Luca – Capitolo 22

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v.8 Brano parallelo di Matteo 26:18. Qui Luca aggiunge l’informazione che erano Pietro e Giovanni i due discepoli mandati a preparare la cena pasquale. In questo brano c’è la rivelazione soprannaturale in Gesù, da parte dello Spirito Santo, di dove andare per la cena pasquale, e quali dettagli, non prevedibili umanamente parlando, i discepoli avrebbero trovato lungo la strada. La meraviglia è che poi trovarono come Gesù aveva detto (v.13).

v.15-16 Pasqua (che tradotto dall’ebraico significa “passaggio”) è il messaggio di Gesù. La pasqua si adempie in Lui e nel Suo ministero. Cristo è “passato” dal cielo alla terra per spargere quel sangue che viene versato sugli “stipiti” di coloro che lo ricevono come Salvatore della loro vita. Così facendo, quando il SIGNORE passa davanti a noi, non ci punisce per i nostri errori, ma vede la purificazione del sangue dell’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo, Agnello senza macchia e senza difetto! (vedi tutto il capitolo di Esodo 12, specialmente i primi 28 versetti). Gesù stesso si sta astenendo dal mangiare la Pasqua in attesa della venuta del Regno di Dio politico, dove Lui regnerà nel millennio.

v.19 Contrariamente a quello che dice la religione umana (cioè che il pane e il vino diventano il vero corpo e vero sangue di Gesù, attuando una specie di cannibalismo), Gesù insegna che questo rituale è da fare in “memoria”, e che quindi non avviene alcuna trasformazione degli elementi naturali, neanche dopo che un sacerdote fa qualche preghiera o rituale particolare.

v.20 Il messaggio dell’Eucaristia-Santa cena, è in memoria del nuovo patto nel sangue di Gesù. Il patto è stato fatto una volta per sempre 2.000 sulla croce con il vero sangue di Gesù, ma Egli ha deciso che questo patto va ricordato e rammemorato. Il sacrificio di Cristo fu completo e pienamente sufficiente, e nonostante quello che insegnano le religioni umane, non servono ulteriori sacrifici, ma serve ricevere il sacrificio di Cristo e i termini del patto sulla propria vita, diventando nuove creature in Gesù.

v.24-30 L’umiltà è sempre sottovalutata, specialmente nella società moderna. In realtà c’è una grande potenza nel’’umiltà: la potenza di chi è vero figlio di Dio Onnipotente, morto a sè stesso ma vivo in Cristo! Ricordiamoci che l’esempio di Gesù (v.27) è che il più grande è sempre colui che serve gli altri. Qualsiasi attività svolgiamo, persino ministeriale deve essere per gli altri e non per la nostra ambizione o realizzazione. Infatti ministero deriva dal latino “ministerium” che significa “servizio, ufficio” spesso riferendosi ai servitori che servivano alle mense, e dal greco Diakonìa con gli stessi significati.

v.35-36 Quando in precedenza Gesù aveva mandato i discepoli ad evangelizzare, li aveva mandati senza niente, e Lui stesso li aveva protetti in modo soprannaturale. Da questo momento però, Lui dice che è ora di andare ad evangelizzare e discepolare preparandosi a quello che può succedere. Ora servono le “borse”, le “sacche” e le “spade” (non in senso materiale, in quanto Gesù stesso al versetto 38 fa capire che sta parlando spiritualmente, almeno per quanto riguarda le spade). Quando nella Bibbia si parla in modo allegorico di spade, come in questo caso, il riferimento è sempre alla Bibbia stessa o alla Parola di Dio, che è Cristo (Giovanni 1). Io vedo come significato della “borsa”, il portarsi sempre dietro le ricchezze del mondo spirituale, le esperienze passate, e la guida dello Spirito Santo per le esperienze future. Come significato della “sacca” il “portarsi” gli attrezzi pratici della vita cristiana, ciò essere pronti a servire e amare gli altri. Come significato della vendita del “mantello” per acquistare la “spada”, vedo il dare via qualsiasi nostra autorità terrena e religiosa, per contare solamente sugli insegnamenti della Bibbia. Non dobbiamo contare su noi stessi, sulle nostre forze, le nostre capacità o i nostri titoli, ma sulla guida dello Spirito Santo, sul servizio specialmente verso i fratelli e sulla conoscenza approfondita del messaggio biblico.

v.40,46 La nostra carnalità ci spinge verso la tentazione (non Dio, Giacomo 1:13-15). La preghiera ci da la forza per resistere alla tentazione, e ricevere la forza da Dio.

v.68 Il metodo di insegnamento ebraico più elevato, non è quello di dire le risposte, ma quello di porre domande e rispondere a domande con altre domande. Chi riesce in questo, dimostra una sapienza di livello più alto. Qui Gesù sta dicendo che se Lui ponesse loro delle domande, la loro finta sapienza sarebbe svergognata e si arriverebbe all’ennesima empasse, mentre invece Lui è consapevole che è ora di morire per i peccati del mondo.

v.70 Letteralmente dal testo greco originale “Voi dite che sono proprio io e nessun altro!”, come a dire che proprio perchè loro sono loro (sacerdoti e sinedrio) e lo stanno condannando a morire sulla croce, confermano che è proprio Gesù Cristo l’unico e vero Figlio di Dio.

v.71 Questa reazione dei sacerdoti e del sinedrio, è così forte perchè Gesù ha appena dichiarato di essere Dio, e per la loro religiosità non è possibile. Dobbiamo sempre stare in guardia da non farci imprigionare dalla nostra religiosità, ed essere sempre pronti a ricevere Cristo pienamente, e ubbidirgli.

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