Giovanni – Capitolo 2

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v.1-12 Ci sono circa 4 attribuzioni per la città di Cana, ma la più probabile si trova molto vicino a Nazareth (5 km). Il fatto che Maria venne a conoscenza della mancanza di vino a questo matrimonio (v.3), fa supporre che Maria e Gesù fossero parenti stretti di uno degli sposi, oppure che Maria fosse coinvolta nell’organizzazione o nel servizio del matrimonio come lavoratrice o organizzatrice. Forse era lei una dei responsabili per l’assenza di vino, non possiamo saperlo. Ad ogni modo Gesù provvide miracolosamente alla mancanza.

Questo fu il primo miracolo fatto mai da Gesù in carne, subito dopo il battesimo in acqua e nello Spirito (1:29-34, prima dei due battesimi non compì mai alcun miracolo). Tutto il blocco di Giovanni che va da 1:35 al capitolo 4, non è presente negli altri Vangeli e temporalmente si situa dopo il battesimo e la tentazione di Gesù e prima dell’inizio ufficiale del ministero terreno di Gesù con lo stabilirsi a Capernaum (Matteo 4:12, Marco 1:14, Luca 4:14). I fatti narrati in questi capitoli non li conosceremmo se non fosse per questo Vangelo. In effetti, come già detto nell’introduzione, questo Vangelo è ricco di fatti unici ed informazioni su Gesù descritte solo qui.

v.4 Gesù risponde a Maria in modo brusco, ma non scortese. Lui vuole rendere chiara la propria natura e missione divina, e mostrarsi pienamente ubbidiente al Padre iniziando finalmente, dopo aver atteso 30 anni, la propria missione terrena. Nessun legame familiare o terreno doveva frapporsi tra Lui e la missione datagli dal Padre. L’ubbidienza al Padre Celeste è sempre più importante e superiore rispetto all’ubbidienza alla madre terrena, perlomeno quando questa porta carnalità o prospettive umane.

v.5 Tra i pochi insegnamenti che abbiamo di Maria (l’altro è il canto di Maria in Luca 1:46-55), c’è questo dove lei in pratica riconosce Gesù come Figlio di Dio e non suo. Le era stato dato di essere la madre terrena del Messia, ma avrebbe dovuto lasciarlo andare per la salvezza del mondo.

Invece di offendersi per essere stata sminuita al versetto precedente, prende atto della situazione e invita tutti ad ascoltare ed ubbidire a Cristo il Salvatore del mondo. Tanti religiosi moderni dovrebbero imparare da Maria, ad ubbidire a Gesù.

v.6 I recipienti qui descritti erano molto grandi e potevano contenere tra gli 80 e i 120 litri di acqua l’uno. Servivano per la purificazione in un tempo in cui non c’erano le moderne docce. In pratica il recipiente si poneva in alto, sopra una “seduta”. La persona che doveva purificarsi si sedeva sotto il recipiente e faceva le “abluzioni” per la purificazione con l’acqua che scendeva sopra il suo capo e il resto del corpo. In questo capitolo si parla di 6 recipienti, quindi parliamo di circa 600 litri di acqua che Gesù trasformò in vino. Praticamente 800 bottiglie di vino, di quelle normali da 0,75 cl, che sono più comunemente vendute oggi. Inoltre il vino doveva essere eccezionale rispetto a quello bevuto in precedenza, che già era molto buono in quanto “Ognuno serve prima il vino buono…” (v.10). Un vino soprannaturale.

Tra religione cattolica e ortodossa ci si vantava di avere come reliquie almeno 13 di questi recipienti interi provenienti da Cana, secondo quanto stimato da Collin de Plancy nel 1821, più moltissimi frammenti. In realtà al giorno d’oggi ce ne sono oltre 30 in giro nelle chiese nel mondo, ma questi contenitori sono tutti diversi sia per colore, che per dimensione, che per materiale, che per datazione. Cosa piuttosto strana visto che in questo racconto di Giovanni ne vengono citati solo 6 e che sicuramente erano tutti uguali tra loro.

v.7 Notare che in questo brano non si fa alcun accenno a una preghiera. Non sappiamo se Gesù fece una preghiera per conto proprio e che qui non è riportata, ma comunque stona con il modo di agire di oggi dove molte chiese organizzano catene di preghiera e digiuni, pensando che più persone pregano e più avverranno miracoli potenti. Gesù coinvolgeva pochi nelle Sue preghiere, o addirittura nessuno, e seguivano miracoli strabilianti mai visti (così anche Pietro, Giovanni e Paolo)! Ma qual’era il motivo della mancanza di preghiere comunitarie come le intendiamo oggi? Perché Gesù aveva ricevuto lo Spirito Santo, ed agiva solo in base alla rivelazione dello Spirito: se lo Spirito gli mostrava di dover fare un miracolo, Lui lo faceva sapendo che sarebbe avvenuto al 100%, altrimenti non agiva. Invece la chiesa moderna non impone le mani sugli infermi, non vive nella preghiera, ma organizza campagne di preghiera estemporanee, crede cose che lo Spirito Santo non ha rivelato, e poi non vede risultati perché si culla nelle proprie attività umane ed emotive.

v.11 Segno=qualcosa che sta per qualcos’altro. Mentre i Vangeli Sinottici usano frequentemente i termini “miracoli” e “guarigioni”, concentrando l’attenzione del lettore sull’atto, Giovanni rende chiaro che l’atto miracoloso è “qualcosa che sta per qualcos’altro”: un atto che vuole far capire che in Gesù c’è il potere di Dio, e che Lui stesso è Dio. Lo conferma il seguito del versetto che prosegue con “manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in Lui”. Giovanni affronta 7 segni miracolosi scelti per dimostrare la deità di Gesù.

v.13 Molti degli eventi narrati nel Vangelo di Giovanni, e molti dei “segni” compiuti da Gesù, avvennero in concomitanza con le principali feste bibliche. Le feste bibliche non erano delle attività pagane come nelle religioni moderne, ma erano state istituite da Dio per comunicare messaggi profetici legati alle due venute di Gesù. Per chi è interessato a capire il messaggio che Dio ha comunicato tramite le feste, consiglio di leggere libri e studi legati al valore profetico delle feste, e di leggere testo biblico e commento di Levitico 23.

Questa fu la prima Pasqua trascorsa durante i 3 anni di ministero terreno di Gesù. Le altre due sono in Giovanni 6:4 e 11:55.

v.14-17 La petizione di Gesù, non era legata al divieto di vendere animali o cambiare valute. Anzi, volendo vedere, questo era un servizio utile per quei giudei che percorrevano centinaia o migliaia di chilometri per recarsi nel tempio ad offrire dei sacrifici. In origine però questi scambi si facevano verso l’esterno della città di Gerusalemme, poi però per praticità e accaparrarsi più clienti, i venditori e i cambiavalute avevano finito con lo stabilirsi addirittura all’interno del tempio, creando scompiglio e dissacrando il luogo. Questo era indice di avidità e di mancanza di timore di Dio, oltre che di ipocrisia religiosa.

v.19-22 Prima della Sua crocifissione, Gesù venne accusato erroneamente di voler distruggere il tempio (Marco 14:58, 15:29), mentre invece Gesù si stava riferendo al proprio tempio (=corpo, v.21). Lui fece questa dichiarazione esplicitamente per non farsi capire, fino a quando poi sarebbe risorto, solo allora i discepoli avrebbero capito (v.22).

v.23-25 Non basta “credere” per avere salvezza e essere Suoi. Anche i demoni credono in Dio e non sono salvati. Bisogna fare frutti di ravvedimento, ricevere l’autorità di Dio sopra la propria volontà, ambizione, sopra i propri desideri e interessi.

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