Giovanni – Capitolo 6

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v.1 Mare di Galilea, mare di Tiberiade e lago di Gennesaret sono 3 modi differenti per indicare lo stesso specchio d’acqua che si trova nel nord di Israele.

v.3 “Ma…” ad indicare proprio una fuga di Gesù da coloro che lo consideravano il probabile liberatore dalla dominazione romana e un taumaturgo che poteva guarirli al loro bisogno, per dedicarsi alla preghiera e sfuggire eventuali desideri carnali di ricercare la gloria degli uomini (5:41-44). Più avanti vedremo che anche dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci alcuni volevano rapirLo per farlo re (v.15) solo per aver mangiato gratis (v.26). Gesù non è un amuleto o una fonte miracolosa, ma è Dio e dobbiamo ubbidirGli e non sfruttarLo per i nostri desideri e capricci!

v.4 Questa è la seconda Pasqua citata da Giovanni durante il ministero terreno di Gesù.

v.5-7 Qui si trovavano nella parte settentrionale del mare di Galilea, vicino Betsaida, cioè la città di Filippo, ma anche di Pietro e Andrea. Gesù volle mettere alla prova i propri discepoli, e specialmente Filippo che era proprio di lì, incaricandoli di dare da mangiare alla folla. Loro falliscono e Lui compie la prima moltiplicazione con solo cinque pani e due pesci (4° segno miracoloso in Giovanni). Si parla di sfamare 5000 uomini, più donne e bambini, per un totale di almeno 20.000 persone. Filippo dice che 200 denari (cioè circa 10mila €, per comprare 2.500kg di pane) non basterebbero per dare un pezzetto di pane a ognuno e quindi non li avrebbe sfamati (senza contare dove li trovi 3-5-10 fornai che entro un paio di ore ti diano un totale di 2.500kg di pane, e poi riportarli indietro, ognuno dei 12 avrebbe dovuto caricare circa 200 kg, io vado in crisi quando devo portare a casa le taniche dell’acqua per circa 12kg, immagina portare 200kg). Invece dopo la moltiplicazione sono stati sfamati tutti ed è avanzato pane per dodici ceste, una per ognuno dei 12, per meditare su quello che è successo, su chi è Gesù, e su cosa vuol dire camminare nel regno spirituale invece di quello materiale. E’ avanzato solo pane, sicuramente perchè il pesce senza frigorifero si fa cattivo presto, e Dio non vuole lo spreco e quando fa i miracoli e agisce, lo fa sempre nel modo giusto e preciso, al momento giusto (v.12).

Lo credo che poi lo vogliono rapire per farlo re (v.15)!

Dio fa di più (Isaia 55:8-9)! La mentalità ristretta afferma che è impossibile comprare da mangiare anche solo un pezzetto di pane per una gran folla, la mentalità spirituale ottiene pane in abbondanza e avanzo, con in più del pesce in abbondanza, ma che non avanza!

v.16-17 Capernaum era la città dove abitava Gesù, eppure non ebbe fretta di tornare a casa, ma si ritirò “sul monte da solo” a pregare. Casa è stare con il Padre, non tra 4 mura!

v.19-21 Avevano remato per 25-30 stadi che equivalgono a circa 5-6 km. La distanza tra Betsaida (dove c’era stata la moltiplicazione), e Capernaum (dove erano diretti) era effettivamente di circa 6km quindi i discepoli dovevano essere arrivati quasi a destinazione, ma la situazione di tempesta li aveva mandati in tilt. In qualche modo miracoloso toccarono terra solo quando salì Gesù sulla barca (v.21) dopo aver camminato in modo miracoloso sul mare (5° segno miracoloso raccontato in Giovanni). Anche noi nella nostra vita, perfino nelle attività a noi più familiari e per cui siamo più capaci, potremmo incontrare forti difficoltà e venti avversi. In quei momenti, ma anche nel resto della nostra vita, abbiamo bisogno di Gesù a bordo riconoscendolo come miracoloso Dio Onnipotente! Solo con Lui alla guida della nostra vita possiamo non temere (v.20) e toccare terra allontanandoci dalle tempeste della vita (v.21)!

v.26-27 Questo brano, fino al versetto 29, è la spiegazione della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Gesù dopo aver moltiplicato i pani, dichiara di essere il pane della vita, e proprio grazie alla moltiplicazione ha il diritto di affermarlo. Non dice cose senza senso, ma fa affermazioni forti e chiare con prove schiaccianti. Qui vediamo la positività del cercare sinceramente “segni miracolosi” che sono appunto prove schiaccianti della deità di Gesù, e la negatività del fare re Gesù solo per mangiare pane ed essere saziati gratuitamente. Anche oggi molti cercano il proprio tornaconto con Gesù: se ci guadagnano bene, se invece richiede impegno seguirLo e servirLo, allora scappano con la coda tra le gambe!

Il “Pane della vita” (v.35) dichiara che dobbiamo impegnarci “per il cibo che dura in vita eterna” che viene solo da Lui. E ciò si può fare solo meditando la Sua Parola, i Suoi insegnamenti e passando del tempo in preghiera in comunione con lo Spirito.

v.28-29 La religione umana cerca delle opere meritorie da compiere per guadagnarsi la salvezza, mentre l’unica “opera meritoria” per guadagnare la salvezza è credere e vivere per Gesù. Il nostro peccato è talmente tanto, che qualsiasi cosa possiamo fare è insufficiente per salvarci, per cui Dio richiede tutto noi stessi, tutta la nostra vita, che meditiamo la Sua parola giorno e notte.

v.30 Gli increduli sono ciechi spiritualmente: avevano visto un grandissimo segno miracoloso poche ore prima, mangiando del pane fatto in modo soprannaturale, ma qui si comportano come che non l’hanno visto e non se ne sono accorti. In realtà se ne erano accorti e per questo motivo volevano farLo re, ma non volevano farLo “Signore” della loro vita. Faceva comodo farlo re per non pagare le tasse e avere da mangiare gratis, ma non piaceva loro l’idea di farLo Signore della loro vita e vivere per Lui. Eppure la vita ha scopo solo quando vivi con Dio giorno dopo giorno, quando le cose vanno bene e quando vanno male, quando ci fa comodo e quando è più difficile servirLo.

v.31-33 Qui Gesù coglie la richiesta degli increduli di poter avere la manna come aveva fatto Mosè, altrimenti non avrebbero creduto, per far comprendere che la manna non è “il pane che viene dal cielo” ma è un grande miracolo fatto da Dio comunque terreno e deperibile. Il “vero” pane che viene dal cielo è Cristo che “dà vita al mondo”. Come i versetti precedenti, anche qui Gesù sta spostando l’attenzione dalle realtà contingenti e terrene, alle realtà eterne e spirituali.

v.34-35 Alla richiesta della folla di ricevere questo pane eterno che dà vita al mondo, letteralmente dall’originale Gesù dichiara “Sono proprio io il pane della vita che viene dal cielo per dare vita al mondo e non c’è nessun altro; chi viene e crede in me non avrà più fame e chi crede in me non avrà mai più sete”. Come a dire che spesso tendiamo a occuparci delle necessità terrene e molto poco di quelle eterne, mentre dovremmo occuparci di più delle necessità eterne e spirituali, e meno di quelle terrene.

v.44 “Nessuno può venire a me se il Padre non lo attira”, fa capire che il Padre attira le persone a Gesù (6:44), ma sappiamo anche che lo Spirito Santo convince di peccato (16:8), però se noi abbiamo il cuore di Gesù otterremo qualsiasi cosa chiediamo (14:13). Questi 3 brani, tutti presenti in Giovanni, sembrano contrastare tra loro, ma se li meditiamo con profondità capiremo che dobbiamo ricevere la guida dello Spirito Santo, vedere come agisce il Padre, e imitare il Figlio. Capiremo che dobbiamo agire in sintonia con Dio in base a dove ci guida Lui, e che Lui non agisce se noi non chiediamo (cose come quelle che chiederebbe Gesù).

v.50-58 Brano molto forte e vivido, che richiama diverse “figure” (simboli) preannunciati dai profeti e realizzati in Cristo. Potrebbe sembrare che Gesù stia parlando del mangiare la Sua carne e bere il Suo sangue umano, ma in realtà questo brano parla spiritualmente: “le parole che vi ho dette sono spirito e vita” (v.63). Il concetto che vuole esprimere è la figura simbolica “dell’Agnello di Dio che toglie il peccato dal mondo” e abolisce il sacrificio degli agnelli (Esodo 12, Isaia 53, Giovanni 1, etc…), e del vero “Pane della vita” che è sceso dal cielo e sostituisce la manna (v.35). Gesù enfatizza questi aspetti per farci capire che livello di unità con Lui, si aspetta da noi. Sono i religiosi che lo intendono in modo terreno e materiale (v.28, 30-31, 34, 42) e tutte le volte Gesù cerca di spostare la loro visione dal carnale allo spirituale (v.29, 32-33, 35-36, 40, 43-51). In questi ulteriori versetti Lui vuole passare il messaggio che proprio come il mangiare e il bere sono funzioni vitali per il corpo naturale, così la fede nel Suo sacrificio sulla croce e nella Sua funzione di “Pane della vita” è fondamentale per la salvezza spirituale. Se invece fosse stato un riferimento alla cena del Signore, allora avrebbe significato che la Sua morte in croce circa un anno più tardi sarebbe stato un atto inutile, invece non è così. Senza contare che proprio il rito della cena del Signore in memoria del sacrificio di Cristo, sarebbe stato istituito un anno più tardi di questi fatti.

Qui Gesù sta incentrando il messaggio sul diventare uno con Lui come nel capitolo 17. Mangiare la Sua carne e bere il Suo sangue, inglobare il Suo corpo e tutto il Suo essere in noi. Non essere “solo” dei Suoi rappresentanti in terra o dei bravi religiosi, delle brave persone. Dobbiamo invece vivere in modo che lo Spirito di Dio si muove in noi per far operare Lui stesso in terra al posto nostro (17:23, 26).

v.60-62 La religione umana è carnale e rituale, fraintende e si confonde. Questi pseudo-discepoli non avevano capito niente delle Scritture e non avevano capito niente di Gesù. Questo li ha portati a non capire le verità spirituali che Gesù voleva comunicare. Si sarebbero “scandalizzati” immotivatamente se avessero visto Gesù nella gloria, dove era sin da prima della fondazione del mondo (v.62).

v.63 Qui Gesù chiarisce che tutto il discorso fatto finora, non riguarda rituali umani religiosi, o strane pratiche di cannibalismo, ma sono discorsi spirituali, perché la carne e i rituali religiosi non sono di alcuna utilità!

v.64 Gesù non è stato preso alla sprovvista dal tradimento di Giuda. Lui fu guidato dallo Spirito Santo a scegliere Giuda, proprio perchè lo tradisse al momento giusto. Contrariamente a quello che dice il falso Vangelo di Giuda, tardo di alcuni secoli e quindi mai scritto nè da Giuda e nè da supposti discepoli di Giuda Iscariota, Giuda era il primo ad essere ignaro del fatto che avrebbe tradito Gesù. Lui fu il primo ad essere sorpreso, e per questo a impiccarsi. Invece Gesù sapeva tutto fin dal principio.

v.65 C’era uno scopo specifico perché il Padre non permise a queste persone di andare a Gesù, affinché in questo modo potessero agevolare la morte sacrificale del Cristo, e la successiva Risurrezione e Ascensione.

v.68-69 Questa è una delle 7 testimonianze sulla deità di Gesù, presenti in Giovanni.

v.70 “…diavolo”, letteralmente dal greco è “calunnioso”, “calunniatore”.

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