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Work in progress

Carissimi messaggeri, 

chi ci segue durante gli incontri online sa (perché è stato abbastanza evidente) che ci siamo visti costretti a fare degli urgenti lavori di manutenzione in casa.
Con il muratore abbiamo iniziato a vedere il dafarsi, e man mano che i giorni passavano, il quantitativo di interventi aumentava: ci si accorgeva di una stortura qui, di un difetto lì, della necessità di aggiungere una luce in un punto specifico, di una piastrella staccata là.. Eppure la nostra casa non ci sembrava così “storta” e conciata ad occhio nudo! Sì beh ovviamente c’erano diverse imperfezioni… ma quando abbiamo iniziato, metro alla mano, a prendere qualche misura ci siamo accorti di un sacco di dettagli che ad occhio nudo non avremmo mai notato. Come potevamo intervenire? In alcuni punti abbiamo demolito per ricostruire, in altri abbiamo dovuto coprire con del cartongesso per evitare che la casa diventasse tutta piena di detriti e polvere da ripulire (tenete presente che durante i lavori noi abitavamo l’appartamento e questa opzione era quasi una questione di sopravvivenza).

Tutto questo ci ha fatto riflettere molto sulla vita. Noi siamo l’edificio (per dirla biblicamente, “il tempio”). Ci guardiamo e pensiamo “beh dai poi tutto sommato non sono così male”… questa frase siamo in grado di dirla solo quando non iniziamo a prendere il metro perfetto di Dio e ci iniziamo a misurare. A quel punto tutte le storture vengono in evidenza e a quel punto abbiamo due opzioni: o permettiamo a Dio di lavorarci, demolire quello che non va di noi per poi ricostruirci dritti, oppure copriamo con del buon “cartongesso” quello che siamo pur di non andare incontro ad ulteriori difficoltà. E sappiamo benissimo tutti che il lavoro su noi stessi è il lavoro più difficile in assoluto. Ma se Dio ci spinge a cambiare e ci sostiene in questo cambiamento tramite l’azione dello Spirito Santo, potremo vedere le nostre vite trasformarsi.
Non tanto perché noi siamo o possiamo. Ma perché Dio è Dio e può. Abbiamo sentito troppe volte i discorsi motivazionali e ne abbiamo visto i frutti, dentro e fuori la chiesa, per non comprendere che tutto quello che poggia sulle nostre capacità tende a fallire miseramente. E’ facile per l’uomo essere indulgente con se stesso, ma questa è una trappola mortale. Gesù paragonò i religiosi che si davano arie di essere buoni e bravi a dei “sepolcri imbiancati”, ovvero persone che si credevano “tempio”, ma che in realtà erano luoghi di morte imbelliti. Già, perché dove regna l’IO, arriva la morte. Ma dove regna DIO c’è vita. E non solo a sufficienza, ma traboccante.
La domanda finale è una.
Siamo pronti a fare “demolire” le nostre storture dal grande Architetto?