Matteo – Capitolo 25

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v.1-13 Parabola delle dieci vergini. Vediamo che le dieci sono tutte vergini, quindi rappresentano la Chiesa che non si è contaminata con il mondo. Ma solo cinque hanno preso con sé l’olio (lo Spirito Santo, quindi l’essere risvegliate spiritualmente) e quindi si sono preparate per l’arrivo imminente dello sposo (Cristo). Le altre cinque non si sono preparate a dovere, infatti non hanno l’olio con sé, cioè lo Spirito, non sono risvegliate. Tutte e dieci si sono addormentate (modo figurato della parabola per far capire che non potevano prevedere a che momento esatto sarebbe arrivato lo sposo), ma quelle che avevano l’olio erano pronte, bastava solo accogliere lo sposo nell’istante del Suo arrivo. Per le altre era troppo tardi per andare a cercare l’olio per le lampade e tornare in tempo. Questa parabola ci presenta il rapimento, che accadrà all’improvviso. Nessun credente potrà prevederne il momento esatto (“non sapete né il giorno e né l’ora” v.13), quindi l’unico modo per essere presi dal nostro Signore e sorvolare la parte peggiore della grande tribolazione (gli ultimi 3 anni e mezzo), sarà essere pronti con “l’olio” altrimenti si fa la fine delle vergini stolte che passano per la seconda parte della grande tribolazione. Esse erano parte del Regno dei cieli (v.1), cioè credenti, ma non erano risvegliate spiritualmente (v.3). Non bisogna confondere l’arrivo dello Sposo, con la seconda venuta di Cristo. Infatti all’arrivo dello Sposo (il Rapimento), Lui non sarà visto da nessuno sulla terra, rimarrà fermo nell’aria ad attendere le anime del rapimento (qui, 1 Tessalonicesi 4:17, Ebrei 9:28). Con la seconda venuta il Messia sarà visibile da tutti i popoli, riconosciuto dal residuo del popolo di Israele, metterà fine alla grande tribolazione ed inaugurerà il Millennio (2 Tessalonicesi 2:1-12, Zaccaria 12-14).

v.14-30 Un talento romano valeva approssimativamente tra i 300 e i 500 mila € odierni. Quindi questi servi hanno ricevuto moltissimi soldi da gestire. La scelta di quanto dare è data secondo “la sua capacità”, quanto ognuno potrebbe amministrare. Vediamo che i primi due servitori fecero diligentemente fruttare il 100% del capitale che dovevano gestire ed entrambi ricevettero la promessa di essere costituiti sopra molte cose e l’appellativo “servo buono e fedele”. Con Dio la ricompensa si basa più sulla fedeltà che sui risultati che otteniamo. In un certo senso l’obiettivo è far fruttare pienamente il talento al massimo della nostra “capacità”, non al massimo del risultato. Nessuno dovrebbe paragonarsi con gli altri, ma rendere il 100% di quello che può. Soprattutto far fruttare la conoscenza del Regno di Dio, questo è il massimo “talento” da moltiplicare in base alle nostre capacità. Il “servo malvagio e fannullone” invece non produsse nessun frutto per il Signore, semplicemente nascose il talento negando l’opportunità di farlo fruttare per il Signore e di svolgere il proprio compito/lavoro, lo scopo della sua vita. La fine di un servitore del genere è l’inferno.

Questa parabola ci mette in guardia contro la pigrizia, l’indolenza e la vergogna del nome di Dio. Ci vuole mettere il timore del Signore, Colui che può gettarci all’inferno se non facciamo fruttare il talento, avanzare il Suo Regno e non diffondiamo la Sua speranza e la Sua Gloria su questa terra. La Sua Gloria e la Sua presenza hanno un valore inestimabile e se noi le nascondiamo in una “buca in terra” invece di farle fruttare, proclamare e diffondere, saremo condannati col servo malvagio. Ovviamente non si tratta solo di evangelizzare, ma di amare, servire, consolare, incoraggiare, etc..

v.31-46 La salvezza è per grazia, però in questo come in altri brani (per esempio Giacomo) vediamo che è obbligatorio che alla fede seguano delle azioni/opere. E’ obbligatorio che al ricevimento dello Spirito Santo seguano dei cambiamenti. Se queste opere/azioni/cambiamenti, non sono visibili e presenti in un credente, esso probabilmente non è un credente e come tale riceverà la punizione eterna. Siamo costretti a servire gli altri. Amarli, diffondere il Vangelo e curarli. Ciò può accadere solo capendo veramente quale rischio corriamo noi e corrono loro, se non ci ravvediamo tutti e al più presto!

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