Commentario al Vangelo di Matteo

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Questo fu probabilmente il terzo Vangelo ad essere scritto, ma venne catalogato come primo del Nuovo Testamento sicuramente perché qui viene affrontata la vita di Gesù alla luce dell’Antico Testamento, presentandolo come il Messia promesso dai profeti e come Re dei Giudei discendente del Re Davide. L’autore è Matteo (Dono di Dio), altrimenti chiamato Levi, ex esattore delle tasse e quindi mal visto dagli altri ebrei. Aveva abbandonato il suo lavoro per seguire Gesù mentre lavorava in Capernaum (villaggio di Naum il profeta) ed in seguito sarebbe diventato uno dei dodici apostoli. Fece anche una festa per far conoscere Gesù ai Suoi amici e colleghi. Matteo come anche Luca, non scrisse il Vangelo completamente da zero, ma dà l’impressione di aver attinto in alcuni fatti da Marco, oltre che nella divisione in due parti: prima parte di 2 anni e mezzo in Galilea con enfasi sul ravvedimento, e seconda parte di 6 mesi in Giudea con enfasi sulla crocifissione come predetta dai profeti.

Sin dall’inizio del Vangelo Matteo mette in chiaro che Gesù era un vero ebreo, e soprattutto erede di Abrahamo e Davide, Padre della fede il primo, e Re il secondo, la cui discendenza avrebbe regnato in eterno. Gesù non viene mai chiamato “Figlio di Giuseppe” (se non a Nazareth da chi lo disprezzava), ma “Figlio di Davide”. Infatti Gesù era stato “adottato” da Giuseppe, il padre putativo, ereditando alla sua morte il diritto regale di regnare sul popolo di Israele, ma senza invece ereditarne la maledizione che era stata pronunciata dal profeta Geremia sull’antenato di Giuseppe, e re Ieconia e sui suoi discendenti, in quanto Gesù non era un discendente “fisico” di Ieconia (Geremia 22:28-30).

Tra le evidenze della regalità di Gesù e il Suo forte legame con l’Antico Testamento, troviamo anche racconti caratteristici solo di Matteo, come l’adorazione del bambino da parte dei re magi, il coro degli angeli, l’annuncio degli arcangeli e molte citazioni dell’Antico Testamento come adempiute in Gesù. Parliamo di 29 citazioni dirette, e 121 indirette. Anche la sua morte fu regale, infatti fu coronato di spine (Re in eterno), ricevette una specie di “scettro”, una tunica e venne definito “Re dei Giudei”.

Sicuramente questo Vangelo è indirizzato a coloro che sono nuovi credenti, ma con almeno informazioni basi della cultura ebraica e del cristianesimo. Infatti richiede una maggiore conoscenza dell’ebraismo e di Dio, rispetto a quella che ha un semplice non credente. Inoltre i molti insegnamenti, sono profondi e adatti a chi già ha ricevuto Cristo nella propria vita, vive per Lui, ma ha bisogno di sapere come farlo appieno. E’ chiaro che l’obiettivo finale è preparare i credenti affinché possano fare altri discepoli di tutti i popoli (28:19) e questo continua ad essere lo scopo di ogni Suo vero discepolo ancora oggi.

In effetti potremmo considerarlo un manuale di discepolato suddiviso in 5 parti, sermoni o discorsi, frammezzati da “azioni” per mostrare che la teoria va subito messa in pratica. O in altri termini, la predicazione della Bibbia deve essere confermata e accompagnata da miracoli e opere potenti dello Spirito Santo. Gesù ha fatto così e noi dobbiamo camminare sulle Sue impronte. I 5 temi sono quindi: come il credente dovrebbe vivere da discepolo nel Regno di Dio, qual’è lo scopo del Regno, come dovrebbe crescere il Regno, come ci si relaziona nel Regno e come procederà il Regno negli avvenimenti degli ultimi tempi.

Matteo è un contabile, e gli stessi racconti che vediamo negli altri Vangeli, qui sono più sobri e moderati. Più lucidi in modo da evidenziare ciò che lui ritiene più importante.

Oltre alla nascita, anche la morte e risurrezione, in Matteo sono ricche di dettagli non presenti in altri Vangeli.

Matteo fa anche capire che Gesù è venuto non per annullare la legge di Mosè, “ma per compierla” e che finché ci sarà la terra “neanche uno iota della legge passerà”.

Il tema del discepolato è strettamente connesso con quello del “Regno” che comincia ora. Infatti i cinque sermoni si concentrano sullo sviluppo di questi due argomenti.

Questo libro ci fa capire che come Cristo ha fatto oltre che predicato, anche noi dobbiamo fare per il Signore, e non rimanere nelle nostre chiese, o nelle nostre case, nulla facenti o distratti dalle preoccupazioni di questa vita. Potremmo dire che questo Vangelo ci guida nel discepolato come predicazione, vita e azione.

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