Luca – Capitolo 9

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v.1 Gesù da ai dodici autorità su demoni e malattie. Ora che Gesù non è più in terra ma è in cielo, è lo Spirito Santo che prosegue l’opera di Gesù e da autorità su demoni e malattie.

v.2 Il mandato è ad annunziare il Regno di Dio e a guarire.

v.3-5 Queste limitazioni, servivano affinché non confidassero sui propri mezzi, ma solo su Dio. Dovevano imparare a dipendere completamente da Dio perchè sarebbero arrivati per loro tempi molto difficili, come persecuzione, diffamazione e scoraggiamento, per cui Gesù li addestra da subito alle condizioni estreme.

v.6 I dodici evangelizzano ed operano guarigioni, compreso Giuda! Ciò può farci riflettere sul fatto che essere qualcuno che opera miracoli o che possiede un titolo religioso/spirituale, non per forza sia indice di un vero servitore di Dio. Ricordiamoci che i “doni e la vocazione di Dio sono senza pentimento” (Romani 11:9). E’ possibile aver ricevuto un dono e una chiamata da parte di Dio, ma avere il cuore sviato e un domani allontanarsi dalla fede. Bisogna perseverare nella fede e nell’umiltà fino alla fine altrimenti faremo la stessa fine di Giuda.

v.10 Gesù li accoglie e si ritirano a Betsaida (=casa della pesca, pescheria), città nativa di Pietro, Andrea e Filippo. Esisteva più di una di località con questo nome, ma di solito nella Bibbia, quella citata è quella che si trova sulla costa nord del mar di Galilea, dove Gesù guarì un cieco (Matteo 8:22-26) e fece la prima moltiplicazione dei pani e dei pesci (v.10-17). In Matteo 11:21 Gesù rimprovererà Betsaida e altre città, per non essersi convertite a seguito di tutti i miracoli fatti. E’ molto emblematico che Gesù dopo aver mandato i 12 in giro a “pescare anime” (evangelizzare e guarire), li porti in disparte in una località di nome “Pescheria, Casa della pesca”. Già al capitolo 5 aveva detto a Simon Pietro che sarebbe diventato pescatore di uomini. In più in questo capitolo c’è la moltiplicazione dei pani e dei pesci. Come a dire che è fondamentale andare a “pescare” anime.

v.11 Gesù ancora una volta accoglie le folle, parla loro del Regno e li guarisce.

v.13 Qui in Luca sta scritto che Gesù risponde ai discepoli ”Date loro voi da mangiare”. In Giovanni sta scritto che Gesù voleva mettere alla prova Filippo (e probabilmente tutti e dodici, visto che poi risponde anche Andrea). Loro falliscono analizzando la problematica da un punto di vista umano, e Lui allora compie la prima moltiplicazione affrontando la questione da un punto di vista spirituale. Sta scritto che furono sfamati 5000 uomini, più donne e bambini. In Giovanni 6:7 Filippo dice che 200 denari (cioè circa 10-15 mila €) non basterebbero per dare un pezzetto di pane a ognuno, invece dopo la moltiplicazione sono stati sfamati tutti ed è avanzato pane per dodici ceste.

v.17 Avanzano 12 ceste, 1 per ognuno dei dodici. Forse per farli meditare su cosa Gesù si aspettava da loro. Sull’elevare il “livello della gloria”. Sul camminare nello Spirito. In Giovanni 6 dice che era avanzato solo pane, sicuramente perchè il pesce senza frigorifero si fa cattivo presto, Dio non vuole lo spreco e quando fa i miracoli e agisce, lo fa sempre nel modo giusto e preciso.

v.20 Pietro riconosce di nuovo Gesù come Messia, come aveva già fatto (5:8) prostrandosi ai Suoi piedi e dicendogli di allontarsi perché lui era un peccatore.

v.22 Gesù parla del Suo respingimento da parte dei capi sacerdoti.

v.23-24 Gesù parla del costo di seguirLo ogni giorno e del perdere la propria vita per amore Suo, se vogliamo salvarla. Solo rinunciando alle cose e alle ambizioni terrene per ricercare le cose del cielo, guadagnamo quello che veramente dura in eterno. Attenzione che il termine greco “ernesasto”-”arnesasto” tradotto con “rinunzi”, sarebbe anche più corretto tradurlo con ripudi, resista, rigetti, contraddica, rifiuti. In pratica il Maestro qui non dice solo di rinnegare i nostri sentimenti, la nostra autostima o il nostro cervello, ma ci dice addirittura di contraddire noi stessi, rigettare le nostre voglie e i nostri desideri. Dire “no” a quello che il nostro ego e il nostro “Dio-me” vuole. La differenza la fa cosa è al primo posto nella mia vita: io o Dio. Se mi prostro davanti a Dio o davanti al “Dio-me” per fare quello che vuole. Se porto avanti il piano di Dio o i miei piani. Se cerco di fare nuovi discepoli di Cristo, oppure cerco i miei interessi.

v.27 Gesù annuncia di nuovo il Regno, e dice che verrà visto tra poco da alcuni dei discepoli.

v.28-29 Qui il “circa 8 giorni dopo” collega il precedente annuncio che alcuni avrebbero visto il Regno di Dio prima di morire, con la trasfigurazione di Gesù. Era questo di cui Gesù parlava al v.27. Storicamente il monte più probabile dove possa essere stata la trasfigurazione è il Tabor: monte a forma di pandoro, alto 588 metri e situato vicinissimo a Nazaret. Sembra quasi che il Signore abbia voluto mostrare la Sua gloria proprio davanti la propria cittadina, come per dire che tanto erano ciechi e increduli, e a questo genere di persone può apparire la gloria di Dio, ma senza che se ne accorgano. Per approfondire le differenze tra i brani paralleli sulla Trasfigurazione, leggere anche Matteo 17:1-9, Marco 9:2-10, 2 Pietro 1:16-18 e relativi commenti.

v.31 Gesù parla della Sua dipartita con Mosè ed Elia, forse per ricevere alcune rivelazioni su come procedere.

v.35 Il Padre dichiara Gesù come Suo Figlio, e pretende che venga ascoltato come Suo delegato in terra.

v.40 I discepoli falliscono di nuovo non riuscendo a cacciare un demone. Nel brano parallelo di Matteo 17:14-21, Gesù dichiara che la colpa era della poca fede, mentre qui e in Marco 9:14-29 dice “incredulità”. Ovviamente non poca fede che potesse succedere che il demone se ne andasse, in quanto lo avevano già fatto in passato e già pregando vuol dire che un pò di fede ne avevano. Probabilmente poca fede nella potenza di Dio e nel fatto che è Dio che opera veramente, in quanto dice “se aveste fede quanto un granello di senape”, vuol dire che hanno posto fede nella cosa sbagliata. Forse hanno avuto molta fede nelle proprie capacità, nel proprio titolo, nella propria autorità o nella propria religione e non hanno messo fede nella potenza di Dio (questo modo di agire è vera incredulità).

v.41 Gesù riprende l’incredulità dei discepoli (o la credulità posta sulla cosa sbagliata, vedi commento a v.40) e compie la liberazione.

v.44-45 Gesù annuncia di nuovo la Sua morte, ma i discepoli ancora non capiscono che Gesù era venuto per questo, adempiendo ciò che era stato profetizzato dai profeti per secoli..

v.48 Gesù spiega che chi è il più semplice e umile, è il più grande. Un bambino e chi riceve il bambino, sono più grandi rispetto a dei “super-discepoli-apostoli-ministri-pastori” titolati ma che non possiedono semplicità e umiltà. Contrariamente all’arrivismo giudeo, nella fede cristiana i più piccoli sono i primi.

v.49-50 Giovanni dice di aver vietato a uno che non li segue (uno che non è del loro gruppo-missione-denominazione-religione) di cacciare i demoni nel nome di Gesù. Ma Gesù invece dichiara non essere importante il far parte dello stesso gruppo-missione-denominazione-religione, per essere veri seguaci di Cristo. Il ragionamento da fare è completamente diverso: chiunque combatte contro il regno dell’avversario e a favore del Regno di Dio e della sua espansione, è dalla nostra parte. Queste persone dobbiamo vederle come compagni-fratelli che lavorano anche per noi, e non come avversari-contendenti-rivali.

v.55-56 Qui il Nestlè-Aland ha la versione breve, mentre Textus Receptus e Maggioritario riportano la dichiarazione che “il Figlio dell’uomo (titolo messianico riferito a Gesù) non è venuto per perdere anime, ma per salvarle”. Sia la riprensione breve, che quella lunga, non negano il potere di chiamare un fuoco dal cielo per consumare dei peccatori o dei malvagi, ma entrambe condannano un’azione del genere come fuori dal piano di Dio per questo tempo della grazia, dove Dio vuole salvare le anime e non perderle.

v.58 Non si può seguire Gesù rimanendo nella zona di comfort, dove tutto va bene ed è sotto controllo, ma bisogna rinunciare a tutto per la diffusione del Regno di Dio. Anche essere disposti a dormire per terra, perché Gesù stesso “non ha dove posare il capo”.

v.60 Non si può seguire Gesù e perdere tempo nelle ambizioni di questo mondo. In questo caso il desiderare un’eredità di un padre moribondo o forse anche solo avanti negli anni, in quanto se quel padre fosse veramente morto da seppellire, quest’uomo sarebbe impuro secondo le regole ebraiche e non potrebbe andare in giro in mezzo alle folle. Seguire le ricchezze e le ambizioni terrene è da “morti”. Se si vuole essere viventi, bisogna rinunciare a queste cose per “annunciare il regno di Dio”.

v.62 Non si può seguire Gesù part-time, nei ritagli di tempo, la domenica o qualche altro giorno la settimana, avendo desideri da altre parti oppure con superficialità. Il Regno di Dio richiede piena concentrazione, attenzione e impegno, senza guardare indietro, altrimenti non si è adatti per il Regno di Dio.

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