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Gli Azzimi del discepolo

Gli Azzimi del discepolo
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Hai mai sentito parlare della Festa degli Azzimi? Sai che Dio l’ha istituita affinché tu ed io capissimo qualcosa? Sai che quando Dio parla o istituisce delle feste, non lo fa perché si sbaglia, o per dare inutili rituali, ma è per dirci qualcosa di importante? Se Dio ti parla, faresti bene a fare molta attenzione a ciò che dice. Per esempio la festa degli Azzimi è un modo di Dio per parlarti!

Non sto parlando di festeggiare una festa, ma sto parlando riguardo al capire un messaggio!

Abbiamo cominciato a trattare le feste bibliche. Come dicevo: non perché dobbiamo rispettarle, in quanto rispettarle o non rispettarle non cambia nulla per la nostra salvezza, ma le trattiamo perché ci aiutano a capire il cuore di Dio, la Sua volontà per la nostra vita, i Suoi piani per la salvezza dell’uomo e i Suoi piani riguardo gli ultimi tempi.

Riassumo molto brevemente come Pasqua ci abbia mostrato il sacrificio di Gesù, che ha sparso il Suo sangue per far uscire dal regno di Egitto coloro che credono, cioè dalle tenebre. Per cui legalmente parlando, un credente non è più sotto il regno delle tenebre. Pasqua non è un giorno, ma è una persona! Se te lo sei perso, ti invito a cliccare sulla scheda qui in alto a destra, oppure nel link che ho messo in descrizione.

– Azzimi è il passo seguente e simboleggia Cristo consacrato al Padre, e anche noi credenti consacrati, santificati e nel discepolato dopo aver capito e ricevuto il sacrificio di Cristo nella nostra vita. Nel nostro percorso dobbiamo manifestare l’assenza del lievito del peccato (del fallire il bersaglio della nostra vita, in ogni senso), assenza anche di malvagità e malizia, e invece presenza della nostra consacrazione, della sincerità e verità, per assomigliare al nostro Messia ed essere Suoi discepoli.

1 CORINZI 5:6-8 Il vostro vanto non è una buona cosa. Non sapete che un po’ di lievito fa lievitare tutta la pasta? Purificatevi del vecchio lievito per essere una nuova pasta, come già siete senza lievito. Poiché anche la nostra Pasqua, cioè Cristo, è stata immolata. Celebriamo dunque la festa non con vecchio lievito, né con lievito di malizia e di malvagità, ma con gli azzimi della sincerità e della verità.

– Qui l’Apostolo Paolo ci invita ad evitare il lievito, che qui identifica come malizia e malvagità! Non è una lista esaustiva, ma è una macrocategoria: in un certo senso tutto il peccato, tutta la disubbidienza a Dio e tutto il nostro egoismo, rientrano nella malvagità, e nella malizia.

– Ma quando capisci che Cristo ha lasciato tutto per amore tuo, se lo capisci veramente, allora la tua vita non può più essere la stessa! Se capisci che la Pasqua è stata immolata per darti una vita e una speranza eterne, allora un torto o uno svantaggio terreno non è più la fine del mondo e vivi in nome di Dio, al modo di Dio!

Dobbiamo lasciare una cosa (il lievito di malizia e malvagità) e prenderne un’altra (azzimi di sincerità e verità).

E’ questo il modo di celebrare Cristo nostra Pasqua! Proprio come Cristo era “azzimo”, anche noi possiamo essere “azzimi” a Dio!

1 CORINZI 15:22 Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati;

– Quando capisci che tutto il meglio che questo mondo può dare, è comunque morte perché questo mondo giace sotto la morte in Adamo, allora è meglio ricevere Cristo e vivere per Lui, perché così riceverai vita! Quindi se sei in Cristo vivi veramente, ma non la vecchia vita, una nuova vita da discepolo o discepola di Gesù!

LEVITICO 23:6-8 il quindicesimo giorno dello stesso mese sarà la festa dei Pani azzimi in onore del SIGNORE; per sette giorni mangerete pane senza lievito. Il primo giorno avrete una santa convocazione; non farete in esso nessun lavoro ordinario; per sette giorni offrirete al SIGNORE dei sacrifici consumati dal fuoco. Il settimo giorno si avrà una santa convocazione, non farete nessun lavoro ordinario”».

– In Cristo entri nell’era degli Azzimi: una festa degli Azzimi perpetua. Israele festeggiava una settimana all’anno, noi celebriamo ogni giorno della nostra vita “in onore del Signore”! In 1 Corinzi diceva di celebrare Cristo nostra Pasqua con gli Azzimi della sincerità e della verità, Cristo lo dobbiamo celebrare ogni giorno, ma non con dei pani o dei rituali, ma con la nostra vita! Una vita risplendente in Lui! Una vita di celebrazione! Cristo ha dato tutto per te (cioè l’immenso tesoro della grazia), adesso sta a te dare tutto per Lui!

Non fare nella tua vita alcun lavoro ordinario! Ciò non vuol dire che non devi lavorare, ma vuol dire che il tuo cuore non è incentrato nelle cose di questa vita. E’ come se fossimo in una celebrazione a Dio perpetua! Una Pasqua e Azzimi perenne e perpetua! Hai bisogno che Dio ti protegga e ti benedica ogni giorno? Sei anche chiamato a celebrare Cristo nostra Pasqua con una vita “Azzima”, in sincerità e verità!

La sincerità e la verità non sono frutto dello sforzo umano, ma frutto di una vita carnale “defunta”! Un morto lo puoi offendere, ma non reagisce! Un discepolo lo puoi offendere ma non reagisce!

Questa settimana mia moglie mi ha detto una cosa, e io mi sono offeso, ho avuto un atteggiamento carnale. Se fossi morto in Cristo, non avrei potuto offendermi perché un morto non si offende. Dobbiamo ricordarci di gettare il lievito!

DEUTERONOMIO 16:16 Tre volte all’anno ogni tuo maschio si presenterà davanti al SIGNORE tuo Dio, nel luogo che questi avrà scelto: nella festa dei Pani azzimi, nella festa delle Settimane e nella festa delle Capanne; e nessuno si presenterà davanti al SIGNORE a mani vuote.

– I maschi andavano in rappresentanza di tutta la famiglia. Non era maschilismo, ma in molte famiglie c’erano bambini piccoli, o c’erano i lavori nei campi e altre cose da fare, per cui non si poteva mandare tutto in rovina. Anche oggi non possiamo mandare in rovina le nostre famiglia non lavorando e non pagando le spese, gli affitti e il cibo, eppure rimane il fatto del dover celebrare queste 3 feste.

Come abbiamo detto prima, Azzimi simboleggia l’essere morti in Cristo e viventi di una nuova vita da discepoli di Gesù che operano in Cristo ubbidendo ai 3 “Imperativi” di Gesù: ama il tuo Dio, ama il tuo prossimo, vai in tutto il mondo a predicare il Vangelo.

Vi anticipo brevemente che la festa delle Settimane simboleggia la Pentecoste e la nuova vita nello Spirito, che ci guida giorno dopo giorno.

Mentre Capanne simboleggia la presenza di Dio con noi, che vive nella nostra stessa tenda, ora, e nell’eternità in cielo.

Queste 3 feste sono attuali ora, sono per te ora.

Sei chiamato o chiamata ad essere un discepolo attivo che serve Dio non presentandosi a mani vuote ma con gli azzimi della sincerità e della verità.

Sei chiamato o chiamata a vivere una nuova vita nello Spirito. Ad ascoltare quello che il Signore dice e non presentarti con le mani dello Spirito vuote.

Inoltre sei chiamato o chiamata a vivere la tua vita con Dio nella stessa tenda: Dio è sempre al tuo fianco! Non sei solo o sola! Si puoi subire torti, danni e ogni sorta di malvagità. Ma non sei solo o sola. Cerca la presenza di Dio nella tua vita sempre! Lui è fuori dalla tua tenda e aspetta che lo inviti nelle questioni della vita, per benedirti, fortificarti e incoraggiarti. Dio è qui, qui con te!

CONCLUSIONE. Prossimamente vedremo i dettagli di queste due feste e di altre che ci aiutano a comprendere il piano di Dio per la storia, per l’umanità, ma anche per te specificatamente!

Però prima di chiudere vorrei riassumerti il messaggio degli Azzimi: una nuova vita consacrata a Cristo. Vita di una persona che è morta con Cristo, ed è viva in Lui in un percorso di discepolato. Qualcuno che è trasformato in modo soprannaturale a immagine di Cristo. Qualcuno che ha compreso che non serve a niente vivere egoisticamente per sé stessi. Che non serve mirare al proprio successo, ma che è meglio puntare alla gloria di Dio per vivere qui una vita al Suo servizio. Come dico tante volte: non serve il “titolo” per servire Dio. Se sei veramente un ministro, avrai il cuore di servitore o servitrice di Dio.

Il Signore ti guidi in una vita nuova di crescita, di discepolato, di sincerità e di verità!

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Pasqua di Liberazione

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Oggi parleremo del significato delle feste bibliche, concentrandoci sulla Pasqua. Pasqua guarda all’uscita del popolo di Israele dall’Egitto, ma anche all’uscita dei credenti dal regno delle tenebre.

Gesù infatti venne crocifisso a Pasqua. “Ma come? La religione mi ha insegnato che il giorno di Pasqua è la domenica in cui Gesù è risorto!” Ehm…le cose non stanno proprio così visto che la pasqua ebraica non può mai capitare di domenica ma solo di lunedì, mercoledì, venerdì o sabato (non la domenica che è uno dei giorni vietati) e semmai è la festa delle Primizie (che si svolge appunto la domenica seguente alla Pasqua) che è collegata con la risurrezione di Gesù, quindi tralasciamo quello che dice la religione, rimani con me e vediamo cosa dice Dio riguardo il messaggio delle feste bibliche, oggi in particolare affrontiamo il messaggio della Pasqua e della collegata festa degli azzimi!

Oggi approfondiamo le feste bibliche e vedremo che non sono dei semplici rituali religiosi. Esse erano principalmente ombre, immagini, raffigurazioni, e attraverso di esse Dio ha voluto profetizzare, rivelare, eventi futuri legati al piano soteriologico (cioè di salvezza e redenzione) ed escatologico (legato agli ultimi tempi, dalla parola greca Eskatos = ultimo). Sono state istituite 1.400 anni prima di Cristo e alcune di queste profezie si sono già compiute con la prima venuta di Cristo nel giorno esatto della festa, mentre altre indicano la seconda venuta, il regno millenniale e l’ordine eterno (presumibilmente anche queste si adempiranno nel giorno esatto). Le feste bibliche quindi ci spiegano la salvezza e la fine dei tempi!

– Cosa intende Dio per feste?

LEVITICO 23:2 «Parla ai figli d’Israele e di’ loro: “Ecco le solennità del SIGNORE, che voi celebrerete come sante convocazioni. Le mie solennità sono queste.

– Il termine per solennità/festa è Mo’ed e letteralmente significa “appuntamento”. E’ un termine che deriva da una radice che esprime il concetto di “scopo”, “obiettivo”. Ciò significa che il messaggio delle feste bibliche è avere un appuntamento con Dio dove poter parlare con Lui e capire i Suoi obiettivi.

– Come vedremo in Col. 2, sono un ombra, cioè comunicano un messaggio che si concretizza e si capisce più avanti.

COLOSSESI 2:16-17 Nessuno dunque vi giudichi quanto al mangiare o al bere, o rispetto a feste, a noviluni, a sabati, che sono l’ombra di cose che dovevano avvenire; ma il corpo è di Cristo.

– Qui sta dicendo che se rispetti feste e cibi, oppure se non li rispetti, non cambia niente per quanto riguarda la tua salvezza. Chi rispetta le feste e i cibi è salvato solo grazie al sacrificio di Cristo. Chi NON rispetta feste e cibi è salvato solo grazie al sacrificio di Cristo. Quindi le feste o il non festeggiare le feste, non serve per la salvezza. Allora a cosa servono le feste e i cibi? Servono a spiegare il “corpo” cioè la sostanza, il messaggio, che è di Cristo.

Letteralmente dal testo originale è scritto “…sono semplicemente un ombra di ciò che DEVE venire, ma la SOSTANZA è di Cristo”. Le feste servivano a preannunciare eventi futuri, la cui sostanza riguarda Cristo. Non erano banali festicciole religiose, ma informazioni che preannunciavano il futuro dell’umanità e a ricordarci di Dio. Di conoscerLo e vivere con Lui dedicando anche del tempo esclusivo con Lui. Molto forte è il messaggio di conoscerLo: Dio rivela sé stesso e i Suoi piani tramite i dettagli delle feste.

1 CORINZI 5:6-8 Il vostro vanto non è una buona cosa. Non sapete che un po’ di lievito fa lievitare tutta la pasta? Purificatevi del vecchio lievito per essere una nuova pasta, come già siete senza lievito. Poiché anche la nostra Pasqua, cioè Cristo, è stata immolata. Celebriamo dunque la festa non con vecchio lievito, né con lievito di malizia e di malvagità, ma con gli azzimi della sincerità e della verità.

– Siamo in questo mondo per celebrare una Pasqua, cioè Cristo. Lui è stato immolato per noi e noi dobbiamo celebrare la nostra Pasqua usando una nuova pasta senza lievito. Dobbiamo festeggiare non con vecchio lievito (malizia, malvagità) ma con azzimi (sincerità e verità).

– I veri credenti celebrano ogni giorno e incessantemente la nuova Pasqua: Gesù Cristo. Come i giudei celebravano la pasqua con pani azzimi, allora stesso modo i credenti celebrano la loro Pasqua eterna con una vita priva di lievito.

– Adesso approfondiamo il significato della Pasqua. Il termine ebraico per pasqua è Pesach e significa “passare oltre” e ci ricorda il periodo in cui il popolo di Israele era schiavo in Egitto. All’ultima piaga (la strage dei primogeniti) chi metteva il sangue di un agnello senza difetto sullo stipite della porta, vedeva la salvezza: l’angelo della morte sarebbe “passato oltre” la porta di casa senza entrare e quindi senza uccidere il primogenito. Quel giorno è commemorato ogni anno con la festa di Pesach.

Pasqua quindi ricorda il male dell’uomo che merita di pagare i propri sbagli con la morte e il giudizio, e ci introduce la necessità del pentimento, di riconoscere il proprio bisogno di Dio. Hai bisogno di Dio? Certo che ne hai! Tutti ne abbiamo, anche se spesso cerchiamo di negarlo! E Dio è venuto a me e a te nelle vesti di Gesù il Messia, la nostra Pasqua, il liberatore, proprio per pagare con la propria vita e il proprio sangue il prezzo della nostra condanna e dei nostri errori spargendo il Suo sangue sugli stipiti della nostra vita. Serve solo una piccola cosa, porre tutta la nostra vita e tutta la nostra fede in quel sangue versato sulla croce e applicarlo sulle “porte” dei nostri cuori. Se metti il sangue di Gesù sulla tua porta, sulla tua vita, sulla tua famiglia, allora ti stai identificando come Suo popolo, come Suo discepolo e stai applicando i benefici del sacrificio di Cristo sulla tua vita. Gesù è venuto per niente di meno di questo: prendere le nostre vite e inglobarci nella Sua “famiglia” insieme con il Padre e con lo Spirito Santo.

Ma cosa ha fatto Gesù? Lo dice Lui stesso proclamando di aver adempiuto la seguente profezia:

LUCA 4:8 «Lo Spirito del Signore è sopra di me,
perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri;
mi ha mandato per annunciare la liberazione ai prigionieri
e il ricupero della vista ai ciechi;
per rimettere in libertà gli oppressi,

– Vediamo che la Sua venuta ha avuto lo scopo di adempiere la Pasqua nella vita di coloro che credono liberandoli! Si spesso le persone finiscono nelle tenebre, ma Gesù ci chiama a libertà se lo seguiamo. Fra le altre cose Lui annuncia la liberazione dei prigionieri e rimette in libertà gli oppressi.

CONCLUSIONE. Il messaggio della Pasqua è un messaggio di liberazione: liberazione dal regno delle tenebre per coloro che credono in Gesù. Se ti senti intrappolato o intrappolata, forse sei ancora sotto il regno delle tenebre. Forse dici “Ma io sono già cristiano”, ma se sei nel regno delle tenebre vuol dire che hai fatto una decisione mentale per il cristianesimo, ma non hai fatto il passo del pentimento e del ricevere la vita per i meriti di Cristo sulla croce.

Ti invito a ripetere la seguente preghiera con me, sia che sei un incredulo, e sia che sei un credente.

– Padre Celeste, vengo davanti a te per chiederti di tirarmi fuori dal regno delle tenebre. Riconosco il mio bisogno quotidiano della tua vita, della tua liberazione e del tuo Spirito. Vieni in me, nella mia vita, nella mia casa e sui miei cari. Applico la Pasqua sulla mia vita, il sangue dell’Agnello puro, perfetto e senza macchia: Gesù Cristo che mi libera dall’ira a venire e mi libera dal Regno delle tenebre. Rimani con me sempre, ti dono la mia vita! Amen

– Alleluia, proclamo libertà sulla tua vita.

Se hai fatto questa preghiera ti invito a farcelo sapere, commentando il video su youtube e contattandoci tramite i contatti che trovi sul sito internet, avremmo piacere di conoscerti, di pregare per te, di consigliarti, di accompagnarti in un incontro personale con Gesù, e di farti un dono.