Atti – Capitolo 23

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v.2-5 Paolo conosceva il precedente sommo sacerdote (22:5) e probabilmente non era stato informato della sua sostituzione, altrimenti non avrebbe aggredito verbalmente quello attuale (v.5, Esodo 22:28).

v.6-7 Paolo, come anche Gesù in precedenza, era ben consapevole della regola del non dare perle ai porci (Matteo 7:6) per cui invece di mettersi a discutere di fede e spiritualità con degli ipocriti religiosi, saggiamente cercò invece di mettere gli ipocriti gli uni contro gli altri. Dobbiamo sempre fare attenzione a capire le intenzioni più profonde di chi abbiamo davanti, facendoci guidare dallo Spirito Santo. Se i nostri interlocutori sono motivati da infamia e rissa, è meglio lasciar stare. “La risposta dolce calma il furore, ma la parola dura eccita l’ira” (Proverbi 15:1). E’ meglio abbandonare ogni astio, vendetta e orgoglio personale. Ma anche quando abbiamo intenzioni pure, dobbiamo stare attenti a chi non le ha, per cui una ritirata e l’accettare un torto e soffrire anche se abbiamo fatto solo del bene, può essere la strada migliore (1 Pietro 3:8-17).

v.8 Per approfondire altri dettagli sul credo dei sadducei, leggere Marco 12:18, Luca 20:27 e relativi commenti.

v.16 Non sappiamo altro di quest’uomo. Probabilmente questo è l’unico parente di Paolo citato nella Bibbia. In Romani 16:7,11,21, Paolo parla di parenti, ma il termine greco “sungeneis” può essere tradotto anche “connazionali”, per cui l’unico parente citato di cui siamo certi è questo nipote.

v.29 Dichiarazione di Claudio Lisia sull’innocenza di Paolo, giuridicamente parlando.

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