Giovanni – Capitolo 9

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v.1-41 In questo brano Gesù compie un altro “segno miracoloso” (6° segno miracoloso raccontato in Giovanni) in giorno di sabato (v.14). Come in precedenza, anche qui viene accusato di aver trasgredito la Legge (v.16), mentre invece Lui ha solo trasgredito la legge religiosa stabilita dagli uomini. Dio non si sottopone alle nostre falsità religiose, ma anzi le contrasta!

Si chiarifica sin dal primo versetto che l’uomo era cieco dalla nascita, perché, seppur raro, è possibile che una persona abbia un improvviso calo di vista, ma che poi la recuperi. Invece è impossibile che qualcuno nato cieco, possa recuperare la vista in modo naturale e casuale.

Anche la testimonianza dei genitori è molto importante (v.18), affinché ci sia la conferma di più testimoni, infatti gli altri che “lo avevano visto prima” non erano sicuri fosse lui (v.8-9).

v.2 E’ vero che alcuni peccati possono causare malattia o sofferenza (vedi droga, alcool, egoismo, rabbia, pornografia, etc…), ma dal punto vista di Dio siamo tutti sotto peccato. Tutti meritiamo la morte e la malattia a causa delle nostre azioni, ma non riceviamo in questa vita la retribuzione per ciò che facciamo. Al contrario, la volontà di Dio è di salvare, guarire e recuperare le persone, infatti Gesù risponde “…è così affinché le opere di Dio siano manifestate in Lui”.

E’ da notare che i discepoli, in classico atteggiamento religioso, osservano. Gesù invece agisce, e compie il miracolo.

v.4 Le opere, non sono di Gesù, ma sono di colui che lo ha mandato (Dio il Padre). Anche qui Gesù si presenta e ci mostra l’esempio, di imparare la volontà di Dio e dopo agire di conseguenza. Gesù non guariva o risuscitava tutti quelli che voleva Lui, ma tutti quelli che gli indicava il Padre.

Il “giorno” era il periodo in cui Gesù era fisicamente sulla terra. La “notte” era il giorno della Sua crocifissione. Da lì fino a Pentecoste nessuno poteva più operare. Gesù risorto compì qualche miracolo, ma era concentrato sul completare l’addestramento dei Suoi discepoli in vista della discesa dello Spirito Santo.

v.5 “Mentre sono nel mondo io sono la luce del mondo”, in un certo senso Gesù ci passa il testimone. Finchè Lui era qui, era Lui la luce del mondo, ma in Matteo 5:14-15 ci preannuncia che siamo noi la luce del mondo. Possiamo brillare grazie allo Spirito Santo vivo in noi, e possiamo continuare l’opera di Gesù in questo mondo.

v.22 I genitori dell’ex cieco non credevano ancora in Gesù e non erano disposti a rischiare di essere espulsi dalla sinagoga. Nella cultura ebraica sia di oggi, ma soprattutto di allora, essere espulsi dalla sinagoga poteva significare l’isolamento.

v.25 Ottimo insegnamento per noi: invece di evangelizzare attraverso dibattiti teologici, molto meglio una testimonianza personale. Al giorno d’oggi scarseggiano le testimonianze personali potenti, perché le stesse conversioni non sono profonde. Una conversione profonda e radicale, porta una vita spirituale “viva”, e che causa argomenti di testimonianza, che comunicano profondità e potenza. Una vita spirituale vibrante, genera motivi di testimonianza, di lode e di adorazione, oltreché opere potenti da parte del Signore.

v.32 Non era mai accaduto prima di allora, che uno nato cieco ricuperasse la vista. Ovviamente non era accaduto fra i pagani, ma neanche nel popolo di Israele. L’Antico Testamento ci parla di cose meravigliose, come la creazione, l’apertura del Mar Rosso e del fiume Giordano. Ci parla anche di risurrezione, ma non ci parla di ciechi che ricuperano la vista, o di sordi che odono. Questi, come alcuni altri tipi di miracoli, sono atti completamente nuovi e sorprendenti, che le persone non riescono a comprendere. Questi atti della potenza di Dio, mostrano Gesù al di sopra di chiunque altro!

v.33 Spesso preghiamo e non vediamo risposte. Spesso anche pastori, sacerdoti, profeti, pregano e non avvengono miracoli. E’ sempre una buona cosa il mettersi in discussione, prostrarsi ai piedi del Signore e chiedere se “siamo da Dio”. Passare del tempo in comunione personale con Dio, con pentimento, umiltà e mansuetudine, potrebbe mostrare aspetti della nostra vita da sistemare. Dobbiamo essere “da Dio” altrimenti non vedremo la Sua gloria e la Sua manifestazione.

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