Atti – Capitolo 21

clicca qui per andare al capitolo 20

v.8 Per informazioni storiche e geografiche su Cesarea, leggere commenti su Atti 8:40.

v.11-14 Paolo era già consapevole di cosa gli sarebbe successo (20:23). Anche se il libro degli Atti si conclude con Paolo a Roma agli arresti domiciliari, non dobbiamo vedere questa persecuzione come una sconfitta, perché in realtà questo consentì di diffondere grandemente il Vangelo. Inoltre dopo questo primo incarceramento a Roma (28:16-31), venne liberato e potè ancora per alcuni anni predicare il Vangelo (lo desumiamo dalle lettere a Timoteo e a Tito, scritte in seguito il primo incarceramento a Roma).

v.18 Giacomo era la persona preminente all’interno della chiesa di Gerusalemme. Pietro probabilmente non abitava più lì da un pò, e forse neanche Giovanni.

v.20 Il termine originale “miryàdes” si traduce letteralmente con “miriadi” (cioè decine di migliaia) non “migliaia”. Qui ad indicare che la somma degli ebrei che a Gerusalemme avevano creduto in Gesù era veramente un numero molto alto, non inferiore ai 20.000, in meno di 30 anni. Una crescita veramente enorme, cui Luca e lo Spirito Santo, tengono a metterci a conoscenza, per capire cosa può fare lo Spirito se la chiesa si lascia utilizzare.

Da questo versetto capiamo che per gli ebrei di 2.000 anni fa (come per molti ebrei messianici oggi), riconoscere Gesù non doveva implicare l’abbandono totale dell’ebraismo e delle proprie origini, ma un inserire Cristo e togliere le storture religiose. Ora come allora, questo è l’unico modo per “evangelizzare” gli ebrei dato che rimane lo stesso Dio. Lo stesso termine evangelizzare può sembrare un attacco alle proprie origini per un ebreo, visto che per secoli sono stati “evangelizzati” a forza o messi a morte. Sarebbe più corretto invece presentare loro Yeshua (il vero nome che utilizzava Gesù quando era sulla terra), un vero ebreo che ha adempiuto tutta la legge, e tutte le profezie dell’Antico Testamento riguardo il Messia che doveva venire.

v.26 Paolo da vero ebreo, per “evangelizzare” gli ebrei, o comunque avere a che fare con loro, doveva sottostare ai dettami della religione. Questo non per conformarsi a regole umane, ma per rispettare le richieste che Dio aveva fatto al Suo popolo eletto tramite comandamenti e precetti. Un ebreo crede che i Goìm (cioè i gentili, gli stranieri) siano esentati da moltissime delle leggi dell’Antico Testamento. Un cristiano sa che le leggi dell’Antico Testamento non possono salvare, ma servono per mostrare la nostra indegnità davanti a Dio e presentare il messaggio della salvezza per grazia mediante i meriti di Cristo!

v.34-35 Questa fortezza, è la famosa “Fortezza Antonia”, che secondo Giuseppe Flavio ospitava circa 6.000 soldati romani, ed era attaccata o molto vicina al Tempio di Gerusalemme. Nelle ricostruzioni moderne, la fortezza viene presentata come costruita a ridosso del muro del tempio e incombente sul suo cortile, sovrastandolo dall’alto. Sembra piuttosto irrealistica una situazione del genere conoscendo la serietà religiosa degli ebrei e il loro orgoglio per tutto ciò che sacro, ma questa è la ricostruzione che ognuno di noi può vedere via internet, sui libri moderni o nelle ricostruzioni storiche a Gerusalemme. In questa fortezza Paolo fu imprigionato.

v.37-40 Alcuni studiosi moderni vogliono far credere che gli apostoli fossero degli ignoranti, e che conoscevano solo l’aramaico. Paolo conosceva sicuramente il greco (v.37) e l’ebraico come lingua religiosa dei Giudei (v.40), oltre che l’aramaico, che era la lingua principalmente parlata dai Giudei nelle loro case o nel lavoro: quindi in totale almeno 3 lingue. Ogni tentativo di dire che le allusioni alla lingua “ebraica” presenti nella Bibbia, si riferissero all’aramaico, non sono credibili. Nel capitolo seguente, il popolo fece maggior silenzio quando lo sentì parlare in “ebraico”, ergo, la lingua che parlava in precedenza col popolo al capitolo 21, era l’aramaico, ma poi al capitolo 22:2 per condividere la propria testimonianza aveva scelto il vero ebraico.

clicca qui per andare al capitolo 22