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Allarga i confini

Allarga i confini
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DEUTERONOMIO 30 1 «Quando tutte queste cose che io ho messe davanti a te, la benedizione e la maledizione, si saranno realizzate per te e tu le ricorderai nel tuo cuore dovunque il SIGNORE, il tuo Dio, ti avrà sospinto in mezzo alle nazioni 2 e ti convertirai al SIGNORE tuo Dio, e ubbidirai alla sua voce, tu e i tuoi figli, con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua, secondo tutto ciò che oggi io ti comando…

6 Il SIGNORE, il tuo Dio, circonciderà il tuo cuore e il cuore dei tuoi discendenti affinché tu ami il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua, e così tu viva. 7 Il SIGNORE, il tuo Dio, farà cadere tutte queste maledizioni sui tuoi nemici e su tutti quelli che ti avranno odiato e perseguitato. 8 Tu ritornerai e ubbidirai alla voce del SIGNORE; metterai in pratica tutti questi comandamenti che oggi ti do. 9 Il SIGNORE, il tuo Dio, ti colmerà di beni; moltiplicherà tutta l’opera delle tue mani, il frutto del tuo seno, il frutto del tuo bestiame e il frutto della tua terra; poiché il SIGNORE si compiacerà di nuovo nel farti del bene, come si compiacque nel farlo ai tuoi padri, 10 perché ubbidirai alla voce del SIGNORE tuo Dio, osservando i suoi comandamenti e i suoi precetti scritti in questo libro della legge, perché ritornerai al SIGNORE tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua.

11 Questo comandamento che oggi ti do, non è troppo difficile per te, né troppo lontano da te… 14 Invece, questa parola è molto vicina a te; è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica.

15 Vedi, io metto oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; 16 poiché io ti comando oggi di amare il SIGNORE, il tuo Dio, di camminare nelle sue vie, di osservare i suoi comandamenti, le sue leggi e le sue prescrizioni, affinché tu viva e ti moltiplichi, e il SIGNORE, il tuo Dio, ti benedica nel paese dove stai per entrare per prenderne possesso. 17 Ma se il tuo cuore si volta indietro, e se tu non ubbidisci ma ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dèi e a servirli, 18 io vi dichiaro oggi che certamente perirete, e non prolungherete i vostri giorni nel paese del quale state per entrare in possesso passando il Giordano. 19 Io prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra, che io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, affinché tu viva, tu e la tua discendenza, 20 amando il SIGNORE, il tuo Dio, ubbidendo alla sua voce e tenendoti stretto a lui, poiché egli è la tua vita e colui che prolunga i tuoi giorni. Così tu potrai abitare sul suolo che il SIGNORE giurò di dare ai tuoi padri Abraamo, Isacco e Giacobbe».

– Questo brano ci insegna che il Signore ha messo la benedizione e la maledizione davanti a noi. Non dobbiamo aspettare o sperare, non dobbiamo pregare o supplicare per ottenere la benedizione. E’ Dio stesso il primo a volerci benedire. Lui vuole benedire coloro che sono convertiti (v.2) e cioè sono indirizzati a seguirLo. Coloro che Gli ubbidiscono (v.2) cioè ascoltano la Sua voce e si comportano di conseguenza. Un’ubbidienza che è anche sottomissione perché include l’ubbidirGli con il cuore (pensieri) e con l’anima.

Tutto questo con lo scopo di amarLo e avere una relazione con Lui (v.6)!

Il Signore vuole colmarci di beni, e moltiplicarci (v.9), se ubbidiamo alla Sua voce e torniamo a Lui (v.10)!

Ubbidire alla parola di questo comandamento (insegnamento) del Signore non è difficile, né lontano (v.11), ma è molto vicino, nella bocca e nel cuore (v.14) ed è da mettere in pratica!

Siamo noi a dover scegliere tra la vita e la morte, tra il bene e il male: Lui ci comanda di amarLo e pensare solo a Lui, di camminare dietro a Lui (v.15-16) e facendolo avremo vita abbondante e benedizione!

Se invece cerchiamo di seguire i nostri pensieri e le nostre voglie, otteniamo la maledizione, perché questi ci possono solo condurre verso il male.

Se la tua bocca e il tuo cuore sono focalizzati sul male, sulla malattia, sulla disoccupazione, sui pericoli, tutto andrà storto. Se ti focalizzi sulla vita in Dio, sull’amarLo, sul vivere per Lui, sulle Sue promesse e metti in pratica ciò che ti comanda, allora potrai solo sperimentare la benedizione di Dio sulla tua vita! Rileggiamo DEUTERONOMIO 30, dal 17 al 20

GENESI 32:24-31 24 Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino all’apparire dell’alba; 25 quando quest’uomo vide che non poteva vincerlo, gli toccò la giuntura dell’anca, e la giuntura dell’anca di Giacobbe fu slogata, mentre quello lottava con lui. 26 E l’uomo disse: «Lasciami andare, perché spunta l’alba». E Giacobbe: «Non ti lascerò andare prima che tu mi abbia benedetto!» 27 L’altro gli disse: «Qual è il tuo nome?» Ed egli rispose: «Giacobbe». 28 Quello disse: «Il tuo nome non sarà più Giacobbe, ma Israele, perché tu hai lottato con Dio e con gli uomini e hai vinto». 29 Giacobbe gli chiese: «Ti prego, svelami il tuo nome». Quello rispose: «Perché chiedi il mio nome?» 30 E lo benedisse lì. Giacobbe chiamò quel luogo Peniel, perché disse: «Ho visto Dio faccia a faccia e la mia vita è stata risparmiata». 31 Il sole si levò quando egli ebbe passato Peniel; e Giacobbe zoppicava dall’anca.

– Nel brano precedente abbiamo visto l’importanza dell’ubbidienza a Dio, dell’avere un cuore puro, e dello scegliere il bene e la benedizione invece del male, e della maledizione! Dipende da noi scegliere! Benedire deriva dal latino “benedicere” che vuol dire “dire bene”, cioè non parlare del male o delle difficoltà o delle diversità di vedute e delle incomprensioni, ma parlare invece di ciò che unisce, che aiuta al bene ed enfatizza gli aspetti positivi delle cose. Ovviamente maledire, significa essere fissati sulle questioni negative, sulle cose che vanno male, sulle difficoltà, le incomprensioni e sui problemi!

Nel brano su Giacobbe invece vediamo la benedizione di Dio, e vediamo cosa bisogna essere disposti a fare per ottenerla. Essere disposti addirittura a lottare con Dio stesso! Non con una “preghierina” sterile e insipida, ma quasi fisicamente e con tutto noi stessi! Come abbiamo letto prima, Dio è il primo a volerci benedire, ma questo brano mostra quanto dobbiamo volere la benedizione, affinché la otteniamo!

Non basta essere credenti per ottenere la benedizione, bisogna lottare! I nostri pensieri ci portano fuori strada e ci fanno focalizzare sul male. Dobbiamo lottare per riportarli sulla speranza di Dio, e sulla ricerca della Sua benedizione! Non dobbiamo convincere Dio a benedirci, dobbiamo convincere e lottare con la nostra mente per focalizzarla su Dio!

1 CRONACHE 4:9-10 Iabes fu più onorato dei suoi fratelli; sua madre lo aveva chiamato Iabes, perché diceva: «L’ho partorito con dolore». 10 Iabes invocò il Dio d’Israele, dicendo: «Benedicimi, ti prego; allarga i miei confini; sia la tua mano con me e preservami dal male in modo che io non debba soffrire!» E Dio gli concesse quanto aveva chiesto.

– Il versetto 9 letteralmente è “Iabez era più onorevole dei suoi fratelli…”. Purtroppo la nostra Bibbia traduce come se l’onore fosse una percezione degli altri, ma le versioni inglesi traducono come dice il testo originale: era il suo atteggiamento ed erano la sue azioni a renderlo più onorevole. Dipendeva da lui e non dagli altri. Lui agiva e viveva in modo onorevole. Agiva e viveva in modo da suscitare rispetto.

Non era un pezzente. Non era un perdente. Non si autocommiserava di essere associato al dolore, alla sofferenza, ai problemi, alle difficoltà. Voleva riscattarsi dai problemi e dalle preoccupazioni.

– Nessuno è un perdente per volontà di Dio (non è questo il nostro scopo), anche se tutti nasciamo perdenti a causa del peccato di Adamo (questo è lo stato carnale), nasciamo nel dolore, con le difficoltà.

Sta a te e a me scegliere se vogliamo rimanere nello stato carnale di maledizione, oppure ricevere la volontà e lo scopo di Dio nella nostra vita attraverso la benedizione!

– La situazione che vivi non deve identificarti. Il problema non deve definire la tua identità. Neppure il nome o la storia, deve bloccarci o limitarci. Il nostro passato non deve schiavizzarci!

Iabes capì come fare e con chi interfacciarsi. COME, CHI.

Qual’è il tuo COME? Forse c’è da cambiare atteggiamento, mentalità, modo di parlare e cominciare a vivere con onore. Se tu non credi in te, e soprattutto in CHI è in te, gli altri non crederanno in te. Rialzati! Prendi i pensieri, il nome e il carattere di Chi può benedire la tua vita!

E Chi è il tuo CHI? Non guardarti in giro, non guardarti nemmeno allo specchio, non ascoltare i tuoi stessi consigli, ma vai al Dio di Iabez!

Iabez aveva rinunciato al suo nome (onore, carattere, autorità) perché preferiva l’onore del Creatore. Rifiutò le proprie capacità, i propri pensieri, ma volle andare da Colui che conta veramente in questo mondo. Lui non fu più onorato dagli altri, rispetto ai suoi fratelli. Lui era più onorevole dei suoi fratelli. La Bibbia lo definisce più onorevole. Lo Spirito Santo lo definisce più onorevole…perché?
Perchè rifiutò la carnalità, rifiutò l’eredità familiare, rifiutò i problemi e la vergogna. Lui andò da Colui che poteva benedirlo! Pregare Dio e mettere i tuoi pesi su di Lui, ti rende onorevole. ChiederGli di essere benedetto, ti espone alla benedizione. Tenere la maledizione, ti porta altra maledizione.

Dio può allargare i tuoi confini. Solo Lui e non tu!

Dio può toglierti la sofferenza, se la cedi a Lui. Solo Lui può farlo e non tu!

Perché continuare a vivere nella maledizione? Se Glielo chiedi, Lui può togliere la tua maledizione e darti la benedizione!

Non sei costretto a vivere nella vergogna! Dio vuole togliertela! Devi lasciarla a Lui e vivere con onore!

Il verbo “era più onorevole” in ebraico è Nichbad, una forma di Kavad che vuol dire “essere pesante”, “essere glorioso”, “essere onorevole”. Da questo verbo deriva il sostantivo Kavod, su cui ho predicato le scorse settimane, che è il sostantivo che esprime la gloria di Dio ed era presente nel tabernacolo, “pesante”, presente, tangibile. Qui esprime il concetto che Iabez ha scelto di vivere nella gloria, nell’onore, vivere una vita di “peso” cioè di valore e di azione. Quello che fai influenza la tua vita. Quello che dici con la bocca, influenza la tua vita. Puoi partire da una sistuazione di svantaggio, ma uscirne, se credi in te e in Colui che è in te! Puoi vivere una vita onorevole, se ricerchi la gloria di Dio! Puoi ricevere onore invece di vergogna, se vivi in comunione con Dio!

Birkat Kohanim (traslitterazione con caratteri latini)
Yevhārēkh-khā YHWH veyishmerēkhā
Yāʾēr YHWH pānāw ēlekhā viḥunnékkā
Yissā YHWH pānāw ēlekhā veyāsēm lekhā shālōm

Birkat Kohanim (Benedizione sacerdotale) in italiano da Numeri 6:24-26
‘Il SIGNORE ti benedica e ti protegga!
Il SIGNORE faccia risplendere il suo volto su di te e ti sia propizio!
Il SIGNORE rivolga verso di te il suo volto e ti dia la pace!