattro anziani si prostrarono davanti all’Agnello, ciascuno con una cetra e delle coppe d’oro piene di profumi, che sono le preghiere dei santi. Essi cantavano un cantico nuovo, dicendo: «Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai acquistato a Dio, con il tuo sangue, gente di ogni tribù, lingua, popolo e nazione, e ne hai fatto per il nostro Dio un regno e dei sacerdoti; e regneranno sulla terra».
E vidi, e udii voci di molti angeli intorno al trono, alle creature viventi e agli anziani; e il loro numero era di miriadi di miriadi, e migliaia di migliaia. Essi dicevano a gran voce: «Degno è l’Agnello, che è stato immolato, di ricevere la potenza, le ricchezze, la sapienza, la forza, l’onore, la gloria e la lode».
E tutte le creature che sono nel cielo, sulla terra, sotto la terra e nel mare, e tutte le cose che sono in essi, udii che dicevano: «A colui che siede sul trono, e all’Agnello, siano la lode, l’onore, la gloria e la potenza, nei secoli dei secoli».
Le quattro creature viventi dicevano: «Amen!»
E gli anziani si prostrarono e adorarono.

-Si creerà una situazione di stallo in cielo, in quanto nessuno sarà degno di aprire il giudizio sui ribelli. Eccetto l’Agnello immolato, Cristo, Lui è l’unico degno di aprire il giudizio dei 7 sigilli.

Quindi il 2° motivo per cui Gesù è diventato Agnello, è per essere degno di aprire la grande Tribolazione contro gli abitanti della terra che lo hanno rigettato e hanno preferito vivere per sé stessi! Coloro che hanno rifiutato i Suoi insegnamenti! Cosa vuol dire credere agli insegnamenti di Gesù? Vuol dire essenzialmente viverli e praticarli, “con” Gesù, quotidianamente. Si parla di relazione personale!

Per affrontare il terzo motivo per cui Cristo è diventato agnello, leggiamo un altro versetto di Apocalisse. Parlando della bestia, in APOCALISSE 13:8 sta scritto: “L’adoreranno tutti gli abitanti della terra i cui nomi non sono scritti fin dalla creazione del mondo nel libro della vita dell’Agnello che è stato immolato.”

Leggendo questo versetto con attenzione e meditandolo, mi si è aperto un mondo. Spesso si predica sull’importanza che i nostri nomi siano scritti nel libro della vita. E’ importante che si faccia. Ma non ho mai sentito alcuno puntualizzare a chi appartenga questo libro, e come si possa far inserire i nostri nomi all’interno. Si dice di credere in Dio, ma non è quello che dice questo versetto.

Rileggiamolo…

…sì, il libro della vita “dell’Agnello che è stato immolato”. Questo libro parla di Gesù e appartiene a Gesù. Questo vuol dire che è la Sua opera, il Suo “ministero”, non il nostro.

I nostri nomi non devono essere scritti “nel libro della vita” come se questo libro fosse una lista di chi è salvato e chi no.

I nostri nomi devono essere scritti nel “libro della vita dell’Agnello immolato” (Ap 13:8): il libro è la biografia di Gesù, parla di quello che Lui ha fatto in questi millenni sulla terra, e di chi ha lavorato CON Lui. Se tu hai avuto a che fare con Gesù, in modo determinante, fattivo, attivo, proattivo, in modo sufficiente da “meritare” di essere citato grazie a questa collaborazione, allora il tuo nome potrà essere scritto in questo libro della vita dell’Agnello-Gesù Cristo. Non si parla di nostre opere umane, ma di collaborare nel Suo ministero!

Non devo arrabattarmi a fare quello che penso sia giusto, o penso sia la mia chiamata, ma devo chiedere a Cristo il Capo, dove vuole impiegarmi, e ascoltare attentamente la Sua risposta!

Se non hai mai collaborato con Lui, non hai mai agito sotto la Sua diretta supervisione, non hai mai preso comandi direttamente da Lui, allora potrebbe non essere scritto il tuo nome anche se sei credente: infatti il libro non è la “lista dei credenti”, ma il “libro della vita dell’Agnello”. Non è questione di fare buone opere o di credere in Gesù, ma è questione di essere stati arruolati agli ordini dell’Agnello immolato e avere servito sotto di Lui, con Lui come generale!

Ti esorto e mi esorto, a collaborare con l’Agnello. Ad ambire di vedere il tuo nome scritto non “nel libro della vita”, ma “nel libro della vita dell’Agnello immolato”. Essere conosciuti in terra e in cielo, non tanto come salvati, ma come collaboratori di Gesù, che ascoltano e ubbidiscono ai comandi del loro Generale!

CONCLUSIONE. Quindi l’Agnello è morto per:

1-salvarci se applichiamo il Suo sangue sulla nostra vita.

2-essere degno di giudicare i ribelli che non gli ubbidiscono.

3-avere un Suo ministero sulla terra e arruolarci nel Suo esercito, e inserire il nostro nome nel Suo libro della vita, se ubbidiamo ai Suoi comandi.

audio, studi biblici

Didachè – Vangelo di Giovanni, cap. 4:43-5:30

Didachè – Vangelo di Giovanni, cap. 4:43-5:30
Studi Biblici

 
Play/Pause Episode
00:00 /
Rewind 30 Seconds
1X

Serie Didachè (insegnamento biblico tramite la lettura condivisa della Bibbia, dove insieme possiamo meditare, commentare e testimoniare i benefici della Parola di Dio). Oggi approfondiamo insieme il Vangelo di Giovanni, capitoli 4:43-5:30.

audio, culti

La Pasqua e lo scambio degli agnelli

La Pasqua e lo scambio degli agnelli
Culti

 
Play/Pause Episode
00:00 /
Rewind 30 Seconds
1X

Nella cultura cristiana si crede che il messaggio di Pasqua sia legato alla risurrezione, mentre in realtà è più collegato al sacrificio, alla salvezza e liberazione, a determinate condizioni (mentre invece la festa degli azzimi e la festa delle primizie sono più collegate alla risurrezione).

Quando parlo di sacrificio, non intendo che siamo chiamati a compiere chissà quali opere, ma a comprendere dei punti importanti, e cambiare vita. Facciamo un viaggio nel tempo e andiamo nell’Egitto di circa 3.500 anni fa. Dio parlava ma nessuno voleva ascoltare, anzi preferivano ignorare l’unico vero Dio, per prostrarsi di fronte a delle statue. Dio non sopporta essere sminuito e svalutato in confronto a delle sculture di pietra. Un uomo particolarmente testardo e pronto a tutto, di nome Mosè, incontra Dio e può cominciare il piano di salvezza di un popolo dalla schiavitù, e potenzialmente dell’umanità.

Attraverso 9 piaghe la situazione non cambia, ma con la 10a (la morte dei primogeniti, che non avevano il sangue dell’agnello sugli stipiti e sull’architrave della propria porta) cambia tutto. Ovviamente era tutto indirizzato per la salvezza del popolo eletto, ma chiunque avesse compreso il messaggio della piaga e agito di conseguenza, sarebbe scampato alla strage, ebreo o gentile che fosse. Ma prima dell’attuazione della 10a piaga, parte la spiegazione della Pasqua.

Ora leggiamo ESODO 12:3-13

-Il 10° giorno veniva preso un agnello. Stava con la famiglia 4 giorni, i bambini sicuramente gli avrebbero dato un nome e avrebbero giocato con lui. Il 14° giorno del mese, quindi dopo 4 giorni, l’agnello sarebbe stato ucciso, immaginatevi la reazione dei bambini. Immaginatevi il messaggio che arriva riguardo la serietà con Dio e la gravità dell’essere lontani da Lui per pensare ai propri interessi.

-L’agnello doveva essere sufficiente per far mangiare tutti, senza che ne avanzasse. Quindi richiama a una rapporto personale, una porzione per ognuno della casa nessuno escluso.

-Il sangue di quell’agnello conosciuto, veniva visto dai bambini ogni giorno, in quanto bastava guardare la porta di casa macchiata da quel sangue forse per sempre.

-Pasqua deriva dal verbo ebraico pasach, che significa passare oltre, nel senso di risparmiare, proteggere, salvare. Tutto il popolo viveva capendo la necessità di un sacrificio di sangue, che servisse affinché il giudizio passasse oltre loro e fossero risparmiati.

ISAIA 53:3-7 Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza, pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna. Tuttavia erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato; ma noi lo ritenevamo colpito, percosso da Dio e umiliato!
Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo smarriti come pecore, ognuno di noi seguiva la propria via; ma il SIGNORE ha fatto ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la bocca. Come l’agnello condotto al mattatoio, come la pecora muta davanti a chi la tosa, egli non aprì la bocca.

-In questo brano vediamo l’adempimento di Esodo 12 che era stato scritto 1400 anni prima di Cristo. Mentre Isaia è stato scritto “solo” 700 anni prima di Cristo. Il piano di Dio per la salvezza dell’uomo in Cristo, spiegato secoli prima della Sua venuta! Noi eravamo pecore che seguivano la propria via, e Lui Dio. Così Lui si è fatto pecora, agnello sacrificale, affinché noi potessimo essere salvati e liberati! Questo è lo scambio di agnelli. Otteniamo pace perché l’Agnello perfetto si è sostituito a degli agnelli imperfetti. Grazie a Gesù non serve più sacrificare gli agnellini!

GIOVANNI 1:29-30 Il giorno seguente, Giovanni vide Gesù che veniva verso di lui e disse: «Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo! Questi è colui del quale dicevo: “Dopo di me viene un uomo che mi ha preceduto, perché egli era prima di me”.

-In Esodo 12 abbiamo visto un rapporto diretto e personale con l’agnello sacrificale che stava 4 giorni con la famiglia e simboleggia Cristo Gesù. Con Lui dobbiamo avere un rapporto da “coinquilini” (dopo essere sacrificato doveva essere sufficiente per tutti i membri della famiglia nessuno escluso, e non doveva avanzare niente, per cui vediamo l’applicazione personale per ognuno di noi). Non puoi appoggiarti su opere o su meriti, ma solo sul sacrificio dell’Agnello puro, perfetto e senza macchia, applicando il Suo sangue sulla tua vita personalmente.

-Ricevendo la Pasqua di Gesù, cioè il Suo sangue come protezione sulla nostra vita, noi siamo risparmiati, protetti e salvati.

-Non devi per forza essere ebreo, ma devi per forza mettere il sangue dell’Agnello perfetto a protezione della tua casa. Il Signore non chiedeva l’etnia e poi se ebrei lasciava vivere, se egiziani uccideva i primogeniti. Cercava il sangue sulla porta, se c’era risparmiava gli abitanti della casa, se non c’era allora non risparmiava. Non ci sono scuse per non andare a Gesù, “mio padre è credente…mia madre…mia zia…sono una brava persona”, bisogna ricevere il sangue di Gesù sulla propria vita.

I figli e tutta la famiglia, non erano più bravi di chi stava fuori, ma erano più ubbidienti rimanendo in casa tutta la notte, al di qua della porta bagnata dal sangue dell’agnello. Un versetto dice “ubbidire è meglio del sacrificio”, vuol dire che il sacrificio dell’agnello non serviva a niente, ma l’ubbidienza collegata all’atto era necessaria. Siamo chiamati ad ascoltare la voce di Dio e ubbidirGli!

-Il bagnare la porta col sangue crea la forma della croce di Gesù.

L’angelo passando, vedeva la croce bagnata dal sangue e considerava già effettuato il sacrificio di Cristo su quella famiglia con secoli di anticipo. Sta scritto che il sangue degli agnelli non può salvare, ma quello era un anticipo di ciò che sarebbe accaduto in seguito, e per il Signore non esiste passato e futuro ma Lui vive sempre al presente, quindi un atto che per noi è passato o futuro, per Lui ha valore attuale. Se tu ti convertirai tra 50 anni, per Lui sei già Suo figlio in quanto Lui conosce la fine sin dall’inizio! Già prima della fondazione del mondo Lui sapeva chi l’avrebbe ricevuto e chi no, di conseguenza chi avrebbe adottato come figlio e chi no, chi scrivere nel libro della vita dell’Agnello, e chi no! Dio ama tutti indiscriminatamente, ma ha un amore più alto verso i Suoi figli, che vede attraverso il sangue del Figlio perché abbiamo sulla nostra “porta” il Suo sangue! Sta scritto “Se uno è in Cristo, egli è una nuova creatura”. La prossima settimana affronteremo due implicazioni dell’Agnello immolato!

audio, studi biblici

Didachè – Vangelo di Giovanni, cap. 3:16-4:42

Didachè – Vangelo di Giovanni, cap. 3:16-4:42
Studi Biblici

 
Play/Pause Episode
00:00 /
Rewind 30 Seconds
1X

Serie Didachè (insegnamento biblico tramite la lettura condivisa della Bibbia, dove insieme possiamo meditare, commentare e testimoniare i benefici della Parola di Dio). Oggi approfondiamo il Vangelo di Giovanni, capitoli 3:16-4:42.

audio, culti, Spirito Santo

Essere uno in Cristo

Essere uno in Cristo
Culti

 
Play/Pause Episode
00:00 /
Rewind 30 Seconds
1X

Si parla molto di ecumenismo e di unità dei credenti. Ma per capire la volontà di Dio per la Chiesa e per i Suoi figli, bisogna capire che genere di unità desidera il Padre celeste, e di quale unità parlava il Figlio quando era in terra.

Sicuramente Dio è contro le divisioni, contro le guerre e contro la maldicenza, ma bisogna capire anche cosa Lui intende per divisioni, altrimenti potremmo giudicare negativamente delle cose che apparentemente a noi sembrano divisioni, mentre invece agli occhi di Dio possono essere delle moltiplicazioni, o delle potature per togliere il marcio e permettere alla parte sana di continuare a crescere.

Per noi vedere dei membri che escono da una chiesa e ne aprono un’altra potrebbe sembrare un atto di discordia, invece potrebbe essere un fondare una realtà nuova che può testimoniare il Vangelo di Cristo a persone che non lo avrebbero ricevuto in altro modo. E delle persone che escono da una chiesa per andare in un’altra, potrebbe essere un desiderio dello Spirito Santo di far mettere a lavorare degli altri operai nella vigna del Signore.

Potremmo invece giudicare positivamente delle persone che per tanti anni rimangono in una chiesa a scaldare una sedia, senza mai mettersi veramente al servizio di Dio. Cosa è importante per il Signore?

GIOVANNI 17:20-23 Non prego soltanto per questi, ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola: che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch’essi siano in noi: affinché il mondo creda che tu mi hai mandato. Io ho dato loro la gloria che tu hai data a me, affinché siano uno come noi siamo uno; io in loro e tu in me; affinché siano perfetti nell’unità, e affinché il mondo conosca che tu mi hai mandato, e che li ami come hai amato me.

L’unità dei credenti è qualcosa di prezioso agli occhi di Dio, ma bisogna capire chi per Lui sono credenti (quali qualifiche e attributi servono per esserlo), chi per Lui è Chiesa, cosa intende Lui per unità, e unità in chi.

Non che dobbiamo fare i detective, in quanto è buono analizzare sé stessi, ma comunque faremmo bene a capire le vie di Dio. Inoltre bisogna anche distinguere tra l’unità che viene dall’uomo nella carne, e l’unità che viene da Dio nello Spirito. Dopo riprenderemo questo brano, ma prima approfondiamo alcuni concetti:

Icumène deriva da ikèo “abitare” e indica il pianeta terra cioè “la casa che tutti abitiamo” (opposto di èremos). Non riguarda Dio, ma riguarda un percorso di avvicinamento degli uomini tra loro, volendo anche escludendo Dio. Cercare di vivere in amore e in accordo, senza offese o far prevalere dottrine sugli altri: non è cristianesimo, è umanesimo. Non è questo che Gesù ha insegnato, anzi!

Alcune divisioni sono buone e vi porto alcuni esempi.

MATTEO 23:13 Ma guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché serrate il regno dei cieli davanti alla gente; poiché non vi entrate voi, né lasciate entrare quelli che cercano di entrare.

GALATI 2:11-14 Ma quando Cefa venne ad Antiochia, gli resistei in faccia perché era da condannare. Infatti, prima che fossero venuti alcuni da parte di Giacomo, egli mangiava con persone non giudaiche; ma quando quelli furono arrivati, cominciò a ritirarsi e a separarsi per timore dei circoncisi. E anche gli altri Giudei si misero a simulare con lui; a tal punto che perfino Barnaba fu trascinato dalla loro ipocrisia. Ma quando vidi che non camminavano rettamente secondo la verità del vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti: «Se tu, che sei giudeo, vivi alla maniera degli stranieri e non dei Giudei, come mai costringi gli stranieri a vivere come i Giudei?»

ATTI 15:36-41 Dopo diversi giorni, Paolo disse a Barnaba: «Ritorniamo ora a visitare i fratelli di tutte le città in cui abbiamo annunciato la Parola del Signore, per vedere come stanno». Barnaba voleva prendere con loro anche Giovanni detto Marco. Ma Paolo riteneva che non dovessero prendere uno che si era separato da loro già in Panfilia, e non li aveva accompagnati nella loro opera. Nacque un aspro dissenso, al punto che si separarono; Barnaba prese con sé Marco e s’imbarcò per Cipro;
Paolo, invece, scelse Sila e partì, raccomandato dai fratelli alla grazia del Signore.
E percorse la Siria e la Cilicia, rafforzando le chiese.

Poi vediamo che Paolo cambierà idea, grazie a Barnaba e alla maturazione di Marco stesso: “Prendi Marco e conducilo con te; poiché mi è molto utile per il ministero.” (2 TIMOTEO 4:11)

Tutti sbagliano (e tutti sbagliamo), ma non dobbiamo cadere nell’errore del tollerare tutto a danno del Vangelo. Soprattutto, dobbiamo essere mossi dagli insegnamenti-comandamenti di Cristo, e nessuno di questi deve annullare gli altri: AMARE DIO – AMARE IL PROSSIMO – FARE DISCEPOLI. Essere uno rientra all’interno dell’amare il prossimo (essere uno non è un comandamento, ma una preghiera). Essere uno non deve impedire il fare discepoli, o l’amare Dio, e non deve neanche impedirci di amare il prossimo. Se io frequentando una chiesa, sono impedito dall’amare alcune persone (perché la chiesa mi vieta di frequentarle, o perché le evangelizzo e la chiesa le fa scandalizzare) allora non ci siamo. Personalmente ho vissuto più volte questo!

L’unità fra i credenti è molto importante, ma il testo evidenzia che questi credenti devono essere uniti in Dio. Dire quello che dice lo Spirito Santo, e fare quello che fa il Padre. Rileggiamo GIOVANNI 17:20-23

Non c’è unità senza Cristo, vivente e operante. Non c’è unità senza lo Spirito che guida la nostra vita. Troppe chiese sono cristiane di nome e non di fatto!

GIOVANNI 17:8 poiché le parole che tu mi hai date le ho date a loro; ed essi le hanno ricevute e hanno veramente conosciuto che io sono proceduto da te, e hanno creduto che tu mi hai mandato.

GIOVANNI 14:12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre;

Ci sono tanti che perdono tempo nel fare incontri, riunioni, preghiere per l’unità. Invece dovrebbero fare opere maggiori di quelle di Gesù. Parlano dell’ecumenismo, o usano il “potere dell’abuso spirituale” dichiarandosi tuoi “padri spirituali” e che non devi “trascurare la comune adunanza” invece dovrebbero ripetere le parole del Padre come faceva Gesù quando era sulla terra. Non abbiamo bisogno di una super religione o super denominazione cristiana, quella arriverà e servirà all’anticristo. A noi serve di essere uno in Cristo con Cristo in noi tramite lo Spirito Santo. Serve di ascoltare il Padre e guardare il Padre cosa fa e cosa vuole compiere, per seguirLo e agire per la Sua gloria e l’espansione del Suo Regno. Il buonismo carnale non serve a niente a noi, come ho detto servirà all’anticristo, a noi serve invece essere discepoli temerari del nostro unico grande Maestro Gesù Cristo! Uniti nello Spirito, nell’ascolto di Dio.

audio, letture bibliche, studi biblici

Didachè – Vangelo di Giovanni, cap. 2:1-3:16

Didachè – Vangelo di Giovanni, cap. 2:1-3:16
Studi Biblici

 
Play/Pause Episode
00:00 /
Rewind 30 Seconds
1X

Serie Didachè (insegnamento biblico tramite la lettura condivisa della Bibbia, dove insieme possiamo meditare, commentare e testimoniare i benefici della Parola di Dio). Oggi approfondiamo il Vangelo di Giovanni, capitoli 2:1-3:16.

audio, culti, Spirito Santo

7 obiettivi dello Spirito Santo

7 obiettivi dello Spirito Santo
Culti

 
Play/Pause Episode
00:00 /
Rewind 30 Seconds
1X

Come dico spesso, l’essere umano è stato creato per avere rapporti sociali perché Dio stesso, il Creatore, è una persona che desidera rapporti sociali con l’uomo. Noi siamo stati creati anche per avere rapporti sociali con Dio stesso.

Tanti dicono di credere in Dio, ma non hanno alcun rapporto con Lui. Tanti altri sanno che Dio desidera un rapporto con loro, e almeno in passato lo hanno avuto, ma non sanno niente di Dio, o molto poco, o non parlano più con Lui o non lo ascoltano più, o tutte queste cose insieme.

Oggi vorrei approfondire la persona dello Spirito Santo, capire chi è e cosa fa. Cosa vuole, e come distinguere quando è Lui e quando non è Lui. Lo Spirito ha 7 scopi e azioni (almeno 7 sono quelli che ho trovato in Giovanni). Non sto parlando di doni, ministeri, o del frutto, ma proprio di 7 scopi dello Spirito per conoscerLo e distinguerLo.

GIOVANNI 14:22-26 Giuda (non l’Iscariota) gli domandò: «Signore, come mai ti manifesterai a noi e non al mondo?» Gesù gli rispose: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi udite non è mia, ma è del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose, stando ancora con voi; ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto.

Questo brano segue quanto abbiamo letto la scorsa settimana. Prosegue il discorso sul fatto che chi ama Gesù, osserva e si attiene alla Sua Parola e ai Suoi comandamenti-insegnamenti. Così facendo verremo amati dal Padre, in un modo speciale, e instaureremo con Lui un rapporto speciale e profondo. Un ruolo speciale, da collegamento, lo svolge lo Spirito Santo. Ma non è un ruolo passivo, bensì un ruolo attivo attraverso 7 (e più) azioni e scopi!

  1. consolarci

Se sei scoraggiato, demoralizzato, depresso, puoi vincere la tua negatività, ma il punto è ricevere lo Spirito Santo, i Suoi pensieri, la Sua presenza e lasciarlo operare liberamente. Lui non vuole lasciarci in trappola nell’angoscia, ma liberarci e darci la gioia della Sua presenza. Vorrei chiarire che né tu e né io siamo al centro, ma è Gesù al centro, però il Padre ci ama e ci manda il Consolatore anche se non siamo noi al centro!

Parakletos: avvocato, intercessore, consolatore, conforto, aiutante.

  1. insegnarci ogni cosa

Lo Spirito Santo vuole insegnarci. Potremmo pensare di essere “strutti” di nostro, cioè già pronti per criticare quello che fa questo, e quell’altro che fa quest’altro. Potremmo essere convinti di saper affrontare la vita e ogni situazione, ma abbiamo bisogno dell’insegnamento quotidiano da parte dello Spirito Santo! La nostra saggezza umana è utile in piccolissima parte, ma per il grosso è infallibile solo la saggezza dello Spirito!

  1. ricordarci le cose dette da Gesù

Per me la Bibbia è la cosa più preziosa al mondo, puoi conoscerla a memoria, ma senza lo Spirito Santo, non ti servirà a molto. E’ uno dei ruoli dello Spirito Santo, il ricordarci cosa ha detto Gesù e farlo fruttificare nella nostra vita. Gli insegnamenti di Gesù sono stati sentiti da migliaia di persone mentre era in vita, e da miliardi di persone nel corso della storia, ma solo le persone che si sono prostrate ai piedi della croce e con cuore sincero chiedevano di ricevere la rivelazione dello Spirito, hanno potuto vedere la loro vita cambiare e la mano di Dio all’opera!

GIOVANNI 15:22-27 Se non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero colpa; ma ora non hanno scusa per il loro peccato. Chi odia me, odia anche il Padre mio. Se non avessi fatto tra di loro le opere che nessun altro ha mai fatte, non avrebbero colpa; ma ora le hanno viste, e hanno odiato me e il Padre mio. Ma questo è avvenuto affinché sia adempiuta la parola scritta nella loro legge: “Mi hanno odiato senza motivo“.
Ma quando sarà venuto il Consolatore che io vi manderò da parte del Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli testimonierà di me; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio.

  1. testimoniare di Gesù

In un mondo in trappola, Gesù è venuto a portare luce e libertà. Una speranza. Il mondo non vuole ascoltare la Sua voce, ma si compiace delle tenebre, eppure ci saranno ancora altri milioni di persone che si convertiranno e che preferiranno la luce alle tenebre. Questo accadrà grazie allo Spirito che testimonierà di Lui, e a noi se siamo Suoi strumenti. Lo Spirito non testimonia la bravura dell’uomo, ma la bravura di Cristo. Non testimonia della bontà dell’uomo ma della bontà di Cristo. Mi spaventano sempre le profezie che non sono incentrate su Cristo, perché lo Spirito testimonia di Cristo, quindi una profezia che non testimonia di Cristo, probabilmente non viene dallo Spirito Santo. Non mi interessa una roba del genere!

Anche i miracoli e le guarigioni, sono possibili, anzi avvengono ancora oggi, più di 2.000 anni fa con Gesù, ma quello che opera lo Spirito, testimonia di Gesù non dell’uomo!

GIOVANNI 16:12-15 Ho ancora molte cose da dirvi; ma non sono per ora alla vostra portata; quando però sarà venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi annuncerà le cose a venire. Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà. Tutte le cose che ha il Padre, sono mie; per questo ho detto che prenderà del mio e ve lo annuncerà.

  1. guidarci nella verità

Non cadere mai nell’errore di decidere della tua vita. Sì sei intelligente e hai la testa sulle spalle, ma i nostri passi vanno nella giusta direzione, quando seguiamo Gesù, quando siamo guidati dallo Spirito Santo. Potremmo inizialmente sentirci frustrati come dei bambini che non possono giocare con i giocattoli che vorrebbero loro, ma lo Spirito solo è in grado di non farci cadere nella menzogna. Se pensi di essere arguto, attento che già questa è una menzogna. Solo lo Spirito ci può guidare nella verità, e se non lo riesci a sentire, chiuditi nella cameretta e aspetta. Se hai bisogno di prendere una decisione urgente, fai aspettare la decisione! Decide lo Spirito e deve guidare lo Spirito!

  1. annunciare le cose a venire

Ovviamente il fulcro di questo scopo è l’escatologia, cioè lo studio degli ultimi tempi. Ma in realtà lo Spirito può annunciare anche altre cose a venire, quando serve per farci maturare in Cristo, e salire a livelli di fede maggiori.

Abbiamo già raccontato di come il Signore ci ha parlato negli ultimi anni. Che Sara sentiva da parte del Signore la parola “quarantena” nel dicembre 2019, e non si sarebbe parlato di fare una quarantena in Italia e nemmeno in Cina, se non un mese dopo. A dicembre ancora nessun giornale aveva scritto niente riguardo il Covid. C’era solo quel medico cinese, non ascoltato dai suoi capi, figurarsi dai giornali. Addirittura il Signore aveva cominciato a dire a me oltre un anno prima “scorte per 3 mesi”, e io facevo una testa tanta a Sara dicendole di fare scorte per 3 mesi. La mia testa aveva ipotizzato uno shock energetico, e quindi sarebbe servito cibo che si potesse mangiare anche senza scaldarlo e senza conservarlo in frigo, ma quella era una mia reinterpretazione di quello che mi aveva detto lo Spirito “scorte per 3 mesi”. Lo Spirito preannuncia gli “ultimi tempi” ma anche i “prossimi tempi”. Ti mette al sicuro da calamità, scoraggiamenti, difficoltà. Non vuol dire evitare i problemi, ma se ascolti lo Spirito hai una corsia preferenziale in mezzo al “traffico” di questo mondo.

  1. glorificare Gesù

Abbiamo parlato dell’importanza del testimoniare di Gesù. Siamo qui per questo. Ma c’è uno scopo più alto (se possibile), glorificare Gesù. Dio è degno di gloria, e non condivide la Sua gloria con nessuno, anche perché nessuno è degno di ricevere parte della Sua gloria. Non c’è luogo migliore dello stare nel “Kavod” del Signore, e sentire il peso della Sua gloria. Ovviamente qui sulla terra possiamo sperimentarlo in parte, ma considerate che le vite vengono cambiate alla presenza del Signore. Cuori vengono sanati, malattie vengono guarite e persone legate vengono liberate.

E’ buono anche prepararsi perché è questo che faremo in cielo. Non staremo a truccarci tutto il giorno. Non giocheremo a pallone da mattina a sera. Non so come saranno le attività, ma di sicuro glorificheremo Dio!

CONCLUSIONE Lo Spirito Santo ci riporta la voce di Dio, e per distinguerLo dalle “false voci” che vengono dal nemico o dalle distrazioni, è bene capire quali sono i Suoi scopi. Ogni altro scopo o risultato (ansia, inganno, falsità, stress, gloria dell’uomo, confusione, dottrine strane, idoli che sostituiscono Gesù) è da rigettare!

Invece la Parola ci invita tutti a riconoscere le azioni dello Spirito nella nostra vita, che sono: consolarci, insegnarci ogni cosa, ricordarci le cose dette da Gesù, testimoniare di Gesù, guidarci nella verità, annunciare le cose a venire, glorificare Gesù.

audio, letture bibliche, studi biblici

Didachè – Vangelo di Giovanni, intro + cap. 1

Didachè – Vangelo di Giovanni, intro + cap. 1
Studi Biblici

 
Play/Pause Episode
00:00 /
Rewind 30 Seconds
1X

Da oggi inizia la serie Didachè, una lettura condivisa della Bibbia dove insieme possiamo meditare, commentare e testimoniare i benefici della Parola di Dio. Partiamo dall’introduzione al Vangelo di Giovanni e l’analisi del capitolo 1.

audio, culti

Il cuore di Dio nei Suoi comandamenti

Il cuore di Dio nei Suoi comandamenti
Culti

 
Play/Pause Episode
00:00 /
Rewind 30 Seconds
1X

Le parole legge e comandamento fanno scappare le persone, ma il concetto che ci vuole trasmettere Dio è ben diverso da quello che capiamo noi con i nostri paraocchi moderni e occidentali, abbiamo bisogno di fare un’analisi culturale e etimologica per comprendere cosa sono veramente i comandamenti.

Ci sono diversi termini per indicare legge e comandamento, ma il più famoso e generale è Torah. E’ il termine che gli ebrei utilizzano per indicare quello che noi chiamiamo Pentateuco, cioè i primi 5 libri della Bibbia scritti da Mosè, oltre che i 10 comandamenti.

Interpretare la parola ebraica torah con legge, è come interpretare la parola padre con “inflessibile disciplinatore”. Mentre un padre svolge il compito anche di disciplinare i propri figli, lui è molto di più, e allo stesso modo torah è molto più di “legge”. La parola Torah deriva dalla radice del verbo yarah, che significa lanciare, tirare. Potrebbe trattarsi del tirare una pietra, tirare una freccia con l’arco, o puntare il dito per mostrare una direzione.

Un’altra parola che deriva da questa radice è la parola moreh, che può significare arciere (uno che tira con l’arco), o un insegnante (uno che indica la strada).

Di conseguenza la parola Torah letteralmente indica l’insegnamento dell’insegnante o del genitore, che è così apprezzato dalla cultura ebraica, che hanno una festa per la torah con balli, danze, salti, fanno il trenino in gruppo davanti le sinagoghe, anche dentro, dove si passano i rotoli della torah (Simchat Torah).

Potremmo raffigurare il concetto di Torah, come quando un genitore assegna al figlio una nuova mansione o un nuovo incarico o un compito, e il figlio dimostra volontà di imparare e riuscire ma fallisce completamente, a quel punto il genitore non lo punisce, ma lo incoraggia a tentare nuovamente. In contrasto, la legge secondo il nostro sbagliato pensiero occidentale è un insieme di regole che se non osservate causano punizione e non c’è spazio per l’insegnamento. La Torah di Dio contiene i Suoi insegnamenti di amore per il bene e la crescita dei Suoi figli, insegnamenti che sono dati in amore per incoraggiare, rafforzare, far evitare il male, la distruzione e i circoli viziosi dannosi.

Per riassumere, la torah di Dio (non Legge, ma Istruzioni e Insegnamento) è conoscenza che segna la direzione da seguire nella vita. Una conoscenza passata da chi è esperto e preparato, a chi è novizio studente o figlio.

GIOVANNI 14:15-21 «Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi. Non vi lascerò orfani; tornerò da voi. Ancora un po’, e il mondo non mi vedrà più; ma voi mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno conoscerete che io sono nel Padre mio, e voi in me e io in voi. Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò e mi manifesterò a lui».

Osservare i comandamenti di Gesù è dimostrazione di amore nei Suoi confronti. Se lo ami osservi i Suoi comandamenti, se non lo ami allora criticherai e sfuggirai ai Suoi comandamenti. Ma Gesù lo mette come test, dice: “Se osservi i Miei comandamenti mi ami veramente, se non osservi i Miei comandamenti e dici di amarmi, di essere credente, allora sei un bugiardo perché non è vero che Mi ami”. MOLTO DURO, MA MOLTO VERO!

Un altro aspetto che passa da questo brano, è che osservando i comandamenti di Gesù e dimostrando di amarLo, verremo amati dal Padre, e ci manderà il consolatore, lo Spirito della Verità, e tutti e 3 si manifesteranno a noi, altrimenti no. Alzi la mano chi vuole essere consolato e incontrare il Padre e il Figlio!

I principali comandamenti che abbiamo da adempiere sono 3:

1 – Amare Dio

MATTEO 22:37-38 Gesù gli disse: «”Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente“. Questo è il grande e il primo comandamento.

DEUTERONOMIO 6:4-9 Ascolta, Israele: Il SIGNORE, il nostro Dio, è l’unico SIGNORE. Tu amerai dunque il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze. Questi comandamenti, che oggi ti do, ti staranno nel cuore; li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, te li metterai sulla fronte in mezzo agli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle porte della tua città.

1 CORINZI 16:22 Se qualcuno non ama il Signore,sia anatema. Maranatha.

Se qualcuno non ama il Signore sia “votato allo sterminio”.

2 – Amare il prossimo

MATTEO 22:39 Il secondo, simile a questo, è: “Ama il tuo prossimo come te stesso“.

MATTEO 22:40 Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti».

Se hai questo equilibrio dell’amare Dio più di te stesso, e dell’amare i tuoi vicini, i colleghi e i tuoi figli, come te stesso, allora hai l’equilibrio giusto.

LEVITICO 19:18 Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il prossimo tuo come te stesso. Io sono il SIGNORE.

ROMANI 13:8-9 Non abbiate altro debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri; perché chi ama il prossimo ha adempiuto la legge. Infatti il «non commettere adulterio», «non uccidere», «non rubare», «non concupire» e qualsiasi altro comandamento si riassumono in questa parola: «Ama il tuo prossimo come te stesso».

GALATI 5:14 poiché tutta la legge è adempiuta in quest’unica parola: «Ama il tuo prossimo come te stesso».

GIACOMO 2:8 Certo, se adempite la legge regale, come dice la Scrittura: «Ama il tuo prossimo come te stesso», fate bene;

3 – Fare discepoli

MATTEO 28:18-20 E Gesù, avvicinatosi, parlò loro, dicendo: «Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente».

AMARE DIO – AMARE IL PROSSIMO – FARE DISCEPOLI

Sono contemporaneamente un obbligo che abbiamo, un modo per dimostrare amore nei confronti di Gesù riconoscendo il profondo messaggio di amore che Lui e il Padre hanno mostrato nei nostri confronti, e lo scopo della nostra vita, per dare il senso che le spetta: siamo fatti per questo, cioè amare Dio, il prossimo e fare discepoli.

Come dico sempre, Dio non ti chiede mai di fare qualcosa senza averla fatta Lui per primo. E’ venuto in terra senza averne l’obbligo, e ha dato la Sua vita per amore nostro. Ha amato sé stesso e noi, e ci ha discepolati con tutte le nostre ribellioni e confusioni. Ci ama, ci tocca, ci incoraggia e consola, affinché anche noi possiamo amare, toccare le persone, incoraggiare e consolare!

Inoltre Dio non ti chiede mai di fare qualcosa che non puoi fare. Lui ti conosce perfettamente, in quanto ti ha assemblato pezzo per pezzo. Se dice che puoi fare una cosa, allora puoi riuscirci!

Quindi, per concludere, qual è il cuore di Dio nei Suoi “comandamenti”-istruzioni: istruirci ad amare Lui, ad amare noi stessi, ad amare gli altri allo stesso modo e allo stesso livello, e discepolare i nostri amici, parenti, vicini, i popoli e le nazioni.

audio, Spirito Santo, studi biblici

STUDIO SULLO SPIRITO SANTO (parte 5) – Le 4 tipologie di lingue spirituali

STUDIO SULLO SPIRITO SANTO (parte 5) – Le 4 tipologie di lingue spirituali
Studi Biblici

 
Play/Pause Episode
00:00 /
Rewind 30 Seconds
1X

Delle 4 tipologie di lingue, 2 sono per il ministero pubblico e 2 per quello privato. Hanno caratteristiche e peculiarità diverse le une dalle altre, per questo le approfondiremo nel dettaglio citando diversi riferimenti biblici per capirle al meglio. Non sono comunque un punto di arrivo nel percorso di fede ma solo di passaggio.

1 – Le lingue pubbliche “straniere” non studiate, che servono per evangelizzare.

1 CORINZI 14:21-22 È scritto nella legge: «Parlerò a questo popolo per mezzo di persone che parlano altre lingue e per mezzo di labbra straniere; e neppure così mi ascolteranno», dice il Signore. Quindi le lingue servono di segno non per i credenti, ma per i non credenti; la profezia, invece, serve di segno non per i non credenti, ma per i credenti.

Il riferimento biblico parla di lingue “straniere”. Paolo non ha coniugato un nuovo termine per spiegare le 4 tipologie di lingue, quindi dobbiamo fare attenzione ogni volta che parla di lingue e capire a quale tipologia si riferisce! In questo riferimento, come in ATTI 2:5-11, si parla del primo tipo di lingue, quello in cui lo Spirito ci guida a parlare una lingua straniera non conosciuta e non studiata (non angelica!), principalmente a scopo evangelistico (come “segno per i non credenti”). Infatti a Pentecoste, i pellegrini ebrei sentivano queste lingue come fossero parlate da madre lingua, e si meravigliavano dicendo “non sono galilei?”, quindi non parlavano le lingue straniere con inflessioni straniere, ma con padronanza madre-lingua, che è solo opera dello Spirito Santo. Inoltre è da notare l’argomento chiaro traducibile letteralmente e non interpretabile, “li udiamo parlare delle grandi cose di Dio nelle nostre lingue” (ATTI 2:11), quindi i non credenti hanno parte attiva nelle lingue del primo tipo, essendo loro i primi a tradurre dalle loro lingue natìe, il messaggio che lo Spirito dona e convertendosi o comunque essendo loro per primi interessati a ricevere la spiegazione del Vangelo e poi convertirsi (ATTI 2:37-41)! Dunque lingue straniere conosciute da chi ascolta e non è credente, per catturare la sua attenzione, ma non conosciute da chi parla in queste lingue! Ciò è successo a Pentecoste, ad Azusa street, ma capita anche oggi!

2 – Lingue pubbliche, celesti, per “l’interpretazione”, che servono per edificare i credenti. Notoriamente chiamate anche “dono delle lingue” o “diversità di lingue”.

1 CORINZI 12:10 a un altro, diversità di lingue e a un altro, l’interpretazione delle lingue;

Il “dono delle lingue” è solo per l’interpretazione. Non ha senso parlare in lingue nell’assemblea (occhio che non dice in una riunione di preghiera, ma nell’assemblea) se non c’è nessuno che interpreti quanto detto in lingue!

1 CORINZI 14:28 Se non vi è chi interpreti, tacciano nell’assemblea e parlino a se stessi e a Dio.

Attenzione che a differenza delle “lingue straniere”, il dono delle lingue è per una interpretazione e non una traduzione. Il messaggio delle lingue celesti (cioè la seconda, terza e quarta tipologia) è intraducibile letteralmente in quanto lo Spirito ci spinge a spiegare cose oltre la comprensione e il linguaggio umano. Nel caso del dono di lingue quindi, avviene una “interpretazione” che è un “adattamento” non esattamente letterale al linguaggio terreno per far comprendere il messaggio. Questo dono è inutile senza l’interpretazione, e in tal caso è meglio stare zitti nell’assemblea! Senza l’intepretazione del “dono” la chiesa non può essere edificata, quindi questo dono da solo è inefficace.

1 CORINZI 14:27 Se c’è chi parla in altra lingua, siano due o tre al massimo a farlo, e l’uno dopo l’altro, e qualcuno interpreti.

Il dono delle lingue si manifesta 2 o 3 al massimo, e uno dopo l’altro, non in contemporanea, e verbo all’“imperativo” qualcuno interpreti!

Il dono delle lingue (seconda tipologia di lingue) non è per tutti proprio come non tutti sono apostoli,profeti,insegnanti,etc (1 CORINZI 12:28-30).

RIEPILOGO PRIME DUE MANIFESTAZIONI, quelle pubbliche “straniere” e quelle pubbliche per la chiesa che devono essere interpretate (dono):

1 CORINZI 14:22-23 Quindi le lingue servono di segno non per i credenti, ma per i non credenti; la profezia, invece, serve di segno non per i non credenti, ma per i credenti. Quando dunque tutta la chiesa si riunisce, se tutti parlano in altre lingue ed entrano degli estranei o dei non credenti, non diranno che siete pazzi?

Quelli che non capiscono che in questo versetto si parla di due lingue diverse, vanno in confusione e pensano che la Bibbia si contraddica. Invece bisogna evidenziare al v.22 le lingue “come segno” per evangelizzare (=pubbliche, in lingue terrene, che lo Spirito da quando c’è una persona nativa di quella lingua sconosciuta a chi la parla), mentre al v.23 si parla esplicitamente dell’errore di parlare in lingue celesti senza interpretazione nell’assemblea pubblica della chiesa, soprattutto quando possono esserci dei non credenti, o degli “idiòtes” cioè “ignari, amatori, dilettanti, ignoranti, non istruiti, non dotati” cioè persone che si definiscono cristiane, ma che non hanno alcuna esperienza con il riempimento dello Spirito Santo. Il primo tipo (le lingue “straniere”) avvicina i non credenti, il secondo tipo (il dono delle lingue soprattutto non interpretato o la preghiera in lingue) li fa scappare e credere che siamo pazzi, impedendo la diffusione del Vangelo. Come sempre ci vuole discernimento ed equilibrio. Purtroppo ho incontrato diverse persone scandalizzate e lontane dalla chiesa, perchè spaventate e impaurite dalle lingue nell’adunanza domenicale (ovviamente non erano “lingue straniere” come segno). Ricordiamoci che lo “Spirito dei profeti è sottoposto ai profeti” e quindi chiunque parla da parte di Dio deve saper discernere il momento giusto per comunicare il messaggio!

Poi si può pregare liberamente nella propria cameretta e ci sono incontri di preghiera nelle chiese fra credenti “istruiti”, dove dobbiamo lasciare completo spazio allo Spirito, sottolineo dobbiamo! Paolo fa una chiara distinzione tra lingue private e lingue per il pubblico quando ci sono non credenti e ignoranti. Le manifestazioni devono essere adeguate al contesto!

1 CORINZI 14:39-40 Pertanto, fratelli, desiderate il profetare, e non impedite il parlare in altre lingue; ma ogni cosa sia fatta con dignità e con ordine.

Paolo inventiva il profetizzare il parlare in lingue, ma fa capire che bisogna discernere con “dignità” e “ordine” non come limitazione dello Spirito, ma come rispetto delle persone con cui ci si trova, visto che l’assemblea domenicale si svolge solo 2 ore a settimana, ogni credente ha a disposizione 166 ore a settimana per parlare in lingue, da solo nella propria cameretta, o in incontri di preghiera con i fratelli.

1 CORINZI 14:18-19 Io ringrazio Dio che parlo in altre lingue più di tutti voi; ma nella chiesa preferisco dire cinque parole intelligibili per istruire anche gli altri, che dirne diecimila in altra lingua.

Quindi nell’assemblea o in altre riunioni di chiesa dove si sa che partecipano non credenti, o persone che sono ancora all’inizio della comprensione di Cristo, è meglio dire solo 5 parole nella propria lingua e con la propria intelligenza, che 10.000 in altra lingua=meglio non parlare in lingue se non sai per certo che ci sono tutti credenti intorno a te e che ci sarà sicuramente qualcuno che interpreta! Se intercedi o preghi in lingue, a casa o nelle riunioni di preghiera fra credenti, sei liberissimo, negli incontri pubblici o nell’assemblea domenicale no! Il dono delle lingue serve per l’edificazione dei credenti attraverso la conseguente interpretazione, vi ricordate la pubblicità di Alpitour (No Alpitour? aiaiaiai!)=No interpretazione? Aiaiaiaiai (No lingue)!

3 – Lingue private per la preghiera personale. Private a casa, o in incontri di preghiera tra credenti, per edificazione (costruzione) personale.

1 CORINZI 14:13-15 Perciò, chi parla in altra lingua preghi di poter interpretare; poiché, se prego in altra lingua, prega lo spirito mio, ma la mia intelligenza rimane infruttuosa. Che dunque? Pregherò con lo spirito, ma pregherò anche con l’intelligenza; salmeggerò con lo spirito, ma salmeggerò anche con l’intelligenza.

Le lingue pubbliche, come la profezia, servono per comunicare un messaggio di Dio all’uomo, infatti in questo capitolo vediamo che il dono di lingue interpretato è “equiparato” alla profezia, mentre è inutile nell’assemblea senza l’interpretazione. In questi 3 versetti vediamo invece l’utilizzo delle lingue nella preghiera privata e personale, nella “cameretta” o nel “segreto” come dice Gesù. Siamo nel campo dell’edificazione personale. Se vuoi servire Dio allora devi mirare alla benedizione dei fratelli, ma come esseri umani abbiamo anche i nostri bisogni materiali e spirituali, e qui interviene la preghiera personale, in lingue ma anche con l’intelligenza, cioè per me in italiano. Anche il cantare e l’adorare può essere fatto in entrambi i modi, anzi siamo fortemente incoraggiati a pregare e cantare sia con l’intelligenza che con lo Spirito. All’inizio del capitolo Paolo aveva in mente proprio questo quando dice:

1 CORINZI 14:2 Perché chi parla in altra lingua non parla agli uomini, ma a Dio; poiché nessuno lo capisce, ma in spirito dice cose misteriose.

Quindi eccetto le lingue come segno per evangelizzare (1° tipo), e il dono delle lingue che viene interpretato (2° tipo), le lingue non sono per parlare agli uomini, ma a Dio, quindi vanno usate nella cameretta o in una riunione di preghiera, e non in pubblico! Badate bene che Paolo diceva che lui parlava in lingue più dei credenti di Corinto, questo vuol dire che probabilmente parlava in lingue ore ogni giorno, e per noi non dovrebbe essere diverso, ma ormai siamo chieso-centrici, quindi preghiamo solo quando lo facciamo in chiesa, leggiamo la Bibbia solo quando siamo con la chiesa, e così via, quindi siamo rammolliti e schiacciati da tutte le parti. Ma non è questo il pensiero di Dio, siamo chiamati a vivere nello Spirito anche le altre 166 ore (non solo le 2 ore la settimana che passiamo in chiesa)!

1 CORINZI 14:4 Chi parla in altra lingua edifica se stesso

Parlare in lingue serve per l’edificazione personale ed è inutile nella chiesa, ma se c’è l’interpretazione, allora il parlare in altra lingua reca il messaggio alla chiesa ugualmente come lo fa la profezia (v.5).

GIUDA 20 Ma voi, carissimi, edificando voi stessi nella vostra santissima fede, pregando mediante lo Spirito Santo,

Ancora una volta, la preghiera nello Spirito, o in lingue, serve per edificarci. Se hai bisogno di edificarti, rafforzarti nella fede, e fortificarti, prega nello Spirito! Dio desidera edificare noi, ma anche edificare i nostri fratelli. Ci vuole il giusto equilibrio perchè a volte abbiamo bisogno noi che la nostra fede venga rafforzata, o di avere potenza, e quindi è meglio pregare nello Spirito nella nostra cameretta, mentre poi quando siamo più forti, possiamo incoraggiare gli altri ed essere strumento di benedizione attraverso i doni spirituali come il dono delle lingue, di interpretazione o altri.

Sia chiaro che può capitare di avere lo Spirito Santo e non poter pregare in lingue, ma potrebbe essere una situazione temporanea di alcuni mesi, io personalmente dal battesimo in acqua al riempimento dello Spirito, ho trascorso 3 mesi di preghiera e desiderio del riempimento, con l’agevolazione del ritiro spirituale dove si pregava diverse ore al giorno insieme ad altre persone affamate dello Spirito. Dove c’è fame dello Spirito, lo Spirito si manifesta ed opera!

Un credente che non è ancora ripieno di Spirito, ha la capacità di esserlo, deve desiderarlo e deve avere l’occasione=deve richiederlo in preghiera, e frequentare una chiesa o un ritiro spirituale, dove si lascia spazio allo Spirito Santo! E’ come quando due persone vanno al fiume a fare il bagno. Uno si immerge e si lascia trasportare, mentre l’altro cerca di camminare nel fiume resistendo alla corrente e facendo fluire il fiume intorno a lui. Chi parla in lingue, o manifesta altri doni spirituali, è qualcuno che si è abbandonato al flusso dello Spirito (e ovviamente deve essere entrato nel fiume, quindi in un “ambiente” adatto). Chi ancora non parla in lingue, forse non ha totalmente arreso la propria vita a Cristo, non si sta lasciando andare nel fiume dello Spirito, o forse non è in un “ambiente” adatto. Approfondiremo meglio più avanti e specialmente di persona, sia chiaro però che il cammino con Dio, è un “cammino”, quindi ci sono sempre passi da fare per sperimentare le benedizioni che il Signore vuole darci (e che non si fermano solo al parlare in lingue)!

4 – Lingue per l’intercessione. Private a casa, o in incontri di preghiera tra credenti, per intercedere nel modo corretto, con le parole precise dello Spirito, che sono migliori di quelle della nostra umana sapienza.

ROMANI 8:26-27 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede egli stesso per noi con sospiri ineffabili; e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.

Lo Spirito ci soccorre nelle nostre debolezze…quali? Peccati? No! “Perché non sappiamo pregare come si conviene”. Lo Spirito ci soccorre con linguaggi nello Spirito, per pregare, e soprattutto intercedere, al posto nostro! La nostra debolezza è non conoscere la volontà di Dio, e soprattutto non conoscere le verità spirituali e i legami spirituali dietro le situazioni. Lo Spirito invece conosce il cuore di Dio e i legami spirituali creati dal nemico, quindi Lui sa come pregare, io no! Quindi lo Spirito, invece che spiegarmi tutti i dettagli, molti dei quali comunque non potrei capirli, direttamente prega Lui al posto mio, nel modo corretto, se io glielo permetto! Lui stesso intercede per me e per te, secondo il volere di Dio (=secondo la volontà di Dio). Chiunque parla in lingue, ha sperimentato almeno una volta cosa vuol dire intercedere per qualcuno, senza sapere per chi! Con lo Spirito Santo è possibile. Però è anche possibile che dopo averlo fatto, possiamo chiedere allo Spirito di rivelarci per chi o per cosa abbiamo pregato, e che lo Spirito ce lo riveli. Potrebbe addirittura essere che intercediamo per qualcuno che nemmeno conosciamo, ma che il Signore potrebbe farci conoscere a breve. L’importante è essere aperti allo Spirito, dargli il nostro tempo, la nostra vita, e la nostra “voce” per pregare!

audio, culti

La completa armatura di Dio 2

La completa armatura di Dio 2
Culti

 
Play/Pause Episode
00:00 /
Rewind 30 Seconds
1X

Nella prima parte di questa serie su EFESINI 6:10-18, abbiamo affrontato l’importanza dell’indossare la “completa” armatura, non una o solo alcune parti. In questo indossare, non siamo incoraggiati, o consigliati, ma tutti i verbi di questo brano sono all’imperativo.

Il Signore ci comanda di indossare l’armatura per “resistere nel giorno malvagio”. Dio non ne ha benefici o malefici se noi indossiamo o no la Sua armatura, siamo noi che ne abbiamo i benefici se la indossiamo o i malefici se non la indossiamo. Infatti potremmo avere tutto l’amore e l’altruismo del mondo ed essere a posto con Dio e con il mondo, ma non essere difesi dagli attacchi del nemico perché i “dardi infuocati” ci colpiscono se stiamo senza armatura, o anche solo senza una singola parte dell’armatura. Nella volta scorsa abbiamo affrontato la verità, la giustizia, la pace e la fede.

SALVEZZA

In battaglia la testa era il bersaglio principale, bastava poco per uccidere il soldato avversario colpendolo alla testa, per questo si indossavano degli elmi. Paolo sta scrivendo a credenti, per cui la salvezza è sicura, ma possono e potremmo non esserne sicuri nella difficoltà. Dio è con noi, e niente potrà farci perdere la salvezza, tranne la nostra rinuncia, tranne il nostro smettere di credere che abbiamo Dio al nostro fianco. Credere che siamo soli. A questo punto possiamo crollare sotto il peso, se non lo posiamo ai piedi della croce! Invece la nostra mente deve riposare in Cristo e nella certezza della salvezza. Qualsiasi cosa succederà mai, noi abbiamo fiducia che avrà una fine, e poi Dio ci accoglierà in cielo.

Non confidare nella vita terrena: se va bene, bene, ma se va male, che ce ne importa, ci importa di andare con Gesù!

1 CRONACHE 16:23 Cantate al SIGNORE, abitanti di tutta la terra,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza!

SALMO 12:5 Per l’oppressione dei miseri,
per il grido d’angoscia dei bisognosi,
ora mi ergerò», dice il SIGNORE,
«e darò la salvezza a chi la brama».

ISAIA 30:15 Poiché così aveva detto il Signore, DIO, il Santo d’Israele:
«Nel tornare a me e nello stare sereni sarà la vostra salvezza;
nella calma e nella fiducia sarà la vostra forza».
Ma voi non avete voluto!

PAROLA PRONUNCIATA DA DIO (MEDITAZIONE)

La spada era effettivamente l’unica parte dell’armatura, deputata alla parte offensiva. Andare in battaglia ben protetti, ma senza armi, non è molto furbo. Non hai speranze di resistere e sopravvivere. Così un cristiano che non legge la Bibbia (nel senso che non ascolta ciò che Dio gli vuole dire), non la conosce e non la medita costantemente, che non passa tempo all’ascolto di Dio, è già finito!

GIOSUE’ 1:8 Questo libro della legge non si allontani mai dalla tua bocca, ma meditalo, giorno e notte; abbi cura di mettere in pratica tutto ciò che vi è scritto; poiché allora riuscirai in tutte le tue imprese, allora prospererai.

SALMO 1:1-2 1 Beato l’uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi,
che non si ferma nella via dei peccatori;
né si siede in compagnia degli schernitori;
2 ma il cui diletto è nella legge del SIGNORE,
e su quella legge medita giorno e notte.

PREGHIERA

Anche se le prossime 3 parti, non hanno parti equivalenti di armature da battaglia, la Scrittura ci fa capire che sono comunque parte dell’armatura di Dio che il cristiano deve indossare.

Sono anche strettamente collegate e nella stessa frase del versetto precedente, quindi sono strettamente collegate con l’ascolto di ciò che dice Dio! Infatti nel testo greco il versetto 18 inizia con la preposizione “dia” che significa “attraverso”.

Preghiera non è la parte delle richieste, “prosèchome” è il termine generico che indica la comunicazione con Dio, che può avvenire attraverso il ringraziamento, l’adorazione, la supplica, l’ascolto, etc… Nella preghiera modello del Padre nostro, non troviamo richieste specifiche, ma comunicazione tra un figlio e suo padre. Infatti per definizione, pregare è “parlare con Dio” in un modo diretto, personale e intimo. Tutti siamo spinti con forza a parlare con Dio ogni giorno, e ad ascoltarLo!

1 TESSALONICESI 5:17 non cessate mai di pregare

1 TIMOTEO 2:8 Io voglio dunque che gli uomini preghino in ogni luogo, alzando mani pure, senza ira e senza dispute.

L’esortazione nel versetto 18 è di pregare in ogni tempo, per mezzo dello Spirito e per tutti i santi: quindi sempre, nello Spirito e per tutti!

Tutti capiamo cosa vuol dire sempre e per tutti, ed è facile capirne il perchè siano importanti. Ciò che sfugge di solito è “per mezzo dello Spirito”.

John Bevere insegna che Paolo si stia riferendo al parlare in lingue. Secondo me è una forzatura, anche perchè dice in ogni tempo, quindi intende H24 e non posso parlare in lingue H24. Invece posso essere in sintonia con lo Spirito Santo H24, nello Spirito in ogni momento!

SUPPLICA

Il termine greco “deèsis” esprime il concetto di avere una mancanza, un bisogno, indigenza, una ricerca, una supplica.

LUCA 18:1 Propose loro ancora questa parabola per mostrare che dovevano pregare sempre e non stancarsi:

GIACOMO 5:17 Elia era un uomo sottoposto alle nostre stesse passioni, e pregò intensamente che non piovesse e non piovve sulla terra per tre anni e sei mesi.

FILIPPESI 4:6 Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti.

VEGLIA

Non è lo stesso termine di risveglio, ma l’argomento è lo stesso, lo stare attenti e svegli spiritualmente. “Agrupnèo” è il termine che esprime l’essere svegli, attenti, fare attenzione: non dormire spiritualmente.

APOCALISSE 16:15 Ecco, io vengo come un ladro; beato chi veglia e custodisce le sue vesti perché non cammini nudo e non si veda la sua vergogna.

CONCLUSIONE. Abbiamo visto che dobbiamo essere a posto con il Signore. Ciò avviene mostrando amore e adorazione verso di Lui e a vivere per Lui e non per noi stessi o i nostri interessi umani. Siamo chiamati anche ad amare il prossimo e ad essere una buona testimonianza e una luce per questo mondo di tenebre. Facendo queste cose, otterremo la salvezza, ma non sarà sufficiente per non essere colpito dagli attacchi del nemico, e per resistere nel giorno malvagio. Il Signore ci chiama e ci ordina di indossare la Sua armatura. Non è il Suo interesse, è il nostro! Solo in questo modo potremo restare in piedi quando le forze delle tenebre ci attaccano. Ma non dobbiamo fare come Achille, che era invincibile e protetto dappertutto, tranne in un punto: l’armatura va indossata tutta, la “completa armatura di Dio” (v.11,13). Ricordiamoci di farlo, ogni giorno!

audio, Spirito Santo, studi biblici

Studio sullo Spirito Santo (parte 4) – Il potenziamento del cristiano

Studio sullo Spirito Santo (parte 4) – Il potenziamento del cristiano
Studi Biblici

 
Play/Pause Episode
00:00 /
Rewind 30 Seconds
1X

Ogni essere umano è suddiviso in 3 parti: corpo, anima e spirito. Anche le relazioni interpersonali possiamo condurle in queste 3 dimensioni. Se però le relazioni rimangono sul livello base del corpo, oppure evolvono solo sul livello dell’anima, si mantengono su un livello di incompletezza.

Siamo nati per vivere in tutti e 3 i livelli nelle relazioni con gli altri esseri umani, dando priorità al livello dello Spirito. Infatti i matrimoni che partono dal livello esteriore, sono i primi a crollare. Quelli più focalizzati sull’anima e la condivisione e meno sul livello fisico esteriore, funzionano molto meglio perché vivono un percorso di crescita e scambio. Le coppie che a questi livelli aggiungono anche il livello dello Spirito, vivono una pienezza, non raggiungibile dalle altre. Per relazionarci con Dio invece dobbiamo relazionarci esclusivamente sul livello dello Spirito.

1 CORINZI 2:11 chi, tra gli uomini, conosce le cose dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito di Dio.

Noi siamo soprattutto esseri spirituali e una relazione vissuta nello Spirito (con le persone e con Dio) ci riempie in tutti gli aspetti.

C’è una differenza tra una discussione intellettuale di cose spirituali e una vera amicizia spirituale. Tutti conosciamo Dio, ma in realtà lo conosciamo veramente quando sappiamo personalmente cosa vuole e cosa dice!

1 CORINZI 2:12 Ora noi abbiamo ricevuto lo Spirito che viene da Dio, per conoscere le cose che Dio ci ha donate

Nessuno conosce i pensieri di Dio tranne il Suo Spirito, ma Egli ci ha dato il Suo Spirito! Avendo comunione al livello spirituale con il Creatore, possiamo conoscerlo veramente!

Immaginiamo un re del medioevo, che non agisce come re. Magari dorme nel castello, ma quando arriva un esercito straniero per conquistare il regno, lui non ordina al proprio esercito di reagire e proteggere la popolazione. Sarebbe assurdo! Questo regno non potrebbe durare! I suoi abitanti finirebbero in schiavitù e tutto sarebbe depredato. Non è sufficiente il titolo, neanche la posizione sul trono, ma bisogna anche svolgere le funzioni della regalità. Il titolo e il posto non hanno alcun valore senza la funzione e l’esercizio del potere.

Come figli di Dio siamo diventati coeredi con Cristo:

ROMANI 8:17 Se siamo figli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se veramente soffriamo con lui, per essere anche glorificati con lui.

Siamo eredi di stirpe reale e come tali abbiamo l’incarico di portare avanti la missione del nostro patriarca. La Sua conquista e il Suo Regno sono diventati nostri in quanto adottati come Sua discendenza. E’ il nostro compito e lo scopo della nostra vita! Per essere efficaci nel nostro destino, dobbiamo scoprire ed esercitare il potere che ne deriva!

1 PIETRO 2:9 Ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato, perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa.

La posizione precede sempre il potere, dobbiamo essere in Cristo prima di poter fare qualcosa per il Suo Regno!

ATTI 1:4-5 Trovandosi con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’attuazione della promessa del Padre, «la quale», egli disse, «avete udita da me. Perché Giovanni battezzò sì con acqua, ma voi sarete battezzati in Spirito Santo fra non molti giorni».

Lo scopo della tua vita è l’avanzamento del Regno di Cristo, e tuo (in quanto erede), ma per svolgerlo è essenziale il potenziamento dello Spirito. Gli apostoli erano stati addestrati 3 anni e mezzo per andare a predicare il Vangelo. Sapevano tanto! Già dopo 1 anno, Gesù li aveva mandati a fare “praticantato” cacciando demoni e guarendo le persone. Eppure qui dice che non erano pronti, ma dovevano aspettare ad iniziare il loro ministero fino a quando non sarebbero stati “battezzati in Spirito Santo” (ATTI) e “rivestiti di potenza dall’alto” (LUCA 24:49).

Potrete dire che non avevano ancora ricevuto lo Spirito Santo, ma in realtà non è così:

GIOVANNI 20:21-22 Allora Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre mi ha mandato, anch’io mando voi». Detto questo, soffiò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo».

Ricevettero lo Spirito Santo prima che Gesù ascese in cielo, ma non ricevettero la potenza, il battesimo, il riempimento, il traboccare dello Spirito! Quello avvenne a Pentecoste e non poterono andare nemmeno ad evangelizzare o testimoniare di Gesù, senza il riempimento. La sola ricezione dello Spirito non bastava!

ATTI 2:4 Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi.

Avevano già ricevuto lo Spirito Santo, ma con il riempimento le cose cambiarono. Potevano andare e espandere il Regno di Dio! Potevano adempiere lo scopo della loro vita, così noi, con il riempimento possiamo adempiere il nostro scopo!

Uno degli elementi più importanti del riempimento è il parlare in altre lingue. Non si può dichiarare che il 100% dei riempiti di Spirito Santo parli nelle lingue dello Spirito, ma è una cifra lì vicino. Non si può nemmeno dichiarare che le lingue erano un esperienza di altri tempi che oggi non serve più, infatti vediamo in ATTI 2:38-39: «Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo. Perché per voi è la promessa, per i vostri figli, e per tutti quelli che sono lontani, per quanti il Signore, nostro Dio, ne chiamerà».

Qui Pietro dichiara che il dono dello Spirito Santo è fruibile da tutti coloro che credono!

Lì a Gerusalemme, di Pentecoste erano presenti molti ebrei nati fuori da Israele, e che possedevano lingue natìe diverse dall’ebraico.

ATTI 2:8 Come mai li udiamo parlare ciascuno nella nostra propria lingua natìa?

Gli apostoli erano galilei popolani senza istruzione, e grazie al riempimento nello Spirito Santo parlavano lingue e dialetti di regioni lontane come se loro fossero madri-lingua. Le persone dichiaravano:

ATTI 2:11-12 li udiamo parlare delle grandi cose di Dio nelle nostre lingue». Tutti stupivano ed erano perplessi…

Non era un parlare senza senso o sconnesso. Loro parlavano delle grandi cose di Dio, in lingue che non conoscevano!

Negli Atti degli apostoli ci sono in totale 4 racconti riguardo il riempimento nello Spirito Santo. In 3 di questi, l’evento è accaduto a persone che erano già credenti, mentre nel 4° si stavano convertendo. In tutti i casi il battesimo ha causato prove “udibili” e “visibili”.

-In ATTI 8:12-18 incontriamo Filippo che evangelizza la Samaria, moltissime persone si convertono e “nascono di nuovo”, diventano figli e figlie di Dio. Nonostante questi aspetti molto importanti, vediamo che la chiesa di Gerusalemme manda là, Pietro e Giovanni a “pregare affinché ricevessero lo Spirito Santo”. Queste persone avevano creduto, erano state battezzate in acqua, e sicuramente erano state toccate dallo Spirito Santo, ma mancava il “riempimento” e i due apostoli vengono inviati lì per quel motivo (facendo 50 km a piedi)!

In questo brano non si parla esplicitamente delle “lingue” o della “profezia”, ma è evidente che ci furono in quanto Simone “vide” che le persone ricevevano lo Spirito Santo con l’imposizione delle mani (v.18).

Quando ricevi la salvezza, sei riposizionato in Cristo – diventi parte della Sua eredità e del Suo Regno. Non sarai ripieno, comunque, della potenza dello Spirito finché non la chiederai al Padre:

LUCA 11:13 Se voi, dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!

Il mondo (coloro che sono lontani da Dio) non può ricevere lo Spirito di verità (GIOVANNI 14:17). Quindi sta parlando a credenti, figli di Dio, nati di spirito, nati di nuovo, ma che hanno ricevuto lo Spirito Santo per la conversione, non il riempimento.

-Nella storia della conversione di Paolo, vediamo che la caduta, la visione e la conversazione con la voce di Gesù, causarono la sua conversione.

In seguito Anania fu mandato dallo Spirito Santo da Paolo per due scopi precisi: “Fratello Saulo, il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada per la quale venivi, mi ha mandato perché tu riacquisti la vista e sia riempito di Spirito Santo” (ATTI 9:17).

Anche Paolo, prima si convertì, poi ricevette il riempimento dello Spirito Santo con la manifestazione esteriore del parlare in lingue (sicuramente immediata, comunque in seguito dichiarò che lui parlava in lingue spessissimo e più dei credenti di Corinto, vedi 1 CORINZI 14:18).

-Nella storia di Pietro e Cornelio vediamo come gli strumenti per l’evangelizzazione e l’impartizione dello Spirito Santo, siamo noi credenti. Infatti l’angelo non evangelizzò Cornelio, ma gli disse di chiamare Pietro, una persona che lui non conosceva, in un luogo che non conosceva. Allo stesso modo Pietro non conosceva Cornelio e non sarebbe mai andato da un “pagano” se non glielo avesse detto il Signore mentre era in preghiera (ATTI 10:19-20, 28-29). In entrambi, lo Spirito non diede dettagli, spesso infatti ci tiene all’oscuro delle cose, anche perché comunque non capiremmo, oppure non coopereremmo, invece dobbiamo lasciarci guidare dallo Spirito!

Pietro li evangelizzò, ma non avrebbe mai pregato affinché ricevessero lo Spirito Santo, così in questo caso lo Spirito li riempì lo stesso per far capire che il piano di salvezza includeva anche i gentili (ATTI 10:45-48). Per questo motivo in questo caso fu stravolto l’ordine “conversione – battesimo in acqua – poi nello Spirito”.

-Poi nel racconto di Paolo ad Efeso, vediamo che tra le prime cose che chiede è: “Riceveste lo Spirito Santo quando credeste?” (ATTI 19:2). Perchè è importante verificare questo aspetto? Perché per essere efficaci nel Regno di Dio, e non cadere schiavi dei piani del nemico, lo Spirito Santo in noi è l’unica copertura e potenza (vedi ATTI 1:8)! Paolo spiegò il messaggio della salvezza in Cristo, li battezzò in acqua e poi ricevettero il riempimento dello Spirito mediante l’evidenza delle lingue e della profezia (ATTI 19:3-6). Profezia vuol dire predicare messaggi rivelati da Dio e sono incentrati su Gesù, e per un credente senza lo Spirito è impossibile (1 CORINZI 2)! Senza il potenziamento dello Spirito non possiamo fare niente per il Signore, e la stessa nostra vita terrena è indebolita!

Nel prossimo incontro affronteremo i diversi tipi di manifestazione del parlare in lingue.

audio, culti

La completa armatura di Dio

La completa armatura di Dio
Culti

 
Play/Pause Episode
00:00 /
Rewind 30 Seconds
1X

Sei a posto con Dio? Sei a posto con il tuo prossimo? Sei a posto con il nemico? Si, il nemico. Ci sono cose che puoi fare per agevolare il lavoro del nemico, a danno della tua vita. In pratica puoi alimentare la tua “Kriptonite”. Infatti i credenti con lo Spirito Santo sono come Superman, ma se dimenticano alcune cose, possono depotenziarsi e diventare dei rammolliti e cadere sotto dei “dardi infuocati”.

Infatti leggiamo in Efesini 6:10-18 che come credenti dobbiamo fare alcune cose che si riassumono nell’indossare “l’armatura di Dio”. Ci sono circa 12 verbi all’imperativo in questi 9 versetti, per cui potremmo dire che questo brano racchiude una lista di comandamenti per il cristiano. Dobbiamo “rivestirci” (v.11) e “prendere” (v.13) l’armatura. Tante volte chiediamo a Dio di equipaggiarci, però in questo brano leggiamo che Dio ci esorta a prendere l’equipaggiamento. Scopo di questa armatura è il farci “stare saldi contro le insidie del diavolo” (v.11), “resistere nel giorno malvagio” e “restare in piedi” (v.13). In pratica con l’armatura possiamo rimanere in piedi anche durante le difficoltà della vita e durante gli attacchi spirituali. Il versetto 12 ci spiega che siamo in battaglia e c’è un combattimento, ma non contro esseri umani (“carne e sangue”). L’armatura di Dio è composta da: verità, giustizia, pace, fede, salvezza, meditazione della Parola pronunciata da Dio, preghiera, supplica, veglia.
L’amore è fondamentale per il cristiano, ben 2 comandamenti dati da Gesù riguardano questo. Fondamentale per stare davanti a Dio, ma al nemico non lo impressiona l’amore. La santificazione, l’altruismo e la beneficienza sono cose molto positive e distintive di un vero figlio di Dio, ma anche queste cose non impressionano il diavolo. Se ti basi solo su queste cose, potresti comunque essere colpito dai dardi infuocati del nemico. L’amore ti serve davanti a Dio e davanti al mondo, ma l’armatura ti serve davanti al diavolo! L’altruismo mostra una buona testimonianza davanti al mondo, ma solo l’armatura ti fa durare nel giorno malvagio! Dio “sopravvive” se tu sei senza armatura, sei tu che non sopravvivi davanti al malvagio senza armatura. E’ importante per te!
Nella registrazione audio approfondiamo alcuni dettagli dell’armatura romana che aiutano a comprendere le diverse parti e i diversi collegamenti pensati dall’apostolo Paolo e ispirati dallo Spirito Santo.
Procediamo poi con l’approfondire le singole parti, cominciando dalla verità, con la lettura di Giovanni 16:13, e 18:37. La giustizia con il Salmo 23:3 e Romani 10:10. La pace con Romani 8:31-32. La fede con Abacuc 2:4 e Romani 10:17.
Completeremo l’armatura nella seconda parte.

audio, Spirito Santo, studi biblici

Studio sullo Spirito Santo (parte 3) – Relazione diretta con Dio

Studio sullo Spirito Santo (parte 3) – Relazione diretta con Dio
Studi Biblici

 
Play/Pause Episode
00:00 /
Rewind 30 Seconds
1X

Molte persone credono che il modo migliore, o giusto, per avvicinarsi a Dio sia attraverso la religione o la tradizione. In Matteo 15:6-9 Gesù si scaglia contro la tradizione incolpandola di allontanare le persone da Dio. Lui dichiara che è pure inutile adorare Dio e definirsi credenti, quando si seguono schemi religiosi e tradizioni umane. In 2 Corinzi 3:6 impariamo che la lettera, il testo scritto, la dottrina teologica, anche se buoni possono uccidere, mentre serve la vita che viene solo dallo Spirito.

In qualsiasi momento della nostra vita abbiamo bisogno di ricercare la guida dello Spirito. In Luca 4:14-19 vediamo che Gesù stesso non fece nulla finché non ricevette lo Spirito.
Nonostante i 3 anni passati con i discepoli, vediamo in Giovanni 16:12-13 che Gesù aveva ancora molto da dire, ma non era alla portata dei discepoli (come spesso anche noi non capiamo gli insegnamenti di Dio e le Sue opere). Ma non era un problema allora e non è un problema oggi, in quanto lo Spirito della verità (lo Spirito Santo) è stato mandato da Gesù proprio per guidarci nella verità e per ammaestrarci. Abbiamo bisogno solo di riceverLo e darGli il benvenuto! Un cristiano senza lo Spirito Santo è un non-cristiano in quanto Gesù e lo Spirito sono uno. Anche le chiese che non lasciano spazio all’opera dello Spirito Santo non sono vere chiese, in quanto non lasciando spazio allo Spirito Santo, stanno di conseguenza limitando l’opera di Gesù sulla terra.
In Giacomo 4:4-8 vediamo quando lo Spirito Santo desideri avere comunione con noi. Passare del tempo di qualità. Le distrazioni mondane equivalgono a odio nei confronti di Dio. Egli non vuole solo portare la salvezza spirituale, ma anche la salvezza dai legami e dalle dipendenze. Invece se siamo troppo invischiati col sistema del mondo terreno e carnale, rischiamo di esserne travolti, mentre invece il Padre Celeste vuole il meglio per noi. Lui ci richiama a Sé invitandoci “Avvicinatevi a Dio ed Egli si avvicinerà a voi”. Imparando da Gesù, che stava sempre in mezzo a peccatori e prostitute, a persone del mondo, ma non appartenendo ad esse, né dipendendo da esse. Essere le Sue mani e i Suoi piedi!
Così è come ci vuole guidare lo Spirito Santo, ma Lui è un gentiluomo e non forzerà a compiere la Sua volontà, e rimarrà in silenzio finché non lo coinvolgeremo. Ricordiamoci che siamo invitati ad avvicinarci a Dio affinché Lui si avvicini a noi! Per cui se non senti più la voce e la guida di Dio, o se non l’hai mai sentita, sappi che invece puoi avere una relazione diretta con Lui, se solo ti avvicini a Lui e lo ricerchi con il cuore.

audio, culti

Le attitudini che danno vita

Le attitudini che danno vita
Culti

 
Play/Pause Episode
00:00 /
Rewind 30 Seconds
1X

Nessuno tranne noi controlla il nostro atteggiamento e le nostre attitudini. Le cose dipendono per il 10% da come capitano e per il 90% da come le riceviamo.
Io vado sempre contro il “pensiero positivo” umano, ma è sbagliato anche il “pensiero negativo”! Figuriamoci cosa avrebbe dovuto dire di negativo Gesù con tutto quello che ha passato, ma al contrario Lui ha trasmesso pace e consapevolezza, nei momenti più difficili.

Anche noi siamo ammaestrati dalla Parola di Dio a mantenere delle giuste attitudini quotidiane affinché possiamo ricevere la benedizione di Dio e con il messaggio di oggi approfondiremo una ventina di attitudini, che dipendono quasi principalmente da noi, e che aprono la benedizione di Dio e la Sua guida sulla nostra vita.
Dal Salmo 118:24 vediamo le prime due attitudini, puntare alla gioia e alla festa, riconoscendo che qualsiasi giorno (positivo o negativo) è comunque un dono del Signore.
In Giovanni 10:10 vediamo che Gesù vuole darci vita ed abbondanza, e quindi gli attacchi, e la sofferenza vengono da un’altra parte.
Efesini 6:12 ci mostra che ci sono delle potenze delle tenebre che lavorano contro di noi per impedire le nostre preghiere, e questo è anche uno dei motivi per cui tante volte le nostre preghiere “si fermano al soffitto”.
Eppure secondo Giovanni 14:17 lo Spirito Santo dimora in noi che crediamo, quindi non serve far arrivare la voce della nostra preghiera fino al cielo, dato che lo Spirito Santo e qui a fianco a noi e in noi, forse dobbiamo zittire il frastuono intorno a noi per sentire la Sua dolce voce.
Efesini 6:13 ci spiega che ci sono due requisiti per poter resistere ai dardi infuocati del nemico. Uno è indossare l’armatura di Dio che ci introduce altre 8 attitudini che danno vita: verità, giustizia, pace, fede, salvezza, liberazione, meditazione della Bibbia e preghiera. Inoltre dobbiamo compiere il nostro dovere (argomento che necessita di uno studio a parte). Questi requisiti sono gli unici fondamentali per resistere agli attacchi del nemico, ma sono solo una parte delle attitudini del cristiano che danno vita.
Infatti vediamo con Ebrei 12:11, Salmo 39:4-5 e Galati 6:9, che ci sono altre attitudini in cui impegnarsi, come la dedizione all’allenamento nella prova, costanza nella crescita quotidiana, stabilire obiettivi e l’applicazione alla ricerca di momenti speciali di edificazione e di benedizione.
Impegnandoci in queste attitudini e attività, vedremo la benedizione di Dio sulla nostra vita, in quanto Dio non ci forza, ma amorevolmente ci guida, sta a noi capire il bisogno della Sua guida e della Sua presenza nella nostra vita, quotidianamente.

audio, Spirito Santo, studi biblici

Studio sullo Spirito Santo (parte 2) – La personalità

Studio sullo Spirito Santo (parte 2) – La personalità
Studi Biblici

 
Play/Pause Episode
00:00 /
Rewind 30 Seconds
1X

E’ molto importante capire la personalità dello Spirito Santo, questo illustre sconosciuto, per capire come relazionarsi con Lui e conoscerLo personalmente. In realtà Lui è la persona più importante sulla terra e per noi esseri umani. Più importante sulla terra in quanto il Padre e il Figlio non sono sulla terra ma sono seduti in cielo, e possiamo entrare in profonda e reale comunicazione con Loro proprio grazie allo Spirito Santo che è qui.

Gesù ci preannunciò la venuta dello Spirito Santo dicendo che era meglio per noi la Sua Ascensione, e in sostituzione, la discesa dello Spirito Santo. Infatti Gesù aveva i limiti del corpo umano (essere in un posto per volta, dover dormire, potere ascoltare una persona per volta) invece lo Spirito Santo compie lo stesso lavoro, ma non ha limiti (non ha bisogno di dormire, anzi non dorme mai, può essere contemporaneamente in infiniti posti ed ascoltare e parlare con infinite persone). (Giovanni 16:7)
In base a 2 Corinzi 13:13 scopriamo che peculiarità del Figlio è la grazia: siamo salvati per i Suoi meriti, per il Suo sacrificio e le Sue opere, non di certo per i nostri meriti (che non esistono) o per le nostre opere (che sono nulla davanti a Dio). Peculiarità del Padre è l’amore: anche quando noi eravamo nemici ci amava e pianificava un piano per riconciliarci con Lui (Romani 5:10) e non c’è niente che potrà separarci dal Suo amore (Romani 8:38-39)! Caratteristica dello Spirito Santo è la “comunione intima”, comunicata in questo versetto tramite la parola greca “koinonia” che vuol dire “amicizia, comunione, stretta collaborazione, condivisione, intimità, compartecipazione, partnership, cooperazione”.
Leggendo Atti 20:22-23, 10:19-20, 8:26, 29 approfondiremo l’aspetto dell’amicizia con lo Spirito Santo, e impareremo a fidarci di Lui, a capire che dobbiamo distinguere la Sua voce come Filippo che potè distinguere tra la voce dello Spirito e la voce dell’angelo, e che non abbiamo alcun metodo moderno o tecnologico che possa sostituire la comunione e l’amicizia con lo Spirito Santo.
Leggendo Atti 15:28, Genesi 18:17, Esodo 32:10, Atti 20:28 e 13:2, vedremo come la Chiesa primitiva non agiva di testa propria, non si fidava dell’esperienza o della conoscenza, ma cercava continuamente e assiduamente di collaborare con lo Spirito Santo. Non lavorava per Dio, ma lavorava con Dio. I primi cristiani non si ergevano a giudici prepotenti che fanno valere la propria autorità, ma erano continuamente all’ascolto di ciò che diceva lo Spirito, e al cercare di collaborare con Lui.
Inoltre rianalizzando 2 Corinzi 13:13 e aggiungendo anche Giacomo 4:5, vediamo come sia importante e profondo nello Spirito Santo il desiderio di intimità con noi. Lui è geloso del nostro tempo, dei nostri pensieri, dei nostri desideri. Vuole operare in noi e tramite noi, e se vuoi conoscere di più Dio, hai bisogno dello Spirito Santo. Se vuoi incontrare Gesù, lo Spirito Santo te lo fa “incontrare”.
Per concludere vedremo che lo Spirito Santo ha dei pregi femminili. Attenzione, lo Spirito Santo non è donna, come il Padre e il Figlio non sono uomini o maschi. Dio non ha bisogno del genere, ma Lui ha creato “l’uomo a Sua immagine e somiglianza, li creò maschio e femmina”, vuol dire che i pregi degli uomini e i pregi delle donne sono presenti in Dio e provengono da Lui. Per esempio da Efesini 4:30 possiamo capire che lo Spirito Santo è molto sensibile e che non dobbiamo “rattristarlo” (in realtà in originale letteralmente è “non angosciate, non addolorate, non fate piangere lo Spirito Santo). Paolo non dice di non rattristare Gesù o il Padre, ma di non rattristare lo Spirito Santo. Lo stesso Gesù si è prodigato non a difesa del Padre o di sé stesso in Matteo 12:32, ma a difesa dello Spirito Santo, dicendo che l’unica bestemmia che non sarà perdonata è quella contro lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo è tenero e dolce e infatti ad Elia nel deserto si presentò con dolce vento, mentre non era nel fuoco o nel vento potente. Così anche tu, se non senti la voce di Dio, spegni e togli le distrazioni dalla tua vita. Allontana i rumori e i fastidi e concentrati su Dio. Non serve che cerchi o vai chissà dove, Lui parla nel sussurro e a bassa voce perchè è vicino a te, e se lo hai ricevuto nella tua vita è dentro di te. Proprio per via del Suo sussurro è difficile sentirLo nel caos.
Quando contristiamo lo Spirito Santo, l’unica soluzione è un vero pentimento, profondo e sincero, e chiederGli cosa abbiamo fatto di sbagliato e come possiamo fare per ristabilire la comunione intima con Lui. Lui ci ama e pronto a perdonare!
Quindi lo Spirito Santo possiede caratteristiche che associeremmo alle donne, come gentilezza, sensibilità, compassione, ma anche caratteristiche che attribuiamo agli uomini, è potente, possente e simile a un guerriero.

audio, culti

Sperimentare la pace di Dio in tempi di ansia

Sperimentare la pace di Dio in tempi di ansia
Culti

 
Play/Pause Episode
00:00 /
Rewind 30 Seconds
1X

Si può ricevere pace nella malattia o nella difficoltà? Chi può ricevere pace? Come si può ricevere pace?
Isaia 53:4-5 è una profezia riguardo lo scopo della venuta di Gesù e delle Sue sofferenze con 500 anni di anticipo.

In questo brano leggiamo che Gesù ha pagato un prezzo carissimo, con le umiliazioni e con la propria vita, per darci pace. E’ stato coronato di spine affinché noi fossimo coronati di pace. Il versetto 1 del capitolo ci fa capire chi può sperimentare la pace e la potenza di Dio, cioè chi crede al messaggio di Dio!
La grazia offre, la fede riceve!
Vedremo poi che abbiamo bisogno di capire che la pace e la volontà di Dio per noi, proprio perché il prezzo è già pagato.
La pace possiede una sua potenza che è divisa in 3 parti: custodisce e protegge come una sentinella, guida e dona. In Filippesi 4:6-7 leggiamo che dobbiamo abbandonare l’ansia, questo è il primo passo, poi dobbiamo presentare a Dio le nostre richieste, passare tempo nella lode, nell’adorazione e nel ringraziamento, e solo così la pace potrà “custodire” i nostri cuori. E’ soprannaturale, ma è preceduto da alcune nostre azioni naturali.
In Colossesi 3:15 leggiamo anche che la pace deve regnare sui nostri pensieri e sulle nostre volontà. Il termine originale di regnare è agire da arbitro. Cristo vuole guidare le nostre menti, vuole che la Sua pace regni sulle nostre, e questo è nel nostro interesse. Non puoi avere pace se non ricevi Cristo, non puoi nemmeno ricevere Cristo senza ricevere la Sua pace, perché lei deve regnare sulla nostra vita.
Inoltre Gesù, e la Sua pace, dona salute, riposo e lunga vita, come leggiamo in Proverbi 14:30, Salmo 4:8 e Matteo 11:28.
Ma come si ottiene praticamente la pace nelle difficoltà? Nel Salmo 34:14 leggiamo che la pace va cercata. E così leggiamo anche in Romani 14:19, in 2 Timoteo 2, Ebrei 12 e 1 Pietro 3.
Allora la domanda è: come si ricerca la pace? Ci sono due azioni che dobbiamo svolgere. La prima è cibarci costantemente delle Sacre Scritture, “Grande pace hanno quelli” che amano le Scritture (Salmo 119:165, leggere anche Proverbi 3:1-2, 2 Pietro 1:2, Romani 15:13 e Ebrei 4:3). Abbiamo bisogno di meditare le Scritture, senza fretta, senza distrazioni, e la pace e la gioia saranno moltiplicate. Questo perché Gesù vuole darci vita. Infine ritornando a Filippesi 4:6 vediamo quanto è importante passare del tempo in comunione diretta con Dio, in preghiera. Potremmo riassumerlo con: non siate ansiosi di nulla, pregate per tutto!
Per concludere, la pace è la volontà di Dio per la tua vita, c’è una parte che spetta a noi, e una parte che spetta a Dio.

audio, Spirito Santo, studi biblici

Studio sullo Spirito Santo – Chi è? (parte 1)

Studio sullo Spirito Santo – Chi è? (parte 1)
Studi Biblici

 
Play/Pause Episode
00:00 /
Rewind 30 Seconds
1X

La figura dello Spirito Santo è predominante nella Bibbia, mentre spesso è dimenticata nelle chiese e nei credenti oggi. Leggendo gli insegnamenti biblici scopriamo molte cose interessanti su come Gesù, gli apostoli e la Chiesa primitiva, consideravano lo Spirito Santo.

In Giovanni 14:26 cominciamo a vedere il compito dello Spirito Santo sulla terra, fare quello che Gesù faceva, senza avere i limiti che aveva Cristo (Gesù aveva bisogno di dormire, mangiare, poteva parlare con un numero limitato di persone, poteva agire in un solo luogo del pianeta per volta, etc…). Con lo Spirito Santo questi vincoli vengono a cadere.
Inoltre nel libro degli Atti vediamo una continua sottomissione da parte dei credenti, alla volontà dello Spirito Santo. E’ emblematico vedere come l’apostolo Paolo si è comportato in Atti 16:6-9, dove pianificando di evangelizzare, aveva dimenticato di ascoltare preventivamente lo Spirito Santo, trovando dei muri spirituali (non da parte del nemico, ma chiaramente da parte di Dio!).
Senza lo Spirito Santo non abbiamo visione, gioia, pace (Romani 14:17), libertà (2 Corinzi 3:17), non abbiamo comunione con Dio. Le chiese stesse si trasformano in club di brave persone oppure in inutili luoghi di rituali religiosi, se non opera e guida lo Spirito Santo!
Lo Spirito Santo non è una forza, ma una persona (non inteso come uomo, ma con caratteristiche proprie di chi ha una personalità). Infatti ha desideri, volontà, emozioni, conforta, parla, insegna, si rattrista, può venire insultato, gli si può resistere e gli si può mentire, come con qualsiasi persona. E come qualsiasi persona, Lui desidera vivere e condividere momenti con altre persone, avere rapporti significativi con l’uomo Sua creatura.
Al battesimo di Gesù scese come colomba, ma non è una colomba. Si manifestò anche come fuoco, o vento, ma anche Gesù viene raffigurato in Apocalisse come Agnello e come Leone, eppure non è né un agnello, né un leone.
Proprio come l’acqua può essere trovata in 3 stati diversi, a seconda dell’ambiente e della temperatura (stato solido, liquido o gassoso), così Dio si manifesta in 3 persone diverse a seconda del bisogno e delle peculiarità di ognuno (Padre, Figlio, Spirito). Sono persone distinte ma che lavorano insieme (1 Corinzi 12:4-6) proprio come un architetto, un capo-cantiere e gli operai lavorano alla costruzione di un edificio, così Dio il Padre, Dio il Figlio e Dio lo Spirito Santo, lavorano per la costruzione e l’avanzamento della Chiesa, del mondo e dell’universo intero.
Il Padre e il Figlio sono in cielo, quindi qui possiamo avere comunione con Dio solo grazie allo Spirito Santo, che è qui da sempre, sin da Genesi 1:2. Lui è chiamato anche “mano di Dio” e Lui fu “lo Spirito di Dio” che ci modellò alla creazione e ci soffiò l’alito vitale (paragonare Genesi 2:7 con Giobbe 33:4).

audio, culti, Spirito Santo

Camminare secondo lo Spirito

Camminare secondo lo Spirito
Culti

 
Play/Pause Episode
00:00 /
Rewind 30 Seconds
1X
Ascolta online

Dio non ha bisogno di consigli, né di aiuto, ma è alla ricerca di collaboratori, infatti ci chiama ad andare in tutto il mondo a predicare la Buona notizia del Regno di Dio. Dall’episodio della risurrezione di Lazzaro (Giovanni 11:1-46) possiamo imparare molte cose.

– Per esempio vediamo come Gesù sapesse benissimo come sarebbe andata a finire la storia, ancor prima del doverlo risuscitare, ed ancora prima che morisse, senza sapere quanto grave fosse la sua malattia (v.4, 11, 13, 14). La tua vita non deve essere in balìa degli eventi terreni, ma al sicuro fra le mani di Dio e in mezzo agli eventi spirituali.
Non ci vuole coraggio per dire a un morto di venire da te, neanche il pensiero positivo, o una forte speranza, ma ci vuole la certezza della rivelazione che viene da Dio, altrimenti non succede niente.
– Inoltre troviamo la profonda umanità e carnalità degli esseri umani che non aprono le orecchie alla rivelazione dello Spirito (i giudei, Marta e Maria, ma anche gli stessi discepoli). Questa umanità e carnalità, non permette di vedere l’opera di Dio davanti i propri occhi, e vediamo che Gesù piange e freme per questo. Dio soffre quando le persone non lo ascoltano. Gesù piange quando la gente, soprattutto quelli che si definiscono cristiani, non ode la voce dello Spirito (v.33-38). Ci vuole più discernimento spirituale!
Leggendo Galati 5:16 e Giacomo 4:8, vedremo come sia fondamentale per i cristiani camminare secondo lo Spirito. Che Gesù non faceva miracoli e guarigioni per via del coraggio, ma perché era vicino a Dio il Padre e perché camminava nello Spirito Santo, ascoltando attentamente la rivelazione dello Spirito e i tempi dello Spirito.
Leggendo Apocalisse 3:20 vedremo come sia importante passare tempo in preghiera, ma non solo a parlare o a fare richieste, ma per avere comunione con Gesù, trascorrere del tempo con Lui. Lui vuole svelarci i Suoi piani quando siamo in intimità con Lui. Lui vuole darci pace e gioia quando siamo con Lui.
Concluderemo con Amos 3:7, facendo un’analisi dettagliata in lingua ebraica, e vedremo come il Signore non faccia nulla senza rivelare i Suoi piani a coloro che sono desiderosi di avere comunione con Lui. Infatti questo versetto si potrebbe anche tradurre “Dio agisce solo dopo aver chiarificato i Suoi piani segreti, a coloro che hanno un rapporto intimo e personale con Lui, e sono Suoi portavoci in questo mondo”. Invece si rattrista quando nessuno cerca il Suo cuore e la Sua volontà.
– Infine vediamo che a noi spetta il naturale (slegare il “Lazzaro” risuscitato o rotolare la pietra dal sepolcro) mentre il soprannaturale lo fa Dio (il miracolo della risurrezione).
Dobbiamo però imparare 4 punti: essere possibilisti riguardo l’opera di Dio, sapere che abbiamo un Dio grande, imparare ad ascoltare la Sua voce e, in base a quello che ci dice, agire. Imparare ad abbandonare la nostra carnalità e vivere nello spirituale!
I farisei conoscevano la Bibbia, ma non bastava. Marta, Maria e i discepoli, conoscevano la Bibbia e avevano un rapporto personale con Gesù, ma neanche questo bastava. Dobbiamo conoscere la Bibbia, avere un rapporto personale con Gesù, e in più ascoltare attentamente la voce di Dio, mentre camminiamo nello Spirito. Solo in questo modo gli eventi terreni non solo non ci sorprenderanno, ma saremo noi a sorprendere loro!

audio, studi biblici, Ultimi tempi

Pretribolazione: cosa accade in cielo?

Pretribolazione: cosa accade in cielo?
Studi Biblici

 
Play/Pause Episode
00:00 /
Rewind 30 Seconds
1X

I primi 3 capitoli del libro di Apocalisse ci parlano del tempo della Chiesa (altrimenti chiamato anche tempo della grazia). Passando al capitolo 4 e 5, vediamo uno stacco sia in termini di luogo (dalla terra al cielo) che in termini temporali (dal tempo della Chiesa al tempo subito prima della Tribolazione).

Nel capitolo 4 troviamo la Chiesa rappresentata dai 24 anziani e vediamo che solo Dio è degno di gloria e nessun altro. Così tanto degno di gloria e di maestà, che tutto il resto quasi sparisce. Dio è veramente degno della nostra adorazione, del nostro amore e delle nostre attenzioni.
Al capitolo 5 ci focalizziamo su un rotoletto di papiro chiuso con 7 sigilli. Nessuno è degno di aprirlo, né in cielo, né in terra e né sotto la terra. Capiamo che neanche Dio il Padre, e neanche lo Spirito Santo, sono degni di aprirlo, ma è solo Dio il Figlio, rappresentato da un Agnello senza difetto, immolato, ad avere il diritto di aprirlo, grazie al sangue versato sulla croce. In virtù del Suo sacrificio, è anche degno della lode e della gloria, e ci ha acquistati a Dio il Padre affinché fossimo un regno e dei sacerdoti. Svogliamo questo compito già oggi, ma lo svolgeremo in modo completo durante il Millennio, grazie al sacrificio di Cristo!

audio, culti

La debolezza che precede la gloria di Dio

La debolezza che precede la gloria di Dio
Culti

 
Play/Pause Episode
00:00 /
Rewind 30 Seconds
1X

Spesso ci sentiamo di non riuscire ad ottenere risultati con i nostri sforzi. A volte è veramente così e possono esserci effettivamente delle opposizioni spirituali (anche se non sempre). Dio ha parlato di benedirci e guidarci, ma spesso non vediamo dei risultati nonostante la fatica, l’impegno e le capacità umane.
Leggiamo in Giacomo 4:13-17 che a volte il nostro modo di fare è arrogante nei confronti del Signore. L’atteggiamento qui descritto, viene criticato aspramente dalla Parola di Dio. A prima lettura potrebbe essere esagerato, ma in realtà qui sta parlando della differenza tra l’essere dei veri e dei falsi discepoli. Delle persone che ascoltano la voce di Dio e danno priorità ai Suoi piani, oppure ai nostri. Qui viene definito peccato, cioè fallire il bersaglio, rifiutarsi di seguire la volontà di Dio o di sottomettersi a Dio (v.7).
Collegando questo brano con Geremia 17:9, Proverbi 19:21 e 3:5, vedremo che non dobbiamo seguire i nostri cuori (secondo la cultura ebraica il cuore è la sede dei ragionamenti, pensieri e volontà), perchè sono malvagi, che i piani e le strategie fatti dalla nostra intelligenza non resistono, mentre invece quelli di Dio sì, e non possiamo appoggiarci sulle nostre capacità, intuizioni o intelligenza, ma dobbiamo appoggiarci e fidarci del Signore e del Suo discernimento. Cristo è la roccia su cui dobbiamo “costruire”.
In 1 Corinzi 1:17-31 vediamo che tutto ruota attorno a Cristo, e che Dio ha scelto le cose pazze, le cose ignobili e cose che non sono, per svergognare la falsa intelligenza umana. Anche se l’apostolo Paolo aveva molto di cui vantarsi come intelligenza, preparazione, spiritualità e capacità, lui reputò queste cose come spazzatura e come debolezza, ricevendo dal Signore la dichiarazione che Lui mostra la Sua potenza solo tramite la debolezza umana (2 Corinzi 12:9-10). Quando noi non contiamo su noi stessi, sulle nostre capacità, i nostri successi o la nostra intelligenza, allora possiamo riuscire perchè a Dio piace mostrarsi senza dividere la propria gloria con l’essere umano.
L’umiltà è molto importante davanti a Dio, e precede la gloria in quanto lascia spazio al Dio Onnipotente di operare in modo indiscusso.
Possiamo proprio dire che il riconoscimento della nostra debolezza, è la scintilla che accende la potenza di Dio!

audio, Chiesa, studi biblici, Ultimi tempi

Le chiese di Apocalisse

Le chiese di Apocalisse
Studi Biblici

 
Play/Pause Episode
00:00 /
Rewind 30 Seconds
1X

Le chiese presenti nei primi 3 capitoli di Apocalisse sono molto interessanti e ci forniscono molti dettagli per capire l’opera di Gesù quando è venuto, e i Suoi scopi per noi e per questo mondo (Apocalisse 2:18-3:22).

Analizzando le diverse chiese noteremo alcuni dettagli che si ripetono, ma anche dettagli unici di alcune chiese. Focalizzandoci sulle ultime 4 vedremo come i credenti siano chiamati da Gesù a compiere opere, ma di un particolare tipo, e non per ottenere la salvezza che si ottiene per grazia, ma un premio di altro tipo. Capiremo che i credenti devono ravvedersi continuamente ed avere un atteggiamento umile. Non confidare nella religione o nelle proprie azioni e opere, ma accostarsi con amore e speranza al proprio Sposo.
Vedremo anche molti riferimenti ad un rapimento pretribolazionale in solo 1 capitolo e mezzo (senza contare i riferimenti nel resto della Bibbia). Analizzeremo l’apostasia (allontanamento dalla verità che si proclamava, senza possederla necessariamente) e vedremo che i tiepidi nella fede a Cristo, verranno vomitati dalla Sua bocca.

audio, culti

I violenti che piacciono a Dio

I violenti che piacciono a Dio
Culti

 
Play/Pause Episode
00:00 /
Rewind 30 Seconds
1X

Tra le caratteristiche di ogni regno, c’è quella del possedere un esercito. Anche nel Regno di Dio c’è un esercito (anzi più di uno) e coloro che credono in Dio ne fanno parte. Come vedremo in Isaia 9:5-6 Gesù è venuto per governare, diventare Re e dare un incremento all’impero. In questo brano ci sono delle qualifiche meravigliose di Gesù che ci permettono di conoscerlo meglio, come Consigliere (o consigliante), miracoloso, meraviglioso, Dio potente, Padre eterno, governatore e legislatore sulla pace e sulla pienezza della rivelazione di Dio. L’Eterno degli eserciti ci ha arruolati per essere parte di questa espansione del Regno di Dio. Passando a 1 Pietro 2:9 vedremo le qualifiche della Chiesa di Cristo: persone scelte, sacerdoti di alto rango, santi e consacrati a Dio e al Suo Regno, acquistati con il prezioso sangue di Cristo per vivere per Lui e proclamare i pregi e le virtù di Dio. Aggiungendo anche Matteo 11:12 vedremo che a Dio non piace la violenza fisica, ma c’è una forza e una violenza spirituale che è necessaria per contrastare il regno delle tenebre e vincere contro questi attacchi. Infatti proprio essendo parte dell’esercito di Dio, abbiamo delle missioni da svolgere per la Sua gloria come compito dovuto dai nostri ruoli in Dio.

audio, studi biblici, Ultimi tempi

Prima dell’apocalisse – Gli eventi che precedono la Tribolazione – parte 4

Prima dell’apocalisse – Gli eventi che precedono la Tribolazione – parte 4
Studi Biblici

 
Play/Pause Episode
00:00 /
Rewind 30 Seconds
1X

In questo studio affronteremo 2 degli eventi pretribolazionali che non sono databili o inseribili in una cronologia chiara: la venuta del Profeta Elia e la ricostruzione del tempio di Gerusalemme.
Molti confondono Giovanni Battista con l’Elia profetizzato che avrebbe spianato la strada al Messia. In realtà vedremo attraverso Isaia 40:3-5, Matteo 3:1-6, Giovanni 1:19-23 e anche altri, che Giovanni Battista aveva lo spirito di Elia, ma non lo era,

era il precursore profetizzato in Malachia 3:1, mentre altro compito è quello del profeta Elia che deve venire prima del grande e terribile giorno del Signore (definizione che indica sempre la Grande Tribolazione) profetizzato da Malachia 4:5-6.
Vedremo anche differenti brani che parlano in modo chiaro di un tempio ricostruito a Gerusalemme, dove vengono ripresi i sacrifici e le offerte, ma un tempio non voluto da Dio, e che sarà parte di un movimento religioso “non in fede” (Daniele 9:27, Matteo 24:15, 2 Tessalonicesi 2:3-4, Apocalisse 11:1-2 e Isaia 66:1-6).
Questi due segni possono sembrare incredibili e impossibili, ma se il Signore ce li ha profetizzati, accadranno sicuramente, e attraverso questo studio, ne analizzeremo l’aspetto pratico, per quelle informazioni che possiamo sapere tramite la Bibbia.

audio, culti

John Bevere condivide un messaggio per la chiesa italiana

John Bevere condivide un messaggio per la chiesa italiana
Culti

 
Play/Pause Episode
00:00 /
Rewind 30 Seconds
1X

In questo incontro pubblico, il pastore americano John Bevere condivide con noi un messaggio che sente forte da parte del Signore per la chiesa italiana e di tutto il mondo. Con la sua chiesa e il suo ministero hanno iniziato un progetto per l’evangelizzazione e il discepolato nel mondo e nel corso di questo incontro spiega i dettagli.

audio, culti

Lo scopo della Sua venuta

Lo scopo della Sua venuta
Culti

 
Play/Pause Episode
00:00 /
Rewind 30 Seconds
1X

Luca 4:38-44 ci mostra chiaramente la consapevolezza di Gesù riguardo la propria chiamata. Molti pensano fosse il fare miracoli, guarire, salvare o liberare, ma Gesù spiega che la Sua chiamata era annunciare la buona notizia del Regno di Dio. Ognuno di noi ha una chiamata specifica, in più ha una chiamata generale come cristiano. Questa chiamata generale è collegata con la stessa chiamata del nostro “Capo”, annunciare la buona notizia del Regno di Dio.
Leggendo Luca 19:37-40, specialmente analizzando il testo in ebraico, vedremo cosa disse veramente la folla, cosa credesse riguardo a Gesù e che giorno magnifico fu quello per il cielo!
Mentre con Luca 13:22-35 capiremo la differenza tra il dare il benvenuto a Gesù, oppure il benservito. Capiremo cosa vuol dire fare il bene per Gesù o con Gesù.