Marco – Capitolo 1

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v.1 Gesù è la forma abbreviata di Giosuè (=il SIGNORE è salvezza). Cristo  vuol dire unto, ed è lo stesso significato dell’ebraico “Messia”, che però nella cultura ebraica trasmette un messaggio molto più profondo legato a Colui che, venuto da Dio, doveva liberare il popolo. Figlio di Dio, indica in senso speciale: tutti quelli che credono diventano figli di Dio per adozione, ma Gesù lo è per nascita e per natura, è questo che Marco voleva enfatizzare.

v.2-3 La venuta di Giovanni Battista come precursore di Gesù, era stata profetizzata nell’Antico Testamento. Questa citazione è presa da Malachia 3:1 e Isaia 40:3.

v.4 Giovanni, in ebraico Jochanan, vuol dire “Il SIGNORE ha fatto grazia”. Giovanni predicava un battesimo di ravvedimento (letteralmente “pentimento, cambiare il modo di pensare in profondità, conversione”), cioè di cambiare le proprie vite drasticamente. Ravvedersi significa non seguire più la propria intelligenza, ma affidarsi al Signore e seguire i Suoi insegnamenti. Riconoscere di essere peccatori e chiedere a Dio clemenza e guida. Il battesimo era il segno esteriore di un profondo cambiamento interiore e di atteggiamento.

v.10 Fino ad allora, nella storia, lo Spirito non era mai sceso su nessuno in maniera definitiva. Gesù uomo non poteva fare nulla di quello che avrebbe fatto, senza ricevere la potenza dall’alto. Aveva bisogno dello Spirito come dice Isaia 61:1 (che è il brano che Lui lesse nella sinagoga di Nazareth, Luca 4:16-21) per guarire e liberare! Questo brano porta con sé dei messaggi fondamentali:
– qualsiasi uomo sulla terra deve ricevere lo Spirito Santo con potenza, per poter fare guarigioni, miracoli e far avanzare il Regno di Dio;
– il Padre, il Figlio e lo Spirito operano in armonia e trovano piacere gli uni negli altri;
– i tre sono uno, ma rimangono tre, nel senso che possono essere in tre posti diversi (v.11 il Padre è in cielo, mentre Gesù è sulla terra, mentre lo Spirito scende dal cielo in terra) oppure nello stesso posto;
– ognuno dei tre deve essere pienamente rispettato e ascoltato, in quanto rappresentante di tutti e tre.

v.12 La tentazione è normalmente causata dalla nostra concupiscenza (vedi Giacomo capitolo 1). Ma nel caso di Gesù nel deserto, Lui venne spinto dallo Spirito Santo, per passare prove più difficili di quelle che passiamo noi, e mostrarci l’opera del nemico. Noi possiamo pienamente simpatizzare con Gesù senza avere altri intermediari o esempi, in quanto Lui solo da uomo poté essere tentato pienamente senza cadere e poté patire le sofferenze umane più alte senza allontanarsi dal Padre.

v.14 Questa è la prima parte del Vangelo di Marco, dove Gesù concentra i primi due anni del proprio ministero in Galilea, ottenendo grandi successi e compiendo meraviglie. 

v.15 Il Vangelo di Marco non ci mostra molti sermoni o discorsi di Gesù, ma è più incentrato sui fatti miracolosi, però ci dice chiaramente il tema principale dei sermoni di Gesù:
1) il Vangelo del Regno di Dio;
2) il ravvedimento, pentimento delle proprie vecchie vie, e il cambiamento drastico del proprio modo di agire.

v.17 L’obiettivo primario di Gesù e di qualsiasi credente è discepolare. Essere “pescatori di uomini” vuol dire che quasi ogni giorno dobbiamo ragionare su quale “canna da pesca prendere”, su “quale amo e esca scegliere” e andare a pescare. Evangelizzazione e discepolato non sono cose che possiamo ritagliare alla fine dei nostri impegni, se troveremo del tempo, ma lo scopo della nostra vita. L’importante è “seguire” Gesù, stare sempre ad ascoltarlo.

v.22 Ci sono modi diversi di insegnare. Il più elevato è farlo da una posizione di autorità chiaramente percepibile. Gesù aveva quella autorità, grazie alla presenza dello Spirito Santo in Lui.

v.25 Spesso Gesù ordina a guariti, demoni e discepoli di non rivelare di essere il Figlio di Dio. Il motivo è che la Sua presenza e la Sua opera, già normalmente gli causavano persecuzione dai capi religiosi. Non era ancora il momento di rivelare pubblicamente la Sua divinità, altrimenti il Suo ministero sulla terra ne sarebbe stato rallentato e ostacolato, oppure avrebbe dovuto rivelarsi ottenendo la conversione superficiale di chi constata la potenza di Dio a posteriori non avendo altra scelta mentre Dio ricerca la fede genuina e spontanea (Giovanni 20:29 “…beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!”).

v.35 Spesso Gesù pregava, e spesso quando lo faceva, si ritirava in “luoghi deserti”.

v.36-38 Simone e gli altri cercarono Gesù per portarlo nuovamente alle folle, forse avevano ancora bisogno di guarigione, o di insegnamento, eppure Gesù stranamente sposta l’attenzione dirigendosi nei villaggi attorno. I discepoli probabilmente erano focalizzati sulla raccolta locale (d’altronde loro erano di Capernaum e dintorni), mentre per Gesù il tempo per la raccolta era già stabilito dopo la risurrezione con la discesa dello Spirito Santo a Pentecoste, in ciò che vissero i discepoli con gli “Atti”. Invece in quel momento ci teneva a preparare anche altri “campi”. Lui riconosceva una chiamata particolare: il predicare il Vangelo in tutto Israele.

v.41 Il più delle volte Gesù guarisce le persone toccandole. Se ad un lettore disattento può sembrare scontato, soprattutto in questi casi quando Lui guarisce dei lebbrosi toccandoli (cosa che potrebbe causare il contagio), bisognerebbe capire che invece la virtù di guarigione dello Spirito è agevolata dal tocco. Altrimenti non si spiegherebbero le decine di volte che nei Vangeli viene enfatizzato questo aspetto.

v.45 Qui Marco spiega chiaramente che se Gesù non avesse detto a tutti di non divulgare i miracoli, non sarebbe più potuto entrare in nessuna città per evangelizzare. In questo caso specifico dopo la “pubblicità” fatta dal lebbroso, saranno bastati pochi giorni per poter rientrare in Capernaum. Ma se tutti i guariti e i liberati avessero esaltato Gesù, il Suo ministero sarebbe stato bloccato.

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