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Essere uno in Cristo

Essere uno in Cristo
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Si parla molto di ecumenismo e di unità dei credenti. Ma per capire la volontà di Dio per la Chiesa e per i Suoi figli, bisogna capire che genere di unità desidera il Padre celeste, e di quale unità parlava il Figlio quando era in terra.

Sicuramente Dio è contro le divisioni, contro le guerre e contro la maldicenza, ma bisogna capire anche cosa Lui intende per divisioni, altrimenti potremmo giudicare negativamente delle cose che apparentemente a noi sembrano divisioni, mentre invece agli occhi di Dio possono essere delle moltiplicazioni, o delle potature per togliere il marcio e permettere alla parte sana di continuare a crescere.

Per noi vedere dei membri che escono da una chiesa e ne aprono un’altra potrebbe sembrare un atto di discordia, invece potrebbe essere un fondare una realtà nuova che può testimoniare il Vangelo di Cristo a persone che non lo avrebbero ricevuto in altro modo. E delle persone che escono da una chiesa per andare in un’altra, potrebbe essere un desiderio dello Spirito Santo di far mettere a lavorare degli altri operai nella vigna del Signore.

Potremmo invece giudicare positivamente delle persone che per tanti anni rimangono in una chiesa a scaldare una sedia, senza mai mettersi veramente al servizio di Dio. Cosa è importante per il Signore?

GIOVANNI 17:20-23 Non prego soltanto per questi, ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola: che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch’essi siano in noi: affinché il mondo creda che tu mi hai mandato. Io ho dato loro la gloria che tu hai data a me, affinché siano uno come noi siamo uno; io in loro e tu in me; affinché siano perfetti nell’unità, e affinché il mondo conosca che tu mi hai mandato, e che li ami come hai amato me.

L’unità dei credenti è qualcosa di prezioso agli occhi di Dio, ma bisogna capire chi per Lui sono credenti (quali qualifiche e attributi servono per esserlo), chi per Lui è Chiesa, cosa intende Lui per unità, e unità in chi.

Non che dobbiamo fare i detective, in quanto è buono analizzare sé stessi, ma comunque faremmo bene a capire le vie di Dio. Inoltre bisogna anche distinguere tra l’unità che viene dall’uomo nella carne, e l’unità che viene da Dio nello Spirito. Dopo riprenderemo questo brano, ma prima approfondiamo alcuni concetti:

Icumène deriva da ikèo “abitare” e indica il pianeta terra cioè “la casa che tutti abitiamo” (opposto di èremos). Non riguarda Dio, ma riguarda un percorso di avvicinamento degli uomini tra loro, volendo anche escludendo Dio. Cercare di vivere in amore e in accordo, senza offese o far prevalere dottrine sugli altri: non è cristianesimo, è umanesimo. Non è questo che Gesù ha insegnato, anzi!

Alcune divisioni sono buone e vi porto alcuni esempi.

MATTEO 23:13 Ma guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché serrate il regno dei cieli davanti alla gente; poiché non vi entrate voi, né lasciate entrare quelli che cercano di entrare.

GALATI 2:11-14 Ma quando Cefa venne ad Antiochia, gli resistei in faccia perché era da condannare. Infatti, prima che fossero venuti alcuni da parte di Giacomo, egli mangiava con persone non giudaiche; ma quando quelli furono arrivati, cominciò a ritirarsi e a separarsi per timore dei circoncisi. E anche gli altri Giudei si misero a simulare con lui; a tal punto che perfino Barnaba fu trascinato dalla loro ipocrisia. Ma quando vidi che non camminavano rettamente secondo la verità del vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti: «Se tu, che sei giudeo, vivi alla maniera degli stranieri e non dei Giudei, come mai costringi gli stranieri a vivere come i Giudei?»

ATTI 15:36-41 Dopo diversi giorni, Paolo disse a Barnaba: «Ritorniamo ora a visitare i fratelli di tutte le città in cui abbiamo annunciato la Parola del Signore, per vedere come stanno». Barnaba voleva prendere con loro anche Giovanni detto Marco. Ma Paolo riteneva che non dovessero prendere uno che si era separato da loro già in Panfilia, e non li aveva accompagnati nella loro opera. Nacque un aspro dissenso, al punto che si separarono; Barnaba prese con sé Marco e s’imbarcò per Cipro;
Paolo, invece, scelse Sila e partì, raccomandato dai fratelli alla grazia del Signore.
E percorse la Siria e la Cilicia, rafforzando le chiese.

Poi vediamo che Paolo cambierà idea, grazie a Barnaba e alla maturazione di Marco stesso: “Prendi Marco e conducilo con te; poiché mi è molto utile per il ministero.” (2 TIMOTEO 4:11)

Tutti sbagliano (e tutti sbagliamo), ma non dobbiamo cadere nell’errore del tollerare tutto a danno del Vangelo. Soprattutto, dobbiamo essere mossi dagli insegnamenti-comandamenti di Cristo, e nessuno di questi deve annullare gli altri: AMARE DIO – AMARE IL PROSSIMO – FARE DISCEPOLI. Essere uno rientra all’interno dell’amare il prossimo (essere uno non è un comandamento, ma una preghiera). Essere uno non deve impedire il fare discepoli, o l’amare Dio, e non deve neanche impedirci di amare il prossimo. Se io frequentando una chiesa, sono impedito dall’amare alcune persone (perché la chiesa mi vieta di frequentarle, o perché le evangelizzo e la chiesa le fa scandalizzare) allora non ci siamo. Personalmente ho vissuto più volte questo!

L’unità fra i credenti è molto importante, ma il testo evidenzia che questi credenti devono essere uniti in Dio. Dire quello che dice lo Spirito Santo, e fare quello che fa il Padre. Rileggiamo GIOVANNI 17:20-23

Non c’è unità senza Cristo, vivente e operante. Non c’è unità senza lo Spirito che guida la nostra vita. Troppe chiese sono cristiane di nome e non di fatto!

GIOVANNI 17:8 poiché le parole che tu mi hai date le ho date a loro; ed essi le hanno ricevute e hanno veramente conosciuto che io sono proceduto da te, e hanno creduto che tu mi hai mandato.

GIOVANNI 14:12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre;

Ci sono tanti che perdono tempo nel fare incontri, riunioni, preghiere per l’unità. Invece dovrebbero fare opere maggiori di quelle di Gesù. Parlano dell’ecumenismo, o usano il “potere dell’abuso spirituale” dichiarandosi tuoi “padri spirituali” e che non devi “trascurare la comune adunanza” invece dovrebbero ripetere le parole del Padre come faceva Gesù quando era sulla terra. Non abbiamo bisogno di una super religione o super denominazione cristiana, quella arriverà e servirà all’anticristo. A noi serve di essere uno in Cristo con Cristo in noi tramite lo Spirito Santo. Serve di ascoltare il Padre e guardare il Padre cosa fa e cosa vuole compiere, per seguirLo e agire per la Sua gloria e l’espansione del Suo Regno. Il buonismo carnale non serve a niente a noi, come ho detto servirà all’anticristo, a noi serve invece essere discepoli temerari del nostro unico grande Maestro Gesù Cristo! Uniti nello Spirito, nell’ascolto di Dio.

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7 obiettivi dello Spirito Santo

7 obiettivi dello Spirito Santo
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Come dico spesso, l’essere umano è stato creato per avere rapporti sociali perché Dio stesso, il Creatore, è una persona che desidera rapporti sociali con l’uomo. Noi siamo stati creati anche per avere rapporti sociali con Dio stesso.

Tanti dicono di credere in Dio, ma non hanno alcun rapporto con Lui. Tanti altri sanno che Dio desidera un rapporto con loro, e almeno in passato lo hanno avuto, ma non sanno niente di Dio, o molto poco, o non parlano più con Lui o non lo ascoltano più, o tutte queste cose insieme.

Oggi vorrei approfondire la persona dello Spirito Santo, capire chi è e cosa fa. Cosa vuole, e come distinguere quando è Lui e quando non è Lui. Lo Spirito ha 7 scopi e azioni (almeno 7 sono quelli che ho trovato in Giovanni). Non sto parlando di doni, ministeri, o del frutto, ma proprio di 7 scopi dello Spirito per conoscerLo e distinguerLo.

GIOVANNI 14:22-26 Giuda (non l’Iscariota) gli domandò: «Signore, come mai ti manifesterai a noi e non al mondo?» Gesù gli rispose: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi udite non è mia, ma è del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose, stando ancora con voi; ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto.

Questo brano segue quanto abbiamo letto la scorsa settimana. Prosegue il discorso sul fatto che chi ama Gesù, osserva e si attiene alla Sua Parola e ai Suoi comandamenti-insegnamenti. Così facendo verremo amati dal Padre, in un modo speciale, e instaureremo con Lui un rapporto speciale e profondo. Un ruolo speciale, da collegamento, lo svolge lo Spirito Santo. Ma non è un ruolo passivo, bensì un ruolo attivo attraverso 7 (e più) azioni e scopi!

  1. consolarci

Se sei scoraggiato, demoralizzato, depresso, puoi vincere la tua negatività, ma il punto è ricevere lo Spirito Santo, i Suoi pensieri, la Sua presenza e lasciarlo operare liberamente. Lui non vuole lasciarci in trappola nell’angoscia, ma liberarci e darci la gioia della Sua presenza. Vorrei chiarire che né tu e né io siamo al centro, ma è Gesù al centro, però il Padre ci ama e ci manda il Consolatore anche se non siamo noi al centro!

Parakletos: avvocato, intercessore, consolatore, conforto, aiutante.

  1. insegnarci ogni cosa

Lo Spirito Santo vuole insegnarci. Potremmo pensare di essere “strutti” di nostro, cioè già pronti per criticare quello che fa questo, e quell’altro che fa quest’altro. Potremmo essere convinti di saper affrontare la vita e ogni situazione, ma abbiamo bisogno dell’insegnamento quotidiano da parte dello Spirito Santo! La nostra saggezza umana è utile in piccolissima parte, ma per il grosso è infallibile solo la saggezza dello Spirito!

  1. ricordarci le cose dette da Gesù

Per me la Bibbia è la cosa più preziosa al mondo, puoi conoscerla a memoria, ma senza lo Spirito Santo, non ti servirà a molto. E’ uno dei ruoli dello Spirito Santo, il ricordarci cosa ha detto Gesù e farlo fruttificare nella nostra vita. Gli insegnamenti di Gesù sono stati sentiti da migliaia di persone mentre era in vita, e da miliardi di persone nel corso della storia, ma solo le persone che si sono prostrate ai piedi della croce e con cuore sincero chiedevano di ricevere la rivelazione dello Spirito, hanno potuto vedere la loro vita cambiare e la mano di Dio all’opera!

GIOVANNI 15:22-27 Se non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero colpa; ma ora non hanno scusa per il loro peccato. Chi odia me, odia anche il Padre mio. Se non avessi fatto tra di loro le opere che nessun altro ha mai fatte, non avrebbero colpa; ma ora le hanno viste, e hanno odiato me e il Padre mio. Ma questo è avvenuto affinché sia adempiuta la parola scritta nella loro legge: “Mi hanno odiato senza motivo“.
Ma quando sarà venuto il Consolatore che io vi manderò da parte del Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli testimonierà di me; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio.

  1. testimoniare di Gesù

In un mondo in trappola, Gesù è venuto a portare luce e libertà. Una speranza. Il mondo non vuole ascoltare la Sua voce, ma si compiace delle tenebre, eppure ci saranno ancora altri milioni di persone che si convertiranno e che preferiranno la luce alle tenebre. Questo accadrà grazie allo Spirito che testimonierà di Lui, e a noi se siamo Suoi strumenti. Lo Spirito non testimonia la bravura dell’uomo, ma la bravura di Cristo. Non testimonia della bontà dell’uomo ma della bontà di Cristo. Mi spaventano sempre le profezie che non sono incentrate su Cristo, perché lo Spirito testimonia di Cristo, quindi una profezia che non testimonia di Cristo, probabilmente non viene dallo Spirito Santo. Non mi interessa una roba del genere!

Anche i miracoli e le guarigioni, sono possibili, anzi avvengono ancora oggi, più di 2.000 anni fa con Gesù, ma quello che opera lo Spirito, testimonia di Gesù non dell’uomo!

GIOVANNI 16:12-15 Ho ancora molte cose da dirvi; ma non sono per ora alla vostra portata; quando però sarà venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi annuncerà le cose a venire. Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà. Tutte le cose che ha il Padre, sono mie; per questo ho detto che prenderà del mio e ve lo annuncerà.

  1. guidarci nella verità

Non cadere mai nell’errore di decidere della tua vita. Sì sei intelligente e hai la testa sulle spalle, ma i nostri passi vanno nella giusta direzione, quando seguiamo Gesù, quando siamo guidati dallo Spirito Santo. Potremmo inizialmente sentirci frustrati come dei bambini che non possono giocare con i giocattoli che vorrebbero loro, ma lo Spirito solo è in grado di non farci cadere nella menzogna. Se pensi di essere arguto, attento che già questa è una menzogna. Solo lo Spirito ci può guidare nella verità, e se non lo riesci a sentire, chiuditi nella cameretta e aspetta. Se hai bisogno di prendere una decisione urgente, fai aspettare la decisione! Decide lo Spirito e deve guidare lo Spirito!

  1. annunciare le cose a venire

Ovviamente il fulcro di questo scopo è l’escatologia, cioè lo studio degli ultimi tempi. Ma in realtà lo Spirito può annunciare anche altre cose a venire, quando serve per farci maturare in Cristo, e salire a livelli di fede maggiori.

Abbiamo già raccontato di come il Signore ci ha parlato negli ultimi anni. Che Sara sentiva da parte del Signore la parola “quarantena” nel dicembre 2019, e non si sarebbe parlato di fare una quarantena in Italia e nemmeno in Cina, se non un mese dopo. A dicembre ancora nessun giornale aveva scritto niente riguardo il Covid. C’era solo quel medico cinese, non ascoltato dai suoi capi, figurarsi dai giornali. Addirittura il Signore aveva cominciato a dire a me oltre un anno prima “scorte per 3 mesi”, e io facevo una testa tanta a Sara dicendole di fare scorte per 3 mesi. La mia testa aveva ipotizzato uno shock energetico, e quindi sarebbe servito cibo che si potesse mangiare anche senza scaldarlo e senza conservarlo in frigo, ma quella era una mia reinterpretazione di quello che mi aveva detto lo Spirito “scorte per 3 mesi”. Lo Spirito preannuncia gli “ultimi tempi” ma anche i “prossimi tempi”. Ti mette al sicuro da calamità, scoraggiamenti, difficoltà. Non vuol dire evitare i problemi, ma se ascolti lo Spirito hai una corsia preferenziale in mezzo al “traffico” di questo mondo.

  1. glorificare Gesù

Abbiamo parlato dell’importanza del testimoniare di Gesù. Siamo qui per questo. Ma c’è uno scopo più alto (se possibile), glorificare Gesù. Dio è degno di gloria, e non condivide la Sua gloria con nessuno, anche perché nessuno è degno di ricevere parte della Sua gloria. Non c’è luogo migliore dello stare nel “Kavod” del Signore, e sentire il peso della Sua gloria. Ovviamente qui sulla terra possiamo sperimentarlo in parte, ma considerate che le vite vengono cambiate alla presenza del Signore. Cuori vengono sanati, malattie vengono guarite e persone legate vengono liberate.

E’ buono anche prepararsi perché è questo che faremo in cielo. Non staremo a truccarci tutto il giorno. Non giocheremo a pallone da mattina a sera. Non so come saranno le attività, ma di sicuro glorificheremo Dio!

CONCLUSIONE Lo Spirito Santo ci riporta la voce di Dio, e per distinguerLo dalle “false voci” che vengono dal nemico o dalle distrazioni, è bene capire quali sono i Suoi scopi. Ogni altro scopo o risultato (ansia, inganno, falsità, stress, gloria dell’uomo, confusione, dottrine strane, idoli che sostituiscono Gesù) è da rigettare!

Invece la Parola ci invita tutti a riconoscere le azioni dello Spirito nella nostra vita, che sono: consolarci, insegnarci ogni cosa, ricordarci le cose dette da Gesù, testimoniare di Gesù, guidarci nella verità, annunciare le cose a venire, glorificare Gesù.

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STUDIO SULLO SPIRITO SANTO (parte 5) – Le 4 tipologie di lingue spirituali

STUDIO SULLO SPIRITO SANTO (parte 5) – Le 4 tipologie di lingue spirituali
Studi Biblici

 
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Delle 4 tipologie di lingue, 2 sono per il ministero pubblico e 2 per quello privato. Hanno caratteristiche e peculiarità diverse le une dalle altre, per questo le approfondiremo nel dettaglio citando diversi riferimenti biblici per capirle al meglio. Non sono comunque un punto di arrivo nel percorso di fede ma solo di passaggio.

1 – Le lingue pubbliche “straniere” non studiate, che servono per evangelizzare.

1 CORINZI 14:21-22 È scritto nella legge: «Parlerò a questo popolo per mezzo di persone che parlano altre lingue e per mezzo di labbra straniere; e neppure così mi ascolteranno», dice il Signore. Quindi le lingue servono di segno non per i credenti, ma per i non credenti; la profezia, invece, serve di segno non per i non credenti, ma per i credenti.

Il riferimento biblico parla di lingue “straniere”. Paolo non ha coniugato un nuovo termine per spiegare le 4 tipologie di lingue, quindi dobbiamo fare attenzione ogni volta che parla di lingue e capire a quale tipologia si riferisce! In questo riferimento, come in ATTI 2:5-11, si parla del primo tipo di lingue, quello in cui lo Spirito ci guida a parlare una lingua straniera non conosciuta e non studiata (non angelica!), principalmente a scopo evangelistico (come “segno per i non credenti”). Infatti a Pentecoste, i pellegrini ebrei sentivano queste lingue come fossero parlate da madre lingua, e si meravigliavano dicendo “non sono galilei?”, quindi non parlavano le lingue straniere con inflessioni straniere, ma con padronanza madre-lingua, che è solo opera dello Spirito Santo. Inoltre è da notare l’argomento chiaro traducibile letteralmente e non interpretabile, “li udiamo parlare delle grandi cose di Dio nelle nostre lingue” (ATTI 2:11), quindi i non credenti hanno parte attiva nelle lingue del primo tipo, essendo loro i primi a tradurre dalle loro lingue natìe, il messaggio che lo Spirito dona e convertendosi o comunque essendo loro per primi interessati a ricevere la spiegazione del Vangelo e poi convertirsi (ATTI 2:37-41)! Dunque lingue straniere conosciute da chi ascolta e non è credente, per catturare la sua attenzione, ma non conosciute da chi parla in queste lingue! Ciò è successo a Pentecoste, ad Azusa street, ma capita anche oggi!

2 – Lingue pubbliche, celesti, per “l’interpretazione”, che servono per edificare i credenti. Notoriamente chiamate anche “dono delle lingue” o “diversità di lingue”.

1 CORINZI 12:10 a un altro, diversità di lingue e a un altro, l’interpretazione delle lingue;

Il “dono delle lingue” è solo per l’interpretazione. Non ha senso parlare in lingue nell’assemblea (occhio che non dice in una riunione di preghiera, ma nell’assemblea) se non c’è nessuno che interpreti quanto detto in lingue!

1 CORINZI 14:28 Se non vi è chi interpreti, tacciano nell’assemblea e parlino a se stessi e a Dio.

Attenzione che a differenza delle “lingue straniere”, il dono delle lingue è per una interpretazione e non una traduzione. Il messaggio delle lingue celesti (cioè la seconda, terza e quarta tipologia) è intraducibile letteralmente in quanto lo Spirito ci spinge a spiegare cose oltre la comprensione e il linguaggio umano. Nel caso del dono di lingue quindi, avviene una “interpretazione” che è un “adattamento” non esattamente letterale al linguaggio terreno per far comprendere il messaggio. Questo dono è inutile senza l’interpretazione, e in tal caso è meglio stare zitti nell’assemblea! Senza l’intepretazione del “dono” la chiesa non può essere edificata, quindi questo dono da solo è inefficace.

1 CORINZI 14:27 Se c’è chi parla in altra lingua, siano due o tre al massimo a farlo, e l’uno dopo l’altro, e qualcuno interpreti.

Il dono delle lingue si manifesta 2 o 3 al massimo, e uno dopo l’altro, non in contemporanea, e verbo all’“imperativo” qualcuno interpreti!

Il dono delle lingue (seconda tipologia di lingue) non è per tutti proprio come non tutti sono apostoli,profeti,insegnanti,etc (1 CORINZI 12:28-30).

RIEPILOGO PRIME DUE MANIFESTAZIONI, quelle pubbliche “straniere” e quelle pubbliche per la chiesa che devono essere interpretate (dono):

1 CORINZI 14:22-23 Quindi le lingue servono di segno non per i credenti, ma per i non credenti; la profezia, invece, serve di segno non per i non credenti, ma per i credenti. Quando dunque tutta la chiesa si riunisce, se tutti parlano in altre lingue ed entrano degli estranei o dei non credenti, non diranno che siete pazzi?

Quelli che non capiscono che in questo versetto si parla di due lingue diverse, vanno in confusione e pensano che la Bibbia si contraddica. Invece bisogna evidenziare al v.22 le lingue “come segno” per evangelizzare (=pubbliche, in lingue terrene, che lo Spirito da quando c’è una persona nativa di quella lingua sconosciuta a chi la parla), mentre al v.23 si parla esplicitamente dell’errore di parlare in lingue celesti senza interpretazione nell’assemblea pubblica della chiesa, soprattutto quando possono esserci dei non credenti, o degli “idiòtes” cioè “ignari, amatori, dilettanti, ignoranti, non istruiti, non dotati” cioè persone che si definiscono cristiane, ma che non hanno alcuna esperienza con il riempimento dello Spirito Santo. Il primo tipo (le lingue “straniere”) avvicina i non credenti, il secondo tipo (il dono delle lingue soprattutto non interpretato o la preghiera in lingue) li fa scappare e credere che siamo pazzi, impedendo la diffusione del Vangelo. Come sempre ci vuole discernimento ed equilibrio. Purtroppo ho incontrato diverse persone scandalizzate e lontane dalla chiesa, perchè spaventate e impaurite dalle lingue nell’adunanza domenicale (ovviamente non erano “lingue straniere” come segno). Ricordiamoci che lo “Spirito dei profeti è sottoposto ai profeti” e quindi chiunque parla da parte di Dio deve saper discernere il momento giusto per comunicare il messaggio!

Poi si può pregare liberamente nella propria cameretta e ci sono incontri di preghiera nelle chiese fra credenti “istruiti”, dove dobbiamo lasciare completo spazio allo Spirito, sottolineo dobbiamo! Paolo fa una chiara distinzione tra lingue private e lingue per il pubblico quando ci sono non credenti e ignoranti. Le manifestazioni devono essere adeguate al contesto!

1 CORINZI 14:39-40 Pertanto, fratelli, desiderate il profetare, e non impedite il parlare in altre lingue; ma ogni cosa sia fatta con dignità e con ordine.

Paolo inventiva il profetizzare il parlare in lingue, ma fa capire che bisogna discernere con “dignità” e “ordine” non come limitazione dello Spirito, ma come rispetto delle persone con cui ci si trova, visto che l’assemblea domenicale si svolge solo 2 ore a settimana, ogni credente ha a disposizione 166 ore a settimana per parlare in lingue, da solo nella propria cameretta, o in incontri di preghiera con i fratelli.

1 CORINZI 14:18-19 Io ringrazio Dio che parlo in altre lingue più di tutti voi; ma nella chiesa preferisco dire cinque parole intelligibili per istruire anche gli altri, che dirne diecimila in altra lingua.

Quindi nell’assemblea o in altre riunioni di chiesa dove si sa che partecipano non credenti, o persone che sono ancora all’inizio della comprensione di Cristo, è meglio dire solo 5 parole nella propria lingua e con la propria intelligenza, che 10.000 in altra lingua=meglio non parlare in lingue se non sai per certo che ci sono tutti credenti intorno a te e che ci sarà sicuramente qualcuno che interpreta! Se intercedi o preghi in lingue, a casa o nelle riunioni di preghiera fra credenti, sei liberissimo, negli incontri pubblici o nell’assemblea domenicale no! Il dono delle lingue serve per l’edificazione dei credenti attraverso la conseguente interpretazione, vi ricordate la pubblicità di Alpitour (No Alpitour? aiaiaiai!)=No interpretazione? Aiaiaiaiai (No lingue)!

3 – Lingue private per la preghiera personale. Private a casa, o in incontri di preghiera tra credenti, per edificazione (costruzione) personale.

1 CORINZI 14:13-15 Perciò, chi parla in altra lingua preghi di poter interpretare; poiché, se prego in altra lingua, prega lo spirito mio, ma la mia intelligenza rimane infruttuosa. Che dunque? Pregherò con lo spirito, ma pregherò anche con l’intelligenza; salmeggerò con lo spirito, ma salmeggerò anche con l’intelligenza.

Le lingue pubbliche, come la profezia, servono per comunicare un messaggio di Dio all’uomo, infatti in questo capitolo vediamo che il dono di lingue interpretato è “equiparato” alla profezia, mentre è inutile nell’assemblea senza l’interpretazione. In questi 3 versetti vediamo invece l’utilizzo delle lingue nella preghiera privata e personale, nella “cameretta” o nel “segreto” come dice Gesù. Siamo nel campo dell’edificazione personale. Se vuoi servire Dio allora devi mirare alla benedizione dei fratelli, ma come esseri umani abbiamo anche i nostri bisogni materiali e spirituali, e qui interviene la preghiera personale, in lingue ma anche con l’intelligenza, cioè per me in italiano. Anche il cantare e l’adorare può essere fatto in entrambi i modi, anzi siamo fortemente incoraggiati a pregare e cantare sia con l’intelligenza che con lo Spirito. All’inizio del capitolo Paolo aveva in mente proprio questo quando dice:

1 CORINZI 14:2 Perché chi parla in altra lingua non parla agli uomini, ma a Dio; poiché nessuno lo capisce, ma in spirito dice cose misteriose.

Quindi eccetto le lingue come segno per evangelizzare (1° tipo), e il dono delle lingue che viene interpretato (2° tipo), le lingue non sono per parlare agli uomini, ma a Dio, quindi vanno usate nella cameretta o in una riunione di preghiera, e non in pubblico! Badate bene che Paolo diceva che lui parlava in lingue più dei credenti di Corinto, questo vuol dire che probabilmente parlava in lingue ore ogni giorno, e per noi non dovrebbe essere diverso, ma ormai siamo chieso-centrici, quindi preghiamo solo quando lo facciamo in chiesa, leggiamo la Bibbia solo quando siamo con la chiesa, e così via, quindi siamo rammolliti e schiacciati da tutte le parti. Ma non è questo il pensiero di Dio, siamo chiamati a vivere nello Spirito anche le altre 166 ore (non solo le 2 ore la settimana che passiamo in chiesa)!

1 CORINZI 14:4 Chi parla in altra lingua edifica se stesso

Parlare in lingue serve per l’edificazione personale ed è inutile nella chiesa, ma se c’è l’interpretazione, allora il parlare in altra lingua reca il messaggio alla chiesa ugualmente come lo fa la profezia (v.5).

GIUDA 20 Ma voi, carissimi, edificando voi stessi nella vostra santissima fede, pregando mediante lo Spirito Santo,

Ancora una volta, la preghiera nello Spirito, o in lingue, serve per edificarci. Se hai bisogno di edificarti, rafforzarti nella fede, e fortificarti, prega nello Spirito! Dio desidera edificare noi, ma anche edificare i nostri fratelli. Ci vuole il giusto equilibrio perchè a volte abbiamo bisogno noi che la nostra fede venga rafforzata, o di avere potenza, e quindi è meglio pregare nello Spirito nella nostra cameretta, mentre poi quando siamo più forti, possiamo incoraggiare gli altri ed essere strumento di benedizione attraverso i doni spirituali come il dono delle lingue, di interpretazione o altri.

Sia chiaro che può capitare di avere lo Spirito Santo e non poter pregare in lingue, ma potrebbe essere una situazione temporanea di alcuni mesi, io personalmente dal battesimo in acqua al riempimento dello Spirito, ho trascorso 3 mesi di preghiera e desiderio del riempimento, con l’agevolazione del ritiro spirituale dove si pregava diverse ore al giorno insieme ad altre persone affamate dello Spirito. Dove c’è fame dello Spirito, lo Spirito si manifesta ed opera!

Un credente che non è ancora ripieno di Spirito, ha la capacità di esserlo, deve desiderarlo e deve avere l’occasione=deve richiederlo in preghiera, e frequentare una chiesa o un ritiro spirituale, dove si lascia spazio allo Spirito Santo! E’ come quando due persone vanno al fiume a fare il bagno. Uno si immerge e si lascia trasportare, mentre l’altro cerca di camminare nel fiume resistendo alla corrente e facendo fluire il fiume intorno a lui. Chi parla in lingue, o manifesta altri doni spirituali, è qualcuno che si è abbandonato al flusso dello Spirito (e ovviamente deve essere entrato nel fiume, quindi in un “ambiente” adatto). Chi ancora non parla in lingue, forse non ha totalmente arreso la propria vita a Cristo, non si sta lasciando andare nel fiume dello Spirito, o forse non è in un “ambiente” adatto. Approfondiremo meglio più avanti e specialmente di persona, sia chiaro però che il cammino con Dio, è un “cammino”, quindi ci sono sempre passi da fare per sperimentare le benedizioni che il Signore vuole darci (e che non si fermano solo al parlare in lingue)!

4 – Lingue per l’intercessione. Private a casa, o in incontri di preghiera tra credenti, per intercedere nel modo corretto, con le parole precise dello Spirito, che sono migliori di quelle della nostra umana sapienza.

ROMANI 8:26-27 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede egli stesso per noi con sospiri ineffabili; e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.

Lo Spirito ci soccorre nelle nostre debolezze…quali? Peccati? No! “Perché non sappiamo pregare come si conviene”. Lo Spirito ci soccorre con linguaggi nello Spirito, per pregare, e soprattutto intercedere, al posto nostro! La nostra debolezza è non conoscere la volontà di Dio, e soprattutto non conoscere le verità spirituali e i legami spirituali dietro le situazioni. Lo Spirito invece conosce il cuore di Dio e i legami spirituali creati dal nemico, quindi Lui sa come pregare, io no! Quindi lo Spirito, invece che spiegarmi tutti i dettagli, molti dei quali comunque non potrei capirli, direttamente prega Lui al posto mio, nel modo corretto, se io glielo permetto! Lui stesso intercede per me e per te, secondo il volere di Dio (=secondo la volontà di Dio). Chiunque parla in lingue, ha sperimentato almeno una volta cosa vuol dire intercedere per qualcuno, senza sapere per chi! Con lo Spirito Santo è possibile. Però è anche possibile che dopo averlo fatto, possiamo chiedere allo Spirito di rivelarci per chi o per cosa abbiamo pregato, e che lo Spirito ce lo riveli. Potrebbe addirittura essere che intercediamo per qualcuno che nemmeno conosciamo, ma che il Signore potrebbe farci conoscere a breve. L’importante è essere aperti allo Spirito, dargli il nostro tempo, la nostra vita, e la nostra “voce” per pregare!

audio, Spirito Santo, studi biblici

Studio sullo Spirito Santo (parte 4) – Il potenziamento del cristiano

Studio sullo Spirito Santo (parte 4) – Il potenziamento del cristiano
Studi Biblici

 
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Ogni essere umano è suddiviso in 3 parti: corpo, anima e spirito. Anche le relazioni interpersonali possiamo condurle in queste 3 dimensioni. Se però le relazioni rimangono sul livello base del corpo, oppure evolvono solo sul livello dell’anima, si mantengono su un livello di incompletezza.

Siamo nati per vivere in tutti e 3 i livelli nelle relazioni con gli altri esseri umani, dando priorità al livello dello Spirito. Infatti i matrimoni che partono dal livello esteriore, sono i primi a crollare. Quelli più focalizzati sull’anima e la condivisione e meno sul livello fisico esteriore, funzionano molto meglio perché vivono un percorso di crescita e scambio. Le coppie che a questi livelli aggiungono anche il livello dello Spirito, vivono una pienezza, non raggiungibile dalle altre. Per relazionarci con Dio invece dobbiamo relazionarci esclusivamente sul livello dello Spirito.

1 CORINZI 2:11 chi, tra gli uomini, conosce le cose dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito di Dio.

Noi siamo soprattutto esseri spirituali e una relazione vissuta nello Spirito (con le persone e con Dio) ci riempie in tutti gli aspetti.

C’è una differenza tra una discussione intellettuale di cose spirituali e una vera amicizia spirituale. Tutti conosciamo Dio, ma in realtà lo conosciamo veramente quando sappiamo personalmente cosa vuole e cosa dice!

1 CORINZI 2:12 Ora noi abbiamo ricevuto lo Spirito che viene da Dio, per conoscere le cose che Dio ci ha donate

Nessuno conosce i pensieri di Dio tranne il Suo Spirito, ma Egli ci ha dato il Suo Spirito! Avendo comunione al livello spirituale con il Creatore, possiamo conoscerlo veramente!

Immaginiamo un re del medioevo, che non agisce come re. Magari dorme nel castello, ma quando arriva un esercito straniero per conquistare il regno, lui non ordina al proprio esercito di reagire e proteggere la popolazione. Sarebbe assurdo! Questo regno non potrebbe durare! I suoi abitanti finirebbero in schiavitù e tutto sarebbe depredato. Non è sufficiente il titolo, neanche la posizione sul trono, ma bisogna anche svolgere le funzioni della regalità. Il titolo e il posto non hanno alcun valore senza la funzione e l’esercizio del potere.

Come figli di Dio siamo diventati coeredi con Cristo:

ROMANI 8:17 Se siamo figli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se veramente soffriamo con lui, per essere anche glorificati con lui.

Siamo eredi di stirpe reale e come tali abbiamo l’incarico di portare avanti la missione del nostro patriarca. La Sua conquista e il Suo Regno sono diventati nostri in quanto adottati come Sua discendenza. E’ il nostro compito e lo scopo della nostra vita! Per essere efficaci nel nostro destino, dobbiamo scoprire ed esercitare il potere che ne deriva!

1 PIETRO 2:9 Ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato, perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa.

La posizione precede sempre il potere, dobbiamo essere in Cristo prima di poter fare qualcosa per il Suo Regno!

ATTI 1:4-5 Trovandosi con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’attuazione della promessa del Padre, «la quale», egli disse, «avete udita da me. Perché Giovanni battezzò sì con acqua, ma voi sarete battezzati in Spirito Santo fra non molti giorni».

Lo scopo della tua vita è l’avanzamento del Regno di Cristo, e tuo (in quanto erede), ma per svolgerlo è essenziale il potenziamento dello Spirito. Gli apostoli erano stati addestrati 3 anni e mezzo per andare a predicare il Vangelo. Sapevano tanto! Già dopo 1 anno, Gesù li aveva mandati a fare “praticantato” cacciando demoni e guarendo le persone. Eppure qui dice che non erano pronti, ma dovevano aspettare ad iniziare il loro ministero fino a quando non sarebbero stati “battezzati in Spirito Santo” (ATTI) e “rivestiti di potenza dall’alto” (LUCA 24:49).

Potrete dire che non avevano ancora ricevuto lo Spirito Santo, ma in realtà non è così:

GIOVANNI 20:21-22 Allora Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre mi ha mandato, anch’io mando voi». Detto questo, soffiò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo».

Ricevettero lo Spirito Santo prima che Gesù ascese in cielo, ma non ricevettero la potenza, il battesimo, il riempimento, il traboccare dello Spirito! Quello avvenne a Pentecoste e non poterono andare nemmeno ad evangelizzare o testimoniare di Gesù, senza il riempimento. La sola ricezione dello Spirito non bastava!

ATTI 2:4 Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi.

Avevano già ricevuto lo Spirito Santo, ma con il riempimento le cose cambiarono. Potevano andare e espandere il Regno di Dio! Potevano adempiere lo scopo della loro vita, così noi, con il riempimento possiamo adempiere il nostro scopo!

Uno degli elementi più importanti del riempimento è il parlare in altre lingue. Non si può dichiarare che il 100% dei riempiti di Spirito Santo parli nelle lingue dello Spirito, ma è una cifra lì vicino. Non si può nemmeno dichiarare che le lingue erano un esperienza di altri tempi che oggi non serve più, infatti vediamo in ATTI 2:38-39: «Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo. Perché per voi è la promessa, per i vostri figli, e per tutti quelli che sono lontani, per quanti il Signore, nostro Dio, ne chiamerà».

Qui Pietro dichiara che il dono dello Spirito Santo è fruibile da tutti coloro che credono!

Lì a Gerusalemme, di Pentecoste erano presenti molti ebrei nati fuori da Israele, e che possedevano lingue natìe diverse dall’ebraico.

ATTI 2:8 Come mai li udiamo parlare ciascuno nella nostra propria lingua natìa?

Gli apostoli erano galilei popolani senza istruzione, e grazie al riempimento nello Spirito Santo parlavano lingue e dialetti di regioni lontane come se loro fossero madri-lingua. Le persone dichiaravano:

ATTI 2:11-12 li udiamo parlare delle grandi cose di Dio nelle nostre lingue». Tutti stupivano ed erano perplessi…

Non era un parlare senza senso o sconnesso. Loro parlavano delle grandi cose di Dio, in lingue che non conoscevano!

Negli Atti degli apostoli ci sono in totale 4 racconti riguardo il riempimento nello Spirito Santo. In 3 di questi, l’evento è accaduto a persone che erano già credenti, mentre nel 4° si stavano convertendo. In tutti i casi il battesimo ha causato prove “udibili” e “visibili”.

-In ATTI 8:12-18 incontriamo Filippo che evangelizza la Samaria, moltissime persone si convertono e “nascono di nuovo”, diventano figli e figlie di Dio. Nonostante questi aspetti molto importanti, vediamo che la chiesa di Gerusalemme manda là, Pietro e Giovanni a “pregare affinché ricevessero lo Spirito Santo”. Queste persone avevano creduto, erano state battezzate in acqua, e sicuramente erano state toccate dallo Spirito Santo, ma mancava il “riempimento” e i due apostoli vengono inviati lì per quel motivo (facendo 50 km a piedi)!

In questo brano non si parla esplicitamente delle “lingue” o della “profezia”, ma è evidente che ci furono in quanto Simone “vide” che le persone ricevevano lo Spirito Santo con l’imposizione delle mani (v.18).

Quando ricevi la salvezza, sei riposizionato in Cristo – diventi parte della Sua eredità e del Suo Regno. Non sarai ripieno, comunque, della potenza dello Spirito finché non la chiederai al Padre:

LUCA 11:13 Se voi, dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!

Il mondo (coloro che sono lontani da Dio) non può ricevere lo Spirito di verità (GIOVANNI 14:17). Quindi sta parlando a credenti, figli di Dio, nati di spirito, nati di nuovo, ma che hanno ricevuto lo Spirito Santo per la conversione, non il riempimento.

-Nella storia della conversione di Paolo, vediamo che la caduta, la visione e la conversazione con la voce di Gesù, causarono la sua conversione.

In seguito Anania fu mandato dallo Spirito Santo da Paolo per due scopi precisi: “Fratello Saulo, il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada per la quale venivi, mi ha mandato perché tu riacquisti la vista e sia riempito di Spirito Santo” (ATTI 9:17).

Anche Paolo, prima si convertì, poi ricevette il riempimento dello Spirito Santo con la manifestazione esteriore del parlare in lingue (sicuramente immediata, comunque in seguito dichiarò che lui parlava in lingue spessissimo e più dei credenti di Corinto, vedi 1 CORINZI 14:18).

-Nella storia di Pietro e Cornelio vediamo come gli strumenti per l’evangelizzazione e l’impartizione dello Spirito Santo, siamo noi credenti. Infatti l’angelo non evangelizzò Cornelio, ma gli disse di chiamare Pietro, una persona che lui non conosceva, in un luogo che non conosceva. Allo stesso modo Pietro non conosceva Cornelio e non sarebbe mai andato da un “pagano” se non glielo avesse detto il Signore mentre era in preghiera (ATTI 10:19-20, 28-29). In entrambi, lo Spirito non diede dettagli, spesso infatti ci tiene all’oscuro delle cose, anche perché comunque non capiremmo, oppure non coopereremmo, invece dobbiamo lasciarci guidare dallo Spirito!

Pietro li evangelizzò, ma non avrebbe mai pregato affinché ricevessero lo Spirito Santo, così in questo caso lo Spirito li riempì lo stesso per far capire che il piano di salvezza includeva anche i gentili (ATTI 10:45-48). Per questo motivo in questo caso fu stravolto l’ordine “conversione – battesimo in acqua – poi nello Spirito”.

-Poi nel racconto di Paolo ad Efeso, vediamo che tra le prime cose che chiede è: “Riceveste lo Spirito Santo quando credeste?” (ATTI 19:2). Perchè è importante verificare questo aspetto? Perché per essere efficaci nel Regno di Dio, e non cadere schiavi dei piani del nemico, lo Spirito Santo in noi è l’unica copertura e potenza (vedi ATTI 1:8)! Paolo spiegò il messaggio della salvezza in Cristo, li battezzò in acqua e poi ricevettero il riempimento dello Spirito mediante l’evidenza delle lingue e della profezia (ATTI 19:3-6). Profezia vuol dire predicare messaggi rivelati da Dio e sono incentrati su Gesù, e per un credente senza lo Spirito è impossibile (1 CORINZI 2)! Senza il potenziamento dello Spirito non possiamo fare niente per il Signore, e la stessa nostra vita terrena è indebolita!

Nel prossimo incontro affronteremo i diversi tipi di manifestazione del parlare in lingue.

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Studio sullo Spirito Santo (parte 3) – Relazione diretta con Dio

Studio sullo Spirito Santo (parte 3) – Relazione diretta con Dio
Studi Biblici

 
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Molte persone credono che il modo migliore, o giusto, per avvicinarsi a Dio sia attraverso la religione o la tradizione. In Matteo 15:6-9 Gesù si scaglia contro la tradizione incolpandola di allontanare le persone da Dio. Lui dichiara che è pure inutile adorare Dio e definirsi credenti, quando si seguono schemi religiosi e tradizioni umane. In 2 Corinzi 3:6 impariamo che la lettera, il testo scritto, la dottrina teologica, anche se buoni possono uccidere, mentre serve la vita che viene solo dallo Spirito.

In qualsiasi momento della nostra vita abbiamo bisogno di ricercare la guida dello Spirito. In Luca 4:14-19 vediamo che Gesù stesso non fece nulla finché non ricevette lo Spirito.
Nonostante i 3 anni passati con i discepoli, vediamo in Giovanni 16:12-13 che Gesù aveva ancora molto da dire, ma non era alla portata dei discepoli (come spesso anche noi non capiamo gli insegnamenti di Dio e le Sue opere). Ma non era un problema allora e non è un problema oggi, in quanto lo Spirito della verità (lo Spirito Santo) è stato mandato da Gesù proprio per guidarci nella verità e per ammaestrarci. Abbiamo bisogno solo di riceverLo e darGli il benvenuto! Un cristiano senza lo Spirito Santo è un non-cristiano in quanto Gesù e lo Spirito sono uno. Anche le chiese che non lasciano spazio all’opera dello Spirito Santo non sono vere chiese, in quanto non lasciando spazio allo Spirito Santo, stanno di conseguenza limitando l’opera di Gesù sulla terra.
In Giacomo 4:4-8 vediamo quando lo Spirito Santo desideri avere comunione con noi. Passare del tempo di qualità. Le distrazioni mondane equivalgono a odio nei confronti di Dio. Egli non vuole solo portare la salvezza spirituale, ma anche la salvezza dai legami e dalle dipendenze. Invece se siamo troppo invischiati col sistema del mondo terreno e carnale, rischiamo di esserne travolti, mentre invece il Padre Celeste vuole il meglio per noi. Lui ci richiama a Sé invitandoci “Avvicinatevi a Dio ed Egli si avvicinerà a voi”. Imparando da Gesù, che stava sempre in mezzo a peccatori e prostitute, a persone del mondo, ma non appartenendo ad esse, né dipendendo da esse. Essere le Sue mani e i Suoi piedi!
Così è come ci vuole guidare lo Spirito Santo, ma Lui è un gentiluomo e non forzerà a compiere la Sua volontà, e rimarrà in silenzio finché non lo coinvolgeremo. Ricordiamoci che siamo invitati ad avvicinarci a Dio affinché Lui si avvicini a noi! Per cui se non senti più la voce e la guida di Dio, o se non l’hai mai sentita, sappi che invece puoi avere una relazione diretta con Lui, se solo ti avvicini a Lui e lo ricerchi con il cuore.

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Studio sullo Spirito Santo (parte 2) – La personalità

Studio sullo Spirito Santo (parte 2) – La personalità
Studi Biblici

 
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E’ molto importante capire la personalità dello Spirito Santo, questo illustre sconosciuto, per capire come relazionarsi con Lui e conoscerLo personalmente. In realtà Lui è la persona più importante sulla terra e per noi esseri umani. Più importante sulla terra in quanto il Padre e il Figlio non sono sulla terra ma sono seduti in cielo, e possiamo entrare in profonda e reale comunicazione con Loro proprio grazie allo Spirito Santo che è qui.

Gesù ci preannunciò la venuta dello Spirito Santo dicendo che era meglio per noi la Sua Ascensione, e in sostituzione, la discesa dello Spirito Santo. Infatti Gesù aveva i limiti del corpo umano (essere in un posto per volta, dover dormire, potere ascoltare una persona per volta) invece lo Spirito Santo compie lo stesso lavoro, ma non ha limiti (non ha bisogno di dormire, anzi non dorme mai, può essere contemporaneamente in infiniti posti ed ascoltare e parlare con infinite persone). (Giovanni 16:7)
In base a 2 Corinzi 13:13 scopriamo che peculiarità del Figlio è la grazia: siamo salvati per i Suoi meriti, per il Suo sacrificio e le Sue opere, non di certo per i nostri meriti (che non esistono) o per le nostre opere (che sono nulla davanti a Dio). Peculiarità del Padre è l’amore: anche quando noi eravamo nemici ci amava e pianificava un piano per riconciliarci con Lui (Romani 5:10) e non c’è niente che potrà separarci dal Suo amore (Romani 8:38-39)! Caratteristica dello Spirito Santo è la “comunione intima”, comunicata in questo versetto tramite la parola greca “koinonia” che vuol dire “amicizia, comunione, stretta collaborazione, condivisione, intimità, compartecipazione, partnership, cooperazione”.
Leggendo Atti 20:22-23, 10:19-20, 8:26, 29 approfondiremo l’aspetto dell’amicizia con lo Spirito Santo, e impareremo a fidarci di Lui, a capire che dobbiamo distinguere la Sua voce come Filippo che potè distinguere tra la voce dello Spirito e la voce dell’angelo, e che non abbiamo alcun metodo moderno o tecnologico che possa sostituire la comunione e l’amicizia con lo Spirito Santo.
Leggendo Atti 15:28, Genesi 18:17, Esodo 32:10, Atti 20:28 e 13:2, vedremo come la Chiesa primitiva non agiva di testa propria, non si fidava dell’esperienza o della conoscenza, ma cercava continuamente e assiduamente di collaborare con lo Spirito Santo. Non lavorava per Dio, ma lavorava con Dio. I primi cristiani non si ergevano a giudici prepotenti che fanno valere la propria autorità, ma erano continuamente all’ascolto di ciò che diceva lo Spirito, e al cercare di collaborare con Lui.
Inoltre rianalizzando 2 Corinzi 13:13 e aggiungendo anche Giacomo 4:5, vediamo come sia importante e profondo nello Spirito Santo il desiderio di intimità con noi. Lui è geloso del nostro tempo, dei nostri pensieri, dei nostri desideri. Vuole operare in noi e tramite noi, e se vuoi conoscere di più Dio, hai bisogno dello Spirito Santo. Se vuoi incontrare Gesù, lo Spirito Santo te lo fa “incontrare”.
Per concludere vedremo che lo Spirito Santo ha dei pregi femminili. Attenzione, lo Spirito Santo non è donna, come il Padre e il Figlio non sono uomini o maschi. Dio non ha bisogno del genere, ma Lui ha creato “l’uomo a Sua immagine e somiglianza, li creò maschio e femmina”, vuol dire che i pregi degli uomini e i pregi delle donne sono presenti in Dio e provengono da Lui. Per esempio da Efesini 4:30 possiamo capire che lo Spirito Santo è molto sensibile e che non dobbiamo “rattristarlo” (in realtà in originale letteralmente è “non angosciate, non addolorate, non fate piangere lo Spirito Santo). Paolo non dice di non rattristare Gesù o il Padre, ma di non rattristare lo Spirito Santo. Lo stesso Gesù si è prodigato non a difesa del Padre o di sé stesso in Matteo 12:32, ma a difesa dello Spirito Santo, dicendo che l’unica bestemmia che non sarà perdonata è quella contro lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo è tenero e dolce e infatti ad Elia nel deserto si presentò con dolce vento, mentre non era nel fuoco o nel vento potente. Così anche tu, se non senti la voce di Dio, spegni e togli le distrazioni dalla tua vita. Allontana i rumori e i fastidi e concentrati su Dio. Non serve che cerchi o vai chissà dove, Lui parla nel sussurro e a bassa voce perchè è vicino a te, e se lo hai ricevuto nella tua vita è dentro di te. Proprio per via del Suo sussurro è difficile sentirLo nel caos.
Quando contristiamo lo Spirito Santo, l’unica soluzione è un vero pentimento, profondo e sincero, e chiederGli cosa abbiamo fatto di sbagliato e come possiamo fare per ristabilire la comunione intima con Lui. Lui ci ama e pronto a perdonare!
Quindi lo Spirito Santo possiede caratteristiche che associeremmo alle donne, come gentilezza, sensibilità, compassione, ma anche caratteristiche che attribuiamo agli uomini, è potente, possente e simile a un guerriero.

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Studio sullo Spirito Santo – Chi è? (parte 1)

Studio sullo Spirito Santo – Chi è? (parte 1)
Studi Biblici

 
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La figura dello Spirito Santo è predominante nella Bibbia, mentre spesso è dimenticata nelle chiese e nei credenti oggi. Leggendo gli insegnamenti biblici scopriamo molte cose interessanti su come Gesù, gli apostoli e la Chiesa primitiva, consideravano lo Spirito Santo.

In Giovanni 14:26 cominciamo a vedere il compito dello Spirito Santo sulla terra, fare quello che Gesù faceva, senza avere i limiti che aveva Cristo (Gesù aveva bisogno di dormire, mangiare, poteva parlare con un numero limitato di persone, poteva agire in un solo luogo del pianeta per volta, etc…). Con lo Spirito Santo questi vincoli vengono a cadere.
Inoltre nel libro degli Atti vediamo una continua sottomissione da parte dei credenti, alla volontà dello Spirito Santo. E’ emblematico vedere come l’apostolo Paolo si è comportato in Atti 16:6-9, dove pianificando di evangelizzare, aveva dimenticato di ascoltare preventivamente lo Spirito Santo, trovando dei muri spirituali (non da parte del nemico, ma chiaramente da parte di Dio!).
Senza lo Spirito Santo non abbiamo visione, gioia, pace (Romani 14:17), libertà (2 Corinzi 3:17), non abbiamo comunione con Dio. Le chiese stesse si trasformano in club di brave persone oppure in inutili luoghi di rituali religiosi, se non opera e guida lo Spirito Santo!
Lo Spirito Santo non è una forza, ma una persona (non inteso come uomo, ma con caratteristiche proprie di chi ha una personalità). Infatti ha desideri, volontà, emozioni, conforta, parla, insegna, si rattrista, può venire insultato, gli si può resistere e gli si può mentire, come con qualsiasi persona. E come qualsiasi persona, Lui desidera vivere e condividere momenti con altre persone, avere rapporti significativi con l’uomo Sua creatura.
Al battesimo di Gesù scese come colomba, ma non è una colomba. Si manifestò anche come fuoco, o vento, ma anche Gesù viene raffigurato in Apocalisse come Agnello e come Leone, eppure non è né un agnello, né un leone.
Proprio come l’acqua può essere trovata in 3 stati diversi, a seconda dell’ambiente e della temperatura (stato solido, liquido o gassoso), così Dio si manifesta in 3 persone diverse a seconda del bisogno e delle peculiarità di ognuno (Padre, Figlio, Spirito). Sono persone distinte ma che lavorano insieme (1 Corinzi 12:4-6) proprio come un architetto, un capo-cantiere e gli operai lavorano alla costruzione di un edificio, così Dio il Padre, Dio il Figlio e Dio lo Spirito Santo, lavorano per la costruzione e l’avanzamento della Chiesa, del mondo e dell’universo intero.
Il Padre e il Figlio sono in cielo, quindi qui possiamo avere comunione con Dio solo grazie allo Spirito Santo, che è qui da sempre, sin da Genesi 1:2. Lui è chiamato anche “mano di Dio” e Lui fu “lo Spirito di Dio” che ci modellò alla creazione e ci soffiò l’alito vitale (paragonare Genesi 2:7 con Giobbe 33:4).

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Camminare secondo lo Spirito

Camminare secondo lo Spirito
Culti

 
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Dio non ha bisogno di consigli, né di aiuto, ma è alla ricerca di collaboratori, infatti ci chiama ad andare in tutto il mondo a predicare la Buona notizia del Regno di Dio. Dall’episodio della risurrezione di Lazzaro (Giovanni 11:1-46) possiamo imparare molte cose.

– Per esempio vediamo come Gesù sapesse benissimo come sarebbe andata a finire la storia, ancor prima del doverlo risuscitare, ed ancora prima che morisse, senza sapere quanto grave fosse la sua malattia (v.4, 11, 13, 14). La tua vita non deve essere in balìa degli eventi terreni, ma al sicuro fra le mani di Dio e in mezzo agli eventi spirituali.
Non ci vuole coraggio per dire a un morto di venire da te, neanche il pensiero positivo, o una forte speranza, ma ci vuole la certezza della rivelazione che viene da Dio, altrimenti non succede niente.
– Inoltre troviamo la profonda umanità e carnalità degli esseri umani che non aprono le orecchie alla rivelazione dello Spirito (i giudei, Marta e Maria, ma anche gli stessi discepoli). Questa umanità e carnalità, non permette di vedere l’opera di Dio davanti i propri occhi, e vediamo che Gesù piange e freme per questo. Dio soffre quando le persone non lo ascoltano. Gesù piange quando la gente, soprattutto quelli che si definiscono cristiani, non ode la voce dello Spirito (v.33-38). Ci vuole più discernimento spirituale!
Leggendo Galati 5:16 e Giacomo 4:8, vedremo come sia fondamentale per i cristiani camminare secondo lo Spirito. Che Gesù non faceva miracoli e guarigioni per via del coraggio, ma perché era vicino a Dio il Padre e perché camminava nello Spirito Santo, ascoltando attentamente la rivelazione dello Spirito e i tempi dello Spirito.
Leggendo Apocalisse 3:20 vedremo come sia importante passare tempo in preghiera, ma non solo a parlare o a fare richieste, ma per avere comunione con Gesù, trascorrere del tempo con Lui. Lui vuole svelarci i Suoi piani quando siamo in intimità con Lui. Lui vuole darci pace e gioia quando siamo con Lui.
Concluderemo con Amos 3:7, facendo un’analisi dettagliata in lingua ebraica, e vedremo come il Signore non faccia nulla senza rivelare i Suoi piani a coloro che sono desiderosi di avere comunione con Lui. Infatti questo versetto si potrebbe anche tradurre “Dio agisce solo dopo aver chiarificato i Suoi piani segreti, a coloro che hanno un rapporto intimo e personale con Lui, e sono Suoi portavoci in questo mondo”. Invece si rattrista quando nessuno cerca il Suo cuore e la Sua volontà.
– Infine vediamo che a noi spetta il naturale (slegare il “Lazzaro” risuscitato o rotolare la pietra dal sepolcro) mentre il soprannaturale lo fa Dio (il miracolo della risurrezione).
Dobbiamo però imparare 4 punti: essere possibilisti riguardo l’opera di Dio, sapere che abbiamo un Dio grande, imparare ad ascoltare la Sua voce e, in base a quello che ci dice, agire. Imparare ad abbandonare la nostra carnalità e vivere nello spirituale!
I farisei conoscevano la Bibbia, ma non bastava. Marta, Maria e i discepoli, conoscevano la Bibbia e avevano un rapporto personale con Gesù, ma neanche questo bastava. Dobbiamo conoscere la Bibbia, avere un rapporto personale con Gesù, e in più ascoltare attentamente la voce di Dio, mentre camminiamo nello Spirito. Solo in questo modo gli eventi terreni non solo non ci sorprenderanno, ma saremo noi a sorprendere loro!

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La forza centrifuga dello Spirito

La forza centrifuga dello Spirito
Culti

 
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La parola regno ricorre 500 volte nella Bibbia. Dio ha creato l’universo, è buono e giusto, ed è più che in grado di governare equamente. Ma in Genesi 1:26-28 leggiamo che Lui ha voluto cedere all’uomo il dominio sulla terra. Da quel momento sulla terra ciò che accade è causato dall’uomo. In realtà con la caduta, grazie a Genesi 3:14-19, capiamo che l’uomo è in continua lotta con il nemico e che spesso rinuncia alla lotta consegnando la propria autorità al diavolo. La fame, le guerre e tutto quanto di brutto avviene sulla terra non è volontà di Dio.
In Matteo 6:9-10, leggendo la famosa preghiera del Padre nostro, vedremo che Gesù ci ha insegnato a pregare affinché sulla terra venga fatta la volontà di Dio tramite il Regno di Dio, altrimenti se non preghiamo, la volontà di Dio non viene fatta. Tramite Romani 14:17 capiremo che il Regno di Dio è “giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo”, per cui una vita piena può essere vissuta compiendo 3 passi: ricevere lo Spirito Santo, vivere nello Spirito, e far fluire da noi lo Spirito. In pratica è questo essere guidati dallo Spirito, non solo un esperienza unica fatta una volta nel passato, ma un vivere costante e traboccante. Ciò può avvenire quando l’azione nella nostra vita parte dal centro della nostra vita, dallo Spirito umano vivificato dallo Spirito Santo, per andare a operare verso l’esterno sull’anima e sul corpo (questa è la forza centrifuga dello Spirito). Invece l’uomo carnale, lascia che la propria carnalità o umanità, guidi la propria anima, e poi intrappoli il proprio Spirito umano impedendo allo Spirito Santo di operare (questa è la forza centripeta della carnalità).
Possiamo vivere nella gioia, nella pace e nella giustizia soprannaturale di Dio solo se lasciamo libera la forza centrifuga dello Spirito di operare in noi e attraverso di noi, dal nostro Spirito verso l’esterno.