Atti – Capitolo 2

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v.1 Pentecoste (dal greco “cinquantesimo”, sottinteso “giorno”, intende 50 giorni dalla Pasqua) è il nome greco della festa ebraica di Shavuot che significa “settimane” e sottintende sette settimane dopo da Pesach, appunto dopo la Pasqua ebraica. Gli ebrei e la stessa Bibbia, la chiamano anche in altri modi come “festa della mietitura”, “festa delle primizie” (2a parte, perché la prima parte si svolge dopo la Pasqua, vedi Levitico 23:9-18) o festa del raccolto. E’ la festa che per gli ebrei celebra la rivelazione dei 5 libri della Torah (Pentateuco) che per loro sono “l’insegnamento di Dio per l’uomo, specialmente l’ebreo”, mentre per i cristiani celebra il giorno della discesa dello Spirito Santo che ha proprio il compito di insegnarci ogni cosa (Gv. 14:26).

v.2-3 Lo Spirito Santo non è una forza, una volontà di uomo, o un impressione, ma sa farsi sentire (“suono come di vento impetuoso”) e vedere (“apparvero loro delle lingue come di fuoco”). Quando c’è Lui, ci si accorge della Sua presenza!

v.4 Si può avere lo Spirito Santo senza essere “riempiti”. Quando ci si converte, si riceve lo Spirito Santo, ma il “riempimento” è un’esperienza molto profonda, che può essere vissuta quotidianamente, oppure può essere unica nella vita di coloro che non vivono costantemente risvegliati nello Spirito. Tutto dipende da quanto abbiamo fame dello Spirito Santo nella nostra vita!

“…cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi”, queste erano lingue terrene, straniere, utilizzate per scopo pubblico dell’evangelizzazione (il 1° dei 4 tipi di lingue, per approfondire leggere lo studio sulle lingue dello Spirito).

v.6-11 Non erano lingue sconosciute, ma “ciascuno li udiva parlare nello propria lingua” madre. Erano pellegrini provenienti da diversi posti, con diverse lingue, alcune anche semi-sconosciute o comunque non conosciute dai 120 nell’alto solaio. La cosa sorprendente è che i 120 erano persone senza istruzione, e grazie allo Spirito Santo, poterono “parlare delle grandi cose di Dio” in lingue che non avevano mai sentito (v.11).

v.17-21 Citazione di Gioele 2:28-32. Questa profezia si è adempiuta a Pentecoste, e continua ad adempiersi fino al “grande e glorioso giorno del Signore”, cioèl’ultimo giorno della “Grande Tribolazione”. Per approfondire gli ultimi tempi, leggere lo studio a parte.

v.23 Gesù fu dato nelle mani degli uomini per il “consiglio e la prescienza di Dio” affinché svolgesse il ruolo di sacrificio propiziatorio. Non fu un errore, non fu un fallimento di Dio, e nemmeno un atto di amore fine a sé stesso, ma fu parte di un piano escogitato da Dio prima della fondazione del mondo (vedi 1 Pietro 1:20). Dio stesso ce lo aveva anticipato parlando tramite i profeti che avevano vissuto secoli prima di Cristo (vedi anche il resto di questo capitolo, il discorso di Pietro nel capitolo 3, quello di Stefano nel capitolo 7, Romani 3:21-25).

v.38 3 passi per una vita da veri cristiani, quotidianamente ripieni dello Spirito:

– Ravvedersi=pentirsi/cambiare mentalità e far regnare Gesù nella nostra vita. Lo stesso argomento predicato in Matteo 3:2 dal Battista e in Matteo 4:17 da Gesù.

– Battesimo in acqua da adulti consapevoli del passo che si sta facendo.

– Poi si riceve il dono dello Spirito Santo. Ovviamente non è per se stessi, ma affinché la nostra vita porti del frutto alla gloria di Dio, ma non quello della carne o delle opere morte. Avere il dono dello Spirito Santo, vuol dire che lo Spirito Santo è in noi, e parla a noi e attraverso di noi. Inoltre che opera e porta tramite noi il “Frutto dello Spirito” (vedi Galati 5:22-25).

v.39 Notare come questa promessa dello Spirito, del riempimento e della Pentecoste nella vita dei credenti, è per i cristiani di 2.000 anni fa, e per “quanti il Signore ne chiamerà”, quindi valida ancora oggi.

v.41 Ci sono molti riferimenti numerici nella Bibbia, come questo delle 3.000 conversioni, per mostrarci la crescita e l’impatto del messaggio di Gesù. Non è solo un vezzo per ricordare come lo Spirito operava allora, ma anche per farci capire cosa può fare ancora oggi! (vedi anche v.47).

v.42 Molti riferimenti biblici come questo, puntano su una crescita equilibrata del cristiano che include:

– l’insegnamento biblico. Partecipare settimanalmente a studi biblici e ascoltare predicazioni.

– la comunione fraterna. Relazione fra credenti che non sia solo settimanale, ma pratica, quasi giornaliera, e continua nel tempo. Avere persone su cui contare, e da benedire con la nostra presenza.

– rompere il pane. Santa cena, praticata con regolarità.

– le preghiere. Ricerca della guida, dell’opera e della potenza dello Spirito nella propria vita, e nella propria chiesa.

Non esistono cristiani fai da te, ma bisogna vivere e crescere insieme ad altri, in quanto la rivelazione della parola, e le benedizioni comunitarie, sono troppo preziose per essere perse. Pertanto ti esorto a far parte di una comunità locale, biblica, che pratica la cura reciproca e ricerca la guida dello Spirito Santo. Che spinga tutti alla crescita spirituale.

v.44-45 L’avere tutto in comune era una peculiarità della primissima chiesa di Gerusalemme, che è andata a dissolversi con la prima persecuzione, voluta da Dio, affinché i primi cristiani non tenessero la Buona novella per loro e per il popolo di Israele, ma adempissero la chiamata di Gesù di fare discepoli tutti i popoli!

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