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Ateismo e Bibbia – I 5 diritti di Dio

Hanno ragione gli atei o i credenti? Chi si pone questa domanda ha molto probabilmente frainteso il significato di fede. Io stimo moltissimo gli orologiai, perché fanno un qualcosa di cui io non capisco quasi niente. Tu pensa che quando ero piccolo, spesso i miei orologi non funzionavano. Allora io prendevo un cacciavitino, aprivo l’orologio, smontavo cose all’interno di quell’orologio, facevo qualcosa, e poi richiudevo l’orologio. A volte funzionavano, ma spesso rimanevo con qualche vitina che mi avanzava. Con il tempo ho imparato che se mi avanzava qualche vitina, di lì a poco l’orologio si rompeva in maniera irreparabile. L’esempio della mia infanzia con l’orologio mi è utile per spiegare che la fede è essenzialmente capire che, come un orologio non si crea da solo o per caso ma ha bisogno di un orologiaio, così il mondo, che è miliardi di miliardi di volte più complesso di un orologio, deve essere stato creato da un’intelligenza miliardi e miliardi di miliardi di volte superiore rispetto ad un orologiaio. Nei prossimi minuti dunque vedremo che chiunque può avere fede in Dio, proprio come la avremmo verso l’orologiaio che ci vende l’orologio. Vedremo inoltre come fare per averla. E vedremo quanto è semplice incontrare Dio e conoscerLo.

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Dio è buono

In questo messaggio vedremo che Dio è buono, scopriremo perché lo è, e perché è importante ricordarselo!

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La ricompensa della preghiera

La ricompensa della preghiera
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Forse hai una malattia, un disturbo, un problema. La domanda che ti poni è: come posso ottenere guarigione? Liberazione?

Abbiamo già sperimentato che non è attraverso i nostri sforzi, allora uno potrebbe pensare che forse ci sono dei trucchetti? Oppure che dobbiamo tenerci le nostre malattie e sofferenze? O forse dobbiamo intenerire Dio attraverso i nostri pianti?

Oggi e nel prossimo incontro parleremo di questo e del potere della preghiera e dell’intercessione.

Quando abbiamo bisogno del tocco di Dio per risolvere i nostri problemi, cosa dobbiamo fare? Alcuni puntano tutto sull’intercessione, altri sulla proclamazione, altri sull’impietosire Dio. Oggi vorrei enfatizzare alcuni aspetti che hanno rilevanza per il risultato sulla tua vita.

Forse hai una malattia, un disturbo, un malessere, uno scoraggiamento profondo. Io credo che essere in sintonia con Gesù consenta la manifestazione di Dio.

MATTEO 6:6-8 Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa.
Nel pregare non usate troppe parole come fanno i pagani, i quali pensano di essere esauditi per il gran numero delle loro parole. Non fate dunque come loro, poiché il Padre vostro sa le cose di cui avete bisogno, prima che gliele chiediate.

– Questo brano è l’introduzione al Padre nostro. E’ l’insegnamento sul potere della preghiera e su come farla.

Ci sono almeno tre aspetti che vorrei sottolineare da questo brano e che di solito non vengono compresi da quelli che conoscono il “Padre nostro”:

– c’è una ricompensa nell’aprire il nostro cuore a Dio nel segreto. Non servono catene di preghiera. Non serve mobilitare i cristiani. Non serve la preghiera in “accordo”. E’ vero che è scritto se due o tre si accordano”. Ma qui Gesù parla di preghiera “nel segreto”. (1)Prega nel segreto e (2)aspettati la ricompensa!

– Inoltre devi pregare sapendo che (3)Dio in realtà già sa di cosa hai bisogno. Se piangi e ti strappi i capelli come facevano i pagani, non otterrai di più, al contrario otterrai di meno! Non credere che Dio sia distratto o abbia bisogno di essere sensibilizzato sui tuoi problemi, non è questo lo scopo della preghiera e dell’intercessione. Se sei disperato piangi, ma non piangere o urlare pensando che in questo modo convinci Dio! Non fare come i pagani che usano “troppe parole”. Anzi dice che già sa di cosa abbiamo bisogno, quindi forse siamo noi a non sapere di cosa abbiamo bisogno. Forse la preghiera serve per farmi capire di cosa ho bisogno veramente, anche quando sono malato. O più probabilmente è il modo per entrare in sintonia con Dio!

Infatti non credere che Dio sia crudele e che non voglia operare, per cui serva convincerLo. Dio è buono!

LUCA 18:19 Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne uno solo, cioè Dio.

– A un bravo religioso che però vedeva Gesù solo come un bravo maestro umano, Gesù dice che nessuno sulla terra è veramente buono, ma solo Dio lo è. Se non vedi la guarigione o la liberazione, non accade perché Dio è cattivo, ma perché in questo momento la bontà si manifesta così!

– Certo io mi aspetterei di essere guarito subito, o liberato, però Lui (che è il solo veramente buono) agisce quando è il momento giusto.

Per me che sono malvagio è il prima possibile, per Lui che è Buono invece è un momento esatto che conosce Lui. In merito alle 5 domande per la corretta informazione “Chi, dove, come, quando e perché”, Dio è il Chi, e Lui sa il quando e il perché!

Sarebbe bello che il Quando fosse “ora”, ma solo chi è il “Chi” sa il “perché” del “quando”. Lo rileggo che forse diventa difficile da capire.

Dio è il “Chi” che opera, e Lui sa le risposte alle altre 4 domande: cioè dove, come, quando e perché operare e liberare.

Bada bene che io credo ai miracoli e li ho visti. In tanti anni ho capito però che la risposta non è “tutto e subito”. Mia figlia è così (come tutti i bambini), sempre, “tutto e subito”, è un atteggiamento infantile che io e te chissà quante volte abbiamo avuto. Invece solo Dio sa come, dove, quando e perché. A noi sta di essere in attesa di Cristo Gesù, della Sua persona, non del Suo dono.

Dio non è sordo perché con il Padre nostro ci chiede di incontrarLo nel segreto e parlarGli, vuol dire che sente! Inoltre non è cattivo perché “uno solo è il Buono”! Allora perché io sto nella sofferenza?

ROMANI 5:12 Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e per mezzo del peccato la morte, così la morte si è estesa a tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato;

– Noi partiamo in una situazione di debolezza e di caduta, e necessitiamo del rialzamento. La morte e la malattia sono venute per la caduta dell’uomo, non per volontà di Dio. Se vivi la malattia, o dei legami, sappi che non è per volontà Sua. Certo Dio è Onnipotente e può intervenire, ma devi sapere che non ci darà mai una bacchetta magica per risolvere tutti i nostri problemi perché poi penseremmo di non aver più bisogno di Lui. Piuttosto agirà in modo da mostrare la Sua gloria per il “vero” nostro bene, che conosce solo Lui in quanto “Buono”!

GIOVANNI 9:3 Gesù rispose: «Né lui ha peccato, né i suoi genitori; ma è così, affinché le opere di Dio siano manifestate in lui.

– Alla domanda dei discepoli, se la condizione del cieco nato fosse colpa sua o dei genitori, Gesù sposta lo sguardo dalla colpa all’occasione per la gloria di Dio nel malato! Manifestare le opere di Dio in lui! La volontà di Dio è manifestare le Sue opere!

Sarebbe bello fosse “subito”, ma a volte non è così. Spesso ho pensato nella mia vita “Il Signore adesso opererà perché così potrà ricevere molta gloria”, ma poi non succedeva perché solo Lui sa come devono andare le cose.

– Se non vogliamo essere confusi dal disorientamento, abbiamo bisogno di sentire da Lui i Suoi tempi ed essere in sintonia con Lui.

CONCLUSIONE. Il messaggio di oggi è la prima parte, se Dio vuole concluderò la prossima settimana. Per ora vorrei fossero chiari i seguenti aspetti:

1 – Prega nel segreto (non serve essere plateali, proprio come Gesù dice che quando digiuniamo non dobbiamo mostrarlo)

2 – Aspettati la ricompensa. Così Dio ha deciso. Serve avere aspettativa nella ricompensa

3 – Dio già sa, per cui goditi il viaggio. Sì forse hai una malattia o delle preoccupazioni gravi, ma Gesù ti dice di non usare “troppe parole” perché non servono, piuttosto goditi i momenti di adorazione, il tuo tempo con Dio

4 – Dio è buono. Lui sa quale sia il modo giusto di agire, non ha bisogno di consigli

5 – Il peccato, la sofferenza, la malattia e la morte non sono venute nel mondo per volontà di Dio, quindi non sono la Sua volontà per te (benché possa permetterle).

6 – Lui vuole manifestare le Sue opere, soprattutto quando stai sperimentando sofferenza. Gesù ci ha insegnato a pregare affinché venga il regno di Dio, altrimenti non viene. Per cui ci sprona a pregare come strumento per l’esaudimento.

7 – Come ho detto nello scorso messaggio: confida in Lui (=affida la tua vita e le tue preoccupazioni a Dio con fiducia). Confida nella Sua bontà, nella Sua attenzione ai tuoi problemi, nella Sua potenza e nel Suo amore. Non focalizzarti sulle problematiche intorno a te, ma trova la gioia in Dio. Siamo qui per amare Dio e amare il prossimo. I problemi sono opportunità per vedere la mano di Dio all’opera e l’amore di Dio tangibile in questo mondo, se gli affidiamo le cose che ci sono a cuore.

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Aspettare e sperare nel Signore

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Hai mai sentito il modo di dire “Aspetta e spera”? Di solito “Sì, aspetta e spera!”. Dalle mie parti è molto frequente. E’ un modo per dire che quella cosa non succederà mai!

In realtà è un controsenso in quanto “sperare” è qualcosa di positivo, e di solito basato su qualche prova di successo, ben lontano dall’uso che molti ne fanno. Oggi voglio parlarne legando la speranza alla fede (è così la fede cristiana: fede e vera speranza insieme, altrimenti da sole non reggono), e vedremo che quando siamo in sintonia con il Signore, la speranza è un anticipazione del risultato positivo, del miracolo! E ciò era così anche nell’Antico Testamento, con il popolo di Israele era così:

SALMO 27:13-14 Ah, se non avessi avuto fede di veder la bontà del SIGNORE sulla terra dei viventi! Spera nel SIGNORE! Sii forte, il tuo cuore si rinfranchi; sì, spera nel SIGNORE!

– Il testo “Ah se non avessi avuto…” è un modo di dire ebraico come per dire “guai a me se avessi avuto un altro atteggiamento invece del confidare in Dio! In tal caso sarei stato scoraggiato e depresso”. In tal caso avrei vissuto infelice e senza speranza!

E come dicevo, la fede e la speranza devono andare a braccetto! Se hai fede in Dio, e hai fede che Lui opererà nella tua vita, allora hai la vera speranza! Una speranza che ti cambia la vita, e ti fa superare le difficoltà. Se invece speri che prima o poi le cose si sistemino, non accadrà! Questi versetti in sostanza dicono: “Dio è buono, io sono Suo figlio, Lui mi ama, quindi ho fiducia per aspettarmi che mostrerà la Sua bontà sulla mia vita (magari non proprio come me l’aspetto io, ma comunque sperimenterò la Sua bontà in modo tangibile), e proprio grazie alla fede nel fatto che sperimenterò la Sua bontà, posso sperare nel Signore ed essere forte e rinfrancato contro ogni difficoltà! Quindi anima mia, non guardare le difficoltà ma guarda il Signore e legati a Lui!”

Scusate la versione lunga, non è una traduzione ma una spiegazione del concetto espresso da questi versetti.

Hai mai avuto bisogno dell’opera di Dio su alcune situazioni? Hai mai desiderato urgentemente qualcosa? Dio è buono e ti ama, per cui ha “in gestione” queste necessità, che potrebbero risolversi in maniera differente e in tempi diversi da ciò che aspettavi, ma si risolveranno, quindi rinfrancati!

Adesso approfondiamo insieme il concetto biblico di “sperare nel Signore” che è strettamente collegato con l’ “aspettare il Signore” e vedremo perché. Vediamo cosa vuol dire aspettarLo e sperare e quale dovrebbe essere il nostro atteggiamento durante l’attesa?

Il termine ebraico per “aspettare” è “Qavàh”= deriva originariamente dal concetto di legare insieme o attorcigliare nel senso di raccogliere insieme, e per cui nel linguaggio comune significa torcere, allungare, aspettare, pazientare e soprattutto sperare. Quando troviamo questo verbo nella Bibbia ebraica, ci fa capire che “aspettare il Signore” o “sperare nel Signore” significa essere legati al Signore, alla Sua azione, ai Suoi tempi, alla Sua volontà, alla Sua bontà e alla Sua saggezza con speranza e fiducia in Lui. Anche se ti senti torcere, allungare, stropicciare, questo è il lavoro necessario affinché possiamo essere legati a Dio. Spesso può non piacerci, spesso potremmo stare male per questo, ma il Signore conosce la strada migliore. Fidati di Lui!

Nei 2 versetti che abbiamo letto, ciò che viene tradotto con sperare, è appunto Qavàh, cioè aspettare con speranza, fiducia e aspettativa verso la bontà di Dio sulla nostra vita. Vediamo anche il

SALMO 25:1-5 A te, o SIGNORE, io elevo l’anima mia. Dio mio, in te confido; fa’ che io non sia deluso, che i miei nemici non trionfino su di me. Nessuno di quelli che sperano (qavàh) in te sia deluso; siano confusi quelli che si comportano slealmente senza ragione. O SIGNORE, fammi conoscere le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Guidami nella tua verità e ammaestrami; poiché tu sei il Dio della mia salvezza; io spero (qavàh) in te ogni giorno.

– Questo è l’atteggiamento di qualcuno che è ferito e attaccato dal male e dai nemici. Ma nonostante ciò non è abbattuto perché conosce un riparo, un rifugio, una zona di sicurezza. Sa che arriverà del bene perché si appoggia su una certezza che lo sostiene. Questi 2 salmi furono scritti da Davide, evidentemente quando era in difficoltà per qualcosa, o quando era in pericolo di vita. Anche il prossimo Salmo fu scritto da Davide, sicuramente dopo i primi 2.

SALMO 40:1-5 Ho pazientemente (qavòh) aspettato (qiviti) il SIGNORE, ed egli si è chinato su di me e ha ascoltato il mio grido. Mi ha tratto fuori da una fossa di perdizione, dal pantano fangoso; ha fatto posare i miei piedi sulla roccia, ha reso sicuri i miei passi. Egli ha messo nella mia bocca un nuovo cantico a lode del nostro Dio. Molti vedranno questo e temeranno, e confideranno nel SIGNORE. Beato l’uomo che ripone nel SIGNORE la sua fiducia, e non si rivolge ai superbi né a chi segue la menzogna! O SIGNORE, Dio mio, hai moltiplicato i tuoi prodigi e i tuoi disegni in nostro favore; nessuno è simile a te. Vorrei raccontarli e proclamarli, ma sono troppi per essere contati.

– Quest’estate ho scalato due montagne molto ripide. Erano così ripide che ho fatto praticamente un livello base di arrampicata. Mi servivano sia le mani che i piedi. Avevo bisogno di sostegno, non bastavano i piedi. Non bastavano i piedi e una mano, serviva tutto, due piedi e due mani! Quando sei nel pericolo, quando sei nella prova, devi lasciare ogni altra cosa e aggrapparti alla roccia! Avevo i bastoncini, ma mi erano di ostacolo, quindi li ho lasciati, per avere le mani libere per aggrapparmi. Così è nella vita cristiana, non puoi tenere altre cose, non puoi portarti le tue distrazioni, ma solo abbandonarti completamente alla roccia che è Cristo!

Leggendo questo salmo vediamo un enorme stacco rispetto ai primi 2. Prima avevamo qualcuno nei problemi, ma che sperava e aspettava una liberazione, essendone certo, essendo aggrappato ad una roccia. Nel terzo abbiamo qualcuno che ha sperimentato la liberazione, qualcuno che ha creduto l’impossibile, e l’ha visto concretizzarsi. Questi 3 Salmi presi separatamente sono di incoraggiamento e di insegnamento, presi insieme sono una testimonianza di una vita che è stata trasformata dalla bontà di Dio. Un Dio che opera in coloro che credono e “sperano” in Lui, cioè aspettano non distraendosi con i propri sentimenti e le proprie percezioni umane, ma legandosi al Signore, crescendo nel Signore, aggrappandosi al Signore e unendo la propria vita alla Sua.

LAMENTAZIONI 3:24-26 «Il SIGNORE è la mia parte», io dico, «perciò spererò in lui». Il SIGNORE è buono con quelli che sperano in lui, con chi lo cerca. È bene aspettare in silenzio la salvezza del SIGNORE.

-CONCLUSIONE. Sperare e aspettare Dio, non sono un semplice intrattenersi nella vita sulla terra, immaginando che forse Dio un giorno si ricorderà di noi, ma è il vivere una vita stretta stretta a Dio, con la certezza che Lui compirà il bene e il meglio, nella nostra vita o come sta scritto “sulla terra dei viventi”. Dio ci ha a cuore veramente e fa solo quello che è giusto! La nostra percezione, nel migliore dei casi, può solo avvicinarsi alla verità!

Il Signore è buono “con quelli che sperano in Lui, con chi lo cerca”. Se tu Lo cerchi, Lui sarà buono con te! Ne deduco che se non Lo cerchi, o non speri in Lui, ma cerchi e speri nelle tue capacità, nei tuoi piani, etc… Lui non sarà buono con te! Comunque “è bene aspettare in silenzio la salvezza del SIGNORE”. Se vuoi il bene per la tua vita, aspetta in silenzio la salvezza e la liberazione del Signore! E’ questo ciò di cui abbiamo bisogno. Non di una chiesa più grande. Non di un governo migliore. Non di un lavoro migliore. Non di vivere in una città o una nazione migliore, ma di “aspettare in silenzio la salvezza del SIGNORE”, come diceva il salmo “spera in Dio!”. E ricordo che “aspettare” e “sperare” vuol dire legarsi al Signore, avere fiducia nella Sua bontà. Quindi resta in silenzio e poni la tua fiducia nella bontà del Signore e nella Sua salvezza, perché se riponi la tua fiducia in Lui, vedrai la Sua bontà!