Matteo – Capitolo 12

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v.7 Citazione di Osea 6:6, come già fatto in Matteo 9:13. Questa ennesima citazione dello stesso brano, fa capire quanto Gesù tenesse agli standard morali della legge, ma andasse contro all’esteriorità ipocrita o alla cerimonialità. Come già commentato al 9:13, “gli ipocriti guardano il contenitore mentre Gesù guarda il contenuto”, cioè la religiosità giudica l’apparenza delle persone, mentre Gesù guarda le intenzioni e i desideri che siano retti davanti a Lui.

v.8 Il Figlio dell’uomo (cioè Gesù, il Messia profetizzato da Ezechiele e altri profeti) è Signore dello Shabbat, cioè regna non solo sulle regole, ma sullo Shabbat stesso, che invece dalla religione ebraica ed alcune denominazioni cristiane, è venerato come quasi fosse un dio.

Shabbat (che noi impropriamente italianizziamo in “sabato”) non significa riposo come erroneamente si dice, ma “cessazione dal lavoro”. Infatti il settimo giorno Dio non era stanco, ma “smise” di svolgere il lavoro che aveva compiuto i primi 6 giorni. In quest’ottica “Gesù, Signore del sabato” ci dice che è Lui che governa sulla nostra devozione e su ciò che facciamo e dobbiamo fare quando non lavoriamo, che si tratti di lode e adorazione, studio della Bibbia, hobbies, etc… Ovviamente Dio non vuole fare il dittatore, ma essere parte delle nostre attività, in quanto Lui è Dio di tutto, anche delle nostre attività. Quel tempo non appartiene a noi, ma a Lui! Ciò non vuol dire che dobbiamo entrare nel legalismo religioso del dover rispettare un giorno, ma significa regolare il tempo della vita quotidiana e settimanale in funzione “teocentrica” (con Dio al centro), “smettendo di lavorare” almeno un giorno e dedicandolo a Dio. Per questo motivo non ha senso una diatriba sul se andare in chiesa il sabato o la domenica, in quanto ciò che interessa a Dio è lo Shabbat e non il giorno di sabato. Gli interessa la cessazione del nostro lavoro e delle nostre attività un giorno la settimana per dedicarlo a Lui!

v.12 Il “Signore del sabato” e del tempo, cerca di mostrarci la pratica di ciò che aveva detto prima, cioè che la misericordia e l’amore vengono prima degli aspetti esteriori. E la pratica è agire per alleviare le sofferenze del prossimo, guarirlo, evangelizzarlo, liberarlo, lodare Dio, anche se questo significa saltare gli impegni religiosi, incontri sterili, aspetti esteriori, hobbies, impegni carnali e mondani. La misericordia, l’amore per il prossimo, e la gloria di Dio hanno la priorità!

v.15 li guarì tutti.

v.18-21 Gesù aveva ricevuto lo Spirito di Dio il giorno del battesimo in acqua (3:16). Grazie a questo poté fare le opere straordinarie che lo hanno reso famoso, ma senza lo Spirito di Dio (Spirito Santo) non avrebbe potuto farle e sarebbe stato limitato come tutti gli esseri umani che non hanno ricevuto lo Spirito Santo (Isaia 61:1).

Citazione tratta da Isaia 42:1-4 che mostra come era già stato profetizzato che il Messia, almeno nella prima venuta, invece di essere politico e militare, avrebbe portato grazia, liberazione speranza e giustizia alle persone. I rabbini e la religione ebraica sbagliavano e sbagliano tutt’ora nel non riconoscere Dio quando è venuto sulla terra come era stato profetizzato.

v.23 La folla, definendolo “Figlio di Davide” e non figlio di Giuseppe, mostra la propria convinzione della messianicità di Gesù. Probabilmente però, il dubbio più importante che avevano era relativo all’aspetto miracoloso di Cristo: ricordiamo che si aspettavano l’instaurazione di un regno politico.

v.30 Chi non mette Gesù al primo posto in ogni cosa e raccoglie persone in nome di altri uomini o altre denominazioni invece che nel nome di Gesù e per il Regno di Dio, è contro Gesù, e non sta affatto raccogliendo in nome di Dio, ma anzi sta “disperdendo” danneggiando l’Opera di Dio.

v. 31-37 In questi versetti Gesù spiega che non raccogliere nel nome di Gesù, anzi raccogliere in nome di religioni, uomini, ideologie e professare queste rinnegando l’azione, le guarigioni, le liberazioni e i miracoli operati dallo Spirito Santo tramite Gesù 2000 anni fa o tramite i veri credenti oggi, è definito come “bestemmia contro lo Spirito Santo” (cioè contro l’opera dello Spirito, favorendo il regno delle tenebre). Questo è imperdonabile. O ci si schiera con Gesù e l’opera dello Spirito, viva anche oggi, oppure si seguono le religioni e le ideologie, ma facendolo si va contro Gesù e questo non sarà perdonato!

v.38-42 Gesù preannuncia il concetto che Dio non esaudisce i peccatori e arroganti che vogliono vedere segni per credere ma sono accecati dalla propria superbia. Invece Dio ama i cuori umili, pronti a riconoscere le proprie limitazioni e che sono in attesa della rivelazione sovrana del Creatore.

L’unico segno che otterranno i superbi e gli arroganti, è la crocifissione e la risurrezione, e la loro condanna, giudicati dai niniviti e dalla regina di Saba, che invece per molto meno si ravvidero.

v.46-50 Gesù qui dichiara che per essere parte della Sua famiglia, non bisogna essere parenti terreni del Gesù uomo, ma bisogna credere e vivere il Suo messaggio. Persino essere la madre terrena, è equivalente ad essere un’estranea a Dio e a non essere salvati, se non si crede al messaggio di Cristo e non si riceve lo Spirito Santo. Maria stessa conferma questo dichiarandosi peccatrice bisognosa di salvezza dicendo: “lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore”, e quindi fu salvata dal peccato per la fede nel Salvatore proprio come ognuno di noi che crede (Luca 1:47).
In tutte le situazioni della sua vita terrena dove bisognava distruggere la tentazione della gente di idolatrare i Suoi parenti terreni, Gesù interveniva sminuendoli pubblicamente. Sapeva benissimo che l’uomo non ci mette molto ad allontanarsi da Dio per trovare sostituti carnali come madri, padri e altri uomini, pur di non adorare e innalzare Dio solo!
Solo chi fa la volontà di Dio entra nella vera famiglia di Gesù. E tutte le persone che, spinte dalle religioni, innalzano o venerano altre figure anche sopra la figura di Cristo, stanno inconsapevolmente adorando altre creature come loro. Ma Dio è l’unico degno di essere adorato ed innalzato!

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