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Le tre dimensioni dell’amore

Che bello l’amore, tutti ne parlano: nei film, nei libri, nelle canzoni, nelle chiese. Di solito però viene idealizzato e non viene applicato. Spesso è egoismo e non vero amore. Oggi attraverso alcuni insegnamenti di Gesù e di Paolo, capiremo meglio l’amore, come viverlo e cosa aspettarci.

Io sono perfetto per questo messaggio, perché sono la persona meno amorevole del mondo, ma per la grazia di Dio, non sono più io che vivo, ma Cristo che vive in me. E può vivere anche in te.

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Ma come ti vesti?

Ma come ti vesti? Sì, hai presente la trasmissione televisiva di alcuni anni fa dove due esperti di moda analizzavano il guardaroba di alcune persone, eliminando i vestiti che al protagonista stavano male o erano vecchi? Ecco, io non sono un esperto di moda, ma voglio guidarti nel ragionare sul come ti vesti spiritualmente. Faremo un viaggio attraverso un capitolo dell’apostolo Paolo dove ci indirizza su come migliorare il nostro abbigliamento spirituale!

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Indistruttibili

Fatti seriamente questa domanda: sei distruttibile o indistruttibile?

Se siamo sinceri, dobbiamo ammettere che spesso le cose che ci capitano mostrano la nostra vulnerabilità. Eppure ci sono persone che sembrano indistruttibili. Ne ho conosciute diverse, sia personaggi storici come Gesù (cui è capitato ciò che non è capitato a nessun altro), ma anche tanti altri esempi di vita che ho incontrato lungo il mio percorso.

Oggi analizziamo cosa motivava e fortificava alcune persone, contro ogni insidia.

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Sono perfetto

Sono perfetto
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“Sono sbagliata”, questo ha detto mia figlia un giorno dopo che l’avevamo ripresa per qualche dispetto o qualche errore commesso. Poteva “essere sbagliata”? Ovviamente no!

Ti domando “Sono sbagliato”? Ti domando “Sei sbagliato/a”? Quante volte abbiamo pensato questo? Mia figlia pensava questo, semplicemente viveva nel suo mondo e non ascoltava quello che le chiedevamo. Faceva e fa fatica a concentrarsi, non lo fa a posta e noi non gliene facciamo una colpa, è piccola! Ma è sbagliata o commette sbagli? Ovviamente commette sbagli, di solito perché è distratta o si concentra su altre cose nei momenti meno indicati, ma tutti commettiamo errori probabilmente perché spesso ci concentriamo sulle cose sbagliate!

O se non hai mai pensato di “essere sbagliato”, potresti aver detto “Sono fatto/a così”! “Mi devono accettare così”! Quanto è bello deresponsabilizzarsi e vivere in modo egoistico perché “tanto siamo fatti così” e gli altri devono accettarci, ma deve veramente andare così!

Il racconto di Adamo ed Eva ci aiuta a cominciare ad inquadrare la situazione, e sta scritto che dopo la creazione dell’uomo:

GENESI 1:31 Dio vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono. Fu sera, poi fu mattina: sesto giorno.

– Dio ci ha creati, e dopo averci fatti ha detto che era molto soddisfatto. E’ tanta roba rendere Dio soddisfatto, non credi? Dio è perfetto quindi ha standard elevati. E comunque quando fa le cose le fa bene!

– BAM! L’uomo è caduto. Sì sì, lo so. Certo Dio non è stato soddisfatto di questo, ma nonostante ciò non siamo sbagliati, “abbiamo” sbagliato! La storia di Adamo ed Eva ci spiega cosa succede quando non crediamo a Dio ma diamo retta a noi stessi, a un serpente (come Eva), a chiunque fuorché Dio: un grande errore. Nessuno è degno di fiducia come Dio.

1 CORINZI 15:21 Infatti, poiché per mezzo di un uomo è venuta la morte, così anche per mezzo di un uomo è venuta la risurrezione dei morti.

– Nascendo in Adamo nasciamo già morti, ricevendo Gesù riceviamo vita. La caduta non ci rende sbagliati ma solamente porta alla luce gli errori che compiamo. Con la caduta quando sbagliamo, spesso finiamo col pagare i nostri errori con gli interessi! Ma puoi ricevere vita in Cristo Gesù, e puoi diventare “perfetto/a”! Adesso mi dirai “Carlo ma sei impazzito, nessuno è perfetto, solo Dio”!

MATTEO 5:48 Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste.

– Uno degli insegnamenti meno conosciuti di Gesù: la perfezione! Credo di non aver mai sentito nessuno predicare su questo! Eppure è chiarissimo, siamo chiamati ad essere perfetti! Non nel fatto che non sbagliamo mai, perché finché saremo nella carne non potremo mai smettere di sbagliare. Ti do i compiti a casa, ti invito a leggere questo brano con calma dal versetto 38 e leggerai che Gesù intende la perfezione come amare i propri nemici, non rispondere con il male ma anzi col bene sempre, dare i propri soldi a chi te li chiede, pregare per quelli che ci perseguitano e altri atteggiamenti collegati all’amore!

La vita in Cristo è amare tutti e volere il bene di tutti indistintamente, soprattutto di coloro che ci fanno del male.

La perfezione secondo Cristo è amare il prossimo anche quando ci ferisce, amare proprio come fa Dio Padre!

– Adesso vorrei darti 5 chiavi fondamentali per la tua vita per essere forte e perfetto!

2 CORINZI 13:11 Del resto, fratelli, rallegratevi, ricercate la perfezione, siate consolati, abbiate un medesimo sentimento, vivete in pace; e il Dio d’amore e di pace sarà con voi.

1) Rallegrati! Se non ne vedi motivo, vuol dire che non stai guardando Cristo e non lo stai ricevendo, quindi ricevilo e rallegrati! Forse sei malato, hai delle ferite, hai perso qualcosa di importante. Non guardare queste cose ma fissa lo sguardo su Gesù. Allo zoppo davanti la porta Bella, Pietro e Giovanni dissero “Guardaci….oro e argento non abbiamo…”.

Chi o cosa stai guardando oggi? Forse guardi la tua malattia, i tuoi problemi, la tua vergogna, guardi la fattura troppo cara da pagare…guarda Gesù e rallegrati!

2) Cerca la perfezione. Non quella umana, con i tuoi sforzi, ma sii perfetto come è perfetto il Padre. Ciò si realizza solo passando il tempo non solo in buona compagnia, ma con gente perfetta: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo! E imparando da loro ad amare gli altri! Per cui cerca Dio e il Suo amore, cerca di poter manifestarlo!

3) Sii consolato/a. Forse stai piangendo perché la vita è dura, perché hai una malattia oppure hai perso qualche persona cara. Sii consolato/a, il Dio d’amore e di pace sarà con te se guardi alla Sua sofferenza sulla croce, e capisci che è l’unica fonte di consolazione!

4) Medesimo sentimento=Trova una famiglia di fede col quale fare un percorso spirituale. E’ importante andare in chiesa, ma scaldare una sedia non ci rende parte di una famiglia spirituale, non ci fa avere un “medesimo sentimento”. Ci vuole di più: pregare per gli altri, abbracciare gli altri, chiedere come stanno, condividere il Vangelo con non-credenti, seguire un percorso di crescita e discepolato, solo così puoi avere un “medesimo sentimento” con altri fratelli seguaci di Cristo. Se non fai parte di una cellula, ti invito a cercarne una e diventarne parte. Come Messaggeri della grazia vogliamo organizzarne e nel caso non si possa per la distanza, si può fare online, l’importante non è “andare” in chiesa, ma “essere” chiesa di un medesimo sentimento!

5) Vivi in pace. Se non doni pace, non riposi nella pace, e non adori il Dio della pace, non riceverai pace. Vivi in pace, credi nel Dio della pace e il Dio d’amore e di pace sarà con te! Sì le cose possono andare molto male, ma nonostante tutto vivi in pace. Le cose dipendono per il 20% da come ti capitano, per l’80% da come le prendi tu! Vivi in pace e con il Dio della pace!

Voglio chiudere con un versetto stupendo:

SALMO 139:14 Io ti celebrerò, perché sono stato fatto in modo stupendo.
Meravigliose sono le tue opere,
e l’anima mia lo sa molto bene.

– Ti piace l’idea che Dio ti trovi stupendo? Clicca il tasto mi piace affinché tante altre persone possano saperlo!

– Chiunque tu sia, prego che tu possa conoscere Dio profondamente, conoscere le Sue opere “meravigliose”. Dio è potente ed opera anche oggi, puoi sperimentarlo personalmente basta che ti affidi a Lui!

– Ricorda che non sei sbagliato/a, sei in un percorso di perfezionamento nell’amore. Sì, hai commesso tanti sbagli come anche io, ma basta pentirsi e tornare a Dio, più passi tempo con Lui e più sei “stupendo/a”, “molto buono/a”!

Non pretendere di essere accettato così come sei, in quanto il cammino di perfezione è l’accettare gli altri, non il pretendere di essere accettati!

E’ l’amare gli altri, non il pretendere di essere amati!

Il modo per essere perfetti è assomigliare a Dio nell’amore, nella comprensione e crescere nelle Sue vie giorno dopo giorno, imparando le 5 chiavi fondamentali di cui ho parlato prima, e vivendo in comunione con il Signore ogni giorno! Lui non pretende di essere accettato, ma desidera accettare e amare chiunque.

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Dio: voce del verbo amare

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Sapete che Dio è amore? Sapete che se dite di aver bisogno di amore, state dicendo di avere bisogno di Dio? Oggi spiegheremo perché il Padre Celeste non prova amore (almeno non solo), ma è amore! E’ anche “giusto” e anche “santo”, e ci sono anche altri attributi molto importanti riguardo Dio, ma per definizione vedremo che Dio è amore.

1 GIOVANNI 4:8 Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.

-Quindi Dio non solo prova amore, ma è amore! E’ la Sua essenza, è la Sua caratteristica.

-A nostra volta, se non “conosciamo” Dio, cioè non abbiamo un rapporto personale come “coppia” con Dio, come se fossimo sposati con Lui, non potremo amare come Lui, non potremo offrire l’amore che viene da Lui, e non adempiremo lo scopo della nostra vita.

Provare amore per qualcuno, non vuol dire solo desiderare di stare con quel qualcuno, ma vuol dire anche volere il bene di quel qualcuno, sia emotivo, che mentale, che fisico e spirituale. Non possiamo amare qualcuno solo sotto uno di questi aspetti. Dio non ci ama solo da un punto di vista spirituale e non ci ama da un punto di vista mentale ed emotivo, etc…

-In passato abbiamo già letto che Dio il Figlio è associato alla grazia, mentre Dio lo Spirito Santo alla comunione. Infatti sta scritto in 2 CORINZI 13:13 La grazia del Signore Gesù Cristo e l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.

-Il Padre, che di solito viene dipinto come un vecchio rimbambito, crudele e tiranno, invece è associato all’amore. Ovviamente tutte e 3 le persone della Trinità sono amore, ma è probabilmente una caratteristica principalmente “paterna” e “materna”. Il Padre non è “maschio/uomo”, ma volendo vedere meglio il Padre è genitore senza attributi sessuali, quindi può essere Padre e Madre, senza essere maschio o femmina.

1 GIOVANNI 3:1 Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio! E tali siamo. Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.

-Il Padre Celeste aveva già un Figlio, stupendo e perfetto, ma voleva avere molti altri figli da amare. Così ha mandato Suo Figlio alla tua ricerca per adottarti e darti un regno e un eredità. La caratteristica è “conoscere” Dio (cioè avere un rapporto di amore con Dio), infatti “il mondo” cioè quelli di fuori non lo conoscono (cioè non hanno un rapporto di amore e personale con il Padre, di conseguenza non possono avere un rapporto di empatia né con noi e né con il Padre Celeste)!

GEREMIA 31:3 Da tempi lontani il SIGNORE mi è apparso. «Sì, io ti amo di un amore eterno; perciò ti prolungo la mia bontà.

-L’amore di Dio è eterno, non ha né una data di produzione, né una data di scadenza! Non ha un inizio e non ha una fine! In questo brano, l’amore è rivolto al popolo di Israele, non per i meriti del popolo, ma perché l’amore è insito in Dio, da sempre, e per sempre.

1 GIOVANNI 4:10 In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati.

-Questo versetto spiega che Dio non ti ama perché lo ami, ma Dio ti amava prima che tu lo amassi. Dio ama e basta, e non c’è niente che potrai fare per farlo smettere di amarti, perché non può smettere di essere sé stesso. Il Suo amore è che Lui ha amato noi quando noi non amavamo Lui o non potevamo mostrarGli amore. Allo stesso modo noi siamo chiamati ad amare Lui anche quando non sembra che Lui ci ami. Forse senti Dio lontano, o forse non lo senti, sappi che Dio è vicino anche quando non Lo senti, e ti chiama ad amarLo e adorarLo anche in questi momenti.

GIOVANNI 3:16 Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.

-Dio è amore e Dio ama. Lui ama il mondo, anche se il mondo non lo ama. Ha amato noi, anche quando eravamo nemici (Romani 5:10).

-A questo punto facciamo un analisi dall’ebraico. Il Tetragramma sacro è il nome proprio di Dio, di cui conosciamo le consonanti, ma di cui non conosciamo le vocali, perché il popolo di Israele, in un eccesso di zelo per non far nominare in vano il Suo nome, ha scelto di nascondere le vocali. Le lettere del Tetragramma sono le seguenti in ordine da destra a sinistra: Yod, He, Vav, He. All’interno del tetragramma abbiamo quindi uno Yod, una Vav e due He. Yod significa “mano e braccio” e ricorda la mano e il braccio dell’Onnipotente (GIOVANNI 12:38, etc…) riferito quindi allo Spirito Santo. Vav significa “chiodo della tenda-picchetto” e ricorda i chiodi utilizzati per crocifiggere Gesù in croce. He richiama lo sfiatatoio, pensate per esempio a quello della balena, come a dire che Dio è il nostro respiro, la nostra vita, ma anche l’amore quando ti manca il respiro, che si ansima.

Un’altra parola con doppia He è ahavah cioè appunto “amore”, Dio (il Padre) infatti ha tanto amato il mondo da mandare Suo Figlio (GIOVANNI 3:16), e abbiamo letto 1 GV 4:8 “Dio è amore”.

La rima nella poesia ebraica, non si fa per vocali come in italiano, ma per numero di sillabe, quindi il Tetragramma sacro e la parola amore fanno rima! (secondo il Delitsch hanno la stessa vocalizzazione e pronuncia).

Ben 2 consonanti su 4 sono in comune, forse la vocalizzazione, in più Giovanni, Paolo e altri evangelisti e profeti ci hanno trasmesso il messaggio centrale dell’amore di Dio. Possiamo quindi concludere dicendo che Dio non ha amore, ma Dio è amore, è il nostro respiro, è Colui che ci ha dato la vita ed è la nostra vita. Non siamo chiamati a conoscere Dio in un senso cerebrale, ma siamo chiamati a “conoscere” Dio come due persone che si amano in modo completo. Vi invito a pensare questa settimana a Dio come al vostro fidanzato e innamorato! A farci mancare il respiro per il nostro Dio d’amore! Mettere da parte dottrine, ragionamenti e emotività umana, per seguire il Padre d’amore!

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Il cuore di Dio nei Suoi comandamenti

Il cuore di Dio nei Suoi comandamenti
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Le parole legge e comandamento fanno scappare le persone, ma il concetto che ci vuole trasmettere Dio è ben diverso da quello che capiamo noi con i nostri paraocchi moderni e occidentali, abbiamo bisogno di fare un’analisi culturale e etimologica per comprendere cosa sono veramente i comandamenti.

Ci sono diversi termini per indicare legge e comandamento, ma il più famoso e generale è Torah. E’ il termine che gli ebrei utilizzano per indicare quello che noi chiamiamo Pentateuco, cioè i primi 5 libri della Bibbia scritti da Mosè, oltre che i 10 comandamenti.

Interpretare la parola ebraica torah con legge, è come interpretare la parola padre con “inflessibile disciplinatore”. Mentre un padre svolge il compito anche di disciplinare i propri figli, lui è molto di più, e allo stesso modo torah è molto più di “legge”. La parola Torah deriva dalla radice del verbo yarah, che significa lanciare, tirare. Potrebbe trattarsi del tirare una pietra, tirare una freccia con l’arco, o puntare il dito per mostrare una direzione.

Un’altra parola che deriva da questa radice è la parola moreh, che può significare arciere (uno che tira con l’arco), o un insegnante (uno che indica la strada).

Di conseguenza la parola Torah letteralmente indica l’insegnamento dell’insegnante o del genitore, che è così apprezzato dalla cultura ebraica, che hanno una festa per la torah con balli, danze, salti, fanno il trenino in gruppo davanti le sinagoghe, anche dentro, dove si passano i rotoli della torah (Simchat Torah).

Potremmo raffigurare il concetto di Torah, come quando un genitore assegna al figlio una nuova mansione o un nuovo incarico o un compito, e il figlio dimostra volontà di imparare e riuscire ma fallisce completamente, a quel punto il genitore non lo punisce, ma lo incoraggia a tentare nuovamente. In contrasto, la legge secondo il nostro sbagliato pensiero occidentale è un insieme di regole che se non osservate causano punizione e non c’è spazio per l’insegnamento. La Torah di Dio contiene i Suoi insegnamenti di amore per il bene e la crescita dei Suoi figli, insegnamenti che sono dati in amore per incoraggiare, rafforzare, far evitare il male, la distruzione e i circoli viziosi dannosi.

Per riassumere, la torah di Dio (non Legge, ma Istruzioni e Insegnamento) è conoscenza che segna la direzione da seguire nella vita. Una conoscenza passata da chi è esperto e preparato, a chi è novizio studente o figlio.

GIOVANNI 14:15-21 «Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi. Non vi lascerò orfani; tornerò da voi. Ancora un po’, e il mondo non mi vedrà più; ma voi mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno conoscerete che io sono nel Padre mio, e voi in me e io in voi. Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò e mi manifesterò a lui».

Osservare i comandamenti di Gesù è dimostrazione di amore nei Suoi confronti. Se lo ami osservi i Suoi comandamenti, se non lo ami allora criticherai e sfuggirai ai Suoi comandamenti. Ma Gesù lo mette come test, dice: “Se osservi i Miei comandamenti mi ami veramente, se non osservi i Miei comandamenti e dici di amarmi, di essere credente, allora sei un bugiardo perché non è vero che Mi ami”. MOLTO DURO, MA MOLTO VERO!

Un altro aspetto che passa da questo brano, è che osservando i comandamenti di Gesù e dimostrando di amarLo, verremo amati dal Padre, e ci manderà il consolatore, lo Spirito della Verità, e tutti e 3 si manifesteranno a noi, altrimenti no. Alzi la mano chi vuole essere consolato e incontrare il Padre e il Figlio!

I principali comandamenti che abbiamo da adempiere sono 3:

1 – Amare Dio

MATTEO 22:37-38 Gesù gli disse: «”Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente“. Questo è il grande e il primo comandamento.

DEUTERONOMIO 6:4-9 Ascolta, Israele: Il SIGNORE, il nostro Dio, è l’unico SIGNORE. Tu amerai dunque il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze. Questi comandamenti, che oggi ti do, ti staranno nel cuore; li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, te li metterai sulla fronte in mezzo agli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle porte della tua città.

1 CORINZI 16:22 Se qualcuno non ama il Signore,sia anatema. Maranatha.

Se qualcuno non ama il Signore sia “votato allo sterminio”.

2 – Amare il prossimo

MATTEO 22:39 Il secondo, simile a questo, è: “Ama il tuo prossimo come te stesso“.

MATTEO 22:40 Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti».

Se hai questo equilibrio dell’amare Dio più di te stesso, e dell’amare i tuoi vicini, i colleghi e i tuoi figli, come te stesso, allora hai l’equilibrio giusto.

LEVITICO 19:18 Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il prossimo tuo come te stesso. Io sono il SIGNORE.

ROMANI 13:8-9 Non abbiate altro debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri; perché chi ama il prossimo ha adempiuto la legge. Infatti il «non commettere adulterio», «non uccidere», «non rubare», «non concupire» e qualsiasi altro comandamento si riassumono in questa parola: «Ama il tuo prossimo come te stesso».

GALATI 5:14 poiché tutta la legge è adempiuta in quest’unica parola: «Ama il tuo prossimo come te stesso».

GIACOMO 2:8 Certo, se adempite la legge regale, come dice la Scrittura: «Ama il tuo prossimo come te stesso», fate bene;

3 – Fare discepoli

MATTEO 28:18-20 E Gesù, avvicinatosi, parlò loro, dicendo: «Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente».

AMARE DIO – AMARE IL PROSSIMO – FARE DISCEPOLI

Sono contemporaneamente un obbligo che abbiamo, un modo per dimostrare amore nei confronti di Gesù riconoscendo il profondo messaggio di amore che Lui e il Padre hanno mostrato nei nostri confronti, e lo scopo della nostra vita, per dare il senso che le spetta: siamo fatti per questo, cioè amare Dio, il prossimo e fare discepoli.

Come dico sempre, Dio non ti chiede mai di fare qualcosa senza averla fatta Lui per primo. E’ venuto in terra senza averne l’obbligo, e ha dato la Sua vita per amore nostro. Ha amato sé stesso e noi, e ci ha discepolati con tutte le nostre ribellioni e confusioni. Ci ama, ci tocca, ci incoraggia e consola, affinché anche noi possiamo amare, toccare le persone, incoraggiare e consolare!

Inoltre Dio non ti chiede mai di fare qualcosa che non puoi fare. Lui ti conosce perfettamente, in quanto ti ha assemblato pezzo per pezzo. Se dice che puoi fare una cosa, allora puoi riuscirci!

Quindi, per concludere, qual è il cuore di Dio nei Suoi “comandamenti”-istruzioni: istruirci ad amare Lui, ad amare noi stessi, ad amare gli altri allo stesso modo e allo stesso livello, e discepolare i nostri amici, parenti, vicini, i popoli e le nazioni.

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Vicini ma lontani!

Queste tre parole caratterizzano il ricordo che ho di mio nonno, Mauro.
Potreste pensare che vivessimo a centinaia di chilometri, invece vivevamo nella stessa provincia, io con i miei genitori a Como, lui da solo a 5 km di distanza in un paesello dell’Insubria (ho perso mia nonna quando avevo 7 anni, e lui quando ne avevo 14).
In quel “Vicini ma lontani”, ripetuto più volte nel tempo, nonno intendeva un mucchio di cose: era abbastanza lontano nel senso di discreto, distante, per permettere alla mia famiglia una piena autonomia e libertà decisionale; non è mai stato pesante, pressante o possessivo, piuttosto autonomo e che spronava gli altri all’autonomia. Uomo abituato ai traslochi (è stato in grado a 67 anni di farne ancora uno senza troppo pensarci su) era sempre pronto e aperto al cambiamento tanto da accettare Cristo e battezzarsi all’alba dei 70.
Allo stesso tempo era vicino. Vicinissimo. Ricordo il suo fare dolce, calmo amichevole, sicuro di sé… sempre pronto a farmi scoprire una delle sue mille passioni, sempre interessante, sempre giocherellone ma mai esagerato, sempre equilibrato. Sapeva benissimo quali fossero i limiti e non li valicava mai, per il bene di tutti. C’era sempre aria di libertà intorno a lui. E lui era nonno, e io la nipote, suo sangue.

Perché vi sto raccontando questi dettagli?
Oggi ho sentito una cara amica che è risultata positiva al covid. Ci conosciamo da quando siamo piccole. Non ci sentiamo spessissimo, ma sappiamo di esserci l’una per l’altra. C’è un amore che va al di là della frequentazione, io lo chiamerei “legame di sangue” e ovviamente mi riferisco al fatto che anche lei è una cristiana e il nostro legame di sangue esiste grazie al sangue di Cristo sparso per noi.

Mi ha scritto che per lei era confortante saperci vicini.
E io le ho risposto “Siamo sempre vicini, siamo membri di un unico corpo. Come potremmo mai stare lontani?”

E mi è venuto in mente il brano in cui Dio chiede a Caino dove si trovasse suo fratello Abele (vedi Genesi 4:9) Caino risponde seccamente “Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?”.
La risposta di Dio mi fa ogni volta tremare le ginocchia: “CHE HAI FATTO?”.
Solo su queste tre parole ci sarebbero da scrivere decine di righe.
Forse la frase che sto per dire è un po’ forte, ma ci sta.

DIO VUOLE CHE SIAMO GUARDIANI DELLA VITA DEI NOSTRI FRATELLI. Nel bene e nel male abbiamo una responsabilità nei confronti delle persone che Dio ci mette accanto. E prima ci rendiamo conto di quanto è importante questa cosa, meglio è.

Colossesi 3:5-17 ci dà un’idea molto chiara di come Caino avrebbe dovuto comportarsi nei confronti di suo fratello e nei confronti di Dio (andatelo a leggere con attenzione). E questo non è l’unico elenco di questo genere. In un sacco di altri punti del Nuovo Testamento si parla di correggersi, di esortarsi, di recuperarsi reciprocamente.
E questo non si fa solo con una preghierina “placa coscienza” rivolta a Dio per i nostri fratelli. Questa è pura religiosità.

Noi siamo chiamati a costruire RELAZIONI.
RECIRPOCHE.
Di AMORE in CRISTO.
NON SOFFOCANTE.

Pensateci bene.
La correzione fatta nella pressione e nella coercizione diventa tortura.
L’esortazione fatta nella pressione e nella coercizione diventa imposizione.
Il recupero fatto nella pressione e nella coercizione diventa una falsità di breve durata.

Ricordiamoci che siamo un corpo. Un’organo del corpo non può fare male ad un’altra parte del corpo stesso. Se questo avviene si inizia a parlare di cancro o di malattie autoimmuni.

Ma la crescita, la cura reciproca nell’amore per mezzo della rivelazione di Cristo che abbiamo tramite il suo Spirito Santo produrranno sempre vita. Ognuno deve fare esattamente quello che Cristo – il capo – lo ha chiamato a fare proprio come il membro del corpo esegue gli ordini che arrivano dal cervello. Ma l’interconnessione che c’è fra organi è innegabile, fosse soltanto anche per il flusso di sangue che vi scorre (… toh, quello che poco sopra ho soprannominato legame di sangue).

Siamo vicini, fratelli. Più di quanto immaginiamo.
Ma ricordiamo che dove c’è Cristo c’è libertà.
Lontani… ma vicini.