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Rosso e oro i colori della Pasqua

In questo messaggio vedremo il rosso e l’oro che c’è nel messaggio di Pasqua. Capiremo il perché della morte in croce, e perché è fondamentale per te e me!

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PENTECOSTE Lo Spirito Santo che equipaggia ancora oggi

Vuoi conoscere meglio lo Spirito Santo? Vuoi capire perché secondo Gesù è così importante per te? Vuoi capire se ti manca qualche equipaggiamento spirituale? In questo video approfondiamo ciò che la Bibbia insegna su questa persona così importante. Rimani con noi

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Pasqua di Liberazione

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Oggi parleremo del significato delle feste bibliche, concentrandoci sulla Pasqua. Pasqua guarda all’uscita del popolo di Israele dall’Egitto, ma anche all’uscita dei credenti dal regno delle tenebre.

Gesù infatti venne crocifisso a Pasqua. “Ma come? La religione mi ha insegnato che il giorno di Pasqua è la domenica in cui Gesù è risorto!” Ehm…le cose non stanno proprio così visto che la pasqua ebraica non può mai capitare di domenica ma solo di lunedì, mercoledì, venerdì o sabato (non la domenica che è uno dei giorni vietati) e semmai è la festa delle Primizie (che si svolge appunto la domenica seguente alla Pasqua) che è collegata con la risurrezione di Gesù, quindi tralasciamo quello che dice la religione, rimani con me e vediamo cosa dice Dio riguardo il messaggio delle feste bibliche, oggi in particolare affrontiamo il messaggio della Pasqua e della collegata festa degli azzimi!

Oggi approfondiamo le feste bibliche e vedremo che non sono dei semplici rituali religiosi. Esse erano principalmente ombre, immagini, raffigurazioni, e attraverso di esse Dio ha voluto profetizzare, rivelare, eventi futuri legati al piano soteriologico (cioè di salvezza e redenzione) ed escatologico (legato agli ultimi tempi, dalla parola greca Eskatos = ultimo). Sono state istituite 1.400 anni prima di Cristo e alcune di queste profezie si sono già compiute con la prima venuta di Cristo nel giorno esatto della festa, mentre altre indicano la seconda venuta, il regno millenniale e l’ordine eterno (presumibilmente anche queste si adempiranno nel giorno esatto). Le feste bibliche quindi ci spiegano la salvezza e la fine dei tempi!

– Cosa intende Dio per feste?

LEVITICO 23:2 «Parla ai figli d’Israele e di’ loro: “Ecco le solennità del SIGNORE, che voi celebrerete come sante convocazioni. Le mie solennità sono queste.

– Il termine per solennità/festa è Mo’ed e letteralmente significa “appuntamento”. E’ un termine che deriva da una radice che esprime il concetto di “scopo”, “obiettivo”. Ciò significa che il messaggio delle feste bibliche è avere un appuntamento con Dio dove poter parlare con Lui e capire i Suoi obiettivi.

– Come vedremo in Col. 2, sono un ombra, cioè comunicano un messaggio che si concretizza e si capisce più avanti.

COLOSSESI 2:16-17 Nessuno dunque vi giudichi quanto al mangiare o al bere, o rispetto a feste, a noviluni, a sabati, che sono l’ombra di cose che dovevano avvenire; ma il corpo è di Cristo.

– Qui sta dicendo che se rispetti feste e cibi, oppure se non li rispetti, non cambia niente per quanto riguarda la tua salvezza. Chi rispetta le feste e i cibi è salvato solo grazie al sacrificio di Cristo. Chi NON rispetta feste e cibi è salvato solo grazie al sacrificio di Cristo. Quindi le feste o il non festeggiare le feste, non serve per la salvezza. Allora a cosa servono le feste e i cibi? Servono a spiegare il “corpo” cioè la sostanza, il messaggio, che è di Cristo.

Letteralmente dal testo originale è scritto “…sono semplicemente un ombra di ciò che DEVE venire, ma la SOSTANZA è di Cristo”. Le feste servivano a preannunciare eventi futuri, la cui sostanza riguarda Cristo. Non erano banali festicciole religiose, ma informazioni che preannunciavano il futuro dell’umanità e a ricordarci di Dio. Di conoscerLo e vivere con Lui dedicando anche del tempo esclusivo con Lui. Molto forte è il messaggio di conoscerLo: Dio rivela sé stesso e i Suoi piani tramite i dettagli delle feste.

1 CORINZI 5:6-8 Il vostro vanto non è una buona cosa. Non sapete che un po’ di lievito fa lievitare tutta la pasta? Purificatevi del vecchio lievito per essere una nuova pasta, come già siete senza lievito. Poiché anche la nostra Pasqua, cioè Cristo, è stata immolata. Celebriamo dunque la festa non con vecchio lievito, né con lievito di malizia e di malvagità, ma con gli azzimi della sincerità e della verità.

– Siamo in questo mondo per celebrare una Pasqua, cioè Cristo. Lui è stato immolato per noi e noi dobbiamo celebrare la nostra Pasqua usando una nuova pasta senza lievito. Dobbiamo festeggiare non con vecchio lievito (malizia, malvagità) ma con azzimi (sincerità e verità).

– I veri credenti celebrano ogni giorno e incessantemente la nuova Pasqua: Gesù Cristo. Come i giudei celebravano la pasqua con pani azzimi, allora stesso modo i credenti celebrano la loro Pasqua eterna con una vita priva di lievito.

– Adesso approfondiamo il significato della Pasqua. Il termine ebraico per pasqua è Pesach e significa “passare oltre” e ci ricorda il periodo in cui il popolo di Israele era schiavo in Egitto. All’ultima piaga (la strage dei primogeniti) chi metteva il sangue di un agnello senza difetto sullo stipite della porta, vedeva la salvezza: l’angelo della morte sarebbe “passato oltre” la porta di casa senza entrare e quindi senza uccidere il primogenito. Quel giorno è commemorato ogni anno con la festa di Pesach.

Pasqua quindi ricorda il male dell’uomo che merita di pagare i propri sbagli con la morte e il giudizio, e ci introduce la necessità del pentimento, di riconoscere il proprio bisogno di Dio. Hai bisogno di Dio? Certo che ne hai! Tutti ne abbiamo, anche se spesso cerchiamo di negarlo! E Dio è venuto a me e a te nelle vesti di Gesù il Messia, la nostra Pasqua, il liberatore, proprio per pagare con la propria vita e il proprio sangue il prezzo della nostra condanna e dei nostri errori spargendo il Suo sangue sugli stipiti della nostra vita. Serve solo una piccola cosa, porre tutta la nostra vita e tutta la nostra fede in quel sangue versato sulla croce e applicarlo sulle “porte” dei nostri cuori. Se metti il sangue di Gesù sulla tua porta, sulla tua vita, sulla tua famiglia, allora ti stai identificando come Suo popolo, come Suo discepolo e stai applicando i benefici del sacrificio di Cristo sulla tua vita. Gesù è venuto per niente di meno di questo: prendere le nostre vite e inglobarci nella Sua “famiglia” insieme con il Padre e con lo Spirito Santo.

Ma cosa ha fatto Gesù? Lo dice Lui stesso proclamando di aver adempiuto la seguente profezia:

LUCA 4:8 «Lo Spirito del Signore è sopra di me,
perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri;
mi ha mandato per annunciare la liberazione ai prigionieri
e il ricupero della vista ai ciechi;
per rimettere in libertà gli oppressi,

– Vediamo che la Sua venuta ha avuto lo scopo di adempiere la Pasqua nella vita di coloro che credono liberandoli! Si spesso le persone finiscono nelle tenebre, ma Gesù ci chiama a libertà se lo seguiamo. Fra le altre cose Lui annuncia la liberazione dei prigionieri e rimette in libertà gli oppressi.

CONCLUSIONE. Il messaggio della Pasqua è un messaggio di liberazione: liberazione dal regno delle tenebre per coloro che credono in Gesù. Se ti senti intrappolato o intrappolata, forse sei ancora sotto il regno delle tenebre. Forse dici “Ma io sono già cristiano”, ma se sei nel regno delle tenebre vuol dire che hai fatto una decisione mentale per il cristianesimo, ma non hai fatto il passo del pentimento e del ricevere la vita per i meriti di Cristo sulla croce.

Ti invito a ripetere la seguente preghiera con me, sia che sei un incredulo, e sia che sei un credente.

– Padre Celeste, vengo davanti a te per chiederti di tirarmi fuori dal regno delle tenebre. Riconosco il mio bisogno quotidiano della tua vita, della tua liberazione e del tuo Spirito. Vieni in me, nella mia vita, nella mia casa e sui miei cari. Applico la Pasqua sulla mia vita, il sangue dell’Agnello puro, perfetto e senza macchia: Gesù Cristo che mi libera dall’ira a venire e mi libera dal Regno delle tenebre. Rimani con me sempre, ti dono la mia vita! Amen

– Alleluia, proclamo libertà sulla tua vita.

Se hai fatto questa preghiera ti invito a farcelo sapere, commentando il video su youtube e contattandoci tramite i contatti che trovi sul sito internet, avremmo piacere di conoscerti, di pregare per te, di consigliarti, di accompagnarti in un incontro personale con Gesù, e di farti un dono.

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La Venezia che non ti aspetti.

Quanti di voi hanno vissuto la meraviglia di vedere questa stupenda città con i propri occhi?
Noi abbiamo avuto questo onore oramai 8 anni fa. Ma i ricordi di quel viaggio sono vividissimi.
Quell’odore di mare e umidità che ti permea le ossa, le stupende ville che si specchiano in tutta la loro maestosità su quegli stretti canali in un gioco di riflessi e colori, piazza San Marco, i ponticelli, le chiesette nascoste, i dettagli, le pantegane (sì anche quelle), i colori di Burano…
C’è uno strano senso di libertà nel viaggiare, specialmente se è un momento di spensieratezza da condividere con la persona che ami, come se alcune cose potessero rimanere indietro.

In realtà niente rimane indietro. Dio ha promesso di essere al nostro fianco sempre. E man mano che vivo, questa realtà è sempre più concreta. Forse prima non ci fai caso, pensi sia il “caso”, ma dietro a quello che comunemente si chiama “caso” c’è la mano di Dio all’opera.

Stavamo aspettando il traghetto per andare a visitare l’isola di Burano. Ne avevo sentito parlare molte volte, avevo visto immagini che la ritraevano ma non avevo idea di cosa mi aspettasse, e nè avevo idea di cosa Dio avesse in piano per me.


Salimmo sul traghetto. Mi voltai. E vidi un enorme palo al quale era ancorato il traghetto, e su questo palo erano conficcati dei chiodi enormi, arrugginiti, belli sporgenti, quanto bastava per permettere alla corda che ci teneva ancorati a lui di non finire in acqua.
Fu come un flashback che mi ha riportato alla crocifissione di Cristo. Quei chiodi ebbero per i minuti successivi tutta la mia attenzione. Il mio cuore e il mio stomaco si contorcevano all’idea che chiodi simili erano stati conficcati nelle mani e nei piedi di Cristo.

Mi arrabbiai con Dio.
Quante volte lo facciamo, lo faccio… recalcitro quando Lui vuole insegnarmi qualcosa che lì per lì fa male, ma poi porta verità e maturità nella nostra vita. E la verità della croce porta con sé un messaggio importantissimo.
Non capivo quale motivo avesse per “invadere” il “mio” spazio, la “mia” vacanza, i “miei” sentimenti di gioia e allegrezza con un messaggio così crudo e forte. Perché proprio ora?
Nonostante i miei 12 anni dal battesimo forse dovevo interiorizzare ancora meglio qualcosa. E quel “qualcosa” ora lo chiamo “la forza della Croce”.
La crocifissione è sicuramente una delle torture più atroci che esistano. Non puoi alleggerire il peso sulle mani puntando sui piedi perché significherebbe fare pressione lì dove punta il chiodo sui piedi, e non puoi alleggerire la pressione sui piedi perché significherebbe aumentare la pressione sui chiodi che sorreggono le mani. Aggiungiamo a questo le torture delle frustate, la corona di spine, il costato trafitto…

E tutto questo… per me?
Una ragazza ingrata che in quel momento non voleva intrusi nella sua vacanza?
Carlo vide il mio viso… capì subito che dentro di me stava succedendo qualcosa.
“Cosa succede?” mi chiese.
Io, superba, ingrata, vergognosa “Niente”.
“Che c’è?” mi richiese più dolcemente.
In mezzo a tutta quella gente non volevo parlare di quello che stavo provando.
Accennai un “Quel palo… quei chiodi… mi ricordano…la…”
“La Crocifissione di Gesù… Dillo, non esitare…” disse lui con quella sua semplicità disarmante. Io non avevo il coraggio di dire quelle parole. Non lì, non in quel momento. Le disse lui per me.
Mi voltai, guardai il mare, e lasciai che la brezza portasse via le lacrime ingiuste che rigavano il mio viso.

Mi stavo vergognando di Cristo.
Mi sentii come se lo stessi tradendo.
Sara. Avresti dovuto esserci tu su quella Croce. Era la tua carne quella che doveva essere forata, non la sua. Eppure lui era lì appeso. Per te. Perché Dio ha scelto di amarti quando ancora non lo conoscevi dandoti una via al suo cuore. La grazia, non ricordi? Gesù al posto tuo.

La grazia.
Quella alla quale mi appellai immediatamente per “rimediare” a quanto avevo fatto… o meglio, NON avevo fatto, ovvero essere testimone in ogni momento del suo amore e della sua grazia.
Quella alla quale mi appello tutti i giorni per “rimediare” alle miliardi di cose che sbaglio e che voglio migliorare di me.
Già, “rimediare” l’ho messo volutamente tra virgolette ben due volte. Sì, perché l’unico suggerimento che Cristo dà al peccatore è “Và, e non peccare più”: non indugiare nell’errore, correggiti, non perché da solo puoi dimostrargli quanto vali, ma perché, reso libero dall’amore di Cristo per te dal dover dimostrare chissà cosa, tu possa nella libertà cambiare per amore di Cristo.
E per amore di Cristo poi sei disposto a fare cose che prima non avresti mai fatto. La croce ci potenzia. Ecco perché la chiamo “la forza della Croce”.

E io dovevo andare a Venezia per capirlo.

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La Pasqua e lo scambio degli agnelli

La Pasqua e lo scambio degli agnelli
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Nella cultura cristiana si crede che il messaggio di Pasqua sia legato alla risurrezione, mentre in realtà è più collegato al sacrificio, alla salvezza e liberazione, a determinate condizioni (mentre invece la festa degli azzimi e la festa delle primizie sono più collegate alla risurrezione).

Quando parlo di sacrificio, non intendo che siamo chiamati a compiere chissà quali opere, ma a comprendere dei punti importanti, e cambiare vita. Facciamo un viaggio nel tempo e andiamo nell’Egitto di circa 3.500 anni fa. Dio parlava ma nessuno voleva ascoltare, anzi preferivano ignorare l’unico vero Dio, per prostrarsi di fronte a delle statue. Dio non sopporta essere sminuito e svalutato in confronto a delle sculture di pietra. Un uomo particolarmente testardo e pronto a tutto, di nome Mosè, incontra Dio e può cominciare il piano di salvezza di un popolo dalla schiavitù, e potenzialmente dell’umanità.

Attraverso 9 piaghe la situazione non cambia, ma con la 10a (la morte dei primogeniti, che non avevano il sangue dell’agnello sugli stipiti e sull’architrave della propria porta) cambia tutto. Ovviamente era tutto indirizzato per la salvezza del popolo eletto, ma chiunque avesse compreso il messaggio della piaga e agito di conseguenza, sarebbe scampato alla strage, ebreo o gentile che fosse. Ma prima dell’attuazione della 10a piaga, parte la spiegazione della Pasqua.

Ora leggiamo ESODO 12:3-13

-Il 10° giorno veniva preso un agnello. Stava con la famiglia 4 giorni, i bambini sicuramente gli avrebbero dato un nome e avrebbero giocato con lui. Il 14° giorno del mese, quindi dopo 4 giorni, l’agnello sarebbe stato ucciso, immaginatevi la reazione dei bambini. Immaginatevi il messaggio che arriva riguardo la serietà con Dio e la gravità dell’essere lontani da Lui per pensare ai propri interessi.

-L’agnello doveva essere sufficiente per far mangiare tutti, senza che ne avanzasse. Quindi richiama a una rapporto personale, una porzione per ognuno della casa nessuno escluso.

-Il sangue di quell’agnello conosciuto, veniva visto dai bambini ogni giorno, in quanto bastava guardare la porta di casa macchiata da quel sangue forse per sempre.

-Pasqua deriva dal verbo ebraico pasach, che significa passare oltre, nel senso di risparmiare, proteggere, salvare. Tutto il popolo viveva capendo la necessità di un sacrificio di sangue, che servisse affinché il giudizio passasse oltre loro e fossero risparmiati.

ISAIA 53:3-7 Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza, pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna. Tuttavia erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato; ma noi lo ritenevamo colpito, percosso da Dio e umiliato!
Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo smarriti come pecore, ognuno di noi seguiva la propria via; ma il SIGNORE ha fatto ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la bocca. Come l’agnello condotto al mattatoio, come la pecora muta davanti a chi la tosa, egli non aprì la bocca.

-In questo brano vediamo l’adempimento di Esodo 12 che era stato scritto 1400 anni prima di Cristo. Mentre Isaia è stato scritto “solo” 700 anni prima di Cristo. Il piano di Dio per la salvezza dell’uomo in Cristo, spiegato secoli prima della Sua venuta! Noi eravamo pecore che seguivano la propria via, e Lui Dio. Così Lui si è fatto pecora, agnello sacrificale, affinché noi potessimo essere salvati e liberati! Questo è lo scambio di agnelli. Otteniamo pace perché l’Agnello perfetto si è sostituito a degli agnelli imperfetti. Grazie a Gesù non serve più sacrificare gli agnellini!

GIOVANNI 1:29-30 Il giorno seguente, Giovanni vide Gesù che veniva verso di lui e disse: «Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo! Questi è colui del quale dicevo: “Dopo di me viene un uomo che mi ha preceduto, perché egli era prima di me”.

-In Esodo 12 abbiamo visto un rapporto diretto e personale con l’agnello sacrificale che stava 4 giorni con la famiglia e simboleggia Cristo Gesù. Con Lui dobbiamo avere un rapporto da “coinquilini” (dopo essere sacrificato doveva essere sufficiente per tutti i membri della famiglia nessuno escluso, e non doveva avanzare niente, per cui vediamo l’applicazione personale per ognuno di noi). Non puoi appoggiarti su opere o su meriti, ma solo sul sacrificio dell’Agnello puro, perfetto e senza macchia, applicando il Suo sangue sulla tua vita personalmente.

-Ricevendo la Pasqua di Gesù, cioè il Suo sangue come protezione sulla nostra vita, noi siamo risparmiati, protetti e salvati.

-Non devi per forza essere ebreo, ma devi per forza mettere il sangue dell’Agnello perfetto a protezione della tua casa. Il Signore non chiedeva l’etnia e poi se ebrei lasciava vivere, se egiziani uccideva i primogeniti. Cercava il sangue sulla porta, se c’era risparmiava gli abitanti della casa, se non c’era allora non risparmiava. Non ci sono scuse per non andare a Gesù, “mio padre è credente…mia madre…mia zia…sono una brava persona”, bisogna ricevere il sangue di Gesù sulla propria vita.

I figli e tutta la famiglia, non erano più bravi di chi stava fuori, ma erano più ubbidienti rimanendo in casa tutta la notte, al di qua della porta bagnata dal sangue dell’agnello. Un versetto dice “ubbidire è meglio del sacrificio”, vuol dire che il sacrificio dell’agnello non serviva a niente, ma l’ubbidienza collegata all’atto era necessaria. Siamo chiamati ad ascoltare la voce di Dio e ubbidirGli!

-Il bagnare la porta col sangue crea la forma della croce di Gesù.

L’angelo passando, vedeva la croce bagnata dal sangue e considerava già effettuato il sacrificio di Cristo su quella famiglia con secoli di anticipo. Sta scritto che il sangue degli agnelli non può salvare, ma quello era un anticipo di ciò che sarebbe accaduto in seguito, e per il Signore non esiste passato e futuro ma Lui vive sempre al presente, quindi un atto che per noi è passato o futuro, per Lui ha valore attuale. Se tu ti convertirai tra 50 anni, per Lui sei già Suo figlio in quanto Lui conosce la fine sin dall’inizio! Già prima della fondazione del mondo Lui sapeva chi l’avrebbe ricevuto e chi no, di conseguenza chi avrebbe adottato come figlio e chi no, chi scrivere nel libro della vita dell’Agnello, e chi no! Dio ama tutti indiscriminatamente, ma ha un amore più alto verso i Suoi figli, che vede attraverso il sangue del Figlio perché abbiamo sulla nostra “porta” il Suo sangue! Sta scritto “Se uno è in Cristo, egli è una nuova creatura”. La prossima settimana affronteremo due implicazioni dell’Agnello immolato!