Luca – Capitolo 12

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v.4-5 Il timore del Signore è una delle basi del cristianesimo. Molti si perdono dietro al timore del perdere il lavoro, di non riuscire a pagare i propri debiti (anche se un cristiano non dovrebbe avere debiti), timore di ciò che pensa la gente, o di ciò che di male potrà farci la gente. Morendo a noi stessi, dovremmo vivere per piacere al nostro Dio. Può sembrare sbagliato temere un Dio d’amore, ma Cristo ci insegna ad essere familiari con il Padre celeste che ci ama, ma anche a tenere in giusta considerazione il fatto che sarà Lui a giudicarci e valutarci se portarci in Paradiso o nella Geenna. Può aiutare a comprendere questo punto, il capire i due concetti teologici della trascendenza e dell’immanenza. Dio è trascendente, cioè infinitamente grande e santo e non può avere a che fare con il piccolo uomo peccatore, eppure ha provveduto la Via per questa comunione attraverso il sacrificio di Cristo, realizzando l’immanenza, avvicinandosi a noi e vivendo con noi (almeno con quelli che lo ricevono nella propria vita). La trascendenza è lo stato di partenza e spiega l’onore e il timore che Dio merita per il Suo ruolo, la Sua gloria e la Sua potenza. L’immanenza è il Suo desiderio, in quanto vuole vivere, parlare e agire con l’uomo e nell’uomo che lo desidera con tutto il cuore.

v.7 Temete, ma non temete: abbiate il timore di Dio riconoscendo la Sua gloria e grandezza, e in questo modo potrete non temere, cioè sapere che nonostante la vostra imperfezione e i vostri errori, Dio vi ama e vi stima molto più di molti passeri. Se temi Dio, conoscerai e sperimenterai l’amore di Dio nella tua vita.

v.8-9 Conoscere Dio e condividere questa conoscenza e amore con gli altri, è prerequisito per essere riconosciuti da Dio e accettati in cielo. Chi invece non diffonde e nasconde la conoscenza di Dio, verrà rinnegato da Dio. Non si tratta del non aver sfruttato qualche volta l’occasione di evangelizzare, purtroppo a volte scappano. Qui si tratta del non cercare mai di condividere la speranza che c’è in Dio. Si parla del non essere dei cristiani agenti segreti, che si illudono di essere credenti e salvati, ma che nessuno a loro vicino in realtà lo sa perchè in alcun modo sono testimoni della croce in questo mondo perduto.

v.10 Chi rifiuta Gesù ha sempre modo di pentirsi e riceverlo nella propria vita. Chi rinnega lo Spirito Santo e la Sua opera in modo deliberato, volontario e continuo, sta rifiutando Dio stesso e ciò non sarà perdonato. Bestemmia (dal greco blasfemia) vuol dire avere ostilità, parlare male e diffamare. Una persona che è ostile allo Spirito Santo, rinnegando le opere miracolose, e diffamando chi invece le riceve, è già con un piede nella fossa (vedere anche commento a Matteo 12:31-37).

v.11-12 Questo insegnamento Gesù lo applica a quando bisogna difendersi davanti alle autorità terrene, eppure è valido anche quando dobbiamo evangelizzare, oppure predicare, tenere studi biblici o cellule, o testimoniare in chiesa o nel mondo. Non dobbiamo poggiarci sulle nostre capacità, o sulla nostra preparazione. Capacità e preparazione devono esserci e l’apostolo Paolo è un grande esempio, ma proprio come esempio, la preparazione era lo sfondo mentre la ricerca dello Spirito Santo e del Suo messaggio era l’elemento principale. Molto importante è anche la pratica, ma l’ascolto in preghiera, e tutta una vita di preghiera in ascolto di ciò che dice lo Spirito Santo, è il fulcro di una vita cristiana viva e profonda.

v.13-21 Contrariamente ai predicatori del Vangelo della prosperità, Gesù non insegna che il vero credente debba ostentare ricchezza, benedizioni e salute. Però in questo brano come in altri, non critica la ricchezza in sé. La critica è contro chi “accumula tesori per sé e non è ricco davanti a Dio” (v.21). Gesù consente di arricchirsi, ma non deve essere fatto per sé stessi, o almeno non in modo esclusivo, deve essere fatto per dare più della metà delle proprie entrate per aiutare i poveri e chiunque è nel bisogno. Questo poi è solo un aspetto, l’altro è l’essere ricchi davanti a Dio. Ricchi di amore, di fede, di speranza e di attenzioni per gli altri. Ricchi della parola del Signore da condividere con questo mondo bisognoso. Lo stolto voleva passare la parte iniziale della propria vita esclusivamente per il lavoro, arricchirsi, e finire la propria vita nel riposare, mangiare e divertirsi. Invece Gesù ci chiama a vivere ogni aspetto della nostra vita alla gloria di Dio. Sia che ci riposiamo, che lavoriamo, che mangiamo, o che facciamo qualsiasi altra cosa, tutto va fatto alla gloria di Dio (1 Corinzi 10:31).

v.22-32 Dopo aver spiegato di non temere gli uomini, ma invece di temere Dio, e la superiorità delle ricchezze celesti rispetto alle ricchezze terrene, ora Gesù ci presenta l’importanza del ricercare il regno di Dio invece dei nostri bisogni terreni. Ovviamente le nostre necessità sono importanti, ma Dio conosce questo nostro bisogno ed è pronto a provvedere. Invece la ricerca del regno di Dio spetta a noi, ed è la nostra priorità. Il Suo regno è il ricevere lo Spirito Santo nella nostra vita, facendoci guidare giorno dopo giorno per diffondere la Sua parola in questo mondo avendo una pace ed una gioia soprannaturale (Romani 14:17).

Da notare che il Regno di Dio va ricercato! Dio è ben contento di darci il Regno e il Suo Spirito Santo (v.32 e brano di Romani), ma noi dobbiamo mettere il nostro impegno e il nostro desiderio in questa ricerca.

v.33 Siamo incentivati ad utilizzare i nostri soldi per darli ai poveri. In questo modo ci faremo un tesoro nei cieli.

v.34 Dov’è il nostro tesoro, cioè l’oggetto dei nostri desideri o delle nostre attenzioni, lì è il nostro cuore. L’esortazione è a desiderare il cielo e vivere per questo, mettendo il nostro cuore e tutta la nostra vita nella ricerca del Regno di Dio.

v.35-37 Fianchi cinti e lampade accese=pronti e risvegliati spiritualmente per il ritorno del Signore. Il tema della seconda venuta è molto a cuore a Gesù. Lui vuole trasmetterci l’urgenza dell’essere pronti, perché il Suo ritorno sarà improvviso, quindi ci conviene prepararci da subito ed essere svegli spiritualmente. Solo così saremo beati (=felici) e saremo rapiti in cielo, evitandoci la Tribolazione sulla terra (Apocalisse 3:10-11).

v.38 Seconda o alla terza vigilia= tra le nove di sera, la mezzanotte e le tre del mattino.

v.40 Nuova enfasi sull’essere pronti e risvegliati (vedi commento a v.35-37).

v.42-43 Compito del credente è cibare spiritualmente i propri fratelli e occuparsi della loro crescita. Questo è un altro aspetto dell’essere pronti al ritorno di Cristo: l’essere trovati intenti all’adoperarsi per la crescita e la benedizione dei nostri fratelli in Cristo, quando Cristo tornerà.

v.47-48 La volontà di Dio è predicare il Vangelo ad ogni creatura (Marco 16:15) e discepolare tutti i popoli (Matteo 28:19-20), direttamente o indirettamente. Con la preghiera, con il proprio tempo, con i propri soldi, con le proprie energie e incoraggiando gli altri a farlo. Chi agisce così adempie la volontà di Dio, chi non agisce così ma si professa credente riceverà “molte percosse”, chi invece è un non credente riceverà poche percosse perché non aveva modo di sapere la volontà di Dio. Noi credenti abbiamo ricevuto molto da amministrare, e più abbiamo, più dobbiamo essere seri nell’amministrazione che ci è stata data.

v.49-53 Gesù è il Principe della pace (Isaia 9), ma il mondo vive nelle tenebre, non accetta il Suo messaggio e neanche i Suoi discepoli. E’ per questo motivo che la Sua venuta, e il nostro mettere in pratica i Suoi insegnamenti, produrrà “fuoco” e “divisione” intorno a noi, benché Lui voglia l’opposto.

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