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Hai vinto! Le basi bibliche che decretano chi vince e chi no

HAI VINTO! Non voglio essere semplicistico. Non voglio sminuire le difficoltà che stai attraversando, ma hai vinto! Tu dirai che le cose intorno a te vanno male. Forse sei malato, oppure ci sono persone che ti creano problemi, ma ti garantisco che hai la vittoria in pugno! Nei prossimi minuti voglio darti le motivazioni per cui hai la vittoria in pugno, e dirti che la sconfitta la puoi scegliere solo tu, ma non ti conviene! Sai, quando avevo dieci anni, vivevo con mia madre. Lei e mio padre erano separati. Lui viveva per conto suo e arrivava appena a fine mese perché non aveva un lavoro stabile. Lei aveva un handicap fisico e non era autosufficiente. A me e lei ci aiutava mia zia, perché da soli non potevamo farcela. Ma almeno avevamo un tetto….finché non abbiamo ricevuto uno sfratto esecutivo! TUTTO STORTO! Eppure confidavamo in Dio. Una cosa ho imparato in quel periodo, non farsi definire dalle circostanze, ma essere noi a definire le circostanze per mezzo della fede! Il Signore ci ha protetti e sostenuti e sono ancora qua grazie a Lui! Ho vinto grazie a Lui! Ho vinto grazie la fede in Lui! Ora vediamo le basi per vincere nella vita

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Gesù è Dio?

Spesso sentiamo associare l’appellativo “Dio” a qualche essere umano o a dei “supereroi”. Eppure essere Dio vuol dire essere soprannaturale, superpotente, immortale, e molto altro. Nel video di oggi vedremo proprio le 7 qualità necessarie per poter essere identificati come “Dio” e se Gesù le possiede! Prova anche tu ad analizzare se il tuo “dio” le ha!

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Problema identità

Spesso le persone sono confuse su cosa fare della propria vita. Allora vanno a studiare, oppure trovano un lavoro, o hanno un hobby. Queste cose sono utili e fanno bene alla nostra salute emotiva e ci danno benessere, ma spesso in esse noi cerchiamo non solo il benessere, ma altro: la nostra identità!

Puoi avere tutti gli hobby del mondo, il lavoro migliore e la scuola più interessante e piacevole, ma se non hai un’identità, sarai smarrito/a. Parliamone!

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Senza paura

Senza paura
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Cos’è la paura? Quanto impatto ha nella vita delle persone? Da dove nasce la paura? E’ possibile controllarla? Come?
Tranquilli oggi non faremo una lezione di psicologia, bensì scopriremo insieme cosa ci dice la Bibbia su questo argomento e scopriremo che è possibile vivere una vita senza paura.

Lasciatemi fare un preambolo. Oramai 3 anni fa portai l’unico sermone che il Signore mi diede fino ad oggi. Arrivò come una fiumana alle 2 di notte ed era sulla discesa dello Spirito Santo. E Biblicamente, la discesa dello Spirito Santo è sempre accompagnata da una successiva testimonianza evangelistica con anime che si convertono a Dio, come se ci volesse un fuoco ulteriore per essere in grado di dire con convinzione quello che i credenti sono chiamati a dire al mondo. Se volete poi lascio in descrizione i versetti che avevo citato in quel messaggio così potete andare a controllare quello che vi dico.

L’altra sera ero nel letto e il Signore mi ha iniziato a parlare sul tema della paura, un’altra fiumana di informazioni che mi si sono stampate nella mente in meno di un’ora.
Effettivamente è un tema scottante. Non passa settimana che non venga a conoscenza di situazioni in cui le persone hanno sperimentato un senso di paura, di panico, di terrore… Diciamo che la situazione pandemica nella quale ci troviamo non ha certo reso le cose semplici per le persone… Ma già anni fa il tema della paura era un problema crescente.


E vi confesso che fino a pochi anni fa io stessa avevo una paura che mi limitava non poco nel crescere spiritualmente, e ve ne parlerò fra poco. Nella mia vita non ho mai avuto grandi paure a parte quella del giudizio degli altri, specialmente dei professori. Durante il periodo scolastico questo mi faceva andare letteralmente andare in tilt, tant’è che dimenticavo le cose che studiavo e tranquillamente riuscivo a fare scena semi muta alle interrogazioni. Ma quando Cristo è veramente entrato nella mia vita trasformandomi con il suo Spirito Santo questa situazione si è risolta istantaneamente e ringrazio Dio di avermi liberato.

Dicevo, anche dopo questa esperienza con Dio di trasformazione, mi era rimasta una forma di “paura”, che da cristiana, battezzata in acqua e in Spirito, era alquanto assurda: avevo paura di leggere l’apocalisse. Posso candidamente confessarlo, per i primi anni della mia vita da credente ho provato diverse volte a leggerla, ma un senso di repulsione mi allontanava da quella parte importantissima della Bibbia… non solo, provavo un certo fastidio quando alcune sorelle in passato con lo sguardo tutto raggiante mi dicevano “Maranathà, il Signore Gesù ritorna!”, non riuscivo proprio a capire… Poi con gli anni, alcuni sogni che mi hanno ribaltato – spiritualmente parlando- e con l’arrivo di Carlo nella mia vita – e anche quello è stato un bel ribaltone, sembra ieri che è arrivato da Roma ma ci conosciamo oramai da 16 anni- lui mi ha accompagnato nella lettura dell’apocalisse insieme ai giovani della chiesa anni fa…dicevo, così questa paura è stata tramutata in gioia. Gioia di leggerla, gioia di capirla… ma come, direte, GIOIA? Non dovrebbe spaventarci quello che arriverà visto che sarà costellato di eventi catastrofici? Alcuni hanno addirittura fame di scoprirne i dettagli, di capirne le implicazioni, intuirne i personaggi… non è tanto il mio caso, forse perché in realtà dentro di me è ben sedimentato il fatto che posso fidarmi di Dio e del suo tempismo perfetto. So che quando Cristo si farà avanti e scioglierà i sigilli che daranno il via all’”apocalisse” sarà fatto tutto nel suo piano perfetto, già stabilito sin dalla fondazione del mondo.

E l’altra sera mentre il Signore mi parlava della paura mi veniva in mente la parola inglese BOLDNESS contrapposto alla paura, che in italiano si può tradurre con Audacia, l’essere ardito, quasi sfrontato. Ah, potremmo davvero passare per sfrontati, rispetto alla paura che si respirerà in quei giorni di cui parla l’apocalisse. Già, perché l’apocalisse racconta di sette anni in cui l’ira di Dio si riverserà sulla terra. Eppure, Dio ci chiama ad essere audaci e a non averne paura.
Come è possibile tutto questo?

APOCALISSE 2:10 Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita.

Ad una chiesa, quella di Smirne, l’angelo manda in avvertimento che accadranno cose difficili da sopportare. Ma che NON DOBBIAMO TEMERE. E mi torna il concetto di BOLDNESS. Sii audace, coraggioso, fino alla morte – forte, non è vero?.

1 PIETRO 3:14 Se poi doveste soffrire per la giustizia, beati voi!
Non vi sgomenti la paura che incutono e non vi agitate;

questo verso di Pietro rincara la dose. Soffriremo, siatene certi, e anche ingiustamente. Già oggi accade, senza voler scomodare i tempi apocalittici. Già oggi veniamo posti davanti a situazioni che ci incutono timore e che ci fanno agitare. Ma c’è un NON grande come Dio stesso davanti.
In quel NON è racchiusa tutta la potenza dello Spirito Santo che farà da scudo per la nostra anima e la terrà al sicuro fra le braccia del padre.
Siamo umani, Pietro e Paolo lo sapevano bene.

Anche Gesù lo sapeva…

MATTEO 14:27 «Coraggio, sono io; non abbiate paura!»

In occasione della sua “passeggiata” sulle acque Gesù si vide costretto a tranquillizzare i suoi che vedendolo camminare liberamente si spaventano…
-piccolo inciso… quanto ci spaventa il miracoloso che risiede in Cristo e la potenza che risiede in Dio? Abbiamo paura di spingerci in quel campo? Apro e chiudo parentesi –
Dicevo, Gesù, Paolo e Pietro ci devono ricordare che NON abbiamo bisogno di avere paura.
Ma perché?


Facciamo un salto carpiato indietro e arriviamo a Genesi- si perché genesi e apocalisse sono piene di parallelismi.
La prima volta che l’uomo provò il sentimento della paura fu dopo aver mangiato dell’albero della conoscenza del bene e del male, ovvero dopo aver disobbedito. La paura non faceva parte del tempo dell’eden. Ha iniziato a comparire nel mondo dopo il momento della caduta, ovvero dopo che la comunione perfetta che Dio aveva con l’uomo si era interrotta. E da quel momento in avanti ha continuato ad imperversare nei cuori di tutti gli uomini e a influenzarne le azioni.

Ne siamo soggetti oggi? Tu ed io, siamo soggetti alla paura? Sì? Allora dobbiamo parlare di questo che è davvero un problema.

2 TIMOTEO 1:7 Dio infatti non ci ha dato uno spirito di paura, ma di forza, di amore e di disciplina.

In DIO non risiede PAURA e la paura non può venire da lui. Allora, perché continuiamo a caderci se siamo “seduti” in Cristo? Forse perché razionalmente non riusciamo a rinchiudere quel sentimento così ingombrante, così pervasivo… pensiamo faccia parte di noi e lo accogliamo, d’altronde Dio ci ha fatti così, no? L’idea che il lavoro di tenere a bada la paura sia da delegare alla nostra parte razionale è una pura illusione.
La paura ci mette nella condizione anche di essere incostanti a dire di questo versetto. Ed è anche molto interessante che Paolo qui contrapponga la Paura all’amore. Credo si spieghi meglio con la riflessione che andremo a fare sul prossimo versetto.

GALATI 5:22 Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo;

Una persona che prova costantemente paura sarà in grado di amare? Di avere quello slancio naturale nei confronti degli altri? di gioire (la Bibbia altrove dice che siamo chiamati a gioire in ogni tempo)? di avere autocontrollo – pensate alle crisi di panico… perdi completamente il controllo di te, ti assale un senso di pericolo, il fiato si accorcia senza apparente motivo, inizi ad ansimare – abbiamo autocontrollo in quei momenti? Se coviamo la paura saremo in grado di avere pace, di essere fedeli (o disciplinato, costanti a dire del versetto precedente)… capite come è subdola la paura? Ma andiamo oltre, che influenze hanno sulle persone intorno a noi le nostre paure?
La paura rode dentro, nell’anima. Ed è capace di far marcire il frutto dello Spirito se gli diamo spazio…ma è capace di influenzare le nostre scelte, le nostre decisioni, e la vita delle persone intorno a noi.
Mi ha colpito recentemente parlare con una giovane mamma credente che senza nemmeno rendersene conto ha ammesso candidamente che per paura di creare in suo figlio una facciata cristiana, non gli stava insegnando niente su Dio rimandando l’argomento a quando sarebbe stato in grado di decidere. Quando la Bibbia si raccomanda di insegnare ai piccoli il timore dell’eterno in modo che quando saranno grandi non se ne allontaneranno… capite quanto la paura distorca la visione delle cose e ci porti a fare in “buona fede” l’esatto contrario di quello Dio ci suggerisce di fare?

La questione non è razionale, bensì è spirituale e affonda le sue radici in eden.

GENESI 3:10 Egli rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino e ho avuto paura, perché ero nudo, e mi sono nascosto».

In eden con la caduta dell’uomo è stato inaugurato il tempo della paura che ha regnato indisturbata per millenni spingendo l’uomo ad esserne succube e a muoversi secondo quello che la paura ha dettato e detta ancora oggi. Ma con la discesa dello Spirito Santo il dominio della paura è stato interrotto nella vita di coloro che ricevono lo Spirito Santo come loro guida, ricevono Cristo come loro salvatore e Signore e riconoscono Dio come L’unico degno di lode e adorazione, alleluia!

Lo spirito Santo è in grado di ristabilire quella connessione con Dio ad un livello che possiamo sopportare qui sulla terra e fuori dall’eden, infatti c’è scritto che nessuno può vedere Dio e vivere, ma in eden succedeva esattamente questo. Ma lo Spirito che vive ed abita in noi ci permette di farcelo “vedere”, sentire, capire, farci ABITARE in Dio, di essere “seduti alla destra di Cristo nei luoghi celesti” già da ora.

Dio ci ha fornito una arma letale per la paura: lo Spirito Santo.

La paura non può avere spazio in un cuore ripieno dello Spirito Santo.

E rieccheggiano le parole del primo capitolo di Giosuè 1:9

Non te l’ho io comandato? Sii forte e coraggioso; non ti spaventare e non ti sgomentare, perché il SIGNORE, il tuo Dio, sarà con te dovunque andrai.

Nell’antico testamento come nel nuovo, arrivando in Apocalisse, il Signore comanda a me e a te di non avere paura e di essere coraggioso. Perché?
PERCHE’ LUI HA PROMESSO DI ESSERE CON NOI, e lo ha fatto mandando lo Spirito Santo. Lui è preposto a abitare in noi, ad accompagnarci, a consolarci, a ricordarci la Parola, a innalzare attraverso di noi il Signore, a lodarlo a glorificarlo, e tutto questo produce in noi un cuore gioioso che non si preoccupa più, ma che in piena fiducia si occupa di quello che il Signore mette quotidianamente davanti da fare e che con Audacia svolge il suo compito in pienezza di vita.

Vorrei invitarti a prendere del tempo ora per riflettere insieme. Chiediamo allo Spirito Santo quali aree della tua, della mia vita, sono ancora soggette alla paura. Riconoscerle alla luce della Parola di Dio è il primo passo.
Il secondo passo è chiedere allo Spirito Santo di riempirci di lui, di una misura tale che la paura non possa più avere spazio nella nostra vita. Iniziamo a non chiamarle più le “nostre” paure, non culliamole, non diciamo siamo fatti così, non permettiamo alla paura di mettere radici nella nostra vita, nella nostra mente e nel nostro cuore, nelle nostre famiglie… La paura ci deruba di quella vita abbondante, di quella misura pigiata, scossa e traboccante che il Signore ci vuole dare della sua presenza, del suo amore, della sua pace, della sua benedizione…
Rinuncia alla paura, dai spazio all’audacia dello Spirito Santo nella tua vita.
Non voglio concludere alla classica maniera con un “Dio ti benedica”. Voglio ringraziare una cara sorella per aver rinforzato nella mia vita il concetto della costanza di Dio con la frase “il Signore ti benedice!” Stanne certo, è al tuo fianco, ha promesso di essere al tuo fianco sempre, in ogni cosa che hai affrontato, stai affrontando e che affronterai. Lui è il Signore dell’eternità.

Amen.

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La Venezia che non ti aspetti.

Quanti di voi hanno vissuto la meraviglia di vedere questa stupenda città con i propri occhi?
Noi abbiamo avuto questo onore oramai 8 anni fa. Ma i ricordi di quel viaggio sono vividissimi.
Quell’odore di mare e umidità che ti permea le ossa, le stupende ville che si specchiano in tutta la loro maestosità su quegli stretti canali in un gioco di riflessi e colori, piazza San Marco, i ponticelli, le chiesette nascoste, i dettagli, le pantegane (sì anche quelle), i colori di Burano…
C’è uno strano senso di libertà nel viaggiare, specialmente se è un momento di spensieratezza da condividere con la persona che ami, come se alcune cose potessero rimanere indietro.

In realtà niente rimane indietro. Dio ha promesso di essere al nostro fianco sempre. E man mano che vivo, questa realtà è sempre più concreta. Forse prima non ci fai caso, pensi sia il “caso”, ma dietro a quello che comunemente si chiama “caso” c’è la mano di Dio all’opera.

Stavamo aspettando il traghetto per andare a visitare l’isola di Burano. Ne avevo sentito parlare molte volte, avevo visto immagini che la ritraevano ma non avevo idea di cosa mi aspettasse, e nè avevo idea di cosa Dio avesse in piano per me.


Salimmo sul traghetto. Mi voltai. E vidi un enorme palo al quale era ancorato il traghetto, e su questo palo erano conficcati dei chiodi enormi, arrugginiti, belli sporgenti, quanto bastava per permettere alla corda che ci teneva ancorati a lui di non finire in acqua.
Fu come un flashback che mi ha riportato alla crocifissione di Cristo. Quei chiodi ebbero per i minuti successivi tutta la mia attenzione. Il mio cuore e il mio stomaco si contorcevano all’idea che chiodi simili erano stati conficcati nelle mani e nei piedi di Cristo.

Mi arrabbiai con Dio.
Quante volte lo facciamo, lo faccio… recalcitro quando Lui vuole insegnarmi qualcosa che lì per lì fa male, ma poi porta verità e maturità nella nostra vita. E la verità della croce porta con sé un messaggio importantissimo.
Non capivo quale motivo avesse per “invadere” il “mio” spazio, la “mia” vacanza, i “miei” sentimenti di gioia e allegrezza con un messaggio così crudo e forte. Perché proprio ora?
Nonostante i miei 12 anni dal battesimo forse dovevo interiorizzare ancora meglio qualcosa. E quel “qualcosa” ora lo chiamo “la forza della Croce”.
La crocifissione è sicuramente una delle torture più atroci che esistano. Non puoi alleggerire il peso sulle mani puntando sui piedi perché significherebbe fare pressione lì dove punta il chiodo sui piedi, e non puoi alleggerire la pressione sui piedi perché significherebbe aumentare la pressione sui chiodi che sorreggono le mani. Aggiungiamo a questo le torture delle frustate, la corona di spine, il costato trafitto…

E tutto questo… per me?
Una ragazza ingrata che in quel momento non voleva intrusi nella sua vacanza?
Carlo vide il mio viso… capì subito che dentro di me stava succedendo qualcosa.
“Cosa succede?” mi chiese.
Io, superba, ingrata, vergognosa “Niente”.
“Che c’è?” mi richiese più dolcemente.
In mezzo a tutta quella gente non volevo parlare di quello che stavo provando.
Accennai un “Quel palo… quei chiodi… mi ricordano…la…”
“La Crocifissione di Gesù… Dillo, non esitare…” disse lui con quella sua semplicità disarmante. Io non avevo il coraggio di dire quelle parole. Non lì, non in quel momento. Le disse lui per me.
Mi voltai, guardai il mare, e lasciai che la brezza portasse via le lacrime ingiuste che rigavano il mio viso.

Mi stavo vergognando di Cristo.
Mi sentii come se lo stessi tradendo.
Sara. Avresti dovuto esserci tu su quella Croce. Era la tua carne quella che doveva essere forata, non la sua. Eppure lui era lì appeso. Per te. Perché Dio ha scelto di amarti quando ancora non lo conoscevi dandoti una via al suo cuore. La grazia, non ricordi? Gesù al posto tuo.

La grazia.
Quella alla quale mi appellai immediatamente per “rimediare” a quanto avevo fatto… o meglio, NON avevo fatto, ovvero essere testimone in ogni momento del suo amore e della sua grazia.
Quella alla quale mi appello tutti i giorni per “rimediare” alle miliardi di cose che sbaglio e che voglio migliorare di me.
Già, “rimediare” l’ho messo volutamente tra virgolette ben due volte. Sì, perché l’unico suggerimento che Cristo dà al peccatore è “Và, e non peccare più”: non indugiare nell’errore, correggiti, non perché da solo puoi dimostrargli quanto vali, ma perché, reso libero dall’amore di Cristo per te dal dover dimostrare chissà cosa, tu possa nella libertà cambiare per amore di Cristo.
E per amore di Cristo poi sei disposto a fare cose che prima non avresti mai fatto. La croce ci potenzia. Ecco perché la chiamo “la forza della Croce”.

E io dovevo andare a Venezia per capirlo.

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Vicini ma lontani!

Queste tre parole caratterizzano il ricordo che ho di mio nonno, Mauro.
Potreste pensare che vivessimo a centinaia di chilometri, invece vivevamo nella stessa provincia, io con i miei genitori a Como, lui da solo a 5 km di distanza in un paesello dell’Insubria (ho perso mia nonna quando avevo 7 anni, e lui quando ne avevo 14).
In quel “Vicini ma lontani”, ripetuto più volte nel tempo, nonno intendeva un mucchio di cose: era abbastanza lontano nel senso di discreto, distante, per permettere alla mia famiglia una piena autonomia e libertà decisionale; non è mai stato pesante, pressante o possessivo, piuttosto autonomo e che spronava gli altri all’autonomia. Uomo abituato ai traslochi (è stato in grado a 67 anni di farne ancora uno senza troppo pensarci su) era sempre pronto e aperto al cambiamento tanto da accettare Cristo e battezzarsi all’alba dei 70.
Allo stesso tempo era vicino. Vicinissimo. Ricordo il suo fare dolce, calmo amichevole, sicuro di sé… sempre pronto a farmi scoprire una delle sue mille passioni, sempre interessante, sempre giocherellone ma mai esagerato, sempre equilibrato. Sapeva benissimo quali fossero i limiti e non li valicava mai, per il bene di tutti. C’era sempre aria di libertà intorno a lui. E lui era nonno, e io la nipote, suo sangue.

Perché vi sto raccontando questi dettagli?
Oggi ho sentito una cara amica che è risultata positiva al covid. Ci conosciamo da quando siamo piccole. Non ci sentiamo spessissimo, ma sappiamo di esserci l’una per l’altra. C’è un amore che va al di là della frequentazione, io lo chiamerei “legame di sangue” e ovviamente mi riferisco al fatto che anche lei è una cristiana e il nostro legame di sangue esiste grazie al sangue di Cristo sparso per noi.

Mi ha scritto che per lei era confortante saperci vicini.
E io le ho risposto “Siamo sempre vicini, siamo membri di un unico corpo. Come potremmo mai stare lontani?”

E mi è venuto in mente il brano in cui Dio chiede a Caino dove si trovasse suo fratello Abele (vedi Genesi 4:9) Caino risponde seccamente “Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?”.
La risposta di Dio mi fa ogni volta tremare le ginocchia: “CHE HAI FATTO?”.
Solo su queste tre parole ci sarebbero da scrivere decine di righe.
Forse la frase che sto per dire è un po’ forte, ma ci sta.

DIO VUOLE CHE SIAMO GUARDIANI DELLA VITA DEI NOSTRI FRATELLI. Nel bene e nel male abbiamo una responsabilità nei confronti delle persone che Dio ci mette accanto. E prima ci rendiamo conto di quanto è importante questa cosa, meglio è.

Colossesi 3:5-17 ci dà un’idea molto chiara di come Caino avrebbe dovuto comportarsi nei confronti di suo fratello e nei confronti di Dio (andatelo a leggere con attenzione). E questo non è l’unico elenco di questo genere. In un sacco di altri punti del Nuovo Testamento si parla di correggersi, di esortarsi, di recuperarsi reciprocamente.
E questo non si fa solo con una preghierina “placa coscienza” rivolta a Dio per i nostri fratelli. Questa è pura religiosità.

Noi siamo chiamati a costruire RELAZIONI.
RECIRPOCHE.
Di AMORE in CRISTO.
NON SOFFOCANTE.

Pensateci bene.
La correzione fatta nella pressione e nella coercizione diventa tortura.
L’esortazione fatta nella pressione e nella coercizione diventa imposizione.
Il recupero fatto nella pressione e nella coercizione diventa una falsità di breve durata.

Ricordiamoci che siamo un corpo. Un’organo del corpo non può fare male ad un’altra parte del corpo stesso. Se questo avviene si inizia a parlare di cancro o di malattie autoimmuni.

Ma la crescita, la cura reciproca nell’amore per mezzo della rivelazione di Cristo che abbiamo tramite il suo Spirito Santo produrranno sempre vita. Ognuno deve fare esattamente quello che Cristo – il capo – lo ha chiamato a fare proprio come il membro del corpo esegue gli ordini che arrivano dal cervello. Ma l’interconnessione che c’è fra organi è innegabile, fosse soltanto anche per il flusso di sangue che vi scorre (… toh, quello che poco sopra ho soprannominato legame di sangue).

Siamo vicini, fratelli. Più di quanto immaginiamo.
Ma ricordiamo che dove c’è Cristo c’è libertà.
Lontani… ma vicini.

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Aria di casa

Avevo appena preso Irene dall’asilo e stavamo ritornando nel nostro comune.
Sulla strada del rientro ho proprio avvertito quella bella sensazione di essere vicina a casa, in un luogo che conosco bene, del quale conosco ogni buco sulla strada, ogni albero, nel quale mi so districare con dimestichezza…
E ragionando ancora ho pensato che in realtà c’è voluto del tempo prima che dentro di me potessero stratificarsi immagini, dettagli, profumi, luci, che mi facessero riconoscere questo piccolo paese come “casa” e a farmi sentire parte, dimorante, residente…
Anche per sentirsi a casa nel nostro condominio c’è voluto del tempo: tempo per conoscere i vicini, la struttura, la storia, ogni singola crepa…
Idem per il nostro appartamento. Oggi il nostro muratore mi faceva notare che sono un caso anomalo di “cliente consapevole” dei dettagli del proprio appartamento, tanto da sapere anche la situazione delle scatolette di ispezione elettriche (è vero, ho un debole per i cavi, elettrici o audio che siano).
Quella che comunemente viene chiamata “aria di casa” viene distintamente avvertita anche da Irene sin da quando era piccina: puntualmente quando siamo in macchina è in grado di addormentarsi a due kilometri da casa, e questa cosa è successa decine e decine di volte. E’ come se anche lei riconoscesse la strada, capisse che a casa ci si può rilassare, e… Ronf!

E poi ho pensato a noi cristiani, cittadini già da ora di un regno fisico che non c’è e che non sappiamo ancora come sia, ma del quale Dio ha voluto darci diverse informazioni, sottolineando che sarà perfetto e con Cristo come capo.
Pensavo che le informazioni in merito al regno di Dio possiamo viverle sulla nostra pelle già oggi perché il regno di Dio fisico è preceduto dal regno Spirituale nel quale già stiamo vivendo. E le conoscenze su questo regno spirituale non si acquisiscono studiando, ma solo “DIMORANDO” in Dio e permettendo alla sua Parola (Cristo) di dimorare in noi attraverso lo Spirito Santo.
E pensavo alla via che conduce a quel regno. Sia che si tratti del rapimento, sia che si tratti del dover attraversare la morte, ora che comprendo ancora più a fondo che dall’altra parte c’è il mio Sposo che è Cristo, tutto assume un sapore diverso.
Non c’è l’incertezza eterna, ma c’è la certezza di una luce eterna che scalderà i nostri cuori per sempre.
Non c’è il terrore di come sarà di là, ma c’è la sicurezza di arrivare a casa.
La morte, la fine, non è casa nostra.
La vita eterna nell’amore di Colui che ci ha amati fin dalla fondazione del mondo. Quella è casa nostra.

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Work in progress

Carissimi messaggeri, 

chi ci segue durante gli incontri online sa (perché è stato abbastanza evidente) che ci siamo visti costretti a fare degli urgenti lavori di manutenzione in casa.
Con il muratore abbiamo iniziato a vedere il dafarsi, e man mano che i giorni passavano, il quantitativo di interventi aumentava: ci si accorgeva di una stortura qui, di un difetto lì, della necessità di aggiungere una luce in un punto specifico, di una piastrella staccata là.. Eppure la nostra casa non ci sembrava così “storta” e conciata ad occhio nudo! Sì beh ovviamente c’erano diverse imperfezioni… ma quando abbiamo iniziato, metro alla mano, a prendere qualche misura ci siamo accorti di un sacco di dettagli che ad occhio nudo non avremmo mai notato. Come potevamo intervenire? In alcuni punti abbiamo demolito per ricostruire, in altri abbiamo dovuto coprire con del cartongesso per evitare che la casa diventasse tutta piena di detriti e polvere da ripulire (tenete presente che durante i lavori noi abitavamo l’appartamento e questa opzione era quasi una questione di sopravvivenza).

Tutto questo ci ha fatto riflettere molto sulla vita. Noi siamo l’edificio (per dirla biblicamente, “il tempio”). Ci guardiamo e pensiamo “beh dai poi tutto sommato non sono così male”… questa frase siamo in grado di dirla solo quando non iniziamo a prendere il metro perfetto di Dio e ci iniziamo a misurare. A quel punto tutte le storture vengono in evidenza e a quel punto abbiamo due opzioni: o permettiamo a Dio di lavorarci, demolire quello che non va di noi per poi ricostruirci dritti, oppure copriamo con del buon “cartongesso” quello che siamo pur di non andare incontro ad ulteriori difficoltà. E sappiamo benissimo tutti che il lavoro su noi stessi è il lavoro più difficile in assoluto. Ma se Dio ci spinge a cambiare e ci sostiene in questo cambiamento tramite l’azione dello Spirito Santo, potremo vedere le nostre vite trasformarsi.
Non tanto perché noi siamo o possiamo. Ma perché Dio è Dio e può. Abbiamo sentito troppe volte i discorsi motivazionali e ne abbiamo visto i frutti, dentro e fuori la chiesa, per non comprendere che tutto quello che poggia sulle nostre capacità tende a fallire miseramente. E’ facile per l’uomo essere indulgente con se stesso, ma questa è una trappola mortale. Gesù paragonò i religiosi che si davano arie di essere buoni e bravi a dei “sepolcri imbiancati”, ovvero persone che si credevano “tempio”, ma che in realtà erano luoghi di morte imbelliti. Già, perché dove regna l’IO, arriva la morte. Ma dove regna DIO c’è vita. E non solo a sufficienza, ma traboccante.
La domanda finale è una.
Siamo pronti a fare “demolire” le nostre storture dal grande Architetto?

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Fuori dal deserto (i 3 stati del percorso spirituale)

Fuori dal deserto (i 3 stati del percorso spirituale)
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Attraverso il viaggio del popolo di Israele dall’Egitto alla terra promessa, passando attraverso il “deserto” (letteralmente luoghi desolati), vedremo come il Signore ci voglia parlare per farci capire i 3 livelli del percorso spirituale. Vedremo anche che Gesù venendo sulla terra fu 100% Dio e 100% uomo, e in quanto tale e per mostrarci la via da seguire ed essere un esempio per noi, dovette anche Lui passare attraverso questi 3 stati spirituali. Impareremo a conoscere le loro caratteristiche e cosa ci insegnano. Impareremo anche che c’è un modo per velocizzare il processo, ed un modo per rallentarlo. (Esodo 1:8-14, Matteo 3:13-4:2, Deuteronomio 8:2, Romani 8:14, Giosuè 5:6)

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Perdono e grazia

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Matteo 18:21-35 parla del perdono, ma ad un lettore attento non sfuggono i potenti insegnamenti legati alla “grazia” di Dio. Parlando del “debito salato” che il servitore, in rappresentanza di ogni essere umano, ha con il “re” capiremo quanto è buono Dio, ma anche quanto è stupenda questa grazia. Paragonando questo brano con quello di Efesini 2:1-10, approfondiremo che rapporto c’è tra grazia, fede e opere. Capiremo cosa insegna la religione umana, cosa insegna Dio nella Sua Parola e qual’è il prezzo pagato da Gesù sulla croce. Un prezzo così alto che nessuna azione umana potrà ripagare, ma in quanto riscattati, non viviamo più per noi stessi, ma per compiere le “buone opere che Dio ha preparato”.