Marco – Capitolo 6

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v.5-6 Può l’incredulità umana limitare la potenza di Dio? Forse si, o forse semplicemente nessuno si faceva avanti per essere guarito perché sentiva che Gesù era “sotto inchiesta” oppure pensavano che non potesse guarirli: se non si presenta nessun malato per essere guarito, allora nessuno sarà guarito. Qui in realtà dice che “non poté fare alcuna opera potente, ad eccezione di pochi malati cui impose le mani e li guarì”. Ciò ci insegna che in Cristo possiamo ogni cosa, anche se il nemico stesso si mette contro di noi! (vedi Matteo 13:58) Forse l’importante è lavorare con gli umili, e guarire e salvare chi si sente nel bisogno.

v.7 Uno dei metodi migliori per evangelizzare è andare a due a due nelle case delle persone e pregare per esse. Se si manifestano spiriti, cacciarli. Se ci sono malati, guarirli nel nome di Gesù. Questa è azione che ottiene il risultato muovendo la mano di Dio!

v.12 Il fulcro della predicazione deve essere sempre il ravvedimento, cui deve seguire la liberazione e la guarigione dei bisognosi, affinché i miracoli confermino la predicazione.

v.34 Esaudimento di ciò che Dio dice in Ezechiele 34:11 che si sarebbe preso cura lui stesso delle pecore senza pastore.

v.37 Duecento denari corrispondono a circa 10.000€. Questa è la stima relativa al costo della quantità di pane necessario per sfamare la folla che era lì presente.
In questo brano Gesù li prova per stimolare la loro fede. Invece di applicare la fede, qui i discepoli applicano le regole della finanza terrena. Gesù creerà una nuova occasione di meditazione e riflessione per loro, quando dovranno portare una cesta a testa, degli avanzi della moltiplicazione. Il senso è che avrebbero dovuto ragionare in maniera spirituale ed essere loro a moltiplicare il pane.

v.43 Qui non si parla di avanzi raccolti in cestini da campeggio che possono essere portati con una mano, ma di 12 ceste di quasi un metro di altezza che necessitano di essere trasportate con tutte e due le mani, coinvolgendo quindi tutti e 12 i discepoli, una cesta a discepolo. Gesù realizza volontariamente questa abbondanza affinché ogni discepolo possa riflettere sul fatto che il Maestro aveva chiesto loro di dare da mangiare alla folla, quindi seguendo le regole spirituali sarebbero stati in grado di compiere questo miracolo (v.37).

v.44 Con questa moltiplicazione dei pani e dei pesci, mangiarono 5.000 uomini più donne e bambini, fino a sfamarsi.

v.48 Gesù mentre era in preghiera (v.46) vide per rivelazione dello Spirito che i discepoli erano in difficoltà nel mare contro-vento. Lo Spirito può dare rivelazioni sorprendenti.

v.52 I discepoli erano “stupiti” ma non avrebbero dovuto. Se solo avessero capito che bastava avere fede per vedere il miracolo o la risurrezione (come l’avevano avuta la donna dal flusso di sangue e Iairo, cap. 5:21-43) non si sarebbero stupiti. Dovevano capire che Gesù aveva messo alla prova la loro fede chiedendo loro di moltiplicare il pane e i pesci (v.37) perché era in loro potere. Gesù non prova affinché cadiamo, ma affinché progrediamo nella fede. Allo stesso modo si meravigliavano di Gesù che camminava sulle acque e calmava le tempeste, quando invece di meravigliarsi, avrebbero dovuto farlo loro!

v.56 La fede può veramente operare meraviglie. In questo brano (come con la donna dal flusso di sangue al cap.5:28) scopriamo che se una persona crede che toccando Gesù verrà guarita, ciò accadrà, sia se Gesù ne è consapevole, che se Gesù non ne è consapevole. Eppure non sta scritto da nessuna parte che se un malato tocca dei vestiti, allora guarirà. Ma questo avviene per il potere della fede.
Notare che “tutti” quelli che lo toccavano venivano guariti, non solo alcuni.

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