Matteo – Capitolo 28

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v.7 L’angelo ricorda che Gesù aveva profetizzato e comandato che dopo la Risurrezione avrebbe visto i discepoli in Galilea, ma non intendeva che non li avrebbe visti prima. Infatti capiamo dai Vangeli che dopo la Risurrezione Gesù era comunque stato visto rapidamente varie volte dai discepoli in Giudea (per esempio v.9-10). Poi in modo più intensivo in Galilea (v.16-20), prima di ascendere al cielo.

v.18 Il grande mandato come lo racconta Matteo parte dal fatto estremamente incoraggiante che Gesù possiede ogni autorità. Può sembrare banale invece è la base di partenza: Colui che è morto per i nostri peccati, è risorto e vivente, e con la Sua morte e Risurrezione ha ottenuto ogni autorità e potere che è necessario per il Mandato. Per questo motivo possiamo andare.

v.19-20a …anzi dobbiamo andare in quanto il Mandato non è un permesso o un’esortazione ma è un comandamento. Questo mondo sta morendo ed ha bisogno del messaggio di amore, di pace e di speranza che solo il Vangelo può dare. Quindi siamo costretti ad andare e fare discepoli di Gesù. Non adepti, non religiosi, o seguaci, ma discepoli. Discepolo vuol dire studente, allievo. Anche se oggi gli studenti non sono molto ubbidienti e non sono molto attenti ai loro insegnanti, nella cultura di riferimento al tempo di Gesù, cioè quella ebraica, dove non esisteva la scuola pubblica come la conosciamo noi, se volevi far diventare i tuoi figli qualcuno, prepararli per diventare uomini e donne con delle capacità, un lavoro e degli obiettivi, dovevi affidarli a un “maestro”, qualcuno che li potesse guidare nella preparazione. Addirittura nel campo artistico, nella pittura, architettura o scultura, spesso guardando i lavori dei discepoli riconoscevi da quale maestro avevano studiato. Questo è anche l’obiettivo del fare discepoli di Cristo, persone che si riconosca che sono a immagine di Gesù. Il cristianesimo non è una preparazione cerebrale, ma più che altro spirituale, ad ogni modo richiede comunque una costante crescita e lavoro giornaliero per l’avanzamento del Regno, e per la trasformazione della nostra mente carnale per ricevere la mente di Cristo. Per cui andare in tutto il mondo per fare discepoli di Gesù è un impegno importante e profondo. Bisogna raggiungere le persone e addestrarle per essere a immagine di Cristo. In quest’ottica il battesimo non deve mai mancare, ma deve essere un completamento di un percorso.

E’ da notare che Matteo qui non parla solo di evangelizzare le persone, ma di discepolarle. Ciò implica un rapporto più profondo che non si limita ad una chiacchierata dove una persona convince un’altra ad accettare una religione o una fede diversa. Serve un lavoro spirituale e sociale. Serve anche un addestramento che renda le persone discepolate “perfezionate in vista dell’opera del ministero….perfette alla statura di Cristo…per non essere sballottate da venti di dottrina per la frode degli uomini…” come dice Efesini 4:11-16.

v.20b Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente»

Questo versetto sembra parlare di una promessa, ma in realtà le promesse sono 4. Per quale motivo Gesù ha detto questa frase? In merito a cosa voleva rassicurarli? Voleva rassicurarli su qualcosa che è in realtà un grande pericolo e fonte di stress: l’affrontare le problematiche della vita umana (malattie, epidemie, morte, sofferenza) o le responsabilità del cristiano verso l’evangelizzazione e il discepolato, senza l’aiuto di Dio. Non solo, ci sono anche le problematiche dell’essere credenti, cioè gli attacchi del nemico, la persecuzione e la nostra stessa carnalità, ed il nostro peccato. 

In un certo senso la prima promessa è che le cose non sarebbero andate “lisce”. Non avremmo all’improvviso vissuto in una reggia, serviti e riveriti. No, Gesù ci sta garantendo che avremo problemi (“nel mondo avrete tribolazione, ma fatevi animo, io ho vinto il mondo” Giovanni 16:33).

Per questo arriva la “seconda” promessa: ed ecco io sono con voi tutti i giorni. Perché possiamo contare su un aiuto. Non un aiuto qualsiasi, ma Dio stesso che è CON noi, FINO ALLA FINE. Pensa di avere il Dio Onnipotente sempre al tuo fianco in ogni situazione, in ogni problema, persecuzione o altro. Non c’è nulla di meglio se non l’andare direttamente nel Suo Regno nel cielo.

E infatti la citazione “fino alla fine dell’età presente” vuole darci un ulteriore rassicurazione. La terza promessa è che questo periodo di sofferenza e tribolazione, di persecuzioni e difficoltà, finirà. E finirà nientepopodimeno che, con l’andare nel SUO Regno. Dove comanda Lui. Quindi la terza promessa è che verrà il giorno dove non sarà più Lui a stare da noi, ma saremo noi ad andare da Lui….

E a quel punto avremo l’adempimento di un’altra promessa che ci può consolare in modo completo. Nel Suo Regno non avremo bisogno del Suo conforto. Sicuramente avremo sempre bisogno della Sua presenza, della Sua guida e della Sua luce, ma non ci sarà più tristezza, nè morte, nè malattia. Quindi ciò che oggi è fondamentale per avere coraggio per andare avanti, nel Regno di Dio in cielo non servirà più. Questa garanzia, anche se potrebbe avere un adempimento lontano, in realtà ci dona pace immediata, perché già il pensare ad un giorno in cui il “conforto” e l’incoraggiamento non si saprà più cosa sono, per via del loro inutilizzo, moltiplica il risultato nella vita di tutti i giorni.

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