La vita è una corsa. Si da il via con la nascita e si raggiunge il traguardo in cielo. Alcuni però non lo sanno e non corrono, oppure corrono nella direzione sbagliata! La fede cristiana ci indirizza nella strada giusta, quando è vera fede nelle vere parole di Dio e non fede nelle parole degli uomini o nelle religioni degli uomini. Oggi parliamo della corsa della vita.
Nell’introduzione ho detto “vita cristiana”, ma cosa vuol dire “vita cristiana” e soprattutto cosa vuol dire essere cristiani? Una volta feci un discorso ad una persona a me molto vicina dicendole che lei era una persona religiosa, mentre essere cristiani significava conoscere personalmente Gesù e anche molto altro, al che quella persona mi ha detto “E che so cane io?”. No, non sei “cane”, sei un essere umano come altri 8 miliardi sulla faccia della terra. Cristiano invece non è sinonimo di “essere umano” ma vuol dire ben altro!
Allora cosa vuol dire essere cristiani?
Essere persone amorevoli? Sicuramente sì, ma anche molto altro.
In un brano biblico, Paolo dopo aver detto di reputare la conoscenza terrena e soprattutto la conoscenza religiosa come tanta spazzatura, prosegue il suo discorso:
FILIPPESI 3:10-11 Tutto questo allo scopo di conoscere Cristo, la potenza della sua risurrezione, la comunione delle sue sofferenze, divenendo conforme a lui nella sua morte, per giungere in qualche modo alla risurrezione dei morti.
– Conoscere Cristo, Conoscere la potenza, la sofferenza e assomigliare a Gesù per il resto della propria vita. Forse ti saresti aspettato la bontà, l’amore, lo sfamare i poveri o accettare tutte le persone: omosessuali, carcerati, persone di differenti etnie e culture o partiti politici. Gesù non era inclusivo, anzi era molto selettivo, scelse solo 12 tra i tanti discepoli, e non perché erano belli, o bravi, o capaci! E’ questione di obiettivo e di desiderio di assomigliare a Gesù! Ciò è possibile solo se la “corsa” che facciamo (cioè l’aspirazione e l’obiettivo della nostra vita) è “conoscere Gesù”! Non si tratta di religione, o di studio cerebrale, ma di un incontro personale con Dio, dell’ascoltare la Sua voce!
– E la potenza? Non una potenza di parola, o di autorità, ma potenza di risurrezione. Pensa ai livelli di potenza che esistono, c’è quella della parola, poi quella del sollevare pesi, poi più alta è quella del fare miracoli e guarigioni, poi quella del portare in vita i morti! L’apostolo Paolo desiderava quella di risurrezione, la più alta in assoluto. Un cristiano dovrebbe aspirare niente di meno che a quella. Non siamo qui per vegetare, ma per “conoscere Cristo, la potenza della Sua risurrezione”!
– C’è dell’altro, meno piacevole, la sofferenza. Come Cristo soffrì, anche noi non possiamo conoscere Gesù e la potenza della risurrezione, se non capiamo anche la necessità di passare per la Sua stessa sofferenza. Gesù è stato perseguitato ingiustamente, offeso ingiustamente, preso in giro ingiustamente. Pensi di aver subito delle ingiustizie? Gesù ne ha subite molte ma molte ma molte di più! Se vuoi essere cristiano, devi ambire alle stesse sofferenze di Cristo! Non è popolare! Nella maggioranza delle chiese evangeliche non si vuole sentir parlare di sofferenza, eppure un vero cristiano affronta la sofferenza e la supera confidando in Dio. Un vero cristiano anche se non supera la sofferenza, impara a fidarsi dei piani e dei tempi di Dio. “Carlo, quindi stai dicendo che se arriva la malattia devo tenermela? Se subisco mobbing al lavoro o maltrattamenti nella vita, devo sopportare?” No! Non sto dicendo questo, sto dicendo che prima preghi Dio, ascolti la Sua voce, stai attento/a alla Sua rivelazione sulle situazioni, e poi potresti imporre le mani sulle persone, anche sugli infermi se necessario, per “conoscere la potenza della Sua risurrezione”. Se poi Dio non opera (ma solo dopo che hai imposto le mani e pregato con fede, e ricevuto una risposta negativa da Dio), allora vivi la comunione delle Sue sofferenze. Non c’è solo la sofferenza, c’è anche la potenza di risurrezione. Non c’è solo la potenza di risurrezione, c’è anche la sofferenza, e non sta a me o a te decidere l’una o l’altra! Abbiamo bisogno di rivelazione, e la rivelazione si ottiene con la preghiera, con l’imposizione delle mani, con la ricerca delle vie dello Spirito!
– Questo è il percorso che siamo chiamati a percorrere fino alla fine della nostra vita, “essere conformi a Lui nella Sua morte”! Resisti. Sii costante nella potenza e nella sofferenza! Sii stabile e irremovibile nella potenza e nella sofferenza! Fino alla fine!!!
FILIPPESI 3:12-14 Non che io abbia già ottenuto tutto questo o sia già arrivato alla perfezione; ma proseguo il cammino per cercare di afferrare ciò per cui sono anche stato afferrato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo di averlo già afferrato; ma una cosa faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù.
– Paolo dichiara che non aveva ottenuto la potenza della risurrezione (anche se aveva risuscitato qualcuno) e non aveva raggiunto la comunione delle sofferenze di Cristo (anche se era stato condannato a morte, lapidato, incarcerato ingiustamente e picchiato più volte) ma non lo poneva come un limite, anzi come obiettivo per crescere in Cristo Gesù. Non importa da dove parti, fai un passo avanti e sarai più vicino al traguardo di quando sei partito. Non importa quali capacità o incapacità hai, fai un passo avanti e sarai più vicino/a a Cristo, alla Sua potenza e alle Sue sofferenze, di ieri!
– Come faceva Paolo, dimenticava le cose che stavano dietro e si protendeva verso quelle che stanno davanti (potenza e sofferenza). Ma non lo faceva in modo incerto. Non lo faceva alcuni giorni a settimana che erano più santi come la domenica, e altri no. Anzi diceva “corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù”.
Stai correndo? Ti stai protendendo? O forse sei rivolto verso dietro come la moglie di Lot? Paolo guardava avanti e visse e sperimentò la gloria di Dio. La moglie di Lot guardava indietro e divenne una statua di sale!
I corridori, disciplinano la loro vita (il loro tempo, il loro cibo) tutto attorno all’allenamento, al fine di essere pronti per la gara.
Hai una missione, addestrarti e prepararti per la grande gara della vita. E ciò si fa con un sano equilibrio tra potenza di risurrezione, e comunione con le sofferenze di Cristo!
Voglio concludere proprio con questa immagine della corsa. Il corridore ha bisogno di allenarsi, di nutrirsi in modo equilibrato, di dedicarsi all’obiettivo. Come cibo ti invito a nutrirti del cibo della Parola di Dio e non dei telegiornali, dei canali complottisti, della politica o dell’ideologia, ma solo della Parola di Dio. Come bevanda ti invito a bere la vita dello Spirito, senza altre aggiunte che avvelenano la vita! Inoltre focalizza la tua mente non sulle guerre, le epidemie, la corruzione, ma sulla meditazione della gloria di Dio e dell’amore e dell’accoglienza verso il prossimo.
La vita è una corsa, ma il traguardo lo raggiungiamo solo vivendo con Dio ogni giorno!