Luca – Capitolo 10

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v.1 Qui il Signore mostra chiaramente di usare una strategia ben pianificata per evangelizzare. Manda ben 70 discepoli a evangelizzare, li manda a due a due, e li manda davanti a sé a presentarLo e preparare il “terreno”. Anche la Chiesa e le odierne scuole bibliche dovrebbero ragionare in questi termini: stabilire un numero di persone che si dispongano per l’opera quasi a tempo pieno, inviarle a due a due in una zona o in una città, ed in seguito organizzare eventi più grandi e di massa. Invece di solito si pensa a pregare, e poi fare un evento singolo. I 70 parlavano di Gesù con tutte le persone di una città, pregavano per loro e con loro, poi arrivava Gesù e si faceva la folla. Avvenivano miracoli prima e dopo. Questa strategia metteva in subbuglio una regione per volta, e poi dopo la Risurrezione, quando i discepoli sono tornati in Samaria, come da altre parti, hanno raccolto folle di conversioni. Non si trattava in realtà di un risultato estemporaneo, ma pianificato da Gesù quando era ancora con loro.

v.2 La preghiera è non tanto per la conversione delle persone, perché quella avviene quando parliamo alle persone e preghiamo su di loro imponendo le mani nella potenza dello Spirito. La preghiera è più che altro che il Signore spinga operai nella messe, perché questa è la necessità: le “braccia” che lavorano nella messe.

Dobbiamo pregare il Signore che “spinga” operai nella “sua” messe. Normalmente non andremmo, è la spinta del Signore che ci manda. Questa spinta avviene se noi preghiamo, per cui uno dei messaggi principali nelle chiese, dovrebbe essere il sensibilizzare i credenti a pregare affinché il Signore spinga operai, e alla fine arriva la raccolta.

v.3-12 Questo brano riguardo l’invio dei 70, è molto simile all’invio dei 12 nel capitolo 9.

v.4 Questo versetto non incentiva alla maleducazione di non salutare le persone. Il Signore sta spiegando che non devono farsi distrarre dall’andare a trovare amici o fratelli in Cristo. Devono andare a fare discepoli, senza distrazioni.

v.9 Quando andiamo a fare visite, dobbiamo “guarire gli ammalati” che troviamo. Questo è effettivamente il modo di manifestare la venuta del Regno di Dio.

v.13-15 Corazin, Betsaida e Capernaum erano 3 città vicine tra loro sulla costa settentrionale del Mar di Galilea. Il motivo della riprensione di Gesù, è che loro avevano visto le meraviglie fatte da Gesù e ascoltato i Suoi insegnamenti, per cui avrebbero dovuto pentirsi e convertirsi.

v.17-20 Perfino i 70 poterono cacciare demoni nel nome di Gesù, non solo i 12. Ma noi come loro, siamo incitati da Gesù a non rallegrarci di queste opere potenti, ma del fatto che siamo salvati ed il nostro nome è scritto nei cieli.

v.21-22 Qui il Signore fa capire che la salvezza non è questione di preparazione o intelligenza, ma di rivelazione di Dio verso i piccoli e gli ignoranti (=umili e impreparati). Possiamo conoscere veramente Gesù solo per rivelazione.

v.23-24 Gesù sta dichiarando che i grandi del passato come il Re Davide, Abraamo, Mosè, Isaia, etc… desideravano vedere, conoscere e ascoltare Gesù il Messia e non poterono. Pertanto i discepoli dovevano saper stimare infinitamente prezioso il tempo che loro avevano con Gesù. E noi dobbiamo saper stimare infinitamente prezioso il tempo che passiamo a leggere la Bibbia, pregare e adorare il Signore da soli o con i fratelli. Questi sono grossi privilegi che abbiamo noi oggi, che non sono sempre esistiti, e che non esisteranno per sempre se dovesse esserci una persecuzione.

v.25-28 Per approfondire l’importanza dei primi due comandamenti lasciati da Gesù, che in fondo sono un riassunto della Torah, la Legge che Dio aveva dato a Mosè e al popolo d’Israele, leggere anche i brani paralleli e relativi commenti: Matteo 22:34-40, Marco 12:28-31.

v.29-37 Questa è la famosa parabola del buon Samaritano, non presente da nessun’altra parte all’infuori di questo Vangelo. Questa parabola è utilizzata come spiegazione dei primi due comandamenti di Gesù.

v.29 Il dottore della legge voleva “giustificarsi”, cioè seguire la propria giustizia e non quella di Dio. E’ importante non perseguire la propria giustizia, che è terrena e fallibile. Dobbiamo rinunciare anche a questo aspetto quando ci convertiamo, che è solo la copia falsa della vera giustizia di Dio.

v.33 Era una cosa molto rara, quasi impossibile, che un Samaritano potesse percorrere la strada di questa parabola, che collega la Giudea con la valle del Giordano, in direzione quasi est-ovest, in una regione ostile ai Samaritani, che invece abitano a nord. Anche gli uditori di questa parabola erano Giudei, o della Giudea, o della Galilea. Gesù utilizzò appositamente una figura di una etnia disprezzata dai Suoi ascoltatori proprio per evidenziare lo sciocco razzismo, oltre all’ipocrisia religiosa rappresentata in questa parabola dal sacerdote e dal Levita, ma presente oggi in qualsiasi religioso che non vuole ricevere lo Spirito Santo e ravvedersi.

v.36-37 La domanda di Gesù, vuole capovolgere il punto di vista del dottore della legge che, come noi, vuole scegliere da sé chi sia il suo prossimo e quindi a chi fare del bene e a chi no (v.29). Gesù invece rigira la domanda chiedendo “Quale di questi tre ti pare essere stato il prossimo…”, come a dire che non devi scegliere chi sia il “tuo” prossimo, ma devi tu impegnarti ad essere il prossimo degli altri. Dice bene il dottore rispondendo che il prossimo in questa parabola è quello che ha usato misericordia, cioè il buon Samaritano, così Gesù lo indirizza ad avere misericordia verso tutti, ad essere prossimo di tutti. Siamo chiamati a non avere preferenze e ad essere disponibili e aperti verso tutti come Dio stesso.

v.38-42 Questo brano non insegna l’ignavia e l’irresponsabilità. E’ ovvio che sia importante occuparsi delle faccende di casa. Bisogna però capire che le faccende, come il lavoro e qualsiasi altra attività, sono cose secondarie. Al primo posto va Gesù, i Suoi insegnamenti, la Sua parola e la comunione con Lui. Le cose di questa vita non devono affannarci o agitarci, e non devono occupare tutto il tempo. Siamo sempre debitori verso Dio, e in quanto creatura, bisognosi di stare assieme al nostro Creatore. Maria ha scelto la parte buona che non può venire tolta: stare con Gesù.

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