Luca – Capitolo 16

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v.1-13 Questa parabola si collega alle precedenti, paragonando il rapporto tra la ricchezza e il ravvedimento. L’uomo ricco è Dio, noi siamo gli amministratori (Genesi 1:26-28) chiamati a gestire le ricchezze di questa terra, quelle personali materiali, e quelle spirituali, come Dio stesso farebbe. Tutti siamo stati infedeli in quanto abbiamo perso tempo, energie e soldi in cose vane. Usare le ricchezze (materiali e spirituali) che ci sono state date da amministrare (ma che non sono nostre) per fare amici (cioè amministrarle per darle agli altri e portarli alla salvezza) viene lodato da Dio (v.8), in quanto in fondo era questo che voleva sin dal principio: non che sperperassimo le ricchezze per noi stessi (v.1), ma dandole agli altri. Attenzione a non cadere nel “vangelo sociale” che si focalizza solo sullo sfamare i poveri, ma senza portarli a Cristo. Bisogna anche fare attenzione a non creare dei “cristiani del riso” come successo agli inizi del 1900 in Cina, dove i missionari davano da mangiare ai poveri cinesi, creando delle finte conversioni, spingendo le persone a simulare di credere in Dio per avere il proprio chilo di riso per sfamare la propria famiglia. Le ricchezze che abbiamo sono “ingiuste” (v.9) cioè non le meritiamo, per questo dobbiamo gestirle come non nostre, e come oggetto da diffondere perché così vuole il Padrone. Se non siamo fedeli nel distribuire le ricchezze ingiuste (materiali e spirituali) a questo mondo, allora non riceveremo in cielo le ricchezze vere (v.11). Se invece vogliamo tenerci le ricchezze ingiuste per noi, vuol dire che non abbiamo Dio come padrone, ma la ricchezza stessa, per cui non saremo accolti in cielo (v.13). L’avvedutezza è il capire che non possiamo portarci le nostre ricchezze nell’altra vita, quindi è meglio spenderle per portare anime a Dio. Attenzione a notare la parabola precedente dove il figlio più giovane, sperperò i soldi per i propri divertimenti, e non li utilizzò per acquistarsi “amici” (15:13-14). I nostri soldi vanno investiti per potenziare il ravvedimento mondiale.

v.9 Notare l’enfasi sul fatto che spendere le ricchezze terrene ingiuste per acquistarci degli “amici”, al momento in cui queste verranno a mancare (alla nostra morte), i nuovi “amici” ci riceveranno ed accoglieranno nelle “dimore eterne” (confermando il concetto di usare le ricchezze per l’evangelizzazione e la diffusione del Regno di Dio, per trovarci in cielo le persone che avremo aiutato con quelle ricchezze).

v.13 “Mammona” è una parola aramaica che significa “ricchezza”. In questo versetto viene identificata come una divinità o uno spirito, opposto a Dio.

v.15 “quello che è eccelso tra gli uomini è abominevole davanti a Dio”. Gesù continuamente insegna che non dobbiamo basarci sui nostri ragionamenti, e su ciò che reputiamo giusto. I giudizi umani, e le impressioni umane, sono fallaci. “Confida nel SIGNORE con tutto il cuore

e non ti appoggiare sul tuo discernimento.” (Proverbi 3:5). La nostra vita e la nostra mente devono essere riempite dalla presenza di Dio.

v.16 “…forza…”, per approfondire, leggi commento a Matteo 11:12.

v.17 Quanto detto da Gesù in questo versetto serve per chiarire che al versetto precedente non intendeva annullare la legge. Siamo in una nuova epoca, quella della grazia, che non annulla la legge, ma consegna al credente una giustizia divina da lui immeritata. La legge sussisterà insieme alla grazia finché ci sarà questa terra, dopo di chè sarà il tempo del Regno di Dio.

v.18 Per approfondire il divorzio dal punto di vista di Gesù, leggere commenti a Matteo 19:1-9 e Marco 10:2-12.

v.19-31 Qualsiasi pretesa da parte delle religioni umane o dell’esoterismo, di una possibile congiunzione fra mondo terreno e oltre tomba, è decisamente falsa. I morti non possono venire di qua, e neanche passare dagli inferi al regno dei cieli o viceversa (v.26). Inoltre i presunti messaggi o visioni di madonne, santi o parenti deceduti, che porterebbero messaggi per gli umani, sono contrari a ciò che insegna Gesù: si deve seguire ciò che è stato scritto da Mosè, i profeti, e ora anche nel Nuovo Testamento, per portarci il messaggio di Dio (v.29, 31).

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