Matteo – Capitolo 23

clicca qui per andare al capitolo 22

v.1-7 “Fate quello che vi diranno” perché sedendo sulla cattedra di Mosè, teoricamente insegnano ciò che è scritto nella Bibbia e voluto da Dio. “Non fate quello che essi fanno” perché sono ipocriti, di quello che insegnano applicano solo una piccola parte, cioè quella che fa comodo a loro. Ingannano se stessi e gli altri. L’abitudine dei farisei era di gravare le persone con pesi e opere, mentre in fondo loro erano i primi a non portare i pesi e non mostrare le opere che vengono da chi ha il cuore di Dio. Gesù odia l’ipocrisia, e ama i cuori puri. Le persone che criticano la vita degli altri, o che dal loro pulpito seminano problemi, pesantezza e paura, sono le persone che Gesù più disprezza. L’ipocrisia dei farisei stava nel fatto che facevano di tutti per apparire riguardosi della Torah, ma lo facevano solo per la posizione ed il titolo, non perché amassero Dio o le persone.

v. 7-11 Gesù diffida dal dare titoli come “Maestro”, “Padre”, “Papa”, “Guida”, ma di vedersi tutti come fratelli. Non per anarchia, o per democrazia, ma per evidenziare che l’unico grande, l’unico “Padre”, l’unico “Maestro” e l’unica “Guida” è Dio solo. Al Suo cospetto nessuno ha diritto, o merita, quei titoli. Le religioni invece fanno man bassa di questi appellativi. Gli appellativi che il Signore ci ha permesso di utilizzare invece sono molto umili: mandato (Apostolo), anziano, colui che cura (Pastore), colui che racconta la Buona notizia (Evangelista), etc…

v.11 Per diventare uno dei maggiori, bisogna diventare servitore dei fratelli (Diacono).

v.14 L’apparenza, il seminare paura e il mettersi in mostra facendo credere di essere spirituali, sono le accuse che Gesù fa ai farisei.

v.23 In questo versetto Gesù non condanna la decima, anzi la conferma. La critica che fa agli scribi e ai farisei, è il pagare la decima, trascurando le cose più importanti della legge: il giudizio, la misericordia e la fede. Infatti le decime “sono le cose che bisognava fare”, e poi aggiunge “senza tralasciare le altre”, cioè giudizio, misericordia e fede. Fra i peccati, ci sono quelli più gravi come l’omicidio, e quelli meno gravi come la calunnia o l’offesa, ma siamo chiamati ad evitare sia l’uno che l’altro. Così è per quanto riguarda le opere del Regno: le più importanti sono fede, misericordia e giudizio, ma non bisogna tralasciare neanche le meno importanti come la decima. L’errore è sempre voler scegliere ciò che piace a noi, rifiutando altre cose che Dio vuole comunque.

v.24 Bellissimo versetto che spiega in due parole l’ipocrisia dei farisei. Focalizzarsi così tanto sulle cose di contorno, da considerarle vitali, finendo col trascurare e ignorare ciò che è veramente vitale.

v.37 Lamento di Gesù su Gerusalemme. Lui avrebbe voluto risparmiare a Gerusalemme la devastazione e la desolazione. Avrebbe voluto proteggere Gerusalemme come la chioccia con i suoi pulcini, e sarebbe potuto succedere se lo avessero riconosciuto. Ma Dio già sapeva dall’inizio dei tempi che questo non sarebbe successo al tempo della prima venuta di Gesù sulla terra. Ciò non toglie che la “chioccia” Gesù, visto il Suo amore per questa città, si lamenti di questa situazione.

v.38 “La vostra casa sta per esservi lasciata deserta”= La presenza di Dio sta per uscire dal Tempio, a causa della vostra durezza di cuore, e del fatto che non avete riconosciuto il Messia.

v.39 Ma il Messia tornerà una seconda volta, quando gli abitanti di Gerusalemme diranno “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”=Benvenuto.

clicca qui per andare al capitolo 24