Giovanni – Capitolo 19

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v.1 Gesù non fu solo fustigato, ma flagellato. Il flagello era un terribile strumento di tortura che causava danni irreparabili sulle persone. Per approfondire leggi Marco 15:15.

v.2-3 Questi atti apparentemente, erano in realtà adempimenti di profezie dell’Antico Testamento, e con un significato profondo. Gesù depose la Sua gloria in cielo per venire ad essere incoronato re in eterno per mezzo di una corona di spine. Vestirlo ironicamente con un manto di porpora, era un’ulteriore dichiarazione involontaria della Sua regalità.

v.4-8 In Giovanni come anche in Marco e in Luca, vediamo l’ingiusta condanna subita da Gesù. Condanna anche molto labile in quanto nessuno aveva l’autorità per condannarlo, le prove, e neanche le motivazioni legali per farlo. Per questi motivi facevano a scarica barile. Pilato più volte dichiara di non trovare prove per condannare Gesù di nulla, ma aveva troppa paura di irritare i capi religiosi.

v.11 Gesù con questa dichiarazione, agevola la propria crocifissione, mettendo tutta la situazione in un’ottica divina. Loro sono in quella situazione perché voluto “dall’alto”, ma i capi giudei avranno comunque una forte responsabilità.

v.14 “…era circa l’ora sesta…” non secondo il modo di misurare il tempo degli ebrei, ma dei romani, infatti in Marco 15:25 leggiamo che la crocifissione è avvenuta all’ora terza (cioè le nove del mattino), per cui la condanna di Gesù è avvenuta circa 3 ore prima all’ora sesta “romana”, cioè le 6 del mattino.

v.19 Altra dichiarazione regale riguardo Gesù. Che sappia io nella storia nessuno ha potuto godere di una tale dichiarazione nel luogo del suo supplizio. Ma questo è accaduto perché Gesù è stato l’unico nella storia a meritare la regalità e la gloria in ogni momento della propria vita!

v.23-24 Adempimento del Salmo 22 versetto 18, ma molto bello tutto il capitolo che è una profezia continua riguardo la venuta del Messia e il Suo sacrificio.

v.28-30 Gesù aveva “compiuto” la propria missione caricandosi del peccato dell’umanità. Due volte viene enfatizzato questo aspetto. In un certo senso era nato per morire, affinché noi morti vivessimo!

v.32-36 Adempimento del Salmo 34:20.

v.37 Adempimento di Zaccaria 12:10 e profezia di Apocalisse 1:7.

V.38-39 Giuseppe d’Arimatea era una persona prestigiosa e ricca. Discepolo di Gesù in segreto in quanto non pronto a correre il rischio della propria vita e del proprio prestigio per la fede in Gesù. Anche Nicodemo era un discepolo di Gesù, ma in segreto per via del desiderio di non perdere la propria posizione, e addirittura la propria vita, per la fede in Gesù.

v.41 Il sepolcro nuovo dove nessuno era stato sepolto, era il sepolcro appartenente al ricco Giuseppe d’Arimatea. Adempimento di Isaia 53:9

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