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I parametri della vittoria – Serie Fuori dalla tempesta 1a parte

I parametri della vittoria – Serie Fuori dalla tempesta 1a parte
Culti

 
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Questa settimana stavo pensando al fatto che molti sono in cerca della propria occasione per mostrare il proprio valore, o per essere considerati, o per capire lo scopo della propria vita, ma poi fanno fatica persino con le cose semplici e normali della vita, con i problemi quotidiani, e spesso vengono sopraffatti da questi problemi.

Ci sono delle “sorelle”, cioè degli atteggiamenti o azioni, che possono aiutarci nella tempesta, nei momenti difficili. Addirittura sono pensati da Dio per il nostro bene e la nostra crescita, per darci pace e gioia.

Nella Bibbia si parla di un uomo di nome Sila. Lui era un anziano della chiesa di Gerusalemme, molto rispettato e molto spirituale, ma era praticamente uno sconosciuto fino al libro di Atti al capitolo 16. Era uno molto stimato, molto capace e aveva già fatto sicuramente cose valide, ma che non famose. Aveva grandissime capacità per mezzo dello Spirito di Dio, ma rimaste nascoste, o comunque non erano azioni degne di nota. Il classico “è bravo ma non si applica”! La storia della mia vita, me lo dicevano sempre gli insegnanti da quando avevo 10 anni, poi a 15, poi a 20….sono arrivato a 40 anni che ancora non avevo capito cosa significasse, e convinto che avessero torto gli insegnanti, anche perché non spiegavano come io avrei potuto cambiare quell’atteggiamento, quell’impressione!

Torniamo a Sila, a un certo punto si crea la grande occasione: partire per un viaggio missionario con il grande Apostolo Paolo! Le cose forse iniziano a girare e insieme raggiungono le prime chiese condividendo la Parola di Dio e vedendo le prime conversioni. Poi ci sono delle prime opposizioni, addirittura da parte dello Spirito Santo, infatti sta scritto “volevano andare di là, ma lo Spirito Santo lo vietò loro”….”volevano fare questo, ma lo Spirito del Signore glielo impedì…” e infine arriviamo al versetto 16:

ATTI 16:16-24

-Sila era un uomo autorevole, profeta, anziano di chiesa, ma che non aveva fatto nulla per cui trovarsi scritto il nome nella Bibbia se non il consegnare una lettera. Spesso anche noi ci troviamo per anni, senza poter appuntare medaglie sulla nostra giacca. Senza poter narrare cose di rilevanza. Anzi, a volte ci sentiamo in carcere.

A Napoli si parla di “jella”. Ovviamente non esiste, però quando le cose ci vanno storte, a volte crediamo più alla jella che a Dio. No, le cose non andranno sempre bene, ma non c’entra la jella. Sì, a volte le cose non funzionano, ma farai bene a non fidarti della tua capacità per uscirne. Ci sono altri strumenti che invece funzionano, ma vanno applicati insieme!!!

Sila e Paolo sono stati tenaci. Hanno affrontato le difficoltà e sono finiti in prigione per il Vangelo, per il loro Signore! Per seguire il Signore potresti essere picchiato, perseguitato e finire in galera o anche ucciso (è così in molte parti del mondo). Nonostante questo il Signore può darci una pace e una gioia che altrimenti non avremmo. Il primo passo è la tenacia che è definita come: “Fermezza e perseveranza nei propositi e nell’azione.” Ovviamente abbiamo bisogno di tenacia nelle giuste cose. Il Signore ti chiama a vivere con fermezza e perseveranza nelle Sue vie, a cercare il Suo cuore, il Suo Spirito, ad aggrapparti alla Sua Parola.

GALATI 6:9 Non ci scoraggiamo di fare il bene; perché, se non ci stanchiamo, mieteremo a suo tempo.

-In questo versetto vediamo la costanza nel fare cose consistenti (non cretinate o perdite di tempo, ma cose di valore). Quello che fai non identifica chi sei. Quello che fai non ti rende giusto davanti a Dio. Quello che fai da un obiettivo alla tua vita, infatti non siamo qui solo per vivere e morire, ma siamo come alberi fatti per portare frutto. Un melo non fa mele per ottenere un “bravo”, non lo fa per ricevere un premio, lo fa perché è la sua natura. Ognuno di noi deve tornare a Dio e chiederGli perché ci ha fatti, quale “albero” siamo, e quale deve essere il nostro “frutto”.

Attenzione che Dio non basa il tuo valore su quello che fai, o sulla qualità di quello che fai. Ma sul fatto che sei Suo figlio, sul fatto che ha soffiato vita in te e che ti ha fatto a Sua immagine. Quindi non è per le tue azioni, ma per il Suo Spirito che opera in te.

A volte pensiamo “dovrei fare questo”, o “dovrei essere così”, ma non serve a niente il nostro sforzo, serve abbandonarsi tra le braccia del Dio di amore, il ricercare la guida dello Spirito Santo, e vivere con tenacia e costanza nelle vie che il Signore ci rivela.

LUCA 16:12 E, se non siete stati fedeli nei beni altrui, chi vi darà i vostri?

-Qui Gesù sta dicendo che la nostra vita è un dono di Dio. Viviamo grazie a Lui e per Lui. Ci ha creati per amministrare i Suoi beni sulla terra, non solo la natura, ma la Sua Parola, la speranza, la gioia, la pace, l’amore, etc…

Notate che Dio non cerca persone capaci che non Gli sono fedeli, ma cerca persone fedeli da rendere capaci!

Se sei fedele Lui può operare! La nostra infedeltà è un danno a noi stessi perché ci impedisce di vedere le capacità di Dio operare!

1 GIOVANNI 4:8 Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.

-Come ho detto domenica, conoscere Dio, non vuol dire sapere che esiste, ma conoscere in senso di “rapporto personale di amore”. Noi abbiamo bisogno di amore nella nostra vita, quindi abbiamo bisogno di Dio. Nelle tempeste della vita e in ogni istante, serve Dio nella nostra vita! Amare Dio vuol dire considerarLo come il proprio fidanzato, avere passione per Lui. Come i fiori prendono vita quando ricevono la luce del sole, così noi quando siamo alla presenza di Dio. Un buon modo per mettere in pratica questo amore è avendo una vita di preghiera: che non vuol dire ripetere delle preghiere a memoria, ma parlare come con il proprio fidanzato e comunicare i propri pensieri e bisogni più profondi, e ascoltare i Suoi pensieri e bisogni più profondi. Vi lascio con questi 4 parametri, e la prossima settimana approfondiremo altri 3 parametri per avere pace e vincere nella tempesta.