Giovanni – Capitolo 21

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v.1-11 Le ore migliori per pescare sono quelle notturne, eppure ancora una volta, come in Luca 5, vediamo che in Dio le cose funzionano contro ogni avversità, e si può pescare di giorno. Non solo si può pescare, ma anche abbondantemente. E’ molto ironico leggere il consiglio di Gesù di gettare le reti dall’altra parte, come se umanamente potesse bastare questo per pescare dei pesci. Ovviamente no, ma la loro fiducia in un estraneo (non lo avevano ancora riconosciuto) è stata premiata con un miracolo potente.

Nel brano di Luca 5 con la pesca miracolosa precedente, i discepoli avevano lasciato le barche, gli attrezzi da lavoro, il lavoro, e una fortuna in pesci: facendo conto che avessero preso solo 100 pesci San Pietro da 8 kg l’uno, per un totale di 800-1.000 kg (questa specie di pesce è molto diffusa nel Mar di Galilea, ma ce ne sono altre). Il San Pietro costa circa 35€ al kg, quindi 35€x8kgx100pesci=28000€, più il valore delle barche e degli attrezzi da lavoro. In questa pesca miracolosa di Giovanni 21, cioè dopo circa 2-3 anni, vengono pescati ben 153 grossi pesci, probabilmente hanno recuperato tutto quello che avevano lasciato per seguire Gesù. Eppure non era un incentivo a tornare alla pesca o ad arricchirsi, ma a capire che è meglio impegnarsi per il Regno di Dio e non per le ricchezze terrene. Un incentivo a comprendere che è meglio niente con il Signore, che tutto senza: anche perché il Signore può generare il tutto dal nulla, mentre il nostro tutto ottenuto con le nostre forze può svanire rapidamente.

Con Gesù non ci si rimette mai, anzi, ci si “guadagna”!

v.6 Segno miracoloso bonus (8°) raccontato in Giovanni (7 durante il ministero terreno +1 dopo la risurrezione).

v.8 I discepoli con la barca erano a circa 100 metri dalla riva. Gesù non consigliò di gettare le reti a destra perché Lui vedeva pesci lì, almeno non li vedeva umanamente parlando in quanto Lui era troppo lontano, mentre loro erano lì e avrebbero visto se c’erano pesci. Gesù disse loro di farlo perché sapeva nello Spirito che ci sarebbe stato quel miracolo. Tra l’altro anche in questo caso non leggiamo di una preghiera fatta per ottenere questo miracolo, ma solo di una constatazione di fatto, dovuta al conoscere l’opera dello Spirito.

v.9-10 Quando ti sforzi per Gesù, o per te stesso, spesso non ottieni risultati. A volte Dio ci concede di ottenere dei risultati con i nostri sforzi, anche se Lui potrebbe ottenerne di maggiori senza alcuno sforzo. Qui vediamo che Gesù non disprezza il poco sforzo fatto dai discepoli (nel senso che non avevano pescato loro i pesci, ma i pesci erano “saliti” miracolosamente di loro spontanea volontà nella rete), ma anzi li invita a portare i pesci appena pescati, anche se Lui per primo aveva già dei pesci ad arrostire e del pane ad abbrustolire, senza aver pescato. Dio può ottenere le cose senza di noi, di certo non ha bisogno di noi, ma gioisce nel farle con noi. Lui desidera e sogna fare le cose con noi, operare miracoli e meraviglie attraverso di noi e insieme a noi.

v.15-19 Questo brano può essere compreso meglio leggendolo in lingua originale. Gesù pone le 3 domande con enfasi diverse.

1-Mi ami profondamente (agapao), molto più degli altri discepoli?

2-Mi ami profondamente (agapao) (mi ami profondamente anche se non più degli altri discepoli)?

3-Mi vuoi bene (fileo), anche se non così profondamente (agapao)?

Le risposte di Pietro sono sempre “Sì Signore, tu sai che ti voglio bene”. Probabilmente in questo brano Gesù sta spingendo Pietro a stabilizzarsi nell’equilibrio della fede cristiana. Proprio lui che diceva di esser pronto a tutto pur di seguire Gesù, pure a morire, ma che poi lo aveva rinnegato 3 volte dopo l’ultima cena. E’ meglio essere stabili, coerenti, consapevoli, e nella direzione della crescita costante nel nostro rapporto con Dio, invece di dire di essere pronti a tutto e poi cadere miseramente al primo ostacolo. Gesù quindi corregge l’eccessiva esuberanza, non mettendo in “panchina” ma anzi assegnando compiti progressivi: tu confermi di volermi bene e sei realista su una crescita possibile e continua? Allora io ti assegno gradualmente sempre più compiti, a seconda di quello che puoi portare, (1) Dar da mangiare agli agnelli, (2) Pasturare le pecore, (3) Dar da mangiare alle pecore.

v.24 Il discepolo che rende testimonianza è l’apostolo Giovanni stesso.

v.25 I miracoli compiuti e le opere fatte da Gesù nei 3 anni di ministero, non si sarebbero potuti scrivere perché ci sarebbero voluti libri che occupassero il mondo intero (almeno quello conosciuto all’epoca da Giovanni). Sono stati 3 anni molto densi, e non è pensabile che i 4 Vangeli debbano scrivere obbligatoriamente gli stessi racconti. Ma anche quando affrontano gli stessi episodi, li raccontano da angolature diverse, evidenziando sfaccettature diverse. Non è possibile contenere, spiegare e scrivere tutto ciò che ha fatto e detto Gesù quando era in terra. La buona notizia è che non serve farlo, infatti ciò che ci spiega la Bibbia nelle sue circa 1.200 pagine, è più che sufficiente per la nostra crescita (2 Timoteo 3:16-17), grazie allo Spirito Santo che ci guida passo passo (16:13).

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