Atti – Capitolo 8

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v.1 A volte Dio si serve di cose apparentemente negative, come la persecuzione, per adempiere la Sua Parola, specialmente quando noi non ne abbiamo voglia. Gesù era stato chiaro riguardo al mandato di andare in tutto il mondo a predicare, eppure erano passati alcuni anni e i credenti erano ancora tutti a Gerusalemme (a parte qualche ebreo proveniente dall’estero che si era convertito a Pentecoste, e ritornando a casa, poteva aver portato il messaggio di Cristo). Evangelizzavano sì, ma solo ebrei. Invece grazie a questa persecuzione, i primi cristiani furono costretti ad andare in altri luoghi come Samaria (8:1), Fenicia, Cipro, Antiochia (11:19) e portare “il lieto messaggio della Parola” nel mondo (v.4). Dio può usare cose negative per farle cooperare al nostro bene (Romani 8:28).

v.5-7 Filippo era un semplice diacono, ripieno di Spirito Santo come qualsiasi altro diacono (anche se al capitolo 21 verrà definito evangelista, ma non si sa a che punto riceve questo ufficio), e nonostante questo riuscì ad evangelizzare una città intera, predicando Cristo, operando segni miracolosi, liberando dai demoni, guarendo gli ammalati, ed ottenendo un gran numero di conversioni. Non serve l’avallo di qualche pastore o di qualche uomo di Dio per evangelizzare, serve la potenza dello Spirito Santo che opera segni, prodigi, e convince di peccato, giustizia e di giudizio (leggere Giovanni 16:5-15 e commenti)!

v.14-17 Per evangelizzare non serve il permesso di autorità spirituali, ma solo la potenza dello Spirito. Per fondare una chiesa ed educare dei nuovi credenti a vivere nello Spirito, serve una preparazione spirituale maggiore di quella di un diacono. Per questo motivo di loro spontanea volontà, gli apostoli hanno mandato Pietro e Giovanni ad aiutare Filippo: la potenza spirituale presente in degli apostoli, è maggiore, e consente di far scendere lo Spirito Santo nella vita delle persone, e di potenziare i nuovi credenti. Per questo motivo l’appartenenza ad una chiesa locale e la comunione fraterna sono molto utili: si presuppone che al suo interno ci siano degli anziani, apostoli, pastori, profeti, che si facciano guidare dallo Spirito Santo e che siano in grado di preparare le persone affinché vengano riempite dello Spirito e addestrate per diventare uomini e donne di Dio completi e in nulla mancanti (Efesini 4:7-16).

v.17-18 Per dare lo Spirito Santo, ma spesso anche per la guarigione e la liberazione, serve l’imposizione delle mani di persone in autorità. Ciò non significa che debbano essere persone con titoli religiosi particolari, ma veri credenti in possesso dell’autorità che Gesù ci ha lasciato, e che operano in Suo nome (al posto Suo, per mezzo dello Spirito Santo). Attenzione che il riempimento dello Spirito non è un dono dell’uomo, che può essere dato per propria volontà, ma rimane un dono di Dio (v.20).

v.26-29 Filippo ascoltava veramente e costantemente lo Spirito Santo. Questo racconto è stato scritto da Luca in base a ciò che Filippo gli ha trasmesso. Qui Filippo ha voluto precisare di saper distinguere la voce di un “angelo del Signore” (v.26), dalla voce dello “Spirito” (v.29). Solo avendo la sua stessa familiarità con lo Spirito, sapremo distinguere quando a parlarci sono i nostri pensieri, la nostra volontà, dei pensieri malvagi, o lo Spirito di Dio. Questa capacità si acquisisce passando tempo in preghiera ogni giorno e vivendo nello Spirito.

v.30 Bisogna saper essere scaltri per evangelizzare. A volte basta poco: saper fare la domanda giusta, lanciare il giusto “amo”, per poter “pescare” anime.

v.32-33 Citazione di Isaia 53:7-8.

v.35 Quando evangelizziamo, dobbiamo renderci conto del livello di preparazione della persona che stiamo evangelizzando. Possiamo predicare il messaggio più bello del mondo, ma se l’ascoltatore non ci capisce, diventa inutile e non otterrà alcun risultato. Filippo, come Stefano al capitolo precedente, seppe fare un riassunto storico della fede e dell’opera di Dio, in modo da farsi comprendere dall’eunuco.

v.38 Filippo non era un pastore né un apostolo, eppure si permise di battezzare in acqua un neo-convertito. Come ho già scritto in precedenza, non serve il titolo, ma serve la potenza e l’autorità dello Spirito Santo.

v.40 Cesarea “marittima” (da non confondere con Cesarea di Filippo, che invece è all’interno) è una città che si trova sulla costa di Israele a circa 55 km a nord di Tel-Aviv e di Jaffa (nome moderno dell’antica Ioppe) e 90 km a nord di Ashdod (nome moderno dell’antica Azot). Fillippo si stabilì a Cesarea e lo troveremo qui più avanti negli Atti (21:9), quando profetizzeranno a Paolo che se salirà a Gerusalemme verrà incarcerato. Qui fu mandato Paolo prima di partire per Tarso (9:30) e qui era di stanza il centurione Cornelio (10:1). Sempre qui scese per la prima volta lo Spirito Santo su dei gentili (10:44) e Paolo vi fu imprigionato per 2 anni prima di andare a Roma (23:23-26:32). Questa città è un moderno sito archeologico rilevante per via dei monumenti e dei reperti ritrovati. In essa fu trovata la famosa “Iscrizione di Pilato” che testimonia la reale esistenza di questo Prefetto della Giudea che fino al ritrovamento dell’iscrizione, era citato solo nei Vangeli, invece ora abbiamo un’ulteriore conferma, da un’ennesima fonte non cristiana, della veridicità storica dei fatti scritti nella Bibbia (oltre ai vari famosi storici Giuseppe Flavio, Tacito, Svetonio e Plinio il giovane).

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