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STUDIO SULLO SPIRITO SANTO (parte 5) – Le 4 tipologie di lingue spirituali

STUDIO SULLO SPIRITO SANTO (parte 5) – Le 4 tipologie di lingue spirituali
Studi Biblici

 
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Delle 4 tipologie di lingue, 2 sono per il ministero pubblico e 2 per quello privato. Hanno caratteristiche e peculiarità diverse le une dalle altre, per questo le approfondiremo nel dettaglio citando diversi riferimenti biblici per capirle al meglio. Non sono comunque un punto di arrivo nel percorso di fede ma solo di passaggio.

1 – Le lingue pubbliche “straniere” non studiate, che servono per evangelizzare.

1 CORINZI 14:21-22 È scritto nella legge: «Parlerò a questo popolo per mezzo di persone che parlano altre lingue e per mezzo di labbra straniere; e neppure così mi ascolteranno», dice il Signore. Quindi le lingue servono di segno non per i credenti, ma per i non credenti; la profezia, invece, serve di segno non per i non credenti, ma per i credenti.

Il riferimento biblico parla di lingue “straniere”. Paolo non ha coniugato un nuovo termine per spiegare le 4 tipologie di lingue, quindi dobbiamo fare attenzione ogni volta che parla di lingue e capire a quale tipologia si riferisce! In questo riferimento, come in ATTI 2:5-11, si parla del primo tipo di lingue, quello in cui lo Spirito ci guida a parlare una lingua straniera non conosciuta e non studiata (non angelica!), principalmente a scopo evangelistico (come “segno per i non credenti”). Infatti a Pentecoste, i pellegrini ebrei sentivano queste lingue come fossero parlate da madre lingua, e si meravigliavano dicendo “non sono galilei?”, quindi non parlavano le lingue straniere con inflessioni straniere, ma con padronanza madre-lingua, che è solo opera dello Spirito Santo. Inoltre è da notare l’argomento chiaro traducibile letteralmente e non interpretabile, “li udiamo parlare delle grandi cose di Dio nelle nostre lingue” (ATTI 2:11), quindi i non credenti hanno parte attiva nelle lingue del primo tipo, essendo loro i primi a tradurre dalle loro lingue natìe, il messaggio che lo Spirito dona e convertendosi o comunque essendo loro per primi interessati a ricevere la spiegazione del Vangelo e poi convertirsi (ATTI 2:37-41)! Dunque lingue straniere conosciute da chi ascolta e non è credente, per catturare la sua attenzione, ma non conosciute da chi parla in queste lingue! Ciò è successo a Pentecoste, ad Azusa street, ma capita anche oggi!

2 – Lingue pubbliche, celesti, per “l’interpretazione”, che servono per edificare i credenti. Notoriamente chiamate anche “dono delle lingue” o “diversità di lingue”.

1 CORINZI 12:10 a un altro, diversità di lingue e a un altro, l’interpretazione delle lingue;

Il “dono delle lingue” è solo per l’interpretazione. Non ha senso parlare in lingue nell’assemblea (occhio che non dice in una riunione di preghiera, ma nell’assemblea) se non c’è nessuno che interpreti quanto detto in lingue!

1 CORINZI 14:28 Se non vi è chi interpreti, tacciano nell’assemblea e parlino a se stessi e a Dio.

Attenzione che a differenza delle “lingue straniere”, il dono delle lingue è per una interpretazione e non una traduzione. Il messaggio delle lingue celesti (cioè la seconda, terza e quarta tipologia) è intraducibile letteralmente in quanto lo Spirito ci spinge a spiegare cose oltre la comprensione e il linguaggio umano. Nel caso del dono di lingue quindi, avviene una “interpretazione” che è un “adattamento” non esattamente letterale al linguaggio terreno per far comprendere il messaggio. Questo dono è inutile senza l’interpretazione, e in tal caso è meglio stare zitti nell’assemblea! Senza l’intepretazione del “dono” la chiesa non può essere edificata, quindi questo dono da solo è inefficace.

1 CORINZI 14:27 Se c’è chi parla in altra lingua, siano due o tre al massimo a farlo, e l’uno dopo l’altro, e qualcuno interpreti.

Il dono delle lingue si manifesta 2 o 3 al massimo, e uno dopo l’altro, non in contemporanea, e verbo all’“imperativo” qualcuno interpreti!

Il dono delle lingue (seconda tipologia di lingue) non è per tutti proprio come non tutti sono apostoli,profeti,insegnanti,etc (1 CORINZI 12:28-30).

RIEPILOGO PRIME DUE MANIFESTAZIONI, quelle pubbliche “straniere” e quelle pubbliche per la chiesa che devono essere interpretate (dono):

1 CORINZI 14:22-23 Quindi le lingue servono di segno non per i credenti, ma per i non credenti; la profezia, invece, serve di segno non per i non credenti, ma per i credenti. Quando dunque tutta la chiesa si riunisce, se tutti parlano in altre lingue ed entrano degli estranei o dei non credenti, non diranno che siete pazzi?

Quelli che non capiscono che in questo versetto si parla di due lingue diverse, vanno in confusione e pensano che la Bibbia si contraddica. Invece bisogna evidenziare al v.22 le lingue “come segno” per evangelizzare (=pubbliche, in lingue terrene, che lo Spirito da quando c’è una persona nativa di quella lingua sconosciuta a chi la parla), mentre al v.23 si parla esplicitamente dell’errore di parlare in lingue celesti senza interpretazione nell’assemblea pubblica della chiesa, soprattutto quando possono esserci dei non credenti, o degli “idiòtes” cioè “ignari, amatori, dilettanti, ignoranti, non istruiti, non dotati” cioè persone che si definiscono cristiane, ma che non hanno alcuna esperienza con il riempimento dello Spirito Santo. Il primo tipo (le lingue “straniere”) avvicina i non credenti, il secondo tipo (il dono delle lingue soprattutto non interpretato o la preghiera in lingue) li fa scappare e credere che siamo pazzi, impedendo la diffusione del Vangelo. Come sempre ci vuole discernimento ed equilibrio. Purtroppo ho incontrato diverse persone scandalizzate e lontane dalla chiesa, perchè spaventate e impaurite dalle lingue nell’adunanza domenicale (ovviamente non erano “lingue straniere” come segno). Ricordiamoci che lo “Spirito dei profeti è sottoposto ai profeti” e quindi chiunque parla da parte di Dio deve saper discernere il momento giusto per comunicare il messaggio!

Poi si può pregare liberamente nella propria cameretta e ci sono incontri di preghiera nelle chiese fra credenti “istruiti”, dove dobbiamo lasciare completo spazio allo Spirito, sottolineo dobbiamo! Paolo fa una chiara distinzione tra lingue private e lingue per il pubblico quando ci sono non credenti e ignoranti. Le manifestazioni devono essere adeguate al contesto!

1 CORINZI 14:39-40 Pertanto, fratelli, desiderate il profetare, e non impedite il parlare in altre lingue; ma ogni cosa sia fatta con dignità e con ordine.

Paolo inventiva il profetizzare il parlare in lingue, ma fa capire che bisogna discernere con “dignità” e “ordine” non come limitazione dello Spirito, ma come rispetto delle persone con cui ci si trova, visto che l’assemblea domenicale si svolge solo 2 ore a settimana, ogni credente ha a disposizione 166 ore a settimana per parlare in lingue, da solo nella propria cameretta, o in incontri di preghiera con i fratelli.

1 CORINZI 14:18-19 Io ringrazio Dio che parlo in altre lingue più di tutti voi; ma nella chiesa preferisco dire cinque parole intelligibili per istruire anche gli altri, che dirne diecimila in altra lingua.

Quindi nell’assemblea o in altre riunioni di chiesa dove si sa che partecipano non credenti, o persone che sono ancora all’inizio della comprensione di Cristo, è meglio dire solo 5 parole nella propria lingua e con la propria intelligenza, che 10.000 in altra lingua=meglio non parlare in lingue se non sai per certo che ci sono tutti credenti intorno a te e che ci sarà sicuramente qualcuno che interpreta! Se intercedi o preghi in lingue, a casa o nelle riunioni di preghiera fra credenti, sei liberissimo, negli incontri pubblici o nell’assemblea domenicale no! Il dono delle lingue serve per l’edificazione dei credenti attraverso la conseguente interpretazione, vi ricordate la pubblicità di Alpitour (No Alpitour? aiaiaiai!)=No interpretazione? Aiaiaiaiai (No lingue)!

3 – Lingue private per la preghiera personale. Private a casa, o in incontri di preghiera tra credenti, per edificazione (costruzione) personale.

1 CORINZI 14:13-15 Perciò, chi parla in altra lingua preghi di poter interpretare; poiché, se prego in altra lingua, prega lo spirito mio, ma la mia intelligenza rimane infruttuosa. Che dunque? Pregherò con lo spirito, ma pregherò anche con l’intelligenza; salmeggerò con lo spirito, ma salmeggerò anche con l’intelligenza.

Le lingue pubbliche, come la profezia, servono per comunicare un messaggio di Dio all’uomo, infatti in questo capitolo vediamo che il dono di lingue interpretato è “equiparato” alla profezia, mentre è inutile nell’assemblea senza l’interpretazione. In questi 3 versetti vediamo invece l’utilizzo delle lingue nella preghiera privata e personale, nella “cameretta” o nel “segreto” come dice Gesù. Siamo nel campo dell’edificazione personale. Se vuoi servire Dio allora devi mirare alla benedizione dei fratelli, ma come esseri umani abbiamo anche i nostri bisogni materiali e spirituali, e qui interviene la preghiera personale, in lingue ma anche con l’intelligenza, cioè per me in italiano. Anche il cantare e l’adorare può essere fatto in entrambi i modi, anzi siamo fortemente incoraggiati a pregare e cantare sia con l’intelligenza che con lo Spirito. All’inizio del capitolo Paolo aveva in mente proprio questo quando dice:

1 CORINZI 14:2 Perché chi parla in altra lingua non parla agli uomini, ma a Dio; poiché nessuno lo capisce, ma in spirito dice cose misteriose.

Quindi eccetto le lingue come segno per evangelizzare (1° tipo), e il dono delle lingue che viene interpretato (2° tipo), le lingue non sono per parlare agli uomini, ma a Dio, quindi vanno usate nella cameretta o in una riunione di preghiera, e non in pubblico! Badate bene che Paolo diceva che lui parlava in lingue più dei credenti di Corinto, questo vuol dire che probabilmente parlava in lingue ore ogni giorno, e per noi non dovrebbe essere diverso, ma ormai siamo chieso-centrici, quindi preghiamo solo quando lo facciamo in chiesa, leggiamo la Bibbia solo quando siamo con la chiesa, e così via, quindi siamo rammolliti e schiacciati da tutte le parti. Ma non è questo il pensiero di Dio, siamo chiamati a vivere nello Spirito anche le altre 166 ore (non solo le 2 ore la settimana che passiamo in chiesa)!

1 CORINZI 14:4 Chi parla in altra lingua edifica se stesso

Parlare in lingue serve per l’edificazione personale ed è inutile nella chiesa, ma se c’è l’interpretazione, allora il parlare in altra lingua reca il messaggio alla chiesa ugualmente come lo fa la profezia (v.5).

GIUDA 20 Ma voi, carissimi, edificando voi stessi nella vostra santissima fede, pregando mediante lo Spirito Santo,

Ancora una volta, la preghiera nello Spirito, o in lingue, serve per edificarci. Se hai bisogno di edificarti, rafforzarti nella fede, e fortificarti, prega nello Spirito! Dio desidera edificare noi, ma anche edificare i nostri fratelli. Ci vuole il giusto equilibrio perchè a volte abbiamo bisogno noi che la nostra fede venga rafforzata, o di avere potenza, e quindi è meglio pregare nello Spirito nella nostra cameretta, mentre poi quando siamo più forti, possiamo incoraggiare gli altri ed essere strumento di benedizione attraverso i doni spirituali come il dono delle lingue, di interpretazione o altri.

Sia chiaro che può capitare di avere lo Spirito Santo e non poter pregare in lingue, ma potrebbe essere una situazione temporanea di alcuni mesi, io personalmente dal battesimo in acqua al riempimento dello Spirito, ho trascorso 3 mesi di preghiera e desiderio del riempimento, con l’agevolazione del ritiro spirituale dove si pregava diverse ore al giorno insieme ad altre persone affamate dello Spirito. Dove c’è fame dello Spirito, lo Spirito si manifesta ed opera!

Un credente che non è ancora ripieno di Spirito, ha la capacità di esserlo, deve desiderarlo e deve avere l’occasione=deve richiederlo in preghiera, e frequentare una chiesa o un ritiro spirituale, dove si lascia spazio allo Spirito Santo! E’ come quando due persone vanno al fiume a fare il bagno. Uno si immerge e si lascia trasportare, mentre l’altro cerca di camminare nel fiume resistendo alla corrente e facendo fluire il fiume intorno a lui. Chi parla in lingue, o manifesta altri doni spirituali, è qualcuno che si è abbandonato al flusso dello Spirito (e ovviamente deve essere entrato nel fiume, quindi in un “ambiente” adatto). Chi ancora non parla in lingue, forse non ha totalmente arreso la propria vita a Cristo, non si sta lasciando andare nel fiume dello Spirito, o forse non è in un “ambiente” adatto. Approfondiremo meglio più avanti e specialmente di persona, sia chiaro però che il cammino con Dio, è un “cammino”, quindi ci sono sempre passi da fare per sperimentare le benedizioni che il Signore vuole darci (e che non si fermano solo al parlare in lingue)!

4 – Lingue per l’intercessione. Private a casa, o in incontri di preghiera tra credenti, per intercedere nel modo corretto, con le parole precise dello Spirito, che sono migliori di quelle della nostra umana sapienza.

ROMANI 8:26-27 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede egli stesso per noi con sospiri ineffabili; e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.

Lo Spirito ci soccorre nelle nostre debolezze…quali? Peccati? No! “Perché non sappiamo pregare come si conviene”. Lo Spirito ci soccorre con linguaggi nello Spirito, per pregare, e soprattutto intercedere, al posto nostro! La nostra debolezza è non conoscere la volontà di Dio, e soprattutto non conoscere le verità spirituali e i legami spirituali dietro le situazioni. Lo Spirito invece conosce il cuore di Dio e i legami spirituali creati dal nemico, quindi Lui sa come pregare, io no! Quindi lo Spirito, invece che spiegarmi tutti i dettagli, molti dei quali comunque non potrei capirli, direttamente prega Lui al posto mio, nel modo corretto, se io glielo permetto! Lui stesso intercede per me e per te, secondo il volere di Dio (=secondo la volontà di Dio). Chiunque parla in lingue, ha sperimentato almeno una volta cosa vuol dire intercedere per qualcuno, senza sapere per chi! Con lo Spirito Santo è possibile. Però è anche possibile che dopo averlo fatto, possiamo chiedere allo Spirito di rivelarci per chi o per cosa abbiamo pregato, e che lo Spirito ce lo riveli. Potrebbe addirittura essere che intercediamo per qualcuno che nemmeno conosciamo, ma che il Signore potrebbe farci conoscere a breve. L’importante è essere aperti allo Spirito, dargli il nostro tempo, la nostra vita, e la nostra “voce” per pregare!

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Studio sullo Spirito Santo (parte 4) – Il potenziamento del cristiano

Studio sullo Spirito Santo (parte 4) – Il potenziamento del cristiano
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Ogni essere umano è suddiviso in 3 parti: corpo, anima e spirito. Anche le relazioni interpersonali possiamo condurle in queste 3 dimensioni. Se però le relazioni rimangono sul livello base del corpo, oppure evolvono solo sul livello dell’anima, si mantengono su un livello di incompletezza.

Siamo nati per vivere in tutti e 3 i livelli nelle relazioni con gli altri esseri umani, dando priorità al livello dello Spirito. Infatti i matrimoni che partono dal livello esteriore, sono i primi a crollare. Quelli più focalizzati sull’anima e la condivisione e meno sul livello fisico esteriore, funzionano molto meglio perché vivono un percorso di crescita e scambio. Le coppie che a questi livelli aggiungono anche il livello dello Spirito, vivono una pienezza, non raggiungibile dalle altre. Per relazionarci con Dio invece dobbiamo relazionarci esclusivamente sul livello dello Spirito.

1 CORINZI 2:11 chi, tra gli uomini, conosce le cose dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito di Dio.

Noi siamo soprattutto esseri spirituali e una relazione vissuta nello Spirito (con le persone e con Dio) ci riempie in tutti gli aspetti.

C’è una differenza tra una discussione intellettuale di cose spirituali e una vera amicizia spirituale. Tutti conosciamo Dio, ma in realtà lo conosciamo veramente quando sappiamo personalmente cosa vuole e cosa dice!

1 CORINZI 2:12 Ora noi abbiamo ricevuto lo Spirito che viene da Dio, per conoscere le cose che Dio ci ha donate

Nessuno conosce i pensieri di Dio tranne il Suo Spirito, ma Egli ci ha dato il Suo Spirito! Avendo comunione al livello spirituale con il Creatore, possiamo conoscerlo veramente!

Immaginiamo un re del medioevo, che non agisce come re. Magari dorme nel castello, ma quando arriva un esercito straniero per conquistare il regno, lui non ordina al proprio esercito di reagire e proteggere la popolazione. Sarebbe assurdo! Questo regno non potrebbe durare! I suoi abitanti finirebbero in schiavitù e tutto sarebbe depredato. Non è sufficiente il titolo, neanche la posizione sul trono, ma bisogna anche svolgere le funzioni della regalità. Il titolo e il posto non hanno alcun valore senza la funzione e l’esercizio del potere.

Come figli di Dio siamo diventati coeredi con Cristo:

ROMANI 8:17 Se siamo figli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se veramente soffriamo con lui, per essere anche glorificati con lui.

Siamo eredi di stirpe reale e come tali abbiamo l’incarico di portare avanti la missione del nostro patriarca. La Sua conquista e il Suo Regno sono diventati nostri in quanto adottati come Sua discendenza. E’ il nostro compito e lo scopo della nostra vita! Per essere efficaci nel nostro destino, dobbiamo scoprire ed esercitare il potere che ne deriva!

1 PIETRO 2:9 Ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato, perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa.

La posizione precede sempre il potere, dobbiamo essere in Cristo prima di poter fare qualcosa per il Suo Regno!

ATTI 1:4-5 Trovandosi con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’attuazione della promessa del Padre, «la quale», egli disse, «avete udita da me. Perché Giovanni battezzò sì con acqua, ma voi sarete battezzati in Spirito Santo fra non molti giorni».

Lo scopo della tua vita è l’avanzamento del Regno di Cristo, e tuo (in quanto erede), ma per svolgerlo è essenziale il potenziamento dello Spirito. Gli apostoli erano stati addestrati 3 anni e mezzo per andare a predicare il Vangelo. Sapevano tanto! Già dopo 1 anno, Gesù li aveva mandati a fare “praticantato” cacciando demoni e guarendo le persone. Eppure qui dice che non erano pronti, ma dovevano aspettare ad iniziare il loro ministero fino a quando non sarebbero stati “battezzati in Spirito Santo” (ATTI) e “rivestiti di potenza dall’alto” (LUCA 24:49).

Potrete dire che non avevano ancora ricevuto lo Spirito Santo, ma in realtà non è così:

GIOVANNI 20:21-22 Allora Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre mi ha mandato, anch’io mando voi». Detto questo, soffiò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo».

Ricevettero lo Spirito Santo prima che Gesù ascese in cielo, ma non ricevettero la potenza, il battesimo, il riempimento, il traboccare dello Spirito! Quello avvenne a Pentecoste e non poterono andare nemmeno ad evangelizzare o testimoniare di Gesù, senza il riempimento. La sola ricezione dello Spirito non bastava!

ATTI 2:4 Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi.

Avevano già ricevuto lo Spirito Santo, ma con il riempimento le cose cambiarono. Potevano andare e espandere il Regno di Dio! Potevano adempiere lo scopo della loro vita, così noi, con il riempimento possiamo adempiere il nostro scopo!

Uno degli elementi più importanti del riempimento è il parlare in altre lingue. Non si può dichiarare che il 100% dei riempiti di Spirito Santo parli nelle lingue dello Spirito, ma è una cifra lì vicino. Non si può nemmeno dichiarare che le lingue erano un esperienza di altri tempi che oggi non serve più, infatti vediamo in ATTI 2:38-39: «Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo. Perché per voi è la promessa, per i vostri figli, e per tutti quelli che sono lontani, per quanti il Signore, nostro Dio, ne chiamerà».

Qui Pietro dichiara che il dono dello Spirito Santo è fruibile da tutti coloro che credono!

Lì a Gerusalemme, di Pentecoste erano presenti molti ebrei nati fuori da Israele, e che possedevano lingue natìe diverse dall’ebraico.

ATTI 2:8 Come mai li udiamo parlare ciascuno nella nostra propria lingua natìa?

Gli apostoli erano galilei popolani senza istruzione, e grazie al riempimento nello Spirito Santo parlavano lingue e dialetti di regioni lontane come se loro fossero madri-lingua. Le persone dichiaravano:

ATTI 2:11-12 li udiamo parlare delle grandi cose di Dio nelle nostre lingue». Tutti stupivano ed erano perplessi…

Non era un parlare senza senso o sconnesso. Loro parlavano delle grandi cose di Dio, in lingue che non conoscevano!

Negli Atti degli apostoli ci sono in totale 4 racconti riguardo il riempimento nello Spirito Santo. In 3 di questi, l’evento è accaduto a persone che erano già credenti, mentre nel 4° si stavano convertendo. In tutti i casi il battesimo ha causato prove “udibili” e “visibili”.

-In ATTI 8:12-18 incontriamo Filippo che evangelizza la Samaria, moltissime persone si convertono e “nascono di nuovo”, diventano figli e figlie di Dio. Nonostante questi aspetti molto importanti, vediamo che la chiesa di Gerusalemme manda là, Pietro e Giovanni a “pregare affinché ricevessero lo Spirito Santo”. Queste persone avevano creduto, erano state battezzate in acqua, e sicuramente erano state toccate dallo Spirito Santo, ma mancava il “riempimento” e i due apostoli vengono inviati lì per quel motivo (facendo 50 km a piedi)!

In questo brano non si parla esplicitamente delle “lingue” o della “profezia”, ma è evidente che ci furono in quanto Simone “vide” che le persone ricevevano lo Spirito Santo con l’imposizione delle mani (v.18).

Quando ricevi la salvezza, sei riposizionato in Cristo – diventi parte della Sua eredità e del Suo Regno. Non sarai ripieno, comunque, della potenza dello Spirito finché non la chiederai al Padre:

LUCA 11:13 Se voi, dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!

Il mondo (coloro che sono lontani da Dio) non può ricevere lo Spirito di verità (GIOVANNI 14:17). Quindi sta parlando a credenti, figli di Dio, nati di spirito, nati di nuovo, ma che hanno ricevuto lo Spirito Santo per la conversione, non il riempimento.

-Nella storia della conversione di Paolo, vediamo che la caduta, la visione e la conversazione con la voce di Gesù, causarono la sua conversione.

In seguito Anania fu mandato dallo Spirito Santo da Paolo per due scopi precisi: “Fratello Saulo, il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada per la quale venivi, mi ha mandato perché tu riacquisti la vista e sia riempito di Spirito Santo” (ATTI 9:17).

Anche Paolo, prima si convertì, poi ricevette il riempimento dello Spirito Santo con la manifestazione esteriore del parlare in lingue (sicuramente immediata, comunque in seguito dichiarò che lui parlava in lingue spessissimo e più dei credenti di Corinto, vedi 1 CORINZI 14:18).

-Nella storia di Pietro e Cornelio vediamo come gli strumenti per l’evangelizzazione e l’impartizione dello Spirito Santo, siamo noi credenti. Infatti l’angelo non evangelizzò Cornelio, ma gli disse di chiamare Pietro, una persona che lui non conosceva, in un luogo che non conosceva. Allo stesso modo Pietro non conosceva Cornelio e non sarebbe mai andato da un “pagano” se non glielo avesse detto il Signore mentre era in preghiera (ATTI 10:19-20, 28-29). In entrambi, lo Spirito non diede dettagli, spesso infatti ci tiene all’oscuro delle cose, anche perché comunque non capiremmo, oppure non coopereremmo, invece dobbiamo lasciarci guidare dallo Spirito!

Pietro li evangelizzò, ma non avrebbe mai pregato affinché ricevessero lo Spirito Santo, così in questo caso lo Spirito li riempì lo stesso per far capire che il piano di salvezza includeva anche i gentili (ATTI 10:45-48). Per questo motivo in questo caso fu stravolto l’ordine “conversione – battesimo in acqua – poi nello Spirito”.

-Poi nel racconto di Paolo ad Efeso, vediamo che tra le prime cose che chiede è: “Riceveste lo Spirito Santo quando credeste?” (ATTI 19:2). Perchè è importante verificare questo aspetto? Perché per essere efficaci nel Regno di Dio, e non cadere schiavi dei piani del nemico, lo Spirito Santo in noi è l’unica copertura e potenza (vedi ATTI 1:8)! Paolo spiegò il messaggio della salvezza in Cristo, li battezzò in acqua e poi ricevettero il riempimento dello Spirito mediante l’evidenza delle lingue e della profezia (ATTI 19:3-6). Profezia vuol dire predicare messaggi rivelati da Dio e sono incentrati su Gesù, e per un credente senza lo Spirito è impossibile (1 CORINZI 2)! Senza il potenziamento dello Spirito non possiamo fare niente per il Signore, e la stessa nostra vita terrena è indebolita!

Nel prossimo incontro affronteremo i diversi tipi di manifestazione del parlare in lingue.

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Cosa fa il Padre? (parte 2)

Cosa fa il Padre? (parte 2)
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Abbiamo già visto che Gesù quando era sulla terra aveva dei limiti: non poteva sapere il giorno o l’ora del Suo ritorno, non potè compiere miracoli finché non ricevette lo Spirito Santo, non poteva guarire chi non veniva a Lui, come a Nazaret, etc..)
Fu 100% uomo e 100% Dio, eppure diventando uomo limitò alcuni dei Suoi poteri e cominciò a fare miracoli solo dopo il battesimo nello Spirito. Gli stessi miracoli e guarigioni, li faceva solo dopo aver pregato. La caratteristica però, è che non pregava mai per dei miracoli, ma pregava per essere in comunione con il Padre e farsi dare indicazioni sulla Sua volontà. Caratteristica importante per noi è l’imparare ad ascoltare la voce di Dio. Tramite 1 Samuele 3, vedremo come il profeta Samuele imparò sin da bambino ad ascoltare la voce e la volontà di Dio.
In Giovanni 6 vedremo che prima della moltiplicazione Gesù salì sul “monte” a pregare. Poi scendendo si trovò la situazione di una folla affamata, senza che ci fosse abbastanza cibo o soldi per comprarlo, ma Lui “ben sapeva cosa avrebbe fatto”. Gesù camminava nel livello della gloria, in comunione costante con il Padre. Faceva “solo quello che vede fare al Padre”, e per questo non poteva venire sorpreso dalle difficoltà. La rivelazione di Dio viene solo da una vita di preghiera e di ascolto di Dio, non da una preghiera saltuaria e interessata ad un problema contingente.

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Hai la delega? Il Grande Mandato – 2a parte

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Nella seconda parte di oggi analizzeremo cos’è la chiamata che Gesù ci ha fatto di discepolare tutti i popoli e cosa significa nella nostra vita di tutti i giorni. Analizzando Matteo 28:16-20, Giovanni 4:1-26, 1:40-51 e Marco 9:2, capiremo quanto è importante e come si concretizza la guida dello Spirito Santo nei veri credenti. Cominceremo a parlare dei cinque livelli di espansione e della delega che il Signore ha dato a chi la riceve e la sfrutta.

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L’unzione di Gesù, e la nostra

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Portando i discepoli nei pressi di un tempio pagano dove si adoravano due falsi dei dalle sembianze umane, Gesù viene riconosciuto come vero Dio che si è fatto uomo (Marco 8:27-30). Tutto ciò era inconcepibile dalla cultura ebraica, che attendeva un Messia politico, non sapendo distinguere che le profezie dell’Antico Testamento riguardavano due differenti venute del Messia, in due epoche differenti. Analizzando la procedura di consacrazione attraverso l’olio, vedremo come però diversi ebrei, a quel tempo come anche oggi, riconobbero il Messia (Matteo 26:6-16). Quello che analizzeremo svergogna e smaschera le potenze del male, che non possono vincere contro la potenza di Dio, ma anzi, addirittura involontariamente finiscono con l’aiutarla.
L’unzione che era su Gesù e sugli apostoli, è anche su i veri credenti che ricercano la guida dello Spirito Santo. Questi possono avere la certezza che le potenze del male non potranno impedire la benedizione di Dio sulla loro vita.

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Il tocco di Gesù oggi

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Gesù oggi può operare come faceva 2000 anni fa oppure no? Di più, come, oppure di meno?
Leggendo Matteo 9:18-26, Giovanni 14:16, 16:7-8, 14:12, Atti 1:8 capiremo che Gesù mandò lo Spirito Santo per stare sempre con noi come se ci fosse Gesù stesso e che questo ha delle implicazioni reali e potenti nella vita del cristiano.