audio, culti

La speranza e la pace

La speranza e la pace
Culti

 
Play/Pause Episode
00:00 /
Rewind 30 Seconds
1X

Chi è la speranza? Come possiamo lavorare insieme alla speranza? Cosa riceviamo quando lavoriamo con lei?

Queste sono alcuni dei punti che affronteremo oggi in questo tempo insieme.

Lunedì mattina stavo dormendo, erano ancora le 6, mi sono svegliata improvvisamente e dentro di me ho iniziato a ripassare tutto quello che Carlo ha detto sulla speranza e voglio farlo brevemente insieme a voi.

Nelle scorse settimane abbiamo detto che non possiamo vivere senza speranza. Le cose intorno a noi possono andare male ma Dio ha un piano per la nostra vita: pensieri di pace e non di male per darci un avvenire e una speranza.

Sperare non è sperare che vada bene, tirando a sorte, ma in ebraico esprime il concetto di rimanere attaccati ad una corda, la tikvà, in attesa di arrivare ad un obiettivo: la speranza in Dio è una corda che ci è stata messa a disposizione alla quale possiamo aggrapparci e che ci tira fuori dalla situazioni nelle quali siamo in difficoltà. Il Dio della speranza è con te e con me e ci può sostenere.
Carlo ha anche parlato di alcuni punti fondamentali per riuscire a vivere con la speranza.
Per rinsaldare la nostra speranza abbiamo bisogno di

1) leggere testimonianze dalla bibbia e ascoltare le testimonianze dei fratelli

2) non rimanere apatici, ma agire ascoltando la voce di Dio

3) nonostante le afflizioni, essere pazienti e perseveranti nel praticare la giustizia di Dio, per poter mietere a suo tempo

4) rivestirci del mantello della lode, rimanere gioiosi e non avere uno spirito abbattuto e riuscire a lodare Dio in ogni tempo.

Questi quattro elementi li ritroviamo insieme nel capitolo 15 ai Romani

Ritornando al mio risveglio di lunedì mattina, mi sono dovuta alzare e prendere la Bibbia. Il breve passo che lo Spirito Santo ha portato alla mia mente è l’incipit della prima lettera di Paolo a Timoteo.

1Tm 1:1 Paolo, apostolo di Cristo Gesù per ordine di Dio, nostro Salvatore, e di Cristo Gesù, nostra speranza

CRISTO NOSTRA SPERANZA.

Rm 5:1-5 Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l’accesso a questa grazia nella quale stiamo fermi; e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio; non solo, ma ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l’afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza, e l’esperienza speranza. Or la speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato…

Dobbiamo mantenerci attaccati alla speranza. Dio ci ha mandato dal cielo una CORDA, che è CRISTO, la nostra speranza. Se ci teniamo stretti a Cristo, non solo riceviamo consolazione dalla parola (che è Cristo stesso), impariamo la pazienza e la perseveranza (perché dobbiamo imparare ad essere costanti nel rimanere aggrappati alla corda), acquisiamo esperienza nel camminare nelle vie di Dio,inoltre nel rimanere aggrappati alla corda che è Cristo, veniamo riempiti di gioia e pace per ABBONDARE in CRISTO grazie alla potenza dello Spirito Santo e comprendiamo quanto sia importante l’essere giustificati da Cristo, sorretti, per poter raggiungere la presenza di Dio.

LA SPERANZA – CRISTO- NON DELUDE PERCHE’ L’AMORE DI DIO E’ stato SPARSO NEI NOSTRI CUORI.
Cristo che non solo ci avvolge, ma abita in noi, per mezzo dello Spirito Santo, come segno tangibile dell’amore di Dio. Che Speranza! Che GIOIA!

In casa abbiamo messo una barra di ferro orizzontale alla quale abbiamo appeso delle corde nautiche che tengono fino a 200 kg e sorreggono l’altalena di nostra figlia e diversi altri attrezzi. Irene può essere sicura che quella corda non si spezzerà, e non la farà cadere. E man mano che prende confidenza con se stessa e la corda si fida sempre più a fare cose più difficili, ad andare più veloce…il Suo corpo sviluppa man mano i muscoli necessari per essere più agile, più intrepida, più sicura. Se prima si aggrappava all’anello e rimaneva appesa come fosse un salamino, è in grado di tirare su il peso del suo intero corpo e stare verticale a testa in già reggendosi solo con le mani, sui quali a 65 anni ha già dei bei calli a forza di fare esercizio… e in lei si iniziano a vedere i tratti della bellezza artistica quando fa esercizio…

Vi parlo anche di un’altra persona che conosciamo molto bene che ha fatto per un periodo Tessuti aerei, quella disciplina che esercita il corpo ad annodarsi e a fare presa su dei drappi di stoffa, si vedono spesso nei circhi… con uno sforzo misurato, il corpo impara a rimanere sospeso, ad arrampicarsi e arrotolarsi rimanendo sorretto e stretto senza cadere…

Ora voglio darvi un’altra immagine. Pensiamo di essere sulla parete rocciosa della vita. Sì la vita può essere difficile, lo è. E sotto c’è il baratro. La disperazione, la depressione, lo scoraggiamento, la morte. Noi dobbiamo raggiungere la vetta ma siamo troppo stanchi. Qualcuno, Dio ci butta una corda. E questa corda è Cristo.

Il primo sforzo è prenderla fidandosi che la corda sosterrà il nostro peso. Comprendere il perché abbiamo bisogno di Gesù e accettarlo come nostra salvezza è il primo passo.

Il secondo passo è imparare ad usare la corda. A quella corda voglio essere sicura di tenermi ben stretto e saldo. Man mano che impariamo a fare i nodi giusti, a usarla per sorreggerci e per arrivare più in alto, la corda diventa qualcosa della quale non faremmo più a meno. Il nostro corpo inizia a prendere confidenza, sviluppa i muscoli necessari per rimanere aggrappato e maturare in bellezza e grazia. Lo stesso è con Cristo. Dobbiamo capire come “usare” Cristo nella vita di tutti i giorni, lui che è la parola fatta carne. Lui ha detto che possiamo stare saldi in lui, che chi avrebbe creduto in lui non sarebbe stato scosso né abbattuto. Man mano che lo conosciamo riceviamo pace, perché impariamo che possiamo fidarci.

2P 1:2 grazia e pace vi siano moltiplicate nella conoscenza di Dio e di Gesù, il nostro Signore

E’ in questa posizione che cresce in me la fiducia… non ho bisogno di temere. Non ho bisogno di essere preoccupato. Non ho bisogno di avere uno spirito altalenante, un giorno su, un giorno giù… di farmi condizionare dalle situazioni, dai miei sentimenti, ma posso essere stabile, costante, avere quella pace e quella gioia vera, che non dipendono dalle situazioni, ma dalla fiducia in Dio.

Is 26:3 A colui che è fermo nei suoi sentimenti

tu conservi la pace, la pace,

perché in te confida.

Sembra che il focus di questa predica sia l’uomo con le sue difficoltà e con i suoi bisogni. Ma non è così.

La corda, la speranza, che è Cristo, è il fulcro di ogni cosa. Senza la corda non puoi avere pace. Perché Cristo è il re della pace e della giustizia

Eb 7:2 Egli è anzitutto, traducendo il suo nome, Re di giustizia; e poi anche re di Salem, vale a dire Re di pace

SPERANZA. PACE.

Riprendiamo il primo versetto che Carlo ha citato nella serie sulla speranza,

Geremia 29:11 Infatti io so i pensieri che medito per voi”, dice il SIGNORE: “pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza.

Se qui sostituiamo a speranza CRISTO, capiamo che il PIANO che Dio ha in mente per noi, sono pensieri di pace (chi è il re della pace, Re di Salem, o Shalom) per darvi un futuro in CRISTO.


Sapete, diversi mesi fa parlavo con Irene… non è sempre semplice far capire le cose di Dio ai bambini. Ad un certo punto parlavamo del fatto che dobbiamo capire cosa è buono e cosa non lo è, cosa piace a Dio, e cosa no…

“bisogna imparare a capire la volontà di Dio per la nostra vita, Irene…”

Lei con due occhietti furbi e con l’ingenuità che una bambina di 5 anni può avere su degli argomenti simili mi risponde:

“Gesù?”

La sua risposta mi ha completamente spiazzato.

Con una parola aveva racchiuso tutta la teologia espressa in migliaia di pagine, in migliaia di anni.
La volontà di Dio per ciascuno di noi, sin da prima della fondazione del mondo, è Cristo. É lui la corda che Dio ci ha teso. Ed è una corda che dura per l’eternità.

Sei pronto a prenderla? Sei pronto a tenerti stretto all’unica cosa che conti davvero? Sei pronto a farti trasformare l’esistenza da colui che non solo vuole tirarti fuori dal disastro della tua vita, ma è pronto a vivere dentro di te, guidarti, donarti pace, speranza, gioia, fiducia, donarti un futuro, darti vita?

audio, culti

Chiamati ad amministrare

Chiamati ad amministrare
Culti

 
Play/Pause Episode
00:00 /
Rewind 30 Seconds
1X

Abbiamo parlato le scorse settimane riguardo al portare frutto come scopo della nostra vita di discepoli di Gesù! Non siamo qui per vivere egoisticamente, per farci gli affari nostri, ma per gestire i doni di Dio.

Tutto ciò che abbiamo di valore è un dono e non è un merito, per esempio la vita, la salute, la natura, le capacità.

Vediamo il progetto originario di Dio:

GENESI 1:26-28 26 Poi Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbiano dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». 27 Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina. 28 Dio li benedisse; e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra».

– Fatti per essere a immagine di Dio e simile a Lui. Poi c’è stata la caduta. Ma in Gesù, l’uomo nuovo è nuovamente a immagine di Dio (EFESINI 4:24).

– Siamo qui per dominare in nome di Dio (verbo ebraico radah, governare, prevalere, legiferare) nella vita, sulla creazione, e non per essere dominati dai vizi, dal peccato, dagli hobby, etc… Non sei fatto per essere un pezzente o un miserabile, ma per regnare e dominare.

– (attenzione che “dominare sulla creazione” non vuol dire devastare, altrimenti poi non c’è più nulla da dominare!)

– (attenzione che dobbiamo dominare sulla terra, non sugli altri esseri umani, altrimenti non consentiamo anche agli altri esseri umani di “dominare” ma li “dominiamo”)

1 PIETRO 4:7-11 7 La fine di tutte le cose è vicina; siate dunque moderati e sobri per dedicarvi alla preghiera. 8 Soprattutto, abbiate amore intenso gli uni per gli altri, perché l’amore copre una gran quantità di peccati.

9 Siate ospitali gli uni verso gli altri senza mormorare.

10 Come buoni amministratori della svariata grazia di Dio, ciascuno, secondo il dono (chàrisma) che ha ricevuto, lo metta a servizio (diakonoùntes) degli altri. 11 Se uno parla, lo faccia come si annunciano gli oracoli di Dio; se uno compie un servizio (diakonèi), lo faccia come si compie un servizio mediante la forza che Dio fornisce, affinché in ogni cosa sia glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, al quale appartengono la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.

– C’è una FINE in arrivo che ci deve incoraggiare a mettere impegno e a stare allerta.

MODERATI – SOBRI – per dedicarci a PREGARE (PARLARE CON DIO, e questo rinchiude sia il concetto originario del primo Adamo che era nell’Eden, ma anche la lode e l’adorazione comunitaria in previsione di ciò che faremo nei cieli)

SOPRATTUTTO DOBBIAMO AVERE UN AMORE INTENSO GLI UNI PER GLI ALTRI, perché l’amore copre (kalùpto, cioè vela, nasconde, cela, tiene segreto) i peccati (errori, sbagli) degli altri.

OSPITALI (filòxenos, amare gli ospiti, non solo ospitare persone in casa, ma anche organizzare incontri evangelistici o di discepolato in casa, e accogliere le persone in chiesa) senza MORMORARE (1° aspetto pratico, praticare l’ospitalità e l’accoglienza)

– AMMINISTRATORI (Oikonòmoi) indica Amministratore, governatore, steward (gestore, assistente), supervisore, un impiegato con capacità, ciambellano.

Ciambellano: Importante dignitario di corte, in antico era addetto alla cura degli appartamenti privati del sovrano e del suo guardaroba regale; in seguito, e ancora oggi nelle corti dove esiste, ha il compito di dirigere il cerimoniale.

Sapete: un amministratore, un ciambellano, non possiede nulla, ma gestisce tutto!

Siamo chiamati a gestire la grazia di Dio e il Suo Regno (ciambellano che gestisce le ricchezze di Dio). Dobbiamo conoscerle e farle conoscere. Siamo supervisori nella gestione dell’Opera di Dio. Siamo comunque subordinati a Lui, ma con capacità di azione in base alle responsabilità e ai doni che lui ci ha dato da amministrare.

L’amministratore paga, ma non con soldi suoi. Fa i lavori, ma non con la sua forza. Comanda senza avere diritti proprietari, ma solo delegati.

-Questa settimana Sara è andata in comune per richiedere delle carte riguardo la nostra casa e il nostro condominio visto che siamo proprietari. L’impiegato faceva opposizione, perché non era lei l’amministratrice. L’amministratore, che ha diritti delegati, ha quasi più potere del proprietario con i propri diritti proprietari!!!

L’amministratore dedica il tempo per le proprietà degli altri, ed è questo che gli garantisce di poter mangiare e percepire uno stipendio. (2° aspetto pratico, amministrare la grazia di Dio che abbiamo ricevuto, le piccole grazie, sugli altri)

– v.10 dono (Chàrisma che deriva da Chàris cioè grazia, favore, gentilezza): dono di grazia, favore non meritato.

Questo è lo stesso termine che viene tradotto in italiano con “doni spirituali”.

In essenza il dono che viene da Dio, il dono spirituale, o la capacità di svolgere opere spirituali o materiali nella chiesa, sono tutte cose che non meritiamo. Capacità “non nostre”. Favori dall’alto di cui non dobbiamo prenderci il merito visto che non li abbiamo “meritati”! Hanno uno scopo: devono portare benedizione e gloria agli altri, non a me.

– v.10 a servizio degli altri: qui il termine è Diakonèo, da cui deriva diakonòs, cioè attendente alle tavole, servitore che attende gli ospiti, che serve in termini generali. (3° aspetto pratico, servire i fratelli)

SERVIRE GLI ALTRI PER MEZZO DEL NOSTRO DONO

Il dono spirituale di grazia, cioè il favore non meritato che abbiamo ricevuto, lo abbiamo ricevuto per gestirlo per il benessere, l’accoglienza e la crescita dell’altro. Non è nè a nostro beneficio, nè a nostra gloria, allo stesso modo come un servitore di 2mila anni fa attendeva gli ospiti (di prestigio o gente comune) per assisterli per il loro benessere, per fornire cibo e accoglienza. O come lo steward e la hostess su un aereo, che amministrano e gestiscono gli ospiti/clienti/passeggeri, per la loro comodità, tutti i doni spirituali e i ministeri sono indirizzati verso l’altro, alla gloria di Dio.

CONCLUSIONE. A cosa sei chiamato tu? Scaldare una sedia. Essere un credente nominale? Vivere la tua vita?

Abbiamo visto che sei un amministratore della grazia e del Regno di Dio, chiamato ad accogliere e a servire. Attraverso i doni di grazia che Dio ha posto nella tua vita dobbiamo manifestare questi 3 punti, sotto la Sua supervisione e guida. Sei chiamato a manifestare i carismi, cioè i “doni di grazia” agli altri per la loro edificazione e non la tua.
Sei anche chiamato ad essere ospitale, cioè amare in modo pratico, essendo inclusivo verso il prossimo e invitarlo in casa tua a dormire, andandolo a trovare, o invitarlo a cellule di studio biblico, agapi e avvicinare così le persone a Dio.

Il punto è che ogni dono che il Signore ci ha dato va messo a diakonuntes, cioè servizio, degli altri.

Quindi mi sento di indirizzarti al Signore per chiedere la Sua volontà per la tua vita. Sicuramente riguarda l’amministrare, l’accogliere e il servire, ciò che devi chiedere è in quale campo e come farlo. Sicuramente riguarda l’amare il prossimo e manifestare ospitalità e interesse. Andarli a trovare o invitarli a casa tua per un caffè, una chiacchierata. Parlare del regno di Dio, del Suo amore e della Sua grazia. Chiediamolo insieme.