Matteo – Capitolo 19

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v.6 Una sola carne = Chi si sposa, deve vedersi con il proprio coniuge come fosse parte del proprio corpo. L’atto fisico all’interno del matrimonio fa diventare i due, uno.

v.9 Il divorzio è adulterio, a meno che non sia giustificato dalla fornicazione (dal greco porneia, peccati sessuali, prostituzione, letteralmente svendita della purezza del proprio corpo). Solo se il coniuge commette peccati sessuali, allora abbiamo la possibilità di far valere il diritto di divorziare e risposarci. Se ci risposiamo dopo un divorzio effettuato con altre giustificazioni, allora siamo in adulterio, noi e la persona con cui ci sposiamo (Gesù ne parla anche in Matteo 5:31-32, Marco 10:2-12 e altri).

v.11 Il celibato è un dono. Non tutti possono rispettarlo, per cui è meglio sposarsi in assenza di tale dono, anche se poi non si avrà “libertà” di divorziare a proprio piacimento. Questi versetti mostrano uno degli atteggiamenti egoistici per cui molti si sposano: avere una persona che possa soddisfare le proprie necessità, e qualora non succeda, liberarsene.

v.12 Gli eunuchi sono figure religiose, celibi. Alcuni di questi nascono così, altri sono forzati dagli uomini (per violenza, o per imposizione religiosa), altri rimangono celibi per l’avanzamento del Regno dei cieli. Gesù non spinge nessuno ad essere eunuco proprio per non violare e legare l’essere umano. Ma per mezzo dello Spirito, ad alcuni “è dato” di essere eunuchi.

v.13-15 Gesù imponeva le mani e pregava per le persone frequentemente. La religione invece tende a vietarlo.

v.17 Gesù qui non sta dichiarando di non essere Dio o di non essere buono, ma siccome è stato riconosciuto “solo” come maestro, essendo Dio ed essendo giusto, non può consentire che un maestro umano venga definito “buono”.

v.21 La perfezione viene quando non abbiamo cose che vengano prima di Dio. Lui viene al primo posto e dobbiamo essere pronti a dar via tutto, se questo può diventare un idolo e prendere il posto di Dio.

Possiamo avere un tesoro nei cieli soltanto se investiamo in esso, invece di investire nelle ricchezze e comodità qui sulla terra.

v.26 Per i ricchi è difficile essere salvati, perché per loro è difficile smettere di confidare nelle ricchezze e nelle proprie capacità, ma a Dio tutto è possibile.

v.27-29 Se perdiamo o lasciamo qualcosa a motivo di Cristo, nel Regno dei cieli ne erediteremo cento volte tanto, oltre alla vita eterna (per approfondire vedi anche commento al brano parallelo di Marco 10:30).

v.30 Purtroppo molti primi (ricchi, politici, famosi, apparentemente benedetti, religiosi, apparentemente spirituali, leader di chiesa) saranno ultimi, e molti ultimi saranno primi. Dio guarda la sostanza e non all’apparenza o al “titolo”. Molte persone che sembrano preminenti, oppure sono in ruolo di leader sopra altri e teoricamente dovrebbero essere guide spirituali che accedono per primi nel Regno, in realtà saranno ultimi. Mentre molti che apparentemente non ricoprono ruoli o incarichi particolarmente in vista (come preghiera, intercessione, evangelizzazione, o lavori umili e pratici come pulizie in chiesa o sistemare problemi elettrici, audio, etc…) saranno primi.

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