Giovanni – Capitolo 5

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v.2 Betesda=Casa di misericordia

v.6 Gesù seppe, per rivelazione dello Spirito, che quell’uomo era lì da molto tempo.

v.8 Altro miracolo di Gesù, che guarisce senza toccare la persona e senza pregare, o almeno senza farlo con voce udibile (3° segno miracoloso raccontato da Giovanni). E’ da notare che c’erano decine di malati, e Gesù guarì solo questo infermo, malato da 38 anni, sul quale aveva ricevuto rivelazione dallo Spirito. Gesù non guariva a caso e non evangelizzava a caso.

v.10 Questo divieto non è presente nella Bibbia, ma appartiene alla lista di circa 39 divieti che il Talmud ha aggiunto alla Bibbia. Pertanto Gesù non spinse l’uomo a fare qualcosa contro la Legge, ma contro la religiosità umana.

v.14 “non peccare più, che non ti accada di peggio”, probabilmente l’inferno. Qui non parla di collegamento tra peccato e malattia, ma dice che c’è di peggio della malattia!

v.17-18 “opera…opero” nel testo greco “ergazomai”=lavorare, trafficare, commerciare. Chi ha ricevuto lo Spirito Santo dovrebbe “commerciare” e “lavorare” con lo Spirito Santo e per lo Spirito Santo.

Letteralmente dall’originale greco “Gesù rispose loro: “Mio Padre sta lavorando fino ad ora, e anche io sto lavorando”. Il messaggio per i Suoi uditori contemporanei e per noi oggi è “I miracoli e tutto quello che faccio io in carne, ma anche sin dalla fondazione del mondo, è lavoro di mio Padre, e io opero insieme a Lui perché siamo una cosa sola, e lavoriamo con lo stesso scopo”. Di conseguenza si capisce meglio il versetto 18 “…chiamava Dio Suo Padre facendosi uguale a Dio”: nella cultura ebraica il figlio maschio dai 12 anni entrava in attività con il padre, acquisendo responsabilità nell’azienda e nella vita pubblica. Gesù, dicendo che il Padre Suo stava lavorando attraverso le Sue azioni, e che anche Lui agiva, stava dichiarando di lavorare con Dio Padre, nella Sua azienda, quindi si faceva uguale a Dio.

Molti che si definiscono cristiani, e molte denominazioni cristiane, non vogliono capire le fondamenta del cristianesimo. Gesù insegnava e il Padre confermava (Luca 3:22, Marco 9:7) che, ugualmente al Padre, Egli era Dio.

v.19-20 Molti vedono in questi versetti una sottomissione del Figlio rispetto al Padre. Sicuramente il Figlio fu pienamente sottomesso al Padre, ma in realtà questi versetti ci vogliono spiegare che se vogliamo risuscitare un morto, deve prima averlo risuscitato il Padre e solo dopo noi possiamo risuscitarlo (v.21). Allo stesso modo quando vogliamo guarire qualcuno, portare al Signore qualcuno o manifestare opere e miracoli, tutto questo va fatto se Dio apre le porte, e per saperlo dobbiamo avere una perfetta sintonia con lo Spirito. Infatti “il Padre ama il Figlio e gli mostra tutto quello che fa”, anche noi possiamo essere amati dal Padre e farci mostrare quello che il Padre compie per essere Suoi strumenti in questo mondo. Però dobbiamo avere lo Spirito affinato e le orecchie e gli occhi spirituali attenti a guardare quello che il Padre compie altrimenti faremo un buco nell’acqua. Gesù agiva solo dopo che il Padre gli aveva mostrato cosa stava facendo!

v.21-30 Gesù dichiara che non sarà il Padre a giudicare i morti, ma sarà il Figlio. Nell’immagine generale religiosa si ha l’idea di un Dio crudele e giudice, di un Gesù buono e misericordioso ma impotente, e di una Maria che è anche più buona di Gesù ed intercede per noi. La situazione non è affatto questa secondo gli insegnamenti di Gesù, di Maria e degli apostoli: Maria è in un luogo da dove, come qualsiasi altro morto, non può intercedere per nessuno, Gesù è sicuramente “buono” ma è anche “giudice”, il Padre è “buono” ed è anche “amore”.

v.29 “operato” è la traduzione italiana dell’originale greco “poieo” che significa: fare, fabbricare, costruire, agire, causare. Se operare può essere poco chiaro, potrebbe essere d’aiuto sostituire questo termine tradotto, con gli altri significati del termine originale per fare un’analisi più approfondita e chiara. Pertanto siamo chiamati a “fare / fabbricare / costruire / edificare / agire / causare” il bene intorno a noi e nel prossimo. Gesù non sta insegnando la salvezza per opere (Efesini 2:8-10), invece sta spiegando che ogni buona azione origina in Dio, è la Sua volontà, e se siamo figli di luce e ubbidienti verso il Padre e la guida dello Spirito Santo, agiremo secondo ciò che richiede il Padre. Un figlio ribelle, disubbidiente, che straccia l’eredità e fa guerra al proprio Padre, non otterrà l’eredità celeste ma la condanna eterna. Sì, dobbiamo fare delle buone opere e azioni, non per la nostra salvezza ma come dimostrazione che siamo figli di Dio. L’apostolo Paolo insegna che non dobbiamo vivere più per noi stessi, ma per la gloria di Dio e per compiere le buone azioni che Dio ha precedentemente preparato affinché le compissimo. Questo versetto ci guida a comportarci come Dio il Figlio, che non faceva nulla se non lo vedeva fare al Padre. Allo stesso modo dobbiamo vivere nello Spirito come Gesù, ed essere attenti alle azioni del Padre, muovendoci in sintonia con Lui. Sono queste le buone opere secondo Dio.

v.30 Il giudizio eseguito da Gesù, è comunque in sintonia con il Padre, sempre pronto ad ascoltare le indicazioni e i consigli del Padre, perché Lui da se stesso non può “fare nulla”. Anche noi dovremmo imparare da Gesù, e capire che da noi stessi non possiamo fare nulla, ma abbiamo bisogno di agire solo dopo aver udito la chiara voce dall’alto, per eseguire la Sua volontà e non la nostra volontà o le nostre emozioni!

v.36 Le opere che Gesù compì testimoniano di Lui come inviato dal Padre, in quanto erano opere che non partivano dall’uomo, ma opere che partivano dal Padre.

v.39-40 Qui Gesù dichiara le profezie dell’Antico Testamento come annuncio della Sua venuta e del Suo ministero.

v.41 “Io non prendo gloria dagli uomini” come a significare che farà miracoli e opere per avere l’esaltazione  degli uomini, ma Gesù vuole essere uno con il Padre e compiere la Sua volontà. Noi esseri umani spesso, facendo ciò che piace agli altri, cerchiamo la gloria degli uomini (v.44), ma Gesù ambiva alla gloria del Padre e ci esorta a fare lo stesso.

v.44 Il problema delle religioni è che sono fondate da uomini che vogliono offrire gloria ad altri uomini (o donne). Una “buona” religione dovrebbe insegnare che gli uomini devono ricercare esclusivamente la gloria che viene da Dio. Per questo non ha senso fare preghiere a santi o madonne, prostrarsi e venerare statue, immagini o reliquie. I veri credenti non cercano di ottenere la gloria dagli uomini o di dare gloria ad altri uomini, ma ricercano la gloria che viene da Dio, proclamano la Sua gloria!

v.45-47 La Legge e tutto il Pentateuco furono dati da Mosè, ma ispirati e dettati da Gesù, infatti Lui era la “voce” di Dio che parlava con Mosè. Gesù era la “Parola” che comunicava a Mosè il pensiero del Padre, e le leggi, le feste e i rituali insegnati da Mosè comunicano informazioni sulla venuta di Cristo, sul Suo ministero e la Sua opera. Solo chi capisce questo, crede a Mosè e di conseguenza va a Gesù.

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