Luca – Capitolo 2

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v.7 Figlio primogenito, perché Maria in seguito partorì altri figli. E’ perfettamente naturale per una donna avere altri figli, non serve obbligare Maria a rimanere vergine tutta la vita. La funzione fondamentale era partorire Gesù perfettamente santo, per opera dello Spirito Santo. Dopodichè essendo legalmente sposata poteva fare tutti i figli che lei e il marito volevano, anzi, il Signore ci ha creati proprio per procreare, sarebbe sbagliato vietarlo.
Era sicuramente il mese di Settembre, probabilmente in concomitanza con la Festa dei Tabernacoli. Per questo motivo non c’era posto negli alberghi: per la gente che andava a festeggiare al Tempio per una delle 3 feste principali.

v.8 Gesù non può essere nato a dicembre, in quanto a Betlemme a dicembre fa freddo, dato che è a quasi 800 metri sul livello del mare. In quella stagione i pastori non “stanno” a dormire nei campi, e le pecore sono negli ovili in pianura già da un pò. Facendo calcoli riguardo il turno di servizio di Zaccaria nel tempio, per capire la data di nascita di suo figlio Giovanni Battista, e aggiungendo i 6 mesi di differenza che ci sono tra lui e Gesù, capiamo che Gesù nacque tra fine settembre e inizio ottobre, in corrispondenza con la festa dei tabernacoli. Una simile data si accorda con il dormire all’aperto dei pastori.

v.10 L’angelo portò “la Buona notizia”, in greco “evangelo”. Evangelizzare deve trasmettere una grande gioia, speranza e liberazione, proprio come in questo brano l’angelo ai pastori.

v.21 L’angelo aveva dato il nome prima ancora che avvenisse il concepimento di Gesù. Quando Dio dichiara una cosa, tramite i Suoi messaggeri (=Anghelos), la cosa si compie, anche se non ci sono prove, motivi pratici per crederci o speranza di crederci.

v.41-52 Questo brano non viene apprezzato a sufficienza se viene letto con occhi di “gentili”, bisogna capire il “Bar-mitzvà” della cultura ebraica, cioè la festa che si fa ai dodicenni quando acquisiscono la piena responsabilità delle proprie azioni davanti a Dio e agli uomini. Questa festa è così importante e considerata una pietra miliare nella vita di un ebreo, al punto che vengono invitati moltissimi ospiti, il bambino da quel momento avrà il diritto-dovere di leggere brani sacri nella sinagoga e diverrà a tutti gli effetti socio in affari del padre. Fino ai dodici anni i bambini maschi rimangono sotto la responsabilità e la cura della madre, ma da quell’età vengono seguiti dai padri e instradati nella professione lavorativa di famiglia e curare il benessere della propria casa, oltre che il proprio futuro. In questo solco si situa questo racconto e la spiegazione per cui i genitori terreni di Gesù non si preoccuparono dell’assenza di Gesù al rientro da Gerusalemme. Come nella vita di tutti i giorni, anche in queste processioni per andare a festeggiare a Gerusalemme, i bambini maschi fino ai dodici anni continuavano a stare con le madri che erano in testa alla comitiva e arrivare prima a destinazione per preparare la cena, mentre i padri erano tutti insieme in coda alla comitiva e ci si riincontrava alla sera per mangiare tutti insieme. I maschi sopra i dodici anni ormai erano grandi e dovevano imparare passando tempo con i padri. Al rientro da Gerusalemme Maria era convinta che Gesù ormai dodicenne stesse con Giuseppe, e Giuseppe immaginava che Gesù non si sentisse pronto di stare con il padre e gli altri uomini della comitiva ma che stesse con la madre. Il bello di tutta questa storia è che Gesù sapeva benissimo chi era Suo Padre e quali erano gli affari di cui si doveva occupare e infatti ai genitori terreni preoccupati risponde seccamente ma correttamente “Perchè mi cercavate? Non sapevate che dovevo trovarmi nella casa del Padre mio?”. In altre parole: “Sapete benissimo che al Bar mitzvà bisogna occuparsi degli affari di famiglia e impegnarsi con il lavoro del padre, e io lo sto facendo: il Padre Eterno è mio Padre e io devo lavorare e vivere con Lui, ora che ho raggiunto l’età della responsabilità!”

v.50 “Ed essi non capirono le parole che Egli aveva detto loro” è una tipica frase che potremmo utilizzare mille volte quando i discepoli, ma anche noi tante volte oggi, si facevano e ci facciamo delle idee errate di come funzionino le verità spirituali. Tante volte crediamo di sapere di Dio, non tutto ma molto. Invece abbiamo bisogno di prostrarci ai piedi della croce mentre leggiamo la Bibbia. Leggere con atteggiamento umile e di preghiera. Aspettare la rivelazione dello Spirito Santo. Poi fa bene anche conoscere le lingue originali e la cultura dominante in cui è scritta la Parola di Dio. In questo modo potremo comprendere le meraviglie che il Signore ci vuole comunicare. Non sono favolette, ma è potenza!

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