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v.11-12 A coloro che seguono Gesù (discepoli) vengono rivelati e svelati i misteri del Regno di Dio. Ma per coloro che caparbiamente rimangono nel proprio orgoglio le cose vengono dette in modo che non capiscano. Egli cerca fede ed ubbidienza.
v.14-20 In questi versetti leggiamo la spiegazione della parabola del seminatore. I quattro terreni indicano i quattro atteggiamenti che gli esseri umani hanno di fronte alla Parola di Dio. I primi tre sono gli atteggiamenti infruttuosi che allontanano da Dio. Il primo avviene quando le persone sono nella morsa del nemico, che li lega. Il secondo quando le persone evangelizzate non vogliono accettare la possibilità che seguire Gesù possa implicare persecuzione e tribolazione, ma anzi lo considerano una specie di Babbo Natale con cui dovrà andare tutto bene e a loro vantaggio, e appena si accorgono che Gesù non è Babbo Natale, allora fuggono. Il terzo è quando le persone non vogliono rinunciare a ricercare ricchezza e successo per mettere Dio al primo posto. Il quarto atteggiamento è quello di chi capisce chi è Dio e che merita il primo posto nella nostra vita, allora si impegna a ricercarlo e conoscerlo, e capisce che, come discepolo, è come un albero che deve portare frutto se rimane attaccato alla radice (Cristo), e porta 30, 60 o 100 volte il frutto.
v.21-23 Il Signore ci ha chiamati per illuminare il mondo con la Sua luce. Non dobbiamo nasconderla, ma divulgarla.
v.26-29 Questa parabola spiega che quando seminiamo la Parola di Dio, non cresce per merito nostro, infatti noi siamo come il seminatore che va a dormire e non fa niente se non annaffiare fino al momento della mietitura. E Dio che fa crescere e produrre nelle persone il seme che piantiamo.
v.34 Vedi commento ai versetti 11-12.
v.41 A quell’epoca i discepoli ancora non avevano capito di avere davanti il Creatore in persona e quindi si stupirono a questa meraviglia improvvisa, a questo blocco immediato di una tempesta, loro che in diversi erano esperti pescatori.
